La Vero Volley ora vuole fare davvero sul serio. Da quando Alessandra Marzari ha creato il Consorzio, la crescita di questo progetto è stata costante e ora, dopo le prime affermazioni in Europa con entrambe le prime squadre e le finali di A1, scudetto lo scorso anno e Coppa Italia in questo, la società ha deciso di fare un ulteriore step. Quello finale, più importante e difficile: aprire un ciclo vincente. “Puntiamo allo scudetto in tre anni e a un percorso di internazionalizzazione” afferma la presidente Marzari intervistata dal collega Pierfrancesco Catucci per il Corriere della Sera.
Per raggiungere questo obiettivo la Marzari ha deciso di fare all-in su Paola Egonu, giocatrice che da avversaria ha spezzato quel sogno scudetto lo scorso anno con l’Imoco e che poche settimane fa, con il Vakif, ha fatto scendere la Vero Volley dal treno della Champions League. “Se l’abbiamo già presa? Come qualche altra squadra di vertice abbiamo fatto la nostra offerta e siamo fiduciosi che la trattativa possa andare a buon fine” dichiara, ancora senza sbottonarsi troppo, Alessandra Marzari.
Ma parlando di come va gestita una campionessa di questo calibro, dentro e fuori dal campo, si intuisce che la presidente e il suo staff abbiano già studiato un piano molto preciso: “Se verrà qui, verrà tratta come le altre – chiarisce subito – Da noi, anche se sei la più forte al mondo, non puoi aspettarti un trattamento speciale. Questo è un posto di cultura sportiva. Difendiamo tutti i nostri giocatori, a patto che si assumano le proprie responsabilità”.
Poi la discussione vira sulla ipotetica gestione di Egonu fuori dal campo: “A me piacciono le atlete che utilizzano la propria immagine per parlare di temi sociali – afferma la Marzari – ma tutto deve essere inserito in un contesto credibile, costruito con intelligenza. Cosa intendo? Che se hai un tema che ti è caro, chiunque tu sia, devi agire in maniera autentica. Il razzismo non può essere uno spot da utilizzare quando le cose non vanno bene sotto altri punti di vista. La credibilità passa da lì ed Egonu può fare tanto, a patto che si lavori in maniera strategica”.
Infine la questione del trasferimento della squadra femminile da Monza a Milano. Una scelta quasi obbligata, spiega la Marzari, perché di aziende del territorio disposte ad investire nel volley ce ne sono sempre meno, soprattutto da quando il Monza Calcio è salito in Serie A. In più, proprio la vicinanza tra l’Arena e lo stadio, ha creato problemi di gestione delle partite delle due società quando queste sono concomitanti. “Milano può dare tanto: in Lombardia ci sono 55mila tesserati, un quinto dei quali in città. Anche il botteghino risponde positivamente. In quattro partite abbiamo avuto una media di 5mila spettatori e contro Conegliano abbiamo superato i 50mila euro di incasso e i 3mila con il merchandising. I Play off di quest’anno, però, li giocheremo ancora a Monza – conclude la presidente –. La città se lo merita. La squadra maschile, poi, resterà anche per il futuro”.