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    Vincenzo Nibali torna in Astana: “Ritrovo una famiglia, qui i miei più grandi successi”

    “I just want you back for good”, ovvero “Voglio soltanto che torni per sempre”. Nel 1995 la boy band inglese Take That cantava così in una canzone che ha segnato diverse generazioni. Oggi l’Astana ha annunciato il ritorno di Vincenzo Nibali con una clip emozionale e con questo sottofondo musicale tra nostalgia e sguardo al futuro. Lo Squalo è davvero tornato nella squadra kazaka, dove ha corso tra il 2013 e 2016 conquistando il Tour de France nel 2014 e due Giri d’Italia (2013 e 2016). Non solo, con la divisa azzurra Nibali ha collezionato anche 22 successi totali e vinto corse di alto livello come il Lombardia, la Tirreno-Adriatico e il campionato italiano. Il 36enne siciliano, reduce dalle esperienze alla Bahrain Merida e alla Trek Segafredo, ha firmato per la stagione 2022. 

    Nibali: “Voglio ancora raggiungere risultati, supporterò anche i giovani”
    Vincenzo Nibali ha espresso tutta la sua felicità per il ritorno in Astana nel comunicato di annuncio diffuso dal team. “Per me è una vera famiglia, che mi ha dato tanto e con cui ho raggiunto i miei più grandi successi – le parole dello Squalo -. Tornerò in una squadra in cui conosco bene”. Poi sugli obiettivi futuri: “Difficile ora parlare delle aspettative per questo ritorno e dei piani per la prossima stagione – ha concluso il siciliano -. Certo, vorrei mettermi alla prova e raggiungere dei risultati. Ma allo stesso tempo voglio fornire la mia esperienza ai corridori più giovani”. LEGGI TUTTO

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    Mondiali di ciclismo: Italia bronzo nella staffetta mista. Oro alla Germania

    L’estate è finita, ma uno strascico di gloria arriva fino in Belgio, dove l’Italia conquista la medaglia di bronzo nella staffetta mista. Pur non bissando le strepitose vittorie azzurre della stagione appena conclusa, ultima il trionfo di Filippo Ganna nella crono maschile di domenica scorsa, i sei italiani hanno centrato un prestigioso podio dietro alla Germania e all’Olanda. Ancora grande protagonista il campione del mondo nell’individuale maschile, Ganna, che insieme ad Affini e Sobrero aveva corso una prima metà di gara strepitosa, consegnando a Longo Borghini, Cecchini e Cavalli un vantaggio da gestire di 19” sulle colleghe tedesche e di 42” sui Paesi Bassi. I primi chilometri dopo il passaggio del ‘testimone’ sono costati al terzetto azzurro l’oro: con uno sprint finale, Longo Borghini, Cecchini e Cavalli sono comunque riuscite a centrare il bronzo, precedendo di appena 5 centesimi la Svizzera.  LEGGI TUTTO

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    Mondiali ciclismo, Cassani convoca 9 azzurri per prova in linea: attesa scelta titolari

    Il Ct della nazionale italiana maschile élite di ciclismo su strada, Davide Cassani, ha comunicato i nomi dei 9 ciclisti convocati per la prova i linea dei Mondiali nelle Fiandre in programma domenica 26 settembre. In gruppo dunque anche una riserva. 

    I nomi, comunicati dal commissario tecnico sono: Davide Ballerini (Deceuninck-Quick Step), Andrea Bagioli e Davide Ballerini (Deceuninck – QuickStep), Sonny Colbrelli (Bahrain-Victorious), Alessandro De Marchi (Israel Start-Up Nation), Gianni Moscon (Ineos Grenadiers), Giacomo Nizzolo (Qhubeka-NextHash), Salvatore Puccio (Ineos Grenadiers), Matteo Trentin (UAE Team Emirates) e Diego Ulissi (UAE Team Emirates), a questi va aggiunto Lorenzo Rota (Intermarché-Wanty-Gobert) che però resterà in Italia. Il ballottaggio per l’ottavo posto da titolare dovrebbe essere tra Moscon e Puccio. L’ultimo successo italiano nella prova in linea dei mondiali risale al 2008 con Alessandro Ballan che vinse l’oro a Varese.
    Cassani: “Se sarò ancora utile resterò, altrimenti vedremo”
    “Non ho paura delle sfide nuove – spiega Davide Cassani presentando i convocati per i Mondiali – ho vissuto 8 anni meravigliosi ma ora il presidente Dagnoni ha altri progetti. Lo ringrazio: avrebbe anche potuto cacciarmi un mese fa e invece domenica vivrò un momento indimenticabile. Fino al 30 settembre sono un uomo della federazione, dopo ci guarderemo negli occhi per capire se sono importante. Se sarò utile resterò, altrimenti vedremo”. 

    Poi elogia Filippo Ganna: “E’ un fenomeno. La sua forza è non avere mai paura di perdere, di mettersi sempre in gioco. Le ha beccate al Romandie per essere dominante al Giro d’Italia. Ha perso gli italiani per le Olimpiadi. Ha perso gli Europei per il Mondiale. Lavorare con lui è meraviglioso”. 

    Dagnoni: “Mai pensato di fare a meno di Cassani”

    Il presidente della FCI, Cordiano Dagnoni, non ha “mai pensato di fare a meno di Davide Cassani” e sogna per lui un ruolo “da dirigente”, con forti responsabilità
    “nell’area commerciale”. “Tra noi c’è stato un grosso fraintendimento nella comunicazione. Lo vorrei con un ruolo di prestigio e di assoluto rispetto, Davide è stato molto prezioso per lo sviluppo e la promozione del nostro sport. Io auspico un annuncio ufficiale con il passaggio di consegne con il nuovo Ct, con due ruoli ben definiti”. Il presidente federale intanto non si sbilancia su chi prenderà il posto di Cassani in ammiraglia: “Ho ascoltato tutti, sia chi ho convocato, sia chi si è
    auto-convocato. E questi sono stati parecchi, i loro nomi non sono usciti. La mia sarà una scelta sul profilo: c’è chi è più rappresentativo e meno tecnico e chi viceversa”. LEGGI TUTTO

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    Mondiali ciclismo, Filippo Ganna oro nella cronometro per il secondo anno consecutivo

    Filippo Ganna si conferma campione del mondo nella prova a cronometro. L’azzurro ha bissato il successo dello scorso anno, a Imola. Il 25enne di Verbania nella gara contro il tempo individuale Elite ai Mondiali di ciclismo – che si sono aperti oggi in Belgio – ha percorso i 43,3 chilometri da Knokke-Hoste a Bruges in 47’47″83. Alle sue spalle, medaglia d’argento, il belga Vout Van Aert, a 5″37. Terzo l’altro belga Remco Evenepoel, a 43″34. Nono Edoardo Affini, con un ritardo di 1’48″70. 
    “Sognavo di vincere in casa dei belgi”
    “La mia condizione è salita di livello nell’ultima settimana, dopo gli Europei di Trento le cose si sono sistemate. Era importante difendere la maglia iridata. Eravamo tutti i migliori in gara, ho grande rispetto per ogni avversario, ma vincere in casa dei belgi è davvero speciale. Per me era un sogno vincere oggi. Ho fatto una grande prova, è tutto fantastico, ringrazio il mio staff” le prime parole di Ganna dopo aver conquistato il titolo mondiale a cronometro per il secondo anno di fila. LEGGI TUTTO

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    Muore a 37 anni il danese Chris Anker Sorensen: investito da un auto mentre era in bici

    L’Unione Ciclistica Internazionale ha annunciato la morte dell’ex ciclista danese
    Chris Anker Sorensen, 37 anni, vincitore in carriera di una tappa al Giro nel 2010 (arrivo sul Terminillo). La morte è avvenuta secondo diversi media in un incidente stradale mentre era in bicicletta, investito da un auto. “Abbiamo subito una tragica perdita con la scomparsa dell’ex ciclista professionista e giornalista Chris Anker Sorensen”, ha scritto l’UCI sul suo account Twitter, inviando le condoglianze alla famiglia e ai suoi cari, nonché alla Federazione ciclistica danese.

    Secondo gli organi di stampa belgi, che hanno confermato le informazioni del canale televisivo danese TV 2 SPORT, Chris Anker Sorensen è morto a Zeebrugge, in Belgio, dove si trovava per commentare i Mondiali di ciclismo al via oggi, in veste di opinionista per la tv danese, ruolo che svolgeva dopo aver concluso la carriera agonistica.

    Ciclista professionista dal 2005 al 2018, ha indossato le maglie delle squadre CSC, Tinkoff-Saxo, Fortuneo, chiudendo la carriera con il team danese della Riwal. Ha partecipato a 12 Grandi Giri (5 Tour, 4 Vuelta e 3 Giri d’Italia). Tra le sue vittorie, oltre all’ottava tappa del Giro d’Italia nel 2010, ha conquistato anche la sesta tappa del Criterium du Dauphiné nel 2008 e il titolo di campione danese su strada nel 2015, il suo ultimo grande successo. LEGGI TUTTO

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    Fabio Aru: “Addio alle gare per vita meno frenetica”

    Di corsa verso una vita meno frenetica: il futuro scelto sulla base delle ore da dedicare alla famiglia. Addio al ciclismo a 31 anni per Fabio Aru che vuole “un futuro che mi consenta di stare più a casa”, ha spiegato a Cagliari in una lunga chiacchierata a dieci giorni dall’ultimo impegno alla Vuelta. “Non potevo stare fuori 200-230 giorni. Ora valuterò delle proposte che accetterò non prima del 2022 – spiega – Ma sarà un lavoro che mi deve tenere lontano da casa al massimo 30 giorni”.

    Con la prospettiva di allargare la famiglia. “Nel futuro vedo il matrimonio – ha raccontato – e l’allargamento della famiglia per dare a nostra figlia una sorellina o un fratellino”. Tanti saluti alle gare. Ma anche ieri Aru era in sella: “Mi piace fare sport ero in giro con gli amici di Villacidro. Con orari diversi rispetto a quando mi allenavo per le competizioni. Ora mi muovo in orari prima impensabili, alle 14 o alle 18. Ogni giorno faccio qualcosa”. Le lezioni di una vita al vertice? Belle e brutte: “A un certo punto – ha spiegato – sono diventato un’azienda: tanti impegni anche fuori dagli allenamenti e dalle gare. Nel corso degli anni ho avuto bisogno di collaboratori pagati da  me. Qualcuno mi ha deluso, sono rimasto ferito”.

    L’eredità positiva del ciclismo: “ti insegna a non mollare mai tante volte in questi anni avrei voluto mollare ma non l’ho fatto. Mi piace ricordare l’ultima squadra: è stata la più bella. In altri team, forse e’ inevitabile, ci sono cose belle, ma anche invidia. Qui mi sono sentito in famiglia: se non avessi smesso avrei continuato con loro”. Un po’ di nostalgia verso un altro ciclismo: “Si parla troppo di numeri – ha detto Aru – legati ai misuratori di potenza: una salita diventa un insieme di cifre. Io direi che almeno prima del professionismo possiamo fare a meno dei misuratori di potenza perché si rischia di non ascoltarsi e di perdere certe sensazioni”.

    Tante rinunce anche nella dieta alimentare, dopo il ritiro c’è stato il pasto della svolta: “Da quando ero giovanissimo non ho potuto mangiare a Natale e Capodanno come tutti gli altri: ora con gli amici abbiamo mangiato un maialetto”.  LEGGI TUTTO

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    Europei ciclismo, oro per Sonny Colbrelli nella prova in linea elite. 2° Evenepoel

    Grande gioia per l’Italia nella prova regina dei Campionati Europei di ciclismo: Sonny Colbrelli ha vinto la medaglia d’oro nella prova in linea elite sul percorso di 179.2 chilometri con partenza e arrivo a Trento. L’azzurro si è imposto allo sprint davanti al compagno di fuga, il belga Remco Evenepoel. Medaglia di bronzo al francese Benoit Cosnefroy, staccato dall’italiano e dal belga sulla salita nell’ultimo giro del circuito. Quarto posto per Matteo Trentin (arrivato con le braccia al cielo per la vittoria del compagno), che ha regolato allo sprint il gruppetto degli inseguitori davanti allo sloveno Pogacar e allo svizzero Hirschi. L’Europeo si conferma terreno di caccia per la nostra nazionale: si tratta infatti della quarta vittoria di fila dopo quelle conquistate da Trentin, Viviani e Nizzolo nelle ultime tre edizioni. LEGGI TUTTO