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Giro d'Italia, Nibali stacca Roglic. Carapaz consolida la maglia rosa, Tappa vinta da Cataldo

Aggrappato al guard rail, baluardo che salva il suo Giro d’Italia in una discesa folle. E’ l’immagine drammatica di Primoz Roglic mentre lo Squalo, spietato, ridisegna sulle curve insidiose le sue prospettive di maglia rosa. Sulle strade del Giro di Lombardia a lui tanto caro, Vincenzo Nibali vince nettamente il terzo round di quel duello con lo sloveno, iniziato verso Ceresole Reale, che sta catturando l’immaginario collettivo. Una quarantina di secondi appannaggio del siciliano, ma anche di Richard Carapaz, che nel suo primo giorno in rosa sfodera una difesa niente male, di grande personalità.

Roglic sconfitto, viva Roglic però. Lo sloveno dallo sguardo di ghiaccio acquista una dose di quella simpatia che va agli sfortunati. Fora, ha il compagno di squadra Tolhoek che gli dà la bici. Questo è il punto, non è la sua. Un inconveniente difficile da digerire a questi livelli. Sia in salita quando Nibali attacca, tanto meno nella tremenda discesa seguente. 

Un duello che non deve far passare in secondo piano l’eroe, anzi gli eroi di giornata. Dario Cataldo batte in una volata a due Mattia Cattaneo dopo una fuga durata 218 km. D’altri tempi, giusto rispolverare un classico dopo una azione così lunga. Certo, non è record, quello con la misura delle tappe del ciclismo moderno non potrà più essere battuto. Lo stabilì Lauro Bordin, un personaggio dalla vita eclettica (in età avanzata fu anche il fotofrago ufficiale di Lascia o Raddoppia). Bordin, nella Lucca-Roma del 1914 vinta da Costante Girandengo, fece in avascoperta 350 dei 430 km del percorso.

Insomma, le prime tappe monotone sono un lontano ricordo. Il Giro emoziona ad ogni km, e soprattutto è senza senza mezze misure. O vanno in fuga in trenta o in due. Cattaneo e Cataldo, il secondo è quello che si è preso gli onori della cronaca per il suo ‘obbedisco’ nella tappa di Pinerolo. Avrebbe potuto vincere ma, complice una confessione al ds dell’Astana Martinelli (“non sono al massimo”) fu stoppato per far guadagnare qualche secondo a Miguel Angel Lopez. 

Tappa non dura comele due precedenti, ma a conti fatti più insidiosa. Madonna del Ghisallo, Colma di Solmano e Civiglio sono i GPM nel finale. Quello che accende sempre la miccia è Simon Yates: tre attacchi, sempre rintuzzati, che peròtestimoniano una crescita di condizione del britannico. Gli attacchi seri però li porta Nibali, e mentre lui scatta Roglic cerca di trovare le misure su un mezzo non suo. Alla fine limita i danni. Per sapere se il suo bicchiere è mezzo pieno basta aspettare martedì. Dopo il riposo non ci sarà il Gavia, cancellato per il pericolo di slavine, ma il Mortirolo è comunque un giudice da sentenza inappellabile.


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/sport/rss2.0.xml


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