«Desidero precisare che la Federazione è la titolare di tutta l’attività sportiva. La Legabasket non è come la Lega Calcio, che è organo. Le nostre leghe agiscono su delega della Fip, la quale provvede ad affiliazioni, iscrizioni, giustizia sportiva e controllo Comtec. La Lega ha il compito di comunicazione solo per i diritti tv di serie A. Nasce per produrre ricchezza: l’ha prodotta? Non voglio valutare le scelte adottate, ma esprimo perplessità per i risultati conseguiti. Mi riferisco all’immagine del nostro campionato, che appunto non produce ricchezza. C’è scontentezza (si riferisce ai club, ndr) in merito».
Ci fa un esempio?
«Lo spazio sui giornali: la pallavolo ha la stessa attenzione del basket, a volte anche di più… Ma non voglio fare paragoni con il volley. Nell’ultimo Consiglio Federale ho anticipato che la convenzione con la LBA avrà dei cambiamenti, visto che sarà marcata maggiormente la presenza della titolare del campionato, ovvero la Federazione». Dove interverrete?
«Su tutto ciò che riguarda i nostri compiti. Investiremo sulla comunicazione: la Lega ha solo i diritti televisivi, tutto il resto è della Fip. Le avevamo lasciato altre funzioni, adesso ce le riprenderemo (Petrucci probabilmente si riferisce tra le altre cose alla presenza della scritta “Lega basket Serie A” su ciò che riguarda il campionato, senza però vedere il simbolo della FIP, ndr). Lei vuole sottolineare la differenza tra Lega calcio e Lega basket. Perché?
«Nel calcio, oltre ad essere organo, la Lega organizza anche una parte della giustizia sportiva e un campionato primavera, cosa che nella pallacanestro non avviene. Poiché i risultati che si sperava ottenere non sono stati raggiunti, già in questa stagione ci sarà una maggiore presenza del marchio FIP sul campionato. E visto che la convenzione con la LBA è già scaduta, dalla prossima annata faremo in modo di far sapere ufficialmente che il campionato è della Federazione, riprendendoci una parte dei compiti». Come mai è così polemico con Sport e Salute?
«Perché è assurdo assegnare i contributi a fine anno senza far conoscere alle federazioni i criteri di assegnazione. Quando ero presidente del CONI, io portavo a settembre-ottobre una proposta in Giunta sulle regole che avremmo seguito. La Giunta poi si riservava un “tesoretto” per eventuali correzioni. Come possono, con i parametri adottati, considerarsi uguali tra loro discipline sportive che oltre avere costi di gestioni delle Nazionali totalmente differenti, presentano diffusione e visibilità molto diverse. Sapete che per avere Gallinari in azzurro due estati fa abbiamo dovuto pagare di assicurazione 480.000 euro per 28 giorni? Quale altra federazione ha questi stessi costi? Come può Sport e Salute fare una sommatoria generica? Inoltre non è stata considerata la differenza tra dilettanti e professionisti». E allora perché lei sembra essere il solo a contestare tutto ciò?
«Perché forse amo il privilegio della solitudine…. (dice ridendo, ndr). Sono deluso da questo sistema di lavoro. Spetta al ministro per lo sport Abodi il compito di sanare questa dicotomia». Petrucci, è vero che lei avrebbe intenzione di ricandidarsi alla presidenza del CONI, carica che ha già ricoperto dal gennaio 1999 al gennaio 2013?
«Assolutamente no. Nessuno può ipotecare il futuro, ma sono realista: spesso assumo posizioni differenti dagli altri, non avrei nemmeno i numeri per essere eletto. In ogni caso, se il Signore deciderà di lasciarmi su questa terra, ho delle idee molto interessanti per il mio futuro…» LEGGI TUTTO