Secondo quanto riportato dal ‘New York Times’, i tennisti russi e bielorussi non potranno partecipare al prossimo torneo di Wimbledon, al via dal 27 giugno. Gli organizzatori hanno scelto la linea dura dopo due mesi di discussioni. In questo modo saranno esclusi, tra gli altri, il n°2 del mondo Medvedev, Rublev e Sabalenka. Dolgopolov: “Decisione giusta”, anche se comincia a circolare la voce di un possibile boicottaggio
I tennisti russi e bielorussi potrebbero non giocare il torneo di Wimbledon 2022, che comincerà il 27 giugno. Lo riportano il sito sportico.com e Christopher Clarey sul New York Times, che annuncia come imminente un comunicato ufficiale dell’All England Club. I Championships sarebbero il primo torneo di tennis a chiudere le porte a russi e belorussi. Tra gli uomini, sarebbero cinque i top 100 non ammessi: oltre al numero due del ranking Daniil Medvedev, il numero 8 Andrej Rublev, Karen Khachanov, Aslan Karatsev e il bielorusso Ilya Ivashka. In campo femminile, invece, sarebbero 11, tra cui la semifinalista della scorsa stagione Aryna Sabalenka (4 del ranking), Anastasia Pavlyuchenkova, Victoria Azarenka, Daria Kasaktina.
La linea dura
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Non è bastata dunque l’audizione in parlamento del ministro dello sport inglese Nigel Huddleston che lo scorso mese aveva chiesto a Medvedev e colleghi di dichiarare apertamente di non essere sostenitori di Putin, per poter giocare nel Regno Unito. Come si legge sul Times di Londra, la decisione è stata presa dopo due mesi di discussioni tra l’All England Club e il governo inglese che inizialmente aveva suggerito che ogni giocatore esprimesse in forma privata il proprio dissenso nei confronti del regime di Putin. Il torneo ha però optato per la linea dura per evitare che le dichiarazioni individuali potessero avere delle conseguenze tra i giocatori e le loro famiglie. Al momento i giocatori russi e bielorussi possono giocare nei tornei individuali come atleti neutrali senza bandiere o simboli di identificazione nazionale, come era stato richiesto dalle giocatrici ucraine, in particolare da Elina Svitolina poco dopo l’inizio dell’invasione. Con un comunicato dell’1 marzo scorso la federazione di tennis internazionale aveva deciso di sospendere dalle competizioni a squadre la Russia e la Bielorussia che non hanno potuto infatti prendere parte alla Davis Cup e alla Billie Jean King Cup, competizioni a squadre entrambe vinte dalla Russia nella scorsa stagione.
E ora che succede?
In attesa dell’ufficialità da parte di Wimbledon cominciano a circolare voci su un possibile boicottaggio del torneo da parte di giocatori di altre nazionalità in disaccordo con la decisione dei Championships di penalizzare i russi e i bielorussi. Recentemente il presidente della Wta Steve Simon aveva dichiarato alla BBC, “Credo che i singoli atleti non dovrebbero essere penalizzati dalle decisioni di un regime autoritario che sta facendo cose orribili. Noi non sosterremo la scelta di far pagare ai cittadini russi le conseguenze di una decisione presa dal governo”. Lo stesso Andrea Gaudenzi, al microfono di Sky durante il Masters di Montecarlo, aveva parlato di dialogo costante tra le parti: “Wimbledon ha il potere di mettere dei veti, perchè ha una governance indipendente. Noi come ATP porteremo le nostre ragioni, così come farà l’Associazione giocatori”.
Lo sciopero del 1973 e in finale va… un russo!
Era già successo che i tennisti boicottassero l’All England Club. Era il 1973 e ottantuno giocatori decisero di non giocare il torneo di Wimbledon per solidarietà nei confronti di Nikola Pilic. Il giocatore jugoslavo era stato accusato di essersi rifiutato di rappresentare la sua federazione in Coppa Davis. Pilic avrebbe dovuto gareggiare contro la Nuova Zelanda in un match di Davis, ma si era iscritto ad un torneo a Las Vegas, motivo per cui la sua federazione aveva deciso di sospenderlo per nove mesi dai match di Davis e dai tornei del Grande Slam. In risposta, molti top player tra cui il campione uscente Stan Smith e Arthur Ashe, Ken Rosewall, John Newcombe. Decisero di giocare Jimmy Connors e Ilie Nastase, quell’anno il torneo lo vinse il ceco Jan Kodes, che in finale sconfisse in tre set il tennista russo Alex Metreveli.
Dolgopolov: “Decisione giusta da parte di Wimbledon”
L’ucraino Alex Dolgopolov, ex n°12 del mondo e impegnato in prima linea per difendere il Paese dall’attacco russo, si schiera a favore dell’esclusione del tennisti russi: “I rumors dicono che Wimbledon stia facendo la cosa giusta, come molti altri sport stanno facendo – ha scritto su Twitter -. Questo mostra un esempio di decisione giusta nel mondo del tennis. Questo deve essere fermato. Sì, i russi sono responsabili delle azioni del loro Paese, dell’esecito e del leader che hanno scelto negli ultimi 20 anni”. Elina Svitolina, attuale n°25 del ranking WTA, rilancia: “Le organizzazioni dovrebbero sottoporre gli atleti russi e bielorussi a tre semplici domande, in cui dichiarano di essere contrari alla guerra e ai regimi dei loro Paesi. In caso di non risposta, giusta l’esclusione. Il silenzio è complicità agli oppressori“.