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Ciclismo, Tour de France; Parigi incorona re Bernal. “Grazie anche all'Italia”. Ewan vince l'ultimo sprint

Il tramonto di Parigi culla una nuova alba del ciclismo. Si iscrive per la prima volta la Colombia e con questa il Sud America: è la quattordicesima nazione disegnata nel mappamondo del Tour de France. Per il pittore, Egan Bernal, uno di quei giorni in cui è inevitabile riavvolgere il nastro. Dalla prima bicicletta a 7anni, all’avventura di Balcarce, in Argentina, quando ne aveva 12. Fu la sua prima trasferta, brutta caduta e clavicola fratturata. La passione della mountain bike che lascia il posto a quella per la strada, le sliding doors che lo portano in Italia, nel Cavanese dopo un breve ma mai dimenticato periodo in Sicilia. La lungimiranza di Gianni Savio che lo ingaggia nella Androni Giocattoli e lo lancia in un mondo dove il Team Sky, ora Ineos, si accorge di lui. “Oggi sono il ragazzo più felice del mondo. Ringrazio la mia squadra per il supporto e per aver creduto in me. Grazie anche all’Italia, perché sono cresciuto lì, e alla Colombia, che ha vinto ora il suo primo Tour de France. Infine, grazie alla Francia, che organizza la più bella corsa del mondo. E’ stata la più bella vittoria della mia vita”.

Tra le frasi infinite degli ultimi due giorni ne estrapoliamo una: “E’ il mio primo Tour de France”. Il ‘primo’, chiaro progetto di apertura di un ciclo. Bernal è uno che dà importanza alle parole, voleva fare il giornalista ma mamma e papà spinsero per il ciclismo. Lei casalinga, lui custode della Cattedrale del Sale di Zipaquirá la città dove Egan è nato. Altitudine vicina ai 3000, c’entra qualcosa con la dimestichezza nelle scalate a Iseran e Galibier.
 
Un predestinato, si dice in questi casi, che ha doppiato con il Tour de France il successo nella corsa delle speranza, il Tour de l’Avenir: prima di lui ci erano riusciti Gimondi (1964), Zoetemelk (1969), LeMond (1982) e Indurain (1986). Rispetto ai quattro mostri sacri con i suoi 22 anni e 195 giorni Bernal è però il più giovane a Parigi, lo è più di tutti nel ciclismo moderno. Più vecchio solamente di Henry Cornet che nel 1904 vinse il Tour a 19 anni e 355 giorni, e François Faber, nel 1909 si impose a 22 anni e 187 giorni.
 

Tour de France, a Parigi festa colombiana per BernalL’Arco di Trionfo si illumina per lui. Gli è accanto a lui il compagno di squadra Geraint Thomas: si tratta del settimo Tour degli ultimi 8 che va al Team Sky/Ineos – soluzione di continuità offerta solo da Vincenzo Nibali-, anche se stavolta, rispetto alle precedenti vittorie, c’è del romanticismo. Nessun monopolio in stile Froome, ma una lotta incerta ed appassionante. Terzo posto per il rosso d’Olanda Steven Kruijswijk, che finalmente acchiappa il podio di un grande giro dopo averlo perso tre anni fa, al Giro d’Italia, scorticandosi nel ghiaccio lungo la discesa del Colle dell’Agnello.
 
Quando Thomas e Kruijswijk fanno spazio alla maglia verde ed a quella a pois, sale il senso della beffa sportiva. Non certo per la classifica a punti di Peter Sagan (settima della carriera), quanto per quella della montagna di Romain Bardet.  Per carità, l’intellettuale di Briuode, a lungo impalpabile, non l’ha certo rubata. Però i francesi volevano cariche ‘ufficialì per altri due. Thibaut Pinot, battuto dalla sfortuna ma ormai mentalmente più forte della maledizione: “Una cosa è certa, ci riproverò nel 2020”. Julian Alaphilippe, splendido nella sua interpretazione da moschettiere fino alla resa sulle due ultime salute. Gli va il premio di supercombattivo, la domma del tanto amore che la gente ha lui riservati.       
 
Bilancio Italia: non pervenuto per la classifica, ma con soddisfazioni isolate niente male. Lo sprint di Viviani, l’assolo di Trentin, il graffio di Nibali sulle Alpi, la gialla come splendida meteora per Ciccone. Poteva andare anche meglio in extremis, viste le chance oggettive per Viviani nello sprint di Parigi. Il veneto però si è perso sul più bello nonostante il valido lavoro della Deceunink Quick Step. Non si è perso Niccolò Bonifazio, che ha addirittura sperato nel colpo della vita prima di essere superato da Dylan Groenevegen e soprattutto da Caleb Ewan. Il piccolo australiano è uscito come un proiettile nel momento della verità, dominando la volata e cogliendo la sua terza vittoria in questa edizione del Tour.

ORDINE D’ARRIVO
1. Caleb Ewan (Aus)             in 03h04’08” (+10″ abbuono)
2. Dylan Groenewegen (Ola)      s.t.         (+08″ abbuono)
3. Niccolò Bonifazio (Ita)      s.t.         (+06″ abbuono)
4. Maximiliano Richeze (Arg)    s.t.
5. Edvald Boasson Hagen (Nor)   s.t.
6. André Greipel (Ger)          s.t.
7. Matteo Trentin (Ita)         s.t.
8. Jasper Stuyven (Bel)         s.t.
9. Nikias Arndt (Ger)           s.t.
10. Peter Sagan (Slo)            s.t.
11. Sonny Colbrelli (Ita)        s.t.
12. Marco Haller (Aut)           s.t.
13. Andrea Pasqualon (Ita)       s.t.
14. Julien Simon (Fra)           s.t.
15. Hugo Houle (Can)             s.t.
CLASSIFICA GENERALE FINALE
1. Egan Bernal (Col)            in 82h57’00”
2. Geraint Thomas (Gbr)         a     01’11”
3. Steven Kruijswijk (Ola)      a     01’31”
4. Emanuel Buchmann (Ger)       a     01’56”
5. Julian Alaphilippe (Fra)     a     04’05”
6. Mikel Landa (Spa)            a     04’23”
7. Rigoberto Uran (Col)         a     05’15”
8. Nairo Quintana (Col)         a     05’30”
9. Alejandro Valverde (Spa)     a     06’12”
10. Warren Barguil (Fra)         a     07’32”
11. Richie Porte (Aus)           a     12’43”
12. Guillaume Martin (Fra)       a     22’08”
13. David Gaudu (Fra)            a     24’03”
14. Fabio Aru (Ita)              a     27’41”
15. Romain Bardet (Fra)          a     30’28”.
31. Giulio Ciccone       (Ita)                     a  1h20’49”
39. Vincenzo Nibali      (Ita)                     a  1h37’02”
MAGLIA VERDE (classifica a punti)
1. Peter Sagan          (Svk, Bora-Hansgrohe)        316 punti
2. Caleb Ewan           (Aus, Lotto Soudal)          248
3. Elia Viviani         (Ita, Deceuninck-Quick Step) 224
MAGLIA A POIS (classifica scalatori)
1. Romain Bardet       (Fra, Ag2r – La Mondiale)      86 punti
2. Egan Bernal         (Col, Team Ineos)              78
3. Tim Wellens         (Bel, Lotto-Soudal)            75
MAGLIA BIANCA (classifica giovani)
1. Egan Bernal         (Col, Team Ineos)          in 82h57’00”
2. David Gaudu         (Fra, Groupama-FDJ)         a    24’03”
3. Enric Mas           (Esp, Deceuninck-QuickStep) a    57’20”


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/sport/rss2.0.xml


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