In una lunga intervista concessa al Venerdì di Repubblica, Simone Vagnozzi ha ripercorso le ultime settimane al fianco di Sinner durante la sospensione: “Staccarci dal tennis per un po’ di settimane non ci ha fatto male. La notizia della positività era stata uno shock, non auguro a nessuno di vivere una situazione del genere. Noi non potevamo far altro che accettare quello che sarebbe arrivato, cercando di tirare fuori il meglio da questo stop”
“Il tennis è una metafora della vita, richiede capacità di adattamento in circostanze sempre nuove. Noi non potevamo far altro che accettare quello che sarebbe arrivato, cercando di tirare fuori il meglio da questo stop“. Parola di Simone Vagnozzi, coach di Jannik Sinner che in una lunga intervista concessa al Venerdì di Repubblica ha ripercorso gli ultimi mesi al fianco del n. 1 al mondo, durante la sospensione concordata con la Wada per il caso clostebol. “La notizia della positività era stata uno shock – ricorda Vagnozzi – Dopo aver ricostruito ciò che è accaduto ho detto a Jannik che dovevamo andare in giro a testa alta. Non aveva fatto nulla di sbagliato, chi ha letto i documenti lo sa. Non auguro a nessuno di vivere una situazione del genere”. Una situazione ormai alle spalle, con Jannik già tornato in campo per preparare il rientro agli Internazionali d’Italia: “Stiamo bene – ha aggiunto il coach – Staccarci dal tennis per un po’ di settimane non ci ha fatto male. Il circuito è una giostra che continua ad andare, ci sono poche pause. Quando sei in cima ti viene richiesto il 100 per cento ogni settimana”.
“Jannik può migliorare alcuni dettagli”
Tra i tanti temi toccati da Vagnozzi c’è il rapporto con Sinner, diventati quasi amici: “Viviamo insieme 24 ore al giorno in certi periodo dell’anno, è normale instaurare un rapporto che va oltre la professione. Ma serve equilibrio, è fondamentale non diventare troppo amici, perché l’amicizia impedisce di prendere decisioni importanti, ma necessarie. È un compromesso dove non può prevalere l’aspetto tecnico, serve empatia. Siamo persone”. Poi aggiunge: “Cosa può migliorare ancora Jannik? Dettagli. Può lavorare ancora su alcune variazioni sulla terra e diventare più sicuro quando scende a rete. Di lui apprezzo che non si prende mai troppo sul serio, non si sente speciale. Insomma, non se la tira“.
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“Post Cahill? Siamo tranquilli, arriverà”
Vagnozzi, infine, ha parlato del post Cahill: “Dobbiamo ancora parlarne. Siamo tranquilli, arriverà. Dovrà essere una persona che sappia cosa vuol dire essere numero uno del mondo e che goda della stima di Jannik”.