MILANO – Lunedì scorso ha ricevuto, presso il Foro Italico, a Roma, il Collare d’Oro al Merito Sportivo, la massima onorificenza per lo sport italiano. Mercoledì mattina, invece, presso la scuola secondaria di I grado di via Gallarate, periferia nord-ovest di Milano, ha tenuto una lezione agli alunni delle classi prime in un incontro organizzato da Fondazione Laureus Italia Onlus, di cui è ambasciatore. Non conosce un attimo di pausa Daniele Cassioli, il più grande sciatore nautico paralimpico di tutti i tempi. Ad accompagnarlo in ogni occasione il suo proverbiale sorriso, che sulle sue labbra ha preso fissa dimora. “Nella vita siamo noi a scegliere ciò che vogliamo essere. Io ho scelto di essere felice, una conquista che mi è costata fatica, ma che adesso mi definisce come uomo”.
Cieco fin dalla nascita a causa di una retinite pigmentosa, romano di nascita (da qui il suo tifo per la Roma), ma varesino di adozione, Daniele si è cimentato prima con il nuoto, poi con il karate e lo sci alpino per poi trovare, nell’estate del 1995, all’età di soli nove anni, la sua dimensione nello sci nautico. “Lo sport è quel pezzo di strada che c’è tra noi e la felicità” scrive in uno dei suoi ultimi post su Instagram. La vita ha rischiato di affondarlo, lui invece è riuscito a rimanere in equilibrio, scivolando sulla superficie dell’acqua. “Quando pratico lo sci nautico non trovo quelle barriere architettoniche e culturali che incontro quando cammino per strada. Con gli sci ai piedi sono molto più libero di quando passeggio e indosso le scarpe”. Al momento il suo palmares parla di 25 titoli mondiali, altrettanti titoli europei e 39 titoli italiani. Ma è un bilancio in continuo aggiornamento, abile come è a destreggiarsi nelle specialità del salto, delle figure e dello slalom. Per Daniele la vittoria non è l’unica cosa che conta, negli anni ha imparato ad accettare anche la sconfitta. “Se non cadi mai vuol dire che non stai migliorando te stesso. L’ostacolo più grande da aggirare non è la sconfitta, ma la paura della paura. Dopo la vittoria si festeggia, alle sconfitte, invece, segue un momento di riflessione in cui si analizzano gli errori e i difetti. Per me vincere vuol dire dare sempre il massimo a prescindere dal punto di partenza”.
Semmai le luci della ribalta permettono a Daniele di condividere e amplificare il suo messaggio di speranza. “Una vera vittoria diventa un successo quando la condividi. Vincere mi permette di entrare in contatto con le altre persone ed essere loro di aiuto”. La sua forza di volontà e caparbietà non gli permettono di eccellere solo nello sport, ma anche nella vita. Gli hanno consentito ad esempio di laurearsi all’Università degli Studi dell’Insubria, a Varese, nella facoltà di fisioterapia con 110 e lode, di imparare a suonare con maestria il pianoforte, di essere sempre al fianco di Telethon, e soprattutto di collaborare con la Sestero onlus, una associazione che permette ai bimbi ciechi di praticare l’attività sportiva, tra cui l’atletica e lo sci nautico, aiutandoli a muoversi in modo consapevole alla scoperta del mondo. Nel corso degli anni Daniele ha esaudito molti dei suoi desideri, ma ce n’è uno ancora nascosto nel cassetto.
“Purtroppo lo sci nautico non è uno sport ammesso alle Paralimpiadi. Ma è un’esperienza che vorrei vivere ed è per questo che sto pensando seriamente di dedicarmi al surf per poter partecipare alle Paralimpiadi di Parigi nel 2024. Alcune dinamiche del surf sono simili a quelle dello sci nautico, sicuramente farò un tentativo”. Per chi non ha avuto il privilegio di assistere in presa diretta alla lezione a scuola, durante la quale si sono moltiplicati, con il passare dei minuti, gli interventi dei bambini e dei loro insegnanti e la campanella dell’intervallo è suonata inascoltata, senza strepitii e sussulti, un compendio del Cassioli pensiero è contenuto nel suo libro dal titolo emblematico “Il Vento Contro”. “Il vento a sfavore è una condizione che ti rallenta, che ti condiziona. Per me è la cecità, ma a chiunque può capitare di dover affrontare una condizione sfavorevole. Ebbene proprio quella condizione può rivelarsi inaspettatamente il trampolino di lancio per raggiungere nuovi obiettivi. Grazie alla mia cecità ho vissuto esperienze che altrimenti non avrei mai sperimentato. Gli aquiloni non si librano in aria proprio grazie al vento che spira in senso contrario?”. A fine lezione il novello cacciatore di aquiloni ha fatto breccia nel cuore di tutti i presenti, in attesa di una nuova medaglia da conquistare e di un nuovo sorriso da accendere.