L’impressione di chi ha visto gara 2 della finale scudetto è che Conegliano possa avere una marcia in più. Le Pantere hanno finito il match in crescendo rimontando lo 0-2 iniziale grazie ad una prestazione sopra le righe di Sylla e Plummer. Il fatto di aver giocato solo 2 partite in semifinale contro Scandicci ed il lavoro atletico svolto alla fine della stagione regolare per preparare la finale di Champions League sembra aver messo le ali alle giocatrici di Santarelli. Che davanti ai cinquemila del Pala Verde hanno l’occasione di andare sul 2-1 nella serie di finale e mettere una discreta pressione sulle spalle di Monza. Che da parte sua sembra aver finito gara 2 con la spia della riserva accesa, inevitabile dopo tre tie break di fila in una settimana contro Novara e Conegliano. Finchè Larson e Van Hecke hanno giocato da par loro, da campionesse quali sono, le ragazze di Gaspari hanno retto il confronto con le Pantere. Quando sono calate, Conegliano ha preso il sopravvento. Ed ora la domanda che tutti ci stiamo ponendo è: saprà Monza ritrovare le energie che servono per giocare un’altra finale scudetto ad alta intensità? Il tempo per recuperare tra una partita e l’altra è davvero poco e gli acciacchi di qualche giocatrice non sono un aspetto da trascurare. Un’ultima considerazione: Paola Egonu finora ha giocato due partite “normali”. Anzi, in gara 1 ha commesso errori non da lei soprattutto nel set finale. Difficile che questo si ripeta, più probabile il contrario: cioè che quando il gioco si fa duro, i fuoriclasse alzino l’asticella del rendimento. E se Paola Egonu gioca da Paola Egonu sono dolori per tutti, non solo per Monza.
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