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    Mondiali, Serbia nei guai: Jokic dà forfait!

    BELGRADO (SERBIA) – Tegola pesantissima per la Serbia a poco più di un mese dall’inizio dei Mondiali di basket in programma in Giappone, Filippine e Indonesia. La nazionale del ct Pesic dovrà infatti fare a meno di Nikola Jokic, il cui forfait è ufficiale. L’ultimo Mvp delle Nba Finals salterà così il torneo iridato, con l’obiettivo di recuperare energie in vista della prossima stagione.
    Serbia, Jokic out ma non solo: gli assenti illustri
    Non solo Jokic: tra gli assenti illustri anche Vassilije Milic, neo giocatore degli Oklahoma City Thunder, e Nikola Kalinic, reduce da un’ottima stagione al Barcellona. Il ct Pesic farà così affidamento su una nutrita ‘colonia’ Nba: Bogdan Bogdanovic (Atlanta Hawks), Nikola Jovic (Miami Heat), Aleksej Pokusevski (Oklahoma City Thunder) e Filip Petrusev (Philadelphia 76ers). La Serbia è inserita nel girone B, a Manila, con Sudan del Sud, Cina e Porto Rico: in caso di passaggio del turno potrebbe sfidare l’Italbasket di Gianmarco Pozzecco nella seconda fase del torneo. LEGGI TUTTO

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    Italia, scatta il ritiro Mondiale senza Mannion. Pozzecco: “Decisione sofferta“

    L’Italia del basket corre verso Manila, più precisamente verso il Il 25 agosto che coincide con l’esordio al Mondiale contro Angola nella spettacolare Philippine Arena, impianto da 55.000 posti. Oggi la Nazionale si trova sull’Alpe Cimbra, a Folgaria per il ritiro che poi andrà avanti attraverso sette amichevoli di preparazione. All’appello manca Nico Mannion, autorizzato a non aggregarsi alla squadra.
    Mannion forfait Italia, le parole di Pozzecco 
    Così il ct Gianmarco Pozzecco: “Questa estate Nico Mannion non farà parte della squadra. E’ stata una decisione sofferta ma condivisa da entrambe le parti. Negli ultimi due anni, Nico è stato protagonista assoluto con la Nazionale dimostrando un forte attaccamento all’Azzurro e una grande professionalità. Per far questo, però, ha messo a dura prova il suo fisico e abbiamo ritenuto, di comune accordo, che fosse il caso di non includerlo nel roster dei giocatori che da oggi prepareranno il Mondiale. Inizia un lungo percorso che non vediamo l’ora di intraprendere. L’entusiasmo con cui i ragazzi si sono presentati in raduno è il filo conduttore che ci riconnetterà a quanto di buono fatto nelle precedenti uscite”.
    Italia, la lista dei convocati 
    #0 Marco Spissu (1995, 185, Playmaker, Umana Reyer Venezia)#7 Stefano Tonut (1993, 194, Guardia, EA7 Emporio Armani Milano)#9 Nicolò Melli (1991, 205, Ala, EA7 Emporio Armani Milano)#13 Simone Fontecchio (1995, 203, Ala, Utah Jazz – NBA) dal 28 luglio#17 Giampaolo Ricci (1991, 202, Ala, EA7 Emporio Armani Milano)#18 Matteo Spagnolo (2003, 194, Playmaker, Real Madrid – Spagna)#30 Guglielmo Caruso (1999, 208, Ala/Centro, EA7 Emporio Armani Milano)#33 Achille Polonara (1991, 205, Ala, Virtus Segafredo Bologna)#35 Mouhamet Diouf (2001, 206, Ala/Centro, Río Breogán – Spagna)#36 Riccardo Visconti (1998, 198, Guardia, Carpegna Prosciutto Pesaro)#40 Luca Severini (1996, 204, Ala/Centro, Bertram Yacht Tortona)#50 Gabriele Procida (2002, 200, Guardia/Ala, Alba Berlino – Germania)#53 Tomas Woldetensae (1998, 196, Guardia/Ala, Openjobmetis Varese)#54 Alessandro Pajola (1999, 194, Playmaker, Virtus Segafredo Bologna)#70 Luigi Datome (1987, 203, Ala, EA7 Emporio Armani Milano) LEGGI TUTTO

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    Basket, Luciana Montelatici torna in campo dopo quasi trent’anni dal ritiro

    Non è mai troppo tardi per giocare a pallacanestro. E anche per vincere un oro europeo. A quasi 30 anni dal suo addio al basket giocato, Luciana Montelatici, ex azzurra degli anni ’80, decide di tornare in campo. E riesce nell’impresa di vincere una medaglia continentale, lo scorso giugno in Portogallo, alla veneranda età di 66 anni.

    Un fenomeno straordinario di longività agonistica, grazie soprattutto alle sue doti di eccezionale atleta, con alle spalle ben tre maratone. “Avevo smesso a 37 anni – racconta -. Ho ripreso a giocare perché ero stanca di allenare, non mi divertivo più. Sono orgogliosa della mia età. Vincere un oro europeo a 66 anni per me è una grande soddisfazione”. Trevigiana di ferro, ex giocatrice di Serie A degli anni ’80 e ’90, agli Europei Esba maxi basket dello scorso giugno ad Albufeira, in Algarve, lei non doveva nemmeno esserci, a causa di una brutta frattura al polso sinistro. E invece non soltanto è riuscita a giocare, ma pur essendo la più anziana del gruppo è stata decisiva per la sua squadra, la formazione Over 60 delle Golden Players Italia.

    “Il 20 maggio giocando su un campetto di cemento mi hanno spinta e sono caduta. Ero disperata. Mi ero impegnata tantissimo per un anno per esserci a questi Europei. Quando mi hanno detto che avevo il polso fratturato mi è caduto il mondo addosso. E dire che in carriera non mi ero mai rotta niente”. Sono state le compagne Golden a convincerla ad andare lo stesso in Portogallo: “loro mi hanno dato la forza, altrimenti non sarei mai partita. Inizialmente l’idea era di andare in panchina, ma non ce l’ho fatta a non giocare, è stato più forte di me. A un certo punto era talmente tanta la voglia che mi sono fasciato il polso e sono entrata in campo. Ho giocato praticamente con una sola mano, ho rischiato, ma nella vita se vuoi avere soddisfazione bisogna buttarsi”. Il suo contributo alla fine è stato determinante: migliore realizzatrice della squadra con una media di 8,5 punti a partita e anche “regina” degli assist (2,3 di media). “Ho fatto valere la mia esperienza, le altre mi hanno seguito. Ma non si vince mai da soli”. Nella sua lunga carriera di giocatrice vanta 43 presenze in Nazionale, in Serie A ha vissuto la promozione con la sua Treviso nel 1977, poi le avventure a Schio, alla Bata Roma, con la conquista della Coppa Ronchetti nell’84 a Budapest, quindi il ritorno a Schio e infine a Treviso dove, dopo l’ultima stagione del ’94, ha iniziato la carriera di allenatrice, culminata il 23 ottobre del 2020 con la nomina da parte della Fip ad “allenatore benemerito”.

    Docente di scienze motorie e sportive l’ex playmaker azzurra si è dedicata anche molto allo sport applicato al sociale. “Ma a un certo punto il ruolo di allenatrice mi ha stufato – ammette con franchezza -, le nuove generazioni sono più complicate. Con loro non basta essere dei bravi tecnici, è più importante fare la parte gestionale del gruppo. Bisogna essere meno tecnici e più psicologi. I ragazzi di oggi cercano la strada più facile, neanche sono nati e hanno già un procuratore. Roba dell’altro mondo. La scuola neanche li aiuta: da noi ci sono solo due ore di scienze motorie alla settimana, in altri Paesi le ore sono quattro o cinque, con attività anche pomeridiane”. Ed è allora che è scattata la scintilla che l’ha spinta a tornare in campo. “Le cose vanno fatte con passione – spiega – Ho deciso di riprendere semplicemente perché solo così mi diverto”. Per questo ha sposato la causa dei Golden Players, un movimento di quasi 500 atleti master (di età compresa dai 45 ai 65 anni e oltre), in costante crescita, il cui motto è: continuare a giocare, divertirsi e mantenersi in forma. Ma anche vincere: ad Albufeira i Golden hanno presentato otto formazioni (cinque maschili e tre femminili) raccogliendo – in un campionato continentale dalla formula “open” (hanno partecipato 1500 atleti e 114 squadre con nazionali anche d’oltreoceano, Stati Uniti compresi) – due ori, con la over 60 femminile e la over 50 maschile, e un argento con la over 45 femminile. “Dopo gli Europei Fimba di Malaga dello scorso anno – racconta la Montelatici – ho visto un post dove cercavano giocatrici. Così li ho contattati”.

    Da lì sono iniziati gli allenamenti e i raduni, poi l’infortunio, che sembrava aver spezzato il sogno. E invece la sua forza di volontà ha vinto su tutto. In campo con la sua tecnica, la sua tenacia e la sua classe ha trascinato la sua squadra a un risultato storico per tutto il movimento Golden. Nonostante il polso sinistro menomato: “Ogni volta che tornavo in panchina o durante un time out mi mettevo il ghiaccio. Ho stretto i denti. Ma purtroppo adesso lo sconto: non sono ancora guarita, il polso ancora mi si gonfia e a settembre dovrò fare altri accertamenti”. Ma lei è una sportiva vera, che non si ferma davanti a niente. “Sono orgogliosa della mia età. Anche a 66 anni ci tengo a mantenermi in forma. Non ho giocato soltanto a pallacanestro, in vita mia ho corso anche tre maratone. Ho dedicato la mia vita allo sport e sono contenta della mia scelta. Come giocatrice l’unico rammarico, salvo l’esperienza a Roma, è di non essermi mai allontanata da casa. L’avessi fatto avrei vinto di più, forse anche lo scudetto”. Prima di Albufeira si è allenata tre volte alla settimana, una delle quali in squadre miste composte anche da maschi. E ha fatto anche una partita nel campionato Csi con compagne più giovani. “Avevo bisogno della parte agonistica. In Portogallo se ho giocato è perché ero pronta fisicamente, e questo mi ha aiutato a giocare anche con una mano sola. Fare la pallacanestro non basta. Senza la preparazione atletica alla mia età si rischia l’infortunio”. Una volta lo sport superati i 40 anni era appannaggio esclusivamente dei maschi. “Le donne preferivano dedicarsi alla famiglia. Adesso non è più così. E anche questo – conclude – è un segno di emancipazione delle donne”. LEGGI TUTTO

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    Datome, l’ultima partita in Italia: ecco quando si giocherà

    Gigi Datome ha già annunciato il suo ritiro, con una nota ufficiale pubblicata dall’Olimpia. Dopo aver vinto un ultimo scudetto con l’Armani Milano, la leggenda del nostro basket ha deciso di chiudere la sua carriera. Manca però un ultimo torneo prima di smettere definitivamente: il Mondiale con l’Italia.
    Datome, l’ultima partita in Italia: la data
    Per l’occasione la Nazionale del coach Gianmarco Pozzecco ha organizzato un amichevole a poco più di 10 giorni dall’inizio della FIBA World Cup contro il Portorico. Non solo un modo per testare la preparazione, ma anche l’ultimo match in Italia per il Capitano Azzurro Gigi Datome. Il match si disputerà il 13 agosto al Pala De André di Ravenna, e vedrà il saluto ad una leggenda del nostro basket. LEGGI TUTTO

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    Basket, Giancarlo Ferrero lascia Varese: “Viaggio bellissimo”

    La Pallacanestro Varese ha reso noto che “Giancarlo Ferrero dal prossimo anno non farà più parte del roster biancorosso”. “Non esistono parole che possano descrivere il valore di una persona, un uomo, che fin dal suo primo giorno a Varese ha incarnato alla perfezione la ‘varesinità ‘ in ogni sua sfaccettatura, dentro e soprattutto fuori dal campo. Si chiude un rapporto fatto di stima, passione ed orgoglio, ma non si cancella quello che per otto lunghissime stagioni il ‘Gianca’ ha rappresentato per tutti coloro che hanno a cuore la Pallacanestro Varese. Grazie di tutto Capitano. È stato un viaggio bellissimo”, ha scritto il club lombardo. “Cara Varese, ho avuto l’onore di essere il Capitano per tante stagioni sportive. Tiferò sempre per voi”, ha scritto invece Ferrero in una lunga lettera pubblicata dalla società di Varese. LEGGI TUTTO

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    Nba, LeBron James annuncia: “Ritiro? Quel giorno non è ancora arrivato”

    James rassicura tutti sul suo futuro
    Tutti i dubbi sono stati però fugati sul palco degli Espys, i trofei sportivi organizzati dall’emittente Espn: dopo aver ritirato il trofeo per celebrare il record di punti (38.652) della regular-season che ha battuto lo scorso 7 febbraio (fino a quel giorno di Kareem-Abdul Jabbar con 38.387), l’ex Cleveland e Miami è stato chiaro: “Non mi interessa quanti altri punti segnerò, cosa posso o non posso fare in campo. La vera domanda per me è se posso giocare senza barare”, sottolinea LeBron che poi aggiunge: “Il giorno in cui non potrò più dare tutto in campo, sarà finita. Fortunatamente per voi, quel giorno non è arrivato”. Il classe 1984 è sotto contratto con i Lakers (guadagna 47,6 milioni di dollari, ovvero 42,70 milioni di euro). Ha poi un’opzione per il 2024-2025 fino a 51,4 milioni di dollari (46,10 milioni di euro). LEGGI TUTTO

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    Banchero: “Sognavo di giocare per gli Usa. Italia? Il Covid ha cambiato tutto”

    Niente Italia: Paolo Banchero indosserà la divisa degli Usa ai Mondiali di basket in programma dal 26 agosto al 10 settembre tra Filippine, Giappone e Indonesia. Il campione degli Orlando Magic ha motivato così la sua scelta in un’intervista con Tim Reynolds per Associated Press: “Ogni giorno a casa vedevo la foto di mia madre (Rhonda Smith, ndr) con la maglia di Team USA appesa in taverna. Quello era letteralmente uno dei miei sogni più grandi: giocare per la nazionale americana”.
    Eppure, l’altra metà del suo albero genealogico, legata alla famiglia di papà Mario e dello zio Angelo, gli avrebbe permesso anche di vestire l’azzurro: “Avevo 17 anni quando mi è stato chiesto di giocare con l’Italia ed era un momento nella mia vita in cui sentivo di non poter rinunciare ad un’opportunità del genere perché la mia famiglia da lato di papà è italiana. Non sapevo molto delle mie origini, perciò pensavo che fosse un modo perfetto per avvicinarmi a quella parte del mio lignaggio, cosa che ho comunque fatto negli ultimi anni”.
    Nba, Banchero a Portofino e i tifosi impazziscono: “Scegli l’Italia” LEGGI TUTTO