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    Nba: LeBron James show, Banchero convocato per il Rising Stars Game

    Entra sempre più nel vivo la stagione Nba. Nella notte italiana si sono disputati cinque match che hanno regalato alcune conferme e certificato la crisi nera dei Pelicans, alla nona sconfitta consecutiva che chiude un gennaio horror con appena 3 vittorie in 16 gare, quasi tutte senza Zion Williamson. New Orleans cade in casa dei Denver Nuggets (122-113) che, trascinati dalla coppia Murray-Jokic (32 punti, cinque rimbalzi e sei assist per il canadese; 26 punti, 18 rimbalzi e 15 assist per il serbo, alla sua 16ª tripla doppia stagionale), restano da soli in vetta alla Western Conference. Fra le squadre più in forma a Ovest ci sono i Clippers, che grazie alle prove maiuscole di Leonard (33 punti), Powell (27 punti) e George (16 punti e 10 rimbalzi) la spuntano per 108-103 su Chicago, per quello che è il sesto successo nelle ultime sette partite. Sorride anche l’altra parte di Los Angeles. Al Madison Square Garden, infatti, i Lakers piegano New York all’overtime per 129-123. Sale in cattedra, ancora una vola, LeBron James: il numero 6 gialloviola realizza la prima tripla doppia stagionale (28 punti, 11 rimbalzi e 10 assist) ma soprattutto si porta a -89 dal record assoluto di punti in Nba che appartiene a Kareem Abdul-Jabbar (38.387 contro 38.299), oltre al quarto posto nella classifica degli assist. Decisivo anche Anthony Davis (27 punti e 9 rimbalzi), per i Knicks 37 punti di Brunson e 23 di Randle.
    Nba: Vola Milwaukee, Banchero sogna in grande
    A Est Milwaukee allunga a cinque partite la sua striscia positiva, superando 124-115 Charlotte con 34 punti e 18 rimbalzi di Antetokounmpo e 15+13 di Holiday oltre ai 18 punti di un Middleton che piano piano sta ritrovando la sua forma migliore. Negli Hornets da segnalare la tripla doppia di LaMelo Ball con 27 punti, 11 assist e 10 rimbalzi. A completare il quadro delle gare della notte il 100-97 con cui Miami batte Cleveland (23 punti per Butler e 18 per Adebayo) e si avvicina al quinto posto nella Conference occupato proprio dai Cavs. Sogna in grande invece l’azzurro Paolo Banchero, miglior rookie della Lega con 20.7 punti di media, che si guadagna la chiamata per Salt Lake City: il 17 febbraio la stella dei Magic parteciperà al Rising Stars Game che vedrà protagonisti i giocatori al primo e secondo anno in Nba oltre ad alcuni della G-League. Ma il soggiorno di Banchero potrebbe prolungarsi di un paio di giorni: ci sono buone chance che venga selezionato fra le riserve dell’All Star Game.
    Nba, tutti i risultati
    Cleveland Cavaliers-Miami Heat 97-100
    New York Knicks-Los Angeles Lakers 123-129 dts
    Chicago Bulls-Los Angeles Clippers 103-108
    Milwaukee Bucks-Charlotte Hornets 124-115
    Denver Nuggets-New York Pelicans 122-113 LEGGI TUTTO

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    Eurolega, l’Olimpia torna a vincere con Napier. Trionfa anche la Virtus Bologna

    MILANO – L’Olimpia Milano interrompe finalmente la striscia negativa in Eurolega e lo fa nel giorno del debutto di Napier. Dopo cinque sconfitte arriva il successo contro Baskonia (89-83), con Voigtmann protagonista (16, 8 rimbalzi e 4/6 da tre), che segna 4 triple consecutive. Ottime le prestazioni di Luwawu-Cabarrot (17), Hines (12), Baron (11 e 5 assist) e lo stesso Napier (10 in 18′, con 3 assist e 11 di valutazione). Vince anche la Virtus Bologna, che batte 84-72 la Stella Rossa Belgrado. V Nere trascinate dai 15 punti di Shengelia e dai 13 di Weems.  LEGGI TUTTO

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    Basket, Deangeli: “La laurea non basta. Idolo? Kalinic”

    Quattro vittorie consecutive, 5 nelle ultime 6. La Pallacanestro Trieste è ripartita quasi in contemporanea con l’acquisizione del 90% da parte del gruppo americano Cotogna Sports Group diretto da Richard de Meo. Del resto in città la pallacanestro è un modo di essere e di vivere. Non a caso il capitano è il tirestino Lodovico Deangeli, appena 22enne. I ragazzi di valore si capiscono anche da come si esprimono. Deangeli cos’è cambiato? «Direi nulla, semplicemente un gruppo nuovo ha avuto bisogno di tempo per affiatarsi. Adesso siamo davvero uniti, giochiamo l’uno per l’altro. Poi siamo arrivati a una preparazione delle partite dettagliatissima, si va in campo con un quadro più che preciso». Non ha inciso l’arrivo dei proprietari Usa? «Per l’ambiente sì. I 4.273 spettatori presenti domenica saranno stati spinti dai risultati, ma non soltanto. E avere un pubblico folto che ti incita è un aiuto». E cosa è cambiato in Deangeli? «Marco Legovich: gioco così grazie a lui. Non è soltanto il capo allenatore adesso, ma l’assistente che la scorsa stagione quando giocavo poco si fermava dopo gli allenamenti a lavorare con me, a parlare. O che veniva prima per aiutarmi, migliorare i fondamentali. Ha sempre creduto in me, già quand’ero ragazzino. Poi voglio pensare che i minuti conquistati siano anche per merito mio». Tanti triestini hanno giocato ad alto livello e pure in città. Ci dica cosa significa per lei. «Una sensazione incredibile, ancor più perché ho iniziato da tifoso. A 10 anni venivo al palasport con mamma Ambra. Ora sono qui e ne parlavo proprio nei giorni scorsi con gli altri triestini in squadra, Bossi e Ruzzier: ogni giocatore ambisce al massimo, vuole crescere. Ma queste emozioni in un palazzetto colmo e nella propria città sono uniche nella vita. Non so nemmeno esprimerle appieno». La sua ambizione? «È scontato sostenere di voler giocare al più alto livello possibile. Allora dico che vorrei alla fine non avere rimpianti, poter essere sicuro di avere dato tutto me stesso nella pallacanestro». Lei può giocare in due-tre ruoli. Quale sente più suo? «Sono un’ala piccola, un “3”. Fin da ragazzino ho giocato da lungo, perché ero alto, ma guardandomi capisco di non avere muscoli e peso, invece ho statura e piedi veloci per giocare da “3” e mi trovo a mio agio. È stato quel matto di Matteo Boniciolli, un allenatore che vede e immagina le cose, a darmi la possibilità di giocare in questo ruolo a Udine, dov’ero andato grazie a lui insieme con il mio amico Matteo Schina. È stata la svolta. Certo, devo lavorare tanto: migliorare in qualità e quantità». È evidente, lei ha studiato: cosa? «Liceo Linguistico. E in febbraio mi laureo in Scienze Motorie, poi mi iscriverò alla Magistrale, magari nella stessa facoltà, ma devo decidere in quale settore. Mi piacerebbe avere accesso all’insegnamento, però anche il ramo manageriale è stimolante. Sempre online perché giocando non si può fare altrimenti. E un po’ la presenza mi manca». Cestisti studenti ci sono sempre stati, ma ora siete in aumento. «Primo motivo: soltanto chi ha una carriera decennale in Eurolega può permettersi poi di campare senza cercare altro. Secondo: viviamo nella globalità e il mio mentore Daniele Cavaliero mi ha sempre detto che non si può vivere di sola pallacanestro anche se io sono un maniaco. Mi ricordava la massima di Mourinho: “se sai solo di calcio, non sai niente di calcio”. E insomma, se uno che andavo ad applaudire da bambino, che ammiro e che ha fatto venti anni di A, giocato in Nazionale, te lo dice, ebbene viene spontaneo seguirne il consiglio. Non ultima, c’è mamma Ambra, quando stavo finendo le giovanili ed ero carico a mille mi ripeteva all’infinito: “però ti iscrivi all’Università”. Senza lei non ce l’avrei fatta». Figlio unico? «No, ho un fratello del 2006. Giuseppe gioca nelle giovanili e insegue questo sogno, ha la stessa passione. Sono contento, soltanto non vorrei che si sentisse costretto a seguire le mie tappe». Lei ha mai dubitato di non coronare il sogno? «No, piuttosto sono arrivato a chiedermi perché tutti quanti mi dicessero che non ce l’avrei fatta. In realtà il mio percorso non è stato semplice. Da ragazzo mai un raduno nazionale, mentre a Trieste altri erano chiamati, come il mio avversario di domenica, Dellosto. E dopo aver firmato il primo contratto con Trieste sono andato in prestito a Biella, ma mi sono subito rotto la mano e poi giocavo pochissimo. Volevo smettere, è arrivato il covid e credo mi abbia salvato. Ripensandoci coach Galbiati invece mi ha aiutato e insegnato tantissimo. Forse non ero pronto, ero molto professionale, lo sono fin da bambino. Ma non professionista». Si è definito maniaco del basket. Idoli? «Nikola Kalinic. Certo, se guardi Jayson Tatum e sei abbagliato, sai prtò che non è imitabile. Invece Kalinic è un 2,03, non molto atletico, con un tiro costruito in anni di lavoro. Ma ora fa canestro. E sa fare tantissime cose. Se ti tiene per tante stagioni Obradovic e poi ti vuole Jasikevicius, insomma è un esempio». LEGGI TUTTO

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    Nba, che prestazione di Banchero! Rimonta super dei Magic ai danni dei Sixers

    Paolo Banchero continua ad inseguire il suo obbiettivo: portare un pezzo di Italia nell’Nba. I Sixers non hanno potuto nulla contro una super prestazione del giovane statunitense con cittadinanza italiana che si è imposto di fronte i quaisi 20mila spettatori del Wells Fargo Center realizzando 29 punti e portando il risultato dalla parte dei suoi fuori casa. Il quintetto di Florida passa infatti per 119-109 contro i Sixers dopo aver rimontato il primo quarto terminato per 30-17 in favore dei Philadelphia. 

    Passo falso dei Lakers

    Complici le assenze di Lebron e Davis, due delle sue stelle più brillanti, i  Lakers cadono a Brooklyn, complice una grandissima prestazione di  Kyrie Irving, che chiude il match con 26 punti 7 rimbalzi e 6 assist e porta i Nets quarti in classifica a Est. Per i gialloviola buone ma insufficenti la prestazioni di Thomas Bryant che realizza 18 punti e 9 rimbalzi e del nuovo arrivato Hachimura che mette a segno 16 punti. Il match termina 121-104 con la squadra di Los Angeles che si ritrova al tredicesimo posto a Ovest.

    I Dallas Mavericks trascinati dalla stella Doncic

    Luka Doncic non si smentisce: il fuoriclasse sloveno porta avanti i Mavericks e li trascina al sesto posto nella Western Conference. Sono 53 i punti messi a segno dallo sloveno che portano i Mavericks alla vittoria all’ultima sirena con il risultato di 111-105 per i texani ai danni dei Detroit Pistons. La squadra di Detroit va inizialmente avanti di 11 punti nel terzo quarto, ma subisce la rimonta dei Dallas, con Dinwiddie che segna 10 dei suoi 12 punti nel quarto finale. Dinwiddie è l’unico giocatore dei Mavs (oltre a Doncic) in doppia cifra. A Detroit non bastano i 29 con 10/15 al tiro (4/7 da tre) di Bojan Bogdanovic.

    I Golden State Warriors espugngano Oklahoma nel segno di Curry

    Gli uomini di Steve Kerr espugnano Oklahoma per 128-120, con i Warriors che realizzano la loro quarta vittoria di fila, riuscendo ad amministrare il vantagggio ottentuto nel primo quarto di 38-20 e difendendolo per tutto il resto del match. Non passa inosservata, come al solito, la prestazione sontuosa di Steph Curry, con il cestista statunitense che realizza la bellezza di 38 punti (con 8 triple a segno su 14 tentativi), 12 assist e 8 rimbalzi. 

    Gli altri risultati

    Timberwolves-Kings 111-118San Antonio Spurs-Washington Wizards 106-127Phoenix Suns-Toronto Raptors 114-106Portland Trail Blazers-Atlanta Hawks 129-125
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    Nba, super Banchero: 29 punti e vittoria Orlando a Philadelphia

    PHILADELPHIA (Stati Uniti) – Notte Nba da 8 partite con Paolo Banchero che trascina i suoi Orlando Magic a Philadelphia. L’ex Duke ha chiuso a referto con 29 punti (14 dei quali nel solo 3° quarto) e 9 rimbalzi nella vittoria per 119-109 dei suoi che hanno rimontato dal -21 del primo tempo, per i Sixers vana la doppia doppia di Joel Embiid (30 punti e 11 rimbalzi). LeBron James e Anthony Davis si prendono un turno di riposo e i e i Lakers cadono a Brooklyn 121-104 sotto i 26 punti di Kyrie Irving. Sacramento passa a Minnesota 118-111 dopo un tempo supplementare con 32 punti di De’Aaron Fox mentre Golden State vince ad Oklahoma City 128-120 con Steph Curry da 38 punti (8/14 da 3) e 12 assist
    Doncic-Show: 53 punti e vittoria contro i Pistons
    Luka Doncic sforna la 4ª prestazione stagionale da 50+ punti chiudendo con 53 (17/24 dal campo con 14/18 dalla lunetta) nel successo casalingo dei Mavericks contro Detroit per 111-105 con decisivo il suo fadeaway a 46″ per il 109-107 e la rubata di Green a 11″ su Bogdanovic. Sesta vittoria nelle ultime 7 partite per i Phoenix Suns che resistono ai Raptors e li battono in volata 114-106 con DeAndre Ayton da 22 punti e 13 rimbalzi oltre ai 29 punti di Mikal Bridges.Infine Damian Lillard dice 42 punti e Portland piega Atlanta 129-125 malgrado i 40 di Dejounte Murray. Successo esterno senza problemi per Washington a San Antonio per 127-106 con 7 giocatori in doppia cifra (Avdija 25). LEGGI TUTTO

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    Basket, il futuro avanza: lo dimostra Napier e lo spiega Baiesi

    C’è mercato e mercato. E ci sono stranieri di valore e altri assai meno, tanto essere subito dimenticabili. Milano ha presentato al suo pubblico Shabaz Napier, ex Nba, giocatore e uomo vincente nonostante un fisico all’apparenza non da predestinato dei canestri. È l’undicesimo straniero stagionale dell’Olimpia che ha finito i tesseramenti. Ma non è questo il punto. È piuttosto il numero di giocatori che servono per completare una stagione doppia. Non puoi fermare il mercato, è vero, ma si può rendere più sostenibile. E se l’Armani e pure la Virtus vivono nella realtà di Eurolega, per quanto sovradimensionata certo diversa dall’Italia, il nostro movimento deve trarre insegnamenti. A che servono i vari Invernizzi (ci scusi, prendiamo il suo nome a caso), se i risultati di Treviso e lo spettacolo, la qualità del gioco non cambiano? La risposta è nota a tutti. Di più c’è che magari i vari, troppi stranieri non di assoluto livello possono attirare il pubblico una volta per curiosità. E stop. Un giocatore italiano, ancor più se giovane, può invece creare più empatia nel pubblico, interesse. E nel frattempo può crescere e aiutare il movimento.Sullo stesso argomentoL’Eurolega del futuro e le italianeBasket

    Ha ragione Baiesi

    Tutto questo, detto e ripetuto, per sostenere che ha stra-ragione Daniele Baiesi, inizialmente corrispondente da Bologna per Tuttosport e ora uno dei direttore sportivi più preparati e bravi in Europa. Rilasciando un’intervista per il ritorno a casa, al Corriere di Bologna – con il Bayern Monaco allenato dal geniale super coach Trinchieri – Baiesi ha detto: «Arriverà un momento in cui le squadre di un certo livello dovranno aggregarsi ai campionati nazionali nei playoff, come succede già in Serbia. Capisco che agli altri club facciano comodo gli incassi con le big, ma non si può fare oscurantismo che è l’opposizione del progresso. Abbiamo la testa nel 2023 e i piedi nel 1980». Condividiamo tutto. Il futuro avanza e se non ti adegui perdi terreno. Invece i top club potrebbero aiutare gli altri in modo diverso, contribuire per esempio per la formazione dei talenti. E i club potrebbero essere obbligati a investire sui settori giovanili. Troppo semplice? LEGGI TUTTO