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Maturità, c'è il “tema Bartali”: salvò gli ebrei

Per i giovani studenti delle scuole superiori è arrivato il giorno più delicato e atteso: l’esame di maturità. Come per una finale, le emozioni sono tantissime e alle spalle vi è un lungo percorso. E per i maturandi di quest’anno la metafora con lo sport è andata anche oltre perché, tra le 7 tracce proposte, ne è presente anche una che riguarda un personaggio che ha segnato la storia: Gino Bartali. “Il grande campione di ciclismo Gino Bartali tra sport e storia: partendo da un articolo di Cristiano Gatti del 2013, i ragazzi dovranno riflettere sui meriti non solo sportivi del Bartali uomo che con la sua bicicletta non ha esitato a infilare nel telaio documenti falsi per consegnarli agli ebrei braccati dai fascisti salvandoli dalla morte”. 

Chi è stato Gino Bartali

Prima di prendere in esame la versione ‘umana’ del fiorentino classe 1915, occorre fare un breve riepilogo su chi è stato Gino Bartali per lo sport italiano. Nato durante la 1° guerra Mondiale, mise subito in mostra il suo talento e instaurò una straordinaria rivalità con Fausto Coppi, caratterizzata da una grande competizione e, soprattutto da stima reciproca. Iconica, in tal senso, divenne l’immagine che riprese i due intenti a scambiarsi la borraccia nel Tour de France del 1952. Prima di allora Ginettaccio era già entrato nella leggenda, vincendo, a soli 21 anni, il primo dei suoi tre Giri d’Italia. Dotato di un fisico anomalo rispetto agli altri ciclisti, magri e asciutti, il suo palmares si arricchì poi, tra i tanti traguardi, di quattro vittorie nella Milano-Sanremo, di tre Giri di Lombardia e due Tour de France. Il secondo di questi, portato a casa nel 1948, assunse un significato ancora più importante. Il valore del trionfo – caratterizzato da un’incredibile rimonta su Bobet -, infatti, si dice che salvò l’Italia da una guerra civile, possibile conseguenza del clima innescato dall’attentato a Palmiro Togliatti. L’eccellente risultato ottenuto dal toscano riuscì, invece, a far dimenticare tutto al popolo italiano, compreso l’ex segretario del Partito Comunista, rallegrato dall’impresa del ciclista. Bartali fu uno dei pochi ciclisti in grado di non farsi scalfire, psicologicamente e fisicamente, dai traumi della guerra: riuscì, infatti, ad essere tra i grandi protagonisti e vincitori sia prima che dopo il secondo conflitto mondiale.


Fonte: https://sport.sky.it/rss/sport_ciclismo.xml


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