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Quando lo sport unisce l’Italia con Velasco, la finale dei Mondiali, ma non solo…

La vittoria della Nazionale italiana di volley femminile ai Mondiali ha saputo unire l’Italia come pochi altri eventi recenti. Secondo un sondaggio realizzato dall’Istituto Piepoli (che è possibile scaricare qui in .pdf), il 9 e 10 settembre 2025 più di 6 italiani su 10 hanno seguito la finale.

Il dato per certi versi più sorprendente, però, è che l’interesse non si è limitato agli appassionati di pallavolo: la partita ha coinvolto un pubblico trasversale per età, genere e area geografica. Un risultato raro, perché solo di rado uno sport diverso dal calcio o un evento riesce a catalizzare l’attenzione nazionale con questa forza e capillarità.

Ma l’impatto va oltre la curiosità per un evento di massa: il 71% degli italiani riconosce che il trionfo mondiale ha rafforzato il proprio senso di orgoglio nazionale. Un sentimento diffuso e condiviso, che restituisce allo sport il suo valore più profondo: quello di collante sociale, capace di trasmettere identità, fiducia e senso di appartenenza.

E gli effetti si proiettano già sul futuro. Per il 78% degli intervistati, il successo delle Azzurre spingerà più ragazze a iscriversi alle squadre di volley (qui, qui e qui i nostri approfondimenti sui numeri e lo stato di salute del volley in Italia). In altre parole, l’impresa non si esaurisce nella medaglia d’oro: diventa motore di crescita per tutto il movimento sportivo.

La finale dei Mondiali di volley femminile ha appassionato la maggioranza degli italiani – osserva Livio Gigliuto, presidente dell’Istituto Piepoli – e questo dimostra quanto la Nazionale guidata da Velasco sia riuscita a generare emozione ed empatia nel Paese. Ma l’impatto sull’orgoglio nazionale e sulla propensione a praticare la pallavolo evidenzia il ruolo simbolico delle vittorie: una grande impresa sportiva può unire intere generazioni, oltre a stimolare la diffusione di uno sport che in Italia vanta una tradizione consolidata e una larghissima partecipazione, dall’agonismo al gioco amatoriale”.

La ricerca dell’Istituto Piepoli è stata condotta con tecnica mista CATI/CAMI/CAWI su un campione di 500 individui rappresentativi della popolazione italiana maggiorenne.


Fonte: http://www.volleynews.it/feed/


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