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Classe senza tempo: Roger Federer scrive ai figli di Nicola Pietrangeli


La classe non è mai stata solo una questione di colpi o di trofei. Roger Federer lo ha dimostrato per tutta la carriera e continua a farlo anche oggi, lontano dai campi da gioco. L’ex campione svizzero ha infatti voluto rendere omaggio a Nicola Pietrangeli, leggenda assoluta del tennis italiano scomparsa lo scorso 1° dicembre all’età di 91 anni, con un gesto di rara sensibilità: una lettera personale indirizzata ai figli, inviata dopo una prima email di condoglianze.

A raccontare il contenuto della missiva è stato Marco Pietrangeli, intervenuto durante la cerimonia di intitolazione di un campo al padre presso il Tennis Club Parioli. «Nella lettera Roger parla di papà come di un simbolo e di un veicolo fondamentale per il tennis italiano e internazionale – ha spiegato –. Lo ricorda sempre con grande affetto, soprattutto per gli incontri avuti agli Internazionali di Roma». Un riconoscimento che va ben oltre il semplice omaggio formale e che testimonia la stima profonda tra due epoche diverse del tennis mondiale.

Un sentimento, quello di reciproca ammirazione, che Pietrangeli non aveva mai nascosto negli anni. Celebre resta una sua frase pronunciata prima del ritiro dello svizzero: «Roger è come Maradona, di un altro pianeta. Ti emozioni solo guardandolo giocare». Parole che oggi trovano un’eco naturale nel gesto di Federer, capace di restituire con eleganza quanto ricevuto in termini di rispetto umano e sportivo.

Nel corso della cerimonia al Tc Parioli, il campo numero 4 è stato ufficialmente intitolato a Nicola Pietrangeli, con l’apposizione di una targa commemorativa. Presenti, oltre ai figli Marco e Filippo, numerosi esponenti del mondo sportivo. Tra questi anche Flavio Cobolli, fresco protagonista della vittoria azzurra in Coppa Davis, che ha voluto rendere omaggio a una figura cardine della storia del tennis italiano: «Sono venuto qui per salutare Nicola, una persona importante per tutti noi. Il mio percorso è stato fatto di sacrifici e lavoro, e persone come lui rappresentano un riferimento per chiunque voglia arrivare in alto».

Il gesto di Federer, raccontato dal quotidiano la Repubblica, assume così un valore che va oltre il singolo episodio: è la conferma di come il rispetto, la memoria e l’eleganza possano unire generazioni diverse di campioni, lasciando un segno profondo anche lontano dalle luci dei grandi stadi.

Francesco Paolo Villarico


Fonte: http://feed.livetennis.it/livetennis/

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