Di Redazione
Dopo aver annunciato l’intero organico che prenderà parte al prossimo campionato di Serie B1, la Focol Legnano chiude un’altra casella per quanto riguarda lo staff tecnico, annunciando che il ruolo di scoutwoman per la stagione 2022-2023 sarà ricoperto da Tania Zambon.
Ex palleggiatrice, profonda conoscitrice e appassionata visceralmente di volley, Zambon nasce a Gallarate nel 1992 e muove i primi passi sul campo da pallavolo all’età di nove anni, a Orago, squadra in cui milita fino alla terza media. Di qui lo spostamento a Carnago, dove viene allenata per due stagioni dall’attuale allenatore biancorosso Luigi Uma, in Under 16 e in B1. L’ottimo rapporto con Luigi si prolunga con il trasferimento a Bodio, dove fa la trafila dal settore giovanile (Under 18 e Terza divisione) fino alla B2.
Altro passaggio, questa volta a Castiglione Olona, a cui seguono due campionati a Oggiona, poi Albizzate, Varese, Busto Arsizio e Kolbe, dove però la stagione viene interrotta a metà per la pandemia. Al rientro, Zambon passa alla ISSA Novara, in D, ma una nuova ondata di contagi pone fine anzitempo anche a questa stagione; inizia quindi a studiare da scout, ruolo in cui si cala con entusiasmo nella stagione appena passata, in A2, al seguito delle partite casalinghe della Futura Volley Giovani.
Grande passione e attenzione per i particolari, oltre ovviamente all’amore per questo sport, hanno spinto Tania a sposare in toto il progetto biancorosso: “Il lavoro di scout permette di godere di una pallavolo di un certo livello, apprezzando così le modalità di analisi del gioco, la ricerca di uno schema, il provare a decifrare cosa succede nella testa di un palleggiatore mentre è in campo“.
La famiglia biancorossa dunque si allarga e questa volta letteralmente, dato che Tania Zambon è legata al ds Manuel Marigliano anche nella vita privata, e questo le ha permesso di apprendere in ogni minimo dettaglio tutti gli aspetti più reconditi del ruolo di scout, avendo lui stesso ricoperto il ruolo fino all’ultimo campionato di B1: “Ho sempre cercato di aiutare Manuel nell’analisi delle partite, dopo essermi avvicinata al suo mestiere grazie ad anni di osservazione del suo lavoro“.
“In Focol si respira un’aria di famiglia, così come l’accoglienza e la gratitudine. Ho giocato per vent’anni a pallavolo ma non ho mai voluto chiudere del tutto i battenti con questo sport, volevo restare nell’ambiente senza dover toccare necessariamente il pallone e questa è la mia nuova dimensione – conclude, sorridendo soddisfatta -. Credo proprio di aver trovato casa“.
(fonte: Comunicato stampa)