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    Stavolta siamo al fianco di Teodosic

    Nervosismo, gioco duro, colpi più o meno legali, falli antisportivi: insomma, quella di ieri sembrava proprio una finale scudetto anticipata tra le due principali protagoniste del campionato. Un clima che ha finito per coinvolgere anche gli arbitri, non sempre all’altezza di una sfida così infuocata.
    Proprio un palese fallo di Milano su Pajola, non fischiato dalla terna, ha scatenato la veemente e prolungata protesta di Teodosic. Il fuoriclasse serbo non è nuovo a simili episodi, che in passato non hanno certo aiutato la Virtus. Ma stavolta, scusate, siamo con lui. Non tanto per le urla rivolte agli arbitri, comprensibili ma non giustificabili, quanto per averlo visto fare di tutto per scuotere la sua squadra: ha realizzato triple impossibili quando nessuno riusciva a segnare; ha cercato di accendere la fiamma dell’orgoglio in compagni che di Davies e Baron hanno solo visto il posteriore mentre volavano in transizione con troppa facilità; ha servito assist al bacio che avevano riportato Bologna sul -10.
    Tutto inutile. La sua frustrazione, quella del campione che non si arrende mai, neppure davanti all’evidenza di una Milano ieri superiore, alla fine lo ha comprensibilmente portato ad esplodere, chiedendo persino maggior supporto al pubblico. Milos, un Batman senza neppure un Robin a spalleggiarlo. LEGGI TUTTO

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    Nba, Mitchell fa il fenomeno con i Cavs: 71 punti e Bulls ko. Vincono Lakers e Warriors

    CHARLOTTE (STATI UNITI) – Show di LeBron James nella notte Nba (10 le gare disputate): il ‘Prescelto’ segna altri 43 punti nel successo dei Lakers a Charlotte, portandosi così -500 punti dal record di Kareem Abdul-Jabbar. L’uomo copertina della notte oltreoceano è però Donovan Mitchell, che con una storica partita da 71 punti trascina al successo Cleveland su Chicago dopo un overtime, nonostante i 44 punti di DeRozan. Si tratta del massimo score in Nba dagli 81 punti realizzati da Kobe Bryant contro i Toronto Raptors il 22 gennaio del 2006. La guardia dei Cavs (24-14) segna il canestro che forza l’overtime a tre secondi dalla fine dei tempi regolamentari dopo aver sbagliato appositamente un tiro libero. Mitchell diventa così il settimo giocatore Nba capace di segnare almeno 70 punti dopo Chamberlain, Bryant, Baylor, Booker, David Thompson e David Robinson. Golden State batte Atlanta grazie ai 54 di Klay Thompson ma ha la meglio sugli Hawks dopo due overtime grazie a un buzzer beater di Looney. Ok anche Brooklyn che regola 139-103 San Antonio (25 punti di Irving e doppia doppia da 25 punti e 11 rimbalzi di Durant), e vince la 12esima partita consecutiva. Bene anche Philadelphia (show Embiid: 42 punti e 12 rimbalzi) che supera 120-111 New Orleans (ko Williamson per infortunio). Doncic incanta ancora: l’asso sloveno ne mette a segno 39 nel successo di Dallas a Houston. Guarda la galleryWilliam e Kate si danno alla Nba: sugli spalti per Boston-Miami
    Nba, Nuggets ko. Miami espugna Los Angeles
    Di seguito i risultati della notte Nba: New York Knicks-Phoenix Suns 102-83; Indiana Pacers-Toronto Raptors 122-114; Minnesota Timberwolves-Denver Nuggets 124-111; Portland Trail Blazers-Detroit Pistons 135-106; L.A. Clippers-Miami Heat 100-110. LEGGI TUTTO

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    Basket, colpo Olimpia: batte la Virtus e la aggancia in testa alla classifica

    La 13ª giornata di Serie A di basket si chiude con il colpo a sorpresa da parte dell’Olimpia Milano. La squadra di Ettore Messina inizia il 2023 nel migliore dei modi e vince in casa della Virtus Bologna, agganciandola in vetta alla classifica. L’Olimpia vince per 96-74 grazie a una super prestazione di Davies (23 punti). Virtus e Armani entrambe in testa a 22 punti. Verona si aggiudica la sfida salvezza e batte Trieste 88-81 mentre Brescia batte Sassari dopo un match complicatissimo e chiuso sul 94-92.
    Napoli ancora ko: terza sconfitta di fila
    Scafati batte senza problemi Napoli (96-61): partenopei penultimi e al terzo ko di fila. Colpo esterno di Tortona che in una vera impresa riesce nella rimonta e batte Varese 88-89. Seconda sconfitta di fila per Trento che crolla in casa anche contro Brindisi per 68-78. Infine Treviso conquista il derby veneto contro Venezia (100-93) grazie ad un devastante Banks con 32 punti. LEGGI TUTTO

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    Serie A, Milano batte Bologna: c’è l’aggancio in vetta

    TORINO – Di nuovo ricomposta la coppia di testa della classifica. Si accende la lotta per la pole position con l’EA7 Milano che sbanca Bologna (74-96) e raggiunge gli emiliani in vetta. La partita è stata caratterizzata da una lunga fuga dei ragazzi di Messina, che hanno dominato dal primo all’ultimo secondo. Dietro di loro, in terza posizione, c’è il Tortona, che sbanca il campo di Varese al termine di 40 minuti bellissimi. Le due squadre hanno offerto uno spettacolo di alto livello con sorpassi e controsorpassi e l’hanno spuntata i piemontesi (88-89) con un libero di Christon allo scadere.
    Serie A, le alte partite
    Cade con Brindisi in casa Trento (68-78), in una partita in cui i pugliesi sono scappati subito avanti e non sono stati più ripresi. Le Aquile sono arrivate sul -5 nel finale ma poi i biancoazzurri, guidati da un sontuoso Burnell (18 punti ed 8 rimbalzi), sono riusciti a portare a casa la vittoria. Solo sei giocatori (cinque dei quali in doppia cifra) a segno per Brindisi. Incredibile derby veneto tra Treviso e Venezia. Banks e Iroegbu timbrano 30 punti a testa, agli orogranata non è bastata la prova sontuosa di Marco Spissu (21 punti). Nel derby triveneto Verona batte Trieste (88-81) al termine di una gara equilibrata chiusa con i ragazzi di Ramagli in trionfo, in quello campano, invece, la Givova Scafati, nel terzo quarto fa letteralmente a fettine Napoli, vincendo poi a spasso (96-61). Il Banco di Sardegna Sassari parte in quarta e crede troppo presto di aver vinto contro Brescia: la gara termina ai supplementari con un pathos incredibile e premia i lombardi. Dulcis in fundo il successo di Reggio Emilia che dopo una lunghissima serie negativa ha battuto Pesaro in maniera netta (95-76). LEGGI TUTTO

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    Virtus Bologna – Olimpia Milano in diretta su NOVE alle 20:30 

    Il suo ritorno in campo ha determinato la ripartenza di Milano. Decisivo in A, travolgente addirittura in Eurolega dove nelle ultime quattro ha esso 18, 19, 23, 24 punti e viaggia con il 49,2% da tre. Soprattutto, segna i canestri che contano: è successo con il Villeurbanne, a Belgrado col Partizan, in Baviera col Bayern, a Belgrado con la Stella Rossa e a Milano con l’As Monaco. Del resto Billy Baron è tiratore per professione e indole, anzi Dna. Figlio di coach Jim, fratello di Jimmy che abbiamo visto a Roma. Un ragazzo speciale con una storia cestistica particolare. Perché pur di essere allenato dal papà, ha cambiato due volte college. A 32 anni Billy ha trovato la sua seconda casa. E parlando con lui cogli subito la profondità della persona.

    Baron, le prime impressioni milanesi.

    «Ottime, un posto in cui vivere. È stato facile convincere mia moglie e anche i miei figli hanno trovato la situazione ideale. È una città internazionale».

    Due figli maschi, vorrebbe anche lei che giocassero a basket come da tradizione famigliare?

    «Sarebbe bellissimo, ma non li forzerei mai. Nemmeno mio padre mi ha mai spinto a giocare. Potrei consigliarli, una volta che avessero iniziato. Ma è prestissimo, sono piccoli».

    Lei era stato scelto da un grande college come Virginia, ma scelto di andarsene dopo un anno per essere allenato da suo padre. A Rhode Island e poi a Canisius College. Di solito i figli non vogliono essere allenati dai genitori.

    «Non so per gli altri, ma io sentivo dentro di me che essere allenatore da papà Jim sarebbe stato il modo migliore per diventare un giocatore, migliorare sempre. Sarei stato più motivato. Avevo visto il percorso di mio fratello Jimmy a Rhode Island. Alla fine ho fatto tanti provini NBA, non so se sarei stato in grado di farne di più se fossi rimasto a Virginia, perché a Canisius ho potuto mostrare molto di più cosa sapevo fare».

    Già, la fiducia aiuta a segnare. Jimmy è il riferimento della sua carriera, chi è il migliore tiratore?

    «La fiducia e la reputazione aiutano. Comunque Jimmy è il migliore e non a caso oggi insegna a tirare. Come tiratore da ricezione e tiro è perfetto. Io sono meglio dal palleggio e in uscita dai blocchi».

    A proposito di grandi tiratori. Steph Curry, il migliore Nba, ha una suo routine anche re-gare, per cui molti tifosi anche prima delle partite vanno al palasport. Anche lei ne ha?

    «In Nba è diverso, ci si allena poco. Comunque io penso di avere fiducia nel mio tiro, nei miei automatismi. Da piccolo tiravo da sopra la testa, alla Larry Bird, perché non avevo forza. Ci ho messo un po’ a trovare lo stile giusto. Da giovane tiravo tantissimo per meccanizzare, diciamo 500 tiri al giorno e Jimmy ha cercato di insegnarmi la giusta meccanica di tiro. Ho imparato a usare meglio le gambe e i piedi, che sono fondamentali. Ora è diverso, ho 32 anni e non penso mi servano tante ripetizioni, ma che occorra riprodurre il più possibile i tiri che poi uno prenderà in partita, avvicinarsi a quelle situazioni di gioco».

    Non contano più le ripetizioni?

    «Se prendi ogni tiro determinato e con l’uso del fisico come fai in partita, sarai continuo. Fin da ragazzo ho cercato di lavorare sui tiri dal palleggio. Quando qualcuno ti prende i rimbalzi e passa la palla arrivi ad eseguire il tiro automatico. Ma in partita è tutto più dinamico, ci sono altre variabili, la difesa altri per dire. Per essere un grande tiratore devi esserlo dal palleggio, usando la mano destra, come la mano sinistra, perfezionando il crossover o usando un blocco sulla palla. Gli allenatori in Europa adorano chi può tirare dietro un blocco, in isolamento o uscendo dai blocchi per fare un passo a destra, uno a sinistra, poi uno dietro così sembri sbilanciato, ma in realtà non sei davvero sbilanciato. È essenziale, imparare a tirare differenti tipologie di tiro».

    Lei ha girato molto l’Europa, cambiando spesso squadra.I suoi posti preferiti?

    «Spagna e Italia. Per il clima il cibo, la disponibilità e la passionalità della gente. Per un americano giocare in Europa non è subito facile, devi fare una sorta di transizione. E alla fine capire quale sia il posto giusto per te. La cosa giusta».

    E per lei quale è la cosa giusta?

    «Ciò che è meglio per la famiglia: dove trovare le scuole giuste per i figli, i posti dove mangiare, luoghi da vedere. Lo scorso anno in Russia, a San Pietroburgo, è stato molto difficile per ovvi motivi. Uno deve sentirsi a proprio agio. Prima di scegliere Milano ho telefonato a Kyle Hines e mia moglie ha parlato a lungo con la sua. Abbiamo trovato la soluzione migliore. Anche per me che voglio vincere qualcosa di importante. Ormai sono alla nona stagione in Europa».

    Sarà stato importante il secondo anno in Dopo. Dopo Vilnius, ha trovato a Charleroi suo fratello Jimmy.

    «È stato speciale. La mia prima stagione all’estero è stata difficile. Avevo molta nostalgia di casa. Mio fratello ha detto che avrei dovuto essere felice e che sarebbe stato divertente. Erano passati sette-otto anni da quando era andato all’estero. Da allora non avevamo passato molto tempo insieme, tranne 3 o 4 settimane in estate. Lo abbiamo recuperato in quell’anno. Abitavamo anche nello stesso palazzo. È stato fantastico, lui era la guardia tiratrice, io il playmaker. È qualcosa che non avrei mai pensato sarebbe successo».

    Visto che il basket è vita per la vostra famiglia, pensa di restare in questo mondo?

    «Presto per rispondere, credo che dovrò prendere un po’ di tempo – 2-3-4 anni per staccare – e poi dovrò valutare la situazione. Se i miei figli giocheranno, per esempio, allora potrei seguirli, se lo vorranno. Ma ripeto, è presto»

    Suo fratello Jimmy invece che fa?

    «Fa l’allenatore del tiro per l’Accademia della IMG in Florida. E credo che presto lo sarà nella Nba, è ovviamente molto bravo».

    Milano è ripartita. Vi sentite in corsa per tutto?

    «Certo che sì, questa squadra è piena di giocatori forti, belle persone che si allenano duramente. Abbiamo avuto tanti infortuni, ma stiamo recuperando. E siamo tutti venuti qui per vincere».

    Il 2023 parte con il duello dei duelli con la Virtus Bologna. Il derby d’Italia tra le due più vincenti.

    «È quello per cui viviamo noi giocatori, una partita di questo livello. Mi hanno dettp della rivalità, io stesso ho giocato partite tra squadra di grande rivalità negli States. L’ambiente caldo è fantastico per un giocatore. Noi siamo pronti. Loro anche».

    Ci tolga un curiosità, chi era il suo idolo e riferimenti da bambino?

    «Mio fratello Jimmy, ho iniziato per imitarlo, lo seguivo e lo studiavo con gli occhi. Credo sia giusto avere un modello vicino, non uno della Nba, ma uno che puoi seguire per imparare. E poi è mio fratello». LEGGI TUTTO

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    Virtus Bologna – Olimpia Milano: il massimo

    Pajola: I rimbalzi saranno la chiave. 

    «Allenarmi assieme a Teodosic mi ha aiutato tanto. Ormai ci intendiamo con uno sguardo»

    Niente violini e archi in generale, il concertone di Capodanno dell’orchestra Virtus lo hanno suonato i palloni che rimbalzavano sul parquet della palestra Porelli. Anche il 31 dicembre e l’1 gennaio Alessandro Pajola e compagni si sono allenati: da preparare c’era la sfida di questa sera con Milano che «vale il primato in classifica». In caso di vittoria i bianconeri allungherebbero a 4 punti il distacco dalla seconda, in caso di sconfitta verrebbero agganciati in testa dall’Olimpia. L’euforia per «per una bella vittoria di squadra davanti al nostro pubblico in Eurolega contro il Fenerbahce» è durata quanto un fuoco d’artificio. Largo alla concentrazione.

    Pajola, oltre ai troppi rimbalzi concessi, avete visto altre criticità?

    «In difesa c’è stato qualche aiuto di troppo dove non sarebbe servito. A volte la generosità non va bene tatticamente, ma quando ci si aiuta vuol dire che lo spirito è quello giusto. Quando un compagno va in aiuto trasmette fiducia e coesione a tutto il gruppo».

    Anche contro la squadra turca lei si è confermato un leader difensivo, campione nel rubare i palloni, ed è stato anche freddo ai liberi e autore di 10 assist. Ha fatto il Teodosic?

    «È un parolone, sono anche stati bravi compagni di squadra che hanno fatto canestri difficili. Di certo allenarmi con Milos in questi anni è stato importantissimo, mi influenza tanto. Abbiamo un rapporto fraterno, ormai ci intendiamo con uno sguardo: per me questo è un grandissimo privilegio. In allenamento cerco di imitarlo perché è divertente provarci, ma in partita sto più attento perché se perdo due palloni in fila diventa un problema. Siamo fortunati a vivere nell’epoca di Teodosic vederlo all’opera tutti i giorni è fantastico: è il più bravo d’Europa e forse al mondo nel servire assist».

    Adesso arriva Milano: che partita prevede?

    «Mi aspetto una bella partita, diversa da quella di Supercoppa e di Eurolega (che la Virtus ha vinto. ndr) perché ci sono condizioni diverse tra infortuni e altro. Dovremo migliorare a rimbalzo e muovere molto il pallone in attacco perché se lo fermiamo rendiamo la vita più facile a Milano, che in queste situazioni è bravissima. La chiave saranno i rimbalzi e l’energia».

    Com’è coach Scariolo?

    «È un mago della tattica ed è molto bravo a gestirci e a tenerci tutti in partita. Con il suo staff lavora benissimo anche sui tempi di recupero».

    A dimostrazione di questo la prova con il Fenerbahce di Belinelli, vero?

    «È una persona che merita tanto. Ci trasmette entusiasmo e voglia di vincere. Lui ripete sempre la parola “win, win, win” ed è una spinta per tutto il gruppo».

    Le polemiche che fuori dal campo si creano con Milano vi infastidiscono?

    «Non ci interessano: personalmente neanche le ascolto né ne parliamo in spogliatoio. Noi siamo preoccupati solo a preparare le partite. Io poi ho un bellissimo rapporto con diversi giocatori di Milano. Con Ricci ci siamo sentiti anche a Natale per gli auguri, ma non abbiamo parlato della partita»

    Lei ha giocato sotto infiltrazione per un problema alla spalla le ultime due partite. Ora sta meglio?

    «Vedremo se avrò bisogno di un’altra infiltrazione, ma già negli ultimi allenamenti prima del Fenerbahce non ne avevo avuto bisogno» LEGGI TUTTO

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    Nba, i Milwaukee Bucks vanno ko senza Antetokounmpo

    NEW YORK (Stati Uniti) – Tre le partite nel primo giorno del nuovo anno. Nella notte americana, il campionato Nba ha registrato l’ennesimo successo dei Denver Nuggets – settima vittoria nelle ultime otto partite – che hanno sconfitto i Boston Celtics per 123-111. Tripla doppia per Nikola Jokic che sul suo gabellino personale porta a casa 30 punti, 12 rimbalzi e 12 assist.
    Milwaukee paga l’assenza di Antetokounmpo
    Successo interno per i Memphis Grizzlies che superano i Sacramento Kings per 118-108. Match equilibrato deciso nell’ultimo quarto dominato dai Grizzlies. I Milwaukee Bucks pagano a caro prezzo le assenze di Giannis Antetokounmpo, Jrue Holiday e Khris Middleton incassando una netta sconfitta casalinga contro i Washington Wizards: la partita non è mai in discussione, finisce 95-118 per gli ospiti. LEGGI TUTTO