Un sabato speciale per il paese del volley: gli azzurri di De Giorgi demoliscono la Polonia e nella finale di domenica (diretta Rai2 ore 12:30) troveranno la nazionale bulgara, in cui militano “i grottesi” Tatarov e Petkov
Grottazzolina – Domani, nelle Filippine (ore 12:30 in diretta su Rai2) saranno Italia e Bulgaria a sfidarsi per il trono del Campionato mondiale di pallavolo maschile, ma tra le pieghe di questa sfida si nasconde una storia che sa di poesia.
Da una parte, gli azzurri di Ferdinando De Giorgi, campioni in carica, eredi di una scuola infinita, che in semifinale hanno demolito le velleità di una Polonia, favorita dai pronostici per la vittoria finale ma incapace di reggere l’urto di Michieletto e compagni, abili ad imporsi addirittura col massimo scarto.
Dall’altro lato della rete una bandiera dagli stessi colori, ovvero la Bulgaria di Gianlorenzo Blengini, che da italiano doc ha scritto un capitolo tutto suo nel romanzo di questo Mondiale. Ex ct azzurro, ha portato una giovanissima selezione a giocarsi la medaglia più ambita, ed erano 55 anni che ciò non accadeva. Era il 1970 e i Mondiali si svolsero proprio in Bulgaria, una storia nella storia.
E cosa c’entra Grottazzolina in tutto ciò, vi chiederete? C’entra. Perché per il piccolo paesino marchigiano di tremila anime, il “paese del volley”, domani sarà una finale speciale. Si tiferà Italia, ovviamente, e non potrebbe essere diversamente. Ma con un pizzico di orgoglio in più, perché nella nazionale sfidante figurano non uno ma due atleti che fra una manciata di giorni saranno chiamati a parlare italiano ogni giorno: Tatarov e Petkov (insieme nella foto – fonte FIVB Volleyball World), rispettivamente schiacciatore e centrale della Yuasa Battery, il club più piccolo della Superlega, ma con il cuore più grande.
E se da un lato la Polonia, grande favorita, ha dovuto ammainare bandiera bianca alle bordate di Giannelli e soci, andando ad aggiungersi al novero dei superteam eliminati anzitempo insieme a Giappone, Brasile, Francia (e non solo), quello della Bulgaria è stato un cammino letteralmente sorprendente. Pochissimi, infatti, alla vigilia avrebbero scommesso su un percorso così lungo da parte di Nikolov e compagni (31 i punti del “lubino” Aleksandar nel match di semifinale contro la Repubblica Ceca).
Per la Grottazzolina del volley, dunque, sarà l’ennesimo giorno da scolpire nella propria storia. Non capita spesso che due stranieri del tuo club finiscano a giocarsi un titolo iridato, soprattutto quando le dimensioni sportive non sono quelle di un top team. Non capita spesso che il tuo nome venga pronunciato insieme a quelli delle grandi nazioni dello sport.
Grottazzolina vive di pallavolo come si vive di pane, e ha sempre coniugato il volley coi toni della favola e della poesia. Domani questa favola vivrà un nuovo capitolo, perché quando Maurizio Colantoni nominerà Grottazzolina nel descrivere la squadra di provenienza di Tatarov e Petkov, un’emozione in più si aggiungerà a quella già grande che fa battere il cuore per gli azzurri di Fefè.
E nel silenzio di un piccolo paese, lontano dalle metropoli e dai riflettori, batterà un tamburo che vale più di mille cronache: quello della passione pura per uno sport che dal 1970 permea ogni mattone dei vicoli del centro storico.
Domani, a partire dalle 12:30, il mondo guarderà l’Italia e la Bulgaria. Guarderà il volley, e con esso guarderà anche Grottazzolina. Se non è una favola questa…