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Fabio Fognini: “Io ho una mia idea: nel 2020 non si gioca più” e sul calcio “Per me sono matti. Sono morte migliaia di persone e pensano al pallone”

Fabio Fognini, che in una intervista al Corriere della Sera ha espresso tutta la sua indignazione sul calcio e la voglia già di riprendere: “Per me sono matti. Sono morte migliaia di persone e pensano al pallone… Scherzano con la salute delle persone, inseguono solo il business. Che senso ha riaprire senza spettatori? Che senso ha San Siro vuoto? Non esiste, dai”.

“In questo momento faccio fatica a immaginare la ripresa del tennis. Sono sincero: mi dispiace perché sono tornei grandi e danno tanti punti, ma non so se in Asia tornerò più. Già all’Olimpiade di Tokyo quest’anno non sarei andato. La mia paura più grande non è prendere il virus, ma trasmetterlo. Non sono più solo. Sono papà e marito”.

“Ho sentito Djokovic, Dimitrov, Lopez e Federer, che è in Svizzera bello tranquillo. Io ho una mia idea: nel 2020 non si gioca più. Come fa un direttore di torneo a prendersi la responsabilità della salute di giocatori, staff, media, spettatori? Ne parlavo ieri in chat con Perin, Criscito e Viviano, i miei amici calciatori. Va bene il discorso economico, ma io finché non sono sicuro al 110% non mi muovo. Perderò punti e soldi? Pazienza”.

“Non penso al ritiro. Vorrei smettere quando sono ancora competitivo, alle mie condizioni. Non mi vedo da numero 80-90 del mondo a remare nei challenger per risalire la classifica. Sono n.11 del ranking, è vero che ho qualche acciacco però vorrei ancora togliermi qualche sfizio: un altro Master 1000, magari Roma, se poi è uno Slam meglio”.


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