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Vince Ewan, Viviani lascia il Giro: “Sono deluso”

LA CRONACA

Il Giro “vola” in Piemonte, sulle strade di Fausto Coppi, dove l’Airone nacque quasi 100 anni fa (a Castellania) e scrisse alcune delle pagine più epiche nella storia del ciclismo. L’undicesima tappa parte da Carpi e attraversa la via Emilia fino al traguardo di Novi Ligure, patria del grande Costante Girardengo: ancora una frazione per velocisti, un’altra chance per il campione d’Italia Elia Viviani, l’unico tra gli sprinter senza un successo e secondo anche a Modena, battuto dal francese Arnaud Démare. Nessun Gran premio della montagna, 221 km percorsi di slancio, gli scalatori hanno preso la rincorsa in vista delle salite… che la faranno da padrone già dalla Cuneo-Pinerolo di giovedì, in omaggio all’impresa del “Campionissimo” e a quel 10 giugno del 1949, data scolpita per l’eternità nel cuore degli sportivi. Come ormai d’abitudine subito una fuga, i “soliti” tre: Marco Frapporti (Androni), Damiano Cima (Nippo) e Mirco “Paperino” Maestri (Bardiani) che scappano già al chilometro zero e rimangono all’attacco per quasi 5 ore, prima di essere ripresi ai -20, quando le squadre cominciano a preparsi per la volatona finale. Fasi di studio, la formazione dei trenini e via sul rettilineo conclusivo, lungo 3 km, fino allo sprint di Caleb Ewan, che bissa la vittoria di Pesaro bruciando sullo scatto Demare e Ackermann. E Viviani, medaglia di legno, che a fine gara ha annunciato di aver corso l’ultima tappa del suo Giro. “Arrabbiato? No, deluso. Non sono sereno, se avessi vinto forse la decisione sarebbe stata diversa” ha dichiarato il veronese della Deceuninck-Quick Step. Che aveva tagliato per primo il traguardo a Orbetello, poi declassato dalla giuria per cambio di direzione, una manovra giudicata scorretta, a favore del secondo classificato Fernando Gaviria. 


Fonte: https://sport.sky.it/rss/sport_ciclismo.xml


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