BOLOGNA – Primi 8 km di Giro e prima domanda. Riuscirà Primoz Roglic a mantenere questa condizione per tre settimane? Interrogativo lecito. Se lo sloveno ci riuscisse, sarebbero grossi problemi per tutti. Roglic prolunga il discorso scandito forte e chiaro al recente Romandia, dominando la crono di Bologna. L’ex saltatore dal trampolino vola lungo i primi 6 km di pianura, fatti a 52 di media. Quindi replica nello strappo di San Luca (pendenza massima del 16%): un tratto dove solo Ciccone va più forte di lui, per tre secondi. L’abruzzese però ci era arrivato dietro con un distacco di un minuto e mezzo.
Gli altri favoriti per la rosa finale di Verona sono tutti dietro, anche se gli stati d’animo sono contrastanti. Vincenzo Nibali c’è. Vero, lo Squalo becca comunque 23” di distacco da Roglic e appena 4 da Yates, ma va meglio di Dumoulin e Miguel Angel Lopez, che fanno peggio di 5”. E’ il secondo vincitore di una C’è già il grande sconfitto: su tutti Miguel Landa, che accusa 1’7” di ritardo e rischia un ribaltone interno alla Movistar, vista la presenza di Caparaz. “Era una crono molto difficile, ma la salita la conoscevo bene – commenta Nibali – Quindi andava gestita con attenzione. La gamba l’ho sentita bene, è stato bello avere la folla che mi acclamava ma per un attimo ho visto davanti a me un imbuto ed ho avuto un po’ di paura. Roglic? Per come sta andando sarà un avversario duro, ma ci sono anche gli altri”.
Temi principali in un giornata in cui in Giro si volta indietro ed i ciclisti guardano in alto. Ci si volta indietro, impossibile non farlo a Bologna. Qui arrivò la prima tappa in assoluto della storia, nel 1909, dopo la partenza da Milano (vittoria di Dario Beni). Qui Fiorenzo Magni, nel Giro del 1956, scalò l’ascesa di San Luca tenendo un tubolare in bocca per tenere meglio il manubrio e sfogare il dolore per una spalla fratturata. Chi guarda in alto invece non lo fa come atto di fede, o almeno non solo per quello. C’è da controllare il meteo. I santoni avevano dato pioggia nel tardo pomeriggio. Tutti i big ad ascoltarli e partire presto: Dumoulin taglia il nastro della edizione 102 che ancora non sono le 17. Comprensibile: la curva a U che apre San Luca, ma in generale il rilancio dell’azione, è un problema serio se viene acqua a catinelle.
L’unico che se ne frega è Simon Yates. E’ inglese ama le scommesse. Punta sulla tenuta del tempo, nessun cambio di programma, e i fatti gli danno ragione. Forse un po’ di imprevisto vento contrario in pianura, ma alla fine un buon secondo posto. Il tratto pianeggiante gli preclude la rosa: in salita di fatto finisce pari con Roglic, più bravo per un secondo. “Sono molto contento per questa vittoria – le parole a caldo del leader della generale -. Tre anni avevo sfiorato la maglia rosa, ora finalmente la posso indossare. Abbiamo fatto un gran lavoro oggi. La mia è stata una bella performance. Non mi sono focalizzato sul distacco con Tom Dumoulin; ho pensato solo ad andare forte e a far registrare un buon tempo”.
Non c’è sole che tenga invece per Hiroki Nishimura. Quella del giapponese della Nippo-Vini Fantini potrebbe tranquillamente appartenere ad un almanacco impolverato. Parte con il carico di speranze di chi inizia un Giro, poi si affloscia clamorosamente, inesorabilmente, per certi aspetti inspiegabilmente. Diciassette minuti e trenta secondi, è dietro Roglic di 4’36”: fuori tempo massimo… E anche il compagno di squadra, Sho Hatsuyama, rischia la stessa fine. Caduta sfiorata cambiando rapporto ai piedi della salita, quint’ultimo posto ma almeno permanenza in gruppo. Per ora…
ORDINE D’ARRIVO
1. Primoz Roglic (Slo) in 12’54” (8 alle media di 36,200 km/h)
2. Simon Yates (Gbr) a 00’19”
3. Vincenzo Nibali (Ita) a 00’23”
4. Miguel Angel Lopez (Col) a 00’28”
5. Tom Dumoulin (Ola) s.t.
6. Rafal Majka (Pol) a 00’33”
7. Teo Geoghegan Hart (Gbr) a 00’35”
8. Laurens De Plus (Bel) s.t.
9. Bauke Mollema (Ola) a 00’39”
10. Damiano Caruso (Ita) a 00’40”
11. Pello Bilbao (Spa) a 00’42”
12. Victor De La Parte (Spa) a 00’45”
13. Bob Jungels (Lux) a 00’46”
14. Richard Carapaz (Ecu) a 00’47”
18. Davide Formolo (Ita) a 00’50”.