ROMA – “Scegliere la squadra per il 2008 è stato per me molto difficile. Firmai un contratto direttamente con Ducati, contratto che prevedeva il passaggio nella squadra ufficiale per l’anno seguente. Sapete tutti poi come è andata e ringrazio il cielo che sia andata in quel modo, perché sono così ritornato a Casa in Aprilia, per scrivere altre meravigliose pagine della mia vita sportiva e non”. Inizia così il post su Facebook di Max Biaggi, ex pilota del Motomondiale e quattro volte campione del mondo in classe 250. Il 51enne romano charisce quanto successo nel 2008, quando correva in Superbike con la GMB Racing.
Le parole di Biaggi
“Continuo nel dire – attacca Biaggi – che i non vincenti nello sport fanno fatica a comprendere la mentalità che anima un pluricampione del mondo. Da parte loro non ci sono invidie, ma solo un’incapacità nel vedere oltre, nel capire chi si è spinto oltre. Un campione deve rispettare tutti, ma in pista deve essere spietato. Non è corretto omettere quanto è avvenuto in quell’anno, trasformando la verità, nei presunti capricci di un pilota. Ecco quello che è successo”. ecco quello che colloca in modo corretto gli eventi del 2008. Sono passati 14 anni, per cui è arrivato il tempo di mettere in chiaro un po’ di cose. La moto che io provai la prima volta per il 2008 era assolutamente vincente. In quell’occasione il regime di rotazione massima a pari a 11500 giri/min. Dopo pochi giorni ci spostammo in Qatar, per un nuovo test, ed in quell’occasione alla moto furono tolti 500 giri/min, per un presunto problema strutturale. Non potemmo fare null’altro che adeguarci. In Australia un brutto incidente in curva 1 mi mise fuori dai giochi. Fortunatamente mi fratturai solo il radio del braccio sinistro“.
Dopo l’infortunio
Per Biaggi inizia così un breve periodo lontano dalla pista e al suo ritorno il pilota rimane perplesso: “A Valencia, dopo 21 giorni di gesso, mi accorsi che nelle libere 1 c’era qualcosa che non andava sulla moto. Parlai con il mio capotecnico, ma all’inizio delle libere 2 notai lo stesso identico problema. Perciò conclusi lì la sessione: non aveva senso continuare con una moto che aveva un evidente calo di prestazioni e con una mano dolorante“. Poi la rivelazione: “Il mio capotecnico, dopo vari tira e molla, finalmente ammise che l’allora Direttore Generale di Ducati Corse Filippo Preziosi, gli aveva ordinato di inserire una mappa specifica, che toglieva tra i 15 ed i 18 CV su tutto l’arco di utilizzo. Questo perché era necessario che a vincere fosse un solo pilota, altrimenti il regolamento avrebbe penalizzato la 2 cilindri. Infatti se a vincere fosse stato un solo pilota, la vittoria sarebbe stata imputabile alla sua bravura e non ad un vantaggio tecnico del 2 cilindri rispetto al 4 cilindri. La mia moto era diventata improvvisamente un cancello“. “In tutto questo il mio team manager, che avrebbe dovuto difendere gli interessi della sua squadra, dei suoi sponsor ed evitare che la moto di un suo pilota si trasformasse in una stufa, non disse una sola parola. Anzi ancora oggi finge di non conoscere la verità. eppure era anche lui presente a tutti i nostri meeting“, conclude Biaggi.