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Alcaraz e Ferrero, cosa c’è davvero dietro la separazione


C’è stupore dopo la clamorosa separazione professionale tra Carlos Alcaraz e Juan Carlos Ferrero. I comunicati ufficiali, asciutti ed enigmatici, non sono bastati a placare interrogativi e perplessità, e nelle ultime ore stanno emergendo nuovi dettagli che aiutano a delineare i contorni di una rottura che ha scosso profondamente l’ambiente.

Secondo quanto rivelato da Ángel García Muñiz su Cadena COPE e confermato da Nacho Encabo di CLAY Magazine, il rapporto tra Ferrero e l’entourage di Alcaraz – in particolare con il padre del giocatore – era teso già da diversi mesi. Alla base del deterioramento ci sarebbero divergenze organizzative, logistiche ed economiche, maturate nel tempo e deflagrate durante la recente trattativa per il rinnovo del contratto.
Negli ultimi anni, Carlos e la sua famiglia hanno investito molto per fare di Murcia il centro operativo della sua carriera, potenziando l’Academy Alcaraz e auspicando che Ferrero e il suo staff si spostassero stabilmente da Villena a Murcia. Una visione che non avrebbe trovato piena condivisione dall’ex numero uno del mondo, contribuendo ad alimentare frizioni già esistenti.

A fare la differenza definitiva, però, sarebbero state le questioni economiche. Ferrero avrebbe richiesto condizioni considerate troppo onerose dall’entourage di Alcaraz, in particolare per quanto riguarda la percentuale del prize money destinata al tecnico. Un aspetto che, con l’esplosione economica della carriera di Carlos – capace di incassare circa 19 milioni di dollari nell’ultima stagione – è diventato molto più rilevante e visibile rispetto agli inizi del loro percorso comune.

Quella economica viene descritta come “l’ultima goccia” di un vaso riempito lentamente da divergenze di vario tipo. Ciò nonostante, le fonti sottolineano come il rapporto personale tra Alcaraz e Ferrero resti ottimo, basato su stima e riconoscenza reciproca. La separazione sarebbe stata fortemente indirizzata dall’entourage del giocatore, più che da una volontà diretta di Carlos.

Dal punto di vista sportivo, la perdita di Ferrero rappresenta un passaggio delicatissimo. Juan Carlos è sempre stato una voce autorevole, capace di dire al suo allievo anche ciò che non voleva sentire: un ruolo cruciale per un campione di appena 22 anni già al vertice del tennis mondiale. La sua assenza aggiunge inevitabilmente pressione e incognite sul futuro immediato del murciano.
Nel frattempo, il piano delineato prevede la permanenza di Samuel López nello staff, ma con un ruolo da secondo allenatore. L’obiettivo dell’entourage è infatti quello di individuare un nuovo tecnico principale di altissimo profilo, disposto ad adattarsi al progetto Alcaraz, alla base murciana e a una struttura già consolidata. Una missione tutt’altro che semplice, vista l’eredità lasciata da Ferrero e le elevate esigenze del contesto.

La sensazione diffusa, tra addetti ai lavori e tifosi, è che questa storia sia tutt’altro che chiusa. Le prossime settimane diranno se la scelta sarà stata davvero quella giusta o se, come molti temono, si è interrotto troppo presto un binomio che aveva ancora molto da offrire al tennis mondiale.

Marco Rossi


Fonte: http://feed.livetennis.it/livetennis/

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