La risposta alla domanda del titolo è… molto, molto difficile, ma la bellezza dello sport sta anche nella possibilità della sorpresa. Casper Ruud oggi avrà di fronte una scalata proibitiva, sconfiggere sul Chatrier il più forte – per titoli vinti – dell’epoca moderna, pronto a dare la zampata n.23 per titoli Slam, sarebbe il record all-time a livello maschile. Inoltre, avendo già vinto gli Australian Open, resterebbe in corsa anche per un Grande Slam stagionale che ha assaporato due anni fa, quando Daniil Medvedev sull’Arthur Ashe gli impedì di completare un’impresa suprema che già stava accarezzando.
Il bilancio degli Head to Head tra Novak e Casper recita un pesante 4-0 a favore del serbo, e 2-0 sul “rosso”, entrambe due vittorie in semifinale al Foro Italico (2020, 2022). L’ultimo confronto risale alla finale del Masters di Torino, una vittoria secca per Djokovic, anche se si giocava in condizioni indoor, dove il gap tra “Nole” e quasi tutti gli altri è ancor più netto.
Cosa può fare Ruud per vincere? Ha qualche asso nella manica? Sicuramente il norvegese arriva alla finale con un crescendo di condizione molto importante. Dopo un’avvio di stagione terribile, figlio di un grave errore di valutazione nella preparazione, da lui ammesso candidamente, ha lentamente ritrovato buone sensazioni. Proprio dalla terra battuta di Estoril, l’amato rosso, primo bel torneo giocato in stagione e vinto (decimo in carriera), il suo tennis ha ricominciato a macinare profondità, continuità nella spinta e sicurezza. Era diventato un “regolarista falloso”, un contro senso che l’ha portato a nulla di buono. A Roma già si è rivisto un buon Ruud, ancora non al massimo, ma più efficace e convinto. Quei piedi veloci sono tornati a girare intorno alla palla per portarlo a spingere in sicurezza col diritto e imporre bei ritmi, con i quali mettere sotto discreta pressione i rivali. L’impennata di qualità è arrivata proprio qua a Parigi, dove in effetti aveva affermato di voler arrivare al meglio. Avrà anche sbagliato preparazione, ma intanto il suo obiettivo era tornare a giocarsi la Coppa dei Moschettieri, e in finale è arrivato. Quindi davvero complimenti.
Ruud a mio avviso avrà due punti di forza nel match odierno contro Djokovic: l’esperienza di due finali già disputate, anche se perse, e il poter scendere in campo senza niente da perdere. La sua pressione sarà pari a zero, perché qualora perdesse nuovamente contro Djokovic, la sconfitta sarebbe nell’ordine delle cose, dei valori assoluti tra i due. Resta da vedere se questo potrà essere abbastanza per stroncare la resistenza dell’agonista più duro e feroce del tour, uno che ormai si programma alla perfezione e riesce ad arrivare ai grandi appuntamenti al meglio. Forse proprio una certa pressione potrebbe essere il vero punto a sfavore di Djokovic. Ricordiamo cosa accadde a NY21 in finale.
Si gioca sulla terra battuta, la superficie forse meno amata da “Nole”, ma tecnicamente Casper non sembra possedere armi per scardinare il gioco del serbo. Non c’è un singolo colpo con il quale possa sbaragliare il rivale, né il servizio, tanto meno la risposta, e nemmeno col suo forcing col diritto potrà lasciare fermo il rivale, c’è riuscito poche volte Alcaraz venerdì… Quindi, ha già perso? No, ma per farcela Casper dovrà disputare una partita monumentale per resistenza nello scambio, pazienza, forza fisica e mentale. Alla fine il tempo ha dimostrato che Djokovic su terra perde quando non sta bene, quando trova un rivale con colpi talmente potenti da lasciarlo fermo (un Wawrinka), un tennista che riesce a spezzargli il ritmo e mandarlo in confusione tattica (e questo non è mai Ruud), o un giocatore altrettanto duro e resistente nella lotta, che alla fine ne ha di più e lo supera come corsa e spinta in scambi infiniti, meglio se con tanta rotazione. Quest’ultimo identikit si chiama Nadal, il grande assente, l’unico che l’ha battuto nella maggior parte degli scontri su terra battuta. Se Ruud mai riuscisse a diventare un piccolo Rafa per resistenza, corsa, precisione nelle sue difese e capacità di resistere, allora magari potrebbe portare la partita su di un piano fisico talmente duro da mettere in crisi il serbo e magari stroncarlo dopo ore e ore di rincorse. Ruud è un bellissimo atleta, ma che riesca in un’impresa del genere sembra improbabile.
La sensazione è che Djokovic alla fine vincerà, e lo farà anche discretamente bene. La speranza è che ci sia una partita divertente, a concludere un torneo che ha detto molto e che potrebbe nuovamente lanciare “Nole” verso il sogno Grande Slam stagionale, in barba alla NextGen, ai talenti emergenti e compagnia bella.
Marco Mazzoni