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    Red Bull entra nel ciclismo: acquisito il 51% della Bora–hansgrohe

    La Red Bull entra in gruppo e lo fa acquisendo il 51% della Bora-hansgrohe, squadra tedesca che dal prossimo anno vedrà tra le proprie file Primoz Roglic, vincitore dell’ultimo Giro d’Italia. Il colosso austriaco intende dunque ampliare il suo portafoglio sportivo: dopo Formula 1, MotoGP, calcio, hockey, sport estremi, ora anche il ciclismo. Red Bull ha registrato presso le autorità austriache l’acquisizione del 51% di RD Pro Cycling e RD Beteiligungs, le società di Ralph Denk, general manager della squadra che è stata, tra gli altri, quella di Peter Sagan. L’Autorità per la Concorrenza austriaca ha comunicato che il passaggio definitivo delle quote avverrà il 26 gennaio: fino ad allora, il team non rilascerà alcuna comunicazione. 

    Red Bull-Bora, il comunicato del team
    “La Red Bull intende ampliare il proprio coinvolgimento nel ciclismo su strada e punta a una partnership con BORA – hansgrohe – si legge nella nota -. Diventando partner della società operativa del team manager Ralph Denk, la Red Bull si impegna a integrare il portafoglio del team di sponsor principali a lungo termine esistenti, che rimarranno a lungo termine. La progettata joint venture è stata notificata all’autorità antitrust competente. Chiediamo la vostra comprensione e non commenteremo ulteriormente la prevista joint venture, poiché non desideriamo anticipare la revisione in corso da parte dell’autorità antitrust austriaca”. LEGGI TUTTO

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    Rohan Dennis, nuovi dettagli sulla morte della moglie. Le ultime news sulle indagini

    Sono ancora in corso le indagini sulla morte di Melissa Hoskins, ciclista australiana (oro mondiale nel 2015 nell’inseguimento a squadre) e moglie di Rohan Dennis. Il corridore è indagato per aver investito volontariamente con il suo pick up la donna, morta poi in ospedale in seguito alle ferite riportate nell’impatto e nel trascinamento. Secondo le ricostruzioni delle ultime ore, rese pubbliche dal media australiano “7 News Channel”, la polizia ipotizza che la donna si sarebbe messa sul cofano dell’auto nel tentativo disperato di non far partire il marito, venendo poi travolta e trascinata dal furgone guidato da Rohan Dennis. L’australiano (due volte campione del mondo a cronometro) è indagato per aver investito volontariamente la moglie, madre dei suoi due figli, e al momento è libero su cauzione e dovrà presentarsi davanti al giudice il prossimo marzo per rispondere alle accuse di omicidio stradale volontario. Nel frattempo le autorità australiane hanno chiesto a chiunque disponga di informazioni utili di fornirle agli investigatori, per chiarire al meglio quanto accaduto nella tragica giornata di sabato. LEGGI TUTTO

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    Rohan Dennis fermato con l’accusa di aver ucciso la moglie Melissa Hoskins

    Rohan Dennis, campione australiano di ciclismo ritiratosi quest’anno, è stato fermato ad Adelaide con l’accusa di aver ucciso la moglie Melissa Hoskins, 32 anni. Secondo una prima ricostruzione dei media australiani, l’ex corridore 33enne avrebbe investito la donna con un furgone. Per gli inquirenti il gesto sarebbe volontario, avendo accelerato prima di travolgere la moglie. L’incidente è avvenuto in un quartiere a nord di Adelaide, dove la coppia viveva. La Hoskins è morta in ospedale a causa delle gravi ferite riportate nell’impatto. Dopo essere stato fermato, Dennis è stato rilasciato su cauzione: dovrà comparire davanti alla Magistrates Court di Adelaide il prossimo 13 marzo.

    Chi è Rohan Dennis: la carriera
    Rohan Dennis ha corso con Bmc, Ineos, Bahrain e Jumbo-Visma. Due volte campione del mondo a cronometro, è stato un grande specialista delle prove contro il tempo: in carriera ha vinto anche due medaglie olimpiche (argento a Londra 2012 e bronzo a Tokyo 2020). Lo scorso febbraio aveva annunciato il ritiro al termine della stagione 2023 dopo 33 vittorie complessive. Anche la moglie uccisa, Melissa Hoskins, era stata una ciclista di successo: aveva vinto l’oro nel quartetto dell’inseguimento su pista ai Mondiali del 2015.

    L’ultimo post sui social a Natale
    Sulla pagina Instagram di Rohan Dennis l’ultimo post risale al giorno di Natale: nella foto è ritratto l’ex ciclista insieme alla moglie Melissa Hoskins e ai due figli. LEGGI TUTTO

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    Ciclismo, il calendario UCI 2024: gare e date

    Ancora poche settimane e i fenomeni del pedale tornano in strada per una nuova stagione. Le Classiche monumento si aprono, come di consueto, a marzo con la Milano-Sanremo. Poi il Giro d’Italia, il Tour de France con la partenza da Firenze e infine il clou con le prove olimpiche di Parigi. Ecco il calendario completo delle gare UCI del 2024 LEGGI TUTTO

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    Ciclismo, il 2024 sarà una lotta tra fenomeni: divertimento assicurato

    Il 2024 promette grandi sfide e tanto divertimento per gli appassionati di ciclismo: con una “generazione di fenomeni” lo spettacolo è assicutato. Pogacar tenterà l’impresa di conquistare la doppietta Giro-Tour (l’ultimo a riuscirci Pantani nel 1998), Vingegaard permettendo. Van der Poel e Van Aert sono pronti a gareggiare uno contro l’altro su ogni tipo di percorso. E gli italiani? Ecco l’anno che ci attende.

    E’ un ciclismo divertente, con grandi interpreti e vere rivalità, con poca Italia, purtroppo, e con l’Olimpiade di Parigi che condizionerà qualche scelta. Mathieu van der Poel, il più forte lo scorso anno, Sanremo-Roubaix-Mondiale nel palmares personale del 2023, partirà dal ciclocross, col mondiale di Tabor, primi di febbraio, in Repubblica Ceca per rimettersi addosso la prima maglia iridata. Poi classiche, pietrose soprattutto, tour e Parigi…strada o mountain-bike? Entrambe, ça va sans dire. Anche perché nel fuoristrada olimpico ci sono Pidcock e il brutto ricordo di un ostacolo a Tokyo non segnalato che lo aveva messo ko. Il suo avversario Van Aert seguirà la stessa strada, senza mountain bike e col Giro al posto del Tour. Una bella scommessa, con libertà di agire e di vedere in un percorso montagnoso solo nell’ultima settimana, dove potrà arrivare. Basta vederlo tirare e tirare per chilometri e chilometri, con la stoffa del super campione, il lavoro da gregario e una faccia un po’ così, mai proprio contenta. 

    ©Getty

    Pogacar per la storia, ma Vingegaard…
    Già la super-squadra, Visma, con Vingegaard dedicato, da doppio campione in carica, alla maglia gialla e alle salite francesi, oltre che alle corse a tappe brevi, con Kuss che tornerà a fare il coequipier, e senza Roglic, imprigionato alla Vuelta nel gioco di squadra, andato alla Bora. Per lui Giro di Francia dopo aver vinto quello d’Italia. E naturalmente Olimpiade: oro a Tokyo nella cronometro da difendere. Vingegaard è fortissimo, scalatore super, meno capace, per quanto conti, di comunicare, di essere il protagonista che ti trascina, ti entusiasma. Quello si chiama Pogacar, anche quando si fa battere dal danese. Tadej può prendersi tutto,  da inizio a fine stagione, sarà al via del Giro d’Italia prima del Tour. Accontentando così l’anima italiana (e ticinese…Gianetti) della sua squadra, i tifosi, la sensazione che l’accoppiata si possa fare, 25 anni dopo Pantani, farebbe la felicità di statistiche ed albi d’oro. Forse un Pogacar, con tutto il rispetto dell’aura “rosa” e degli avversari, all’80% in Italia potrebbe bastare per portare a casa la prima delle due corse. Certo a Parigi, al di là del giallo, ci sono 2 medaglie d’oro, strada e crono che possono essere sue. La certezza è la sua “leggerezza”, il piacere di pedalare, l’amore per la bici e le corse, l’idea che trasmette di divertirsi. In un’epoca di forzati dello sport, in generale, non solo ciclismo, è un messaggio straordinario. 

    ©Getty

    Attenti a Remco
    Tra i grandi del momento c’è sicuramente Remco Evenepoel che, pur avendo vinto una Vuelta, non sembra al livello di Vingegaard e Pogacar nelle corse a tappe. Il Tour è un’incognita per lui, la sua testardaggine nel voler essere il più forte, il numero uno, di migliorarsi sempre può portarlo dappertutto, anche se Ardenne, crono e classiche senza pietre sembrano essere il suo terreno. Quando sta bene vuole stravincere, quasi umiliare gli avversari, ma deve imparare a usare di più la tattica, a non farsi troppi nemici in gruppo. Due ori lo aspettano, Parigi e Zurigo, cronometro olimpica e mondiale…Anzi speriamo di no, visto che Filippo Ganna ha gli stessi obiettivi. 

    Le speranze italiane, a partire da “Top” Ganna
    A proposito Pippo ha dimostrato di essere uomo forte a Sanremo e Roubaix, più consapevole delle sue possibilità nelle corse in linea e alla Ineos possono puntare su di lui. Resta un tranquillone da divano, con un nome che sa di storia e un carattere riservato lontano dalle corse. In casa Ineos ha un altro avversario olimpico e mondiale, tanto per ripeterci, in Joshua Tarling, 20 anni il prossimo febbraio. Fra i nostri dobbiamo seguire con attenzione la crescita di Andrea Bagioli, che lascerà la Soudal-Quick Step per andare, con un bel triennale, alla Lidl Trek, autore di un bel finale di stagione. Gianni Moscon si gioca l’ultimissima chance: proprio alla Soudal Quick Step il trattore di Cles ha la possibilità di prendersi una corsa “vera”, di quelle che pesano. Filippo Zana è molto considerato alla australiana Jayco, va bene su ogni tipo di terreno, e Simone Velasco col tricolore addosso può cercare di essere protagonista, del resto  la sua maglia la individui subito, ti fa riconoscere…Giulio Ciccone si è rilanciato, anche cromaticamente, per il discorso appena fatto, con i pois del Tour, adesso deve concentrarsi sulle tappe e dimenticare la classifica generale. Tiberi, inseguito dall’incubo del gatto a cui ha sparato, ha bisogno che ci si dimentichi del “fattaccio” di San Marino, cosa fattibile quando vinci e vai forte. Velocisti? Troppo facile, Philipsen, che potrebbe però anche essere uno da classiche. Mondiali di Zurigo? Si torna al programma di fine settembre, con gente che uscirà bene dalla Vuelta. Una sorpresa? L’ottavo della Vuelta: Cian Uijtdebroeks. Che per il momento resta il ventenne belga della Bora…Inutile spiegare perché. Se volete pronunciarvi su di lui fate voi.

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    Giro d’Italia 2024, ufficiale la presenza di Wout Van Aert

    Dopo le voci delle scorse settimane, è arrivata anche la tanto attesa ufficialità da parte della Visma-Lease a Bike: Wout Van Aert sarà al via del Giro d’Italia 2024. Il fenomeno belga sarà il ‘cacciatore di tappe’ del dream team olandese, come annunciato sui social. WVA prenderà parte anche alle Classiche Monumento come Fiandre e Roubaix (“Sono il mio obiettivo principale”, ha detto durante la presentazione della squadra ad Amsterdam), alla Vuelta e punterà dritto sui Mondiali di Zurigo, senza ovviamente tralasciare l’appuntamento olimpico di Parigi. Sulle strade del Giro, al via il prossimo 4 maggio da Torino, sfiderà a viso aperto un altro campionissimo come Tadej Pogacar che viene in Italia per puntare alla maglia rosa, con l’obiettivo di realizzare la storica doppietta Giro-Tour che manca dal 1998, quando a realizzarla fu Marco Pantani.  LEGGI TUTTO

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    Giro d’Italia 2024, Pogacar ci sarà: l’annuncio ufficiale

    La notizia era nell’aria e a Sky aveva espresso l’intenzione di correre la corsa rosa. E ora è arrivata anche l’ufficialità: Tadej Pogacar sarà al via per il prossimo Giro d’Italia. Il campione sloveno proverà a compiere un’impresa che manca dal 1998, quando Marco Pantani conquistò la doppietta maglia rosa-maglia gialla del Tour de France LEGGI TUTTO

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    “Il grande libro dei quiz sul ciclismo”, una corsa a tappe per tutti gli appassionati

    Chi era soprannominato “il Diavolo Rosso”? Chi ha vinto il giro delle Fiandre tagliando il traguardo… a piedi? E dove fu scattata la celebre foto dello scambio di borraccia tra Coppi e Bartali? E ancora, chi detiene il record dell’ora Over 105? Il ciclismo è fatto di storie, di campioni, di leggende. Dagli eroici ai giorni nostri, passando per i più grandi di sempre come Merckx, Coppi, Bartali, Hinault, Pantani, ma anche ai loro fidi gregari e a improvvise meteore. Con ‘Il grande libro dei quiz sul ciclismo’ (Newton Compton Editori, 2023) di Alberto Pontara e Claudio Barbieri, potrete interrogarvi sulle tappe, le storie, i miti e i record che fanno battere il cuore a tutti, fini intenditori e semplici appassionati della bicicletta. Un gioco per conoscere e approfondire la storia, passata e recente, del ciclismo. Oltre cinquecento domande per ripercorrere la vita dei grandi campioni e le loro imprese memorabili, scandite al ritmo delle più importanti gare italiane e internazionali, dal Giro d’Italia al Tour de France, dai Mondiali alle classiche monumento. Ma anche per scoprire aneddoti ancora sconosciuti, per scovare record assurdi in giro per il mondo, per riaprire il cassetto dei ricordi con “quel gregario di cui non ricordavo più il nome” e per rivivere le più importanti citazioni di giornalisti, scrittori e campioni. Pedalando e sognando, tra una domanda e l’altra, il fango della Roubaix, il profumo del mare in via Roma, il sole cocente del Ventoux, la bandana di Pantani e il ticchettio della Olivetti di Gianni Mura. Fino ad arrivare a tagliare il traguardo, esausti ma felici. Come in bicicletta. LEGGI TUTTO