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Da Bergamo: Alex Molcan e il bello di essere numero 1

Per la prima volta in carriera, Alex Molcan è testa di serie numero 1 in un Challenger. “Non leggo nella mente altrui, ma credo che possa essere un vantaggio e condizionare i miei avversari”. Nel frattempo è nei quarti e in caso di vittoria entrerebbe tra i top-100 ATP. Fuori Albot, l’Italia si consola col doppio.

Quando si è presentato ad Antalya per giocare il primo torneo del 2021, Alex Molcan era numero 313 ATP. Non avrebbe mai immaginato di presentarsi a novembre da serie numero 1 del Trofeo FAIP-Perrel di Bergamo (44.820€, indoor), forte di una classifica che lo vede in 114esima posizione. In mezzo ha raccolto addirittura una finale ATP a Belgrado, giocata contro il numero 1 Novak Djokovic. E poi il fantastico terzo turno allo Us Open che ha fatto conoscere la sua storia, mettendo in luce i sacrifici compiuti da mamma Andrea per aiutarlo a diventare un professionista. Coetaneo di Zverev e Rublev, con i quali ha condiviso l’attività junior, il (quasi) 24enne slovacco sembra aver trovato la sua dimensione. L’assalto ai top-100 prosegue a Bergamo, laddove ha centrato i quarti battendo Nerman Fatic, sostenuto a gran voce dal connazionale (e compagno di doppio) Damir Dzumhur. Un 6-1 6-4 senza patemi, che Molcan analizza lucidamente. “Nel primo set ho giocato un buon tennis: pochi errori e qualche aiuto da parte sua, ma credo di averlo meritato al 100%. Nel secondo lui ha avuto qualche chance sul mio servizio, ma ho trovato il modo di salvarmi. Mi sono trovato 0-30 e 15-40 in un game, poi in un altro ho dovuto annullare una palla break. Mi sono sempre salvato, poi l’ho brekkato. Alla fine ho un po’ tremato, il servizio non mi ha aiutato troppo, ma sono ugualmente soddisfatto”. Molcan fa il professionista da sette anni e ha giocato quasi 300 partite, ma non era mai stato testa di serie numero 1 in un Challenger. “Sensazione nuova, ma non avverto pressione. Anzi, credo che potrebbe darmi una mano: io credo in me e magari gli avversari possono essere condizionati dal fatto di giocare contro il numero 1. Non so, non leggo nella mente altrui, ma potrebbe essere così… Di certo sto giocando bene, merito questo ranking e cerco di vincere ogni partita perché la competizione è dura e giocano tutti bene”.

“NON PENSO A ZVEREV E RUBLEV”
A distanza, mamma Andrea lo segue con grande passione dopo averlo condotto da Presov a Bratislava per aiutarlo nel suo sogno. “Spero che sia orgogliosa di me, lo spero davvero – dice Molcan – il tennis non è la cosa più importante del mondo. Mi piacerebbe che lei fosse orgogliosa di me come persona, poi il tennis viene in secondo piano”. Durante lo Us Open, lo slovacco aveva fatto parlare di sé per i vistosi tatuaggi. La tigre rappresenta la grinta, Buddha gli ricorda la necessità di pensare durante un match. Senza dimenticare la data di nascita della madre tatuata sul petto. “Pianifico di farne altri – dice con un sorriso – non so quando, ma se avrò il tempo potrei farne un altro già a fine stagione”. Da junior è stato top-20 ITF, sfidando gente che giocherà il Masters come Alexander Zverev e Andrey Rublev. “Bisogna accettare che altri giocatori arrivino tra i top-100 a diciotto anni e oggi giochino le ATP Finals. Forse sono più bravi di me, bisogna riconoscerlo. Io devo lavorare duro per raggiungere il loro livello, e vedremo quale sarà il mio limite. Forse i loro successi mi danno un po’ di motivazione in più, ma non li guardo più di tanto”. Il suo presente, infatti, si chiama Zdenek Kolar: i due si sono sfidati due mesi fa nelle qualificazioni dello Us Open e per lui è un ricordo dolcissimo. “Lo conosco bene, è un ottimo giocatore, gli piace essere aggressivo, spingere duro, entrare in campo e chiudere il punto. Sarà un match duro per entrambi, io proverò a giocare il mio miglior tennis”. Per Molcan sarà un match molto importante, perché gli darebbe punti preziosi per avvicinare l’ammissione diretta all’Australian Open, suo grande obiettivo di fine anno. Dovesse vincere il torneo, festeggerebbe addirittura l’ingresso tra i top-100 ATP. Mamma Andrea, dalla sua casetta di Presov, sarebbe ancora più orgogliosa di lui.

AVANZA NOVAK, CHE BRAVI GAIO-FORTI
Nel frattempo il torneo ha perso la testa di serie numero 4: Radu Albot ha sciupato un break di vantaggio nel primo set e poi si è arreso al turco Cem Ilkel, autore di una partita ordinata che conferma il suo ottimo stato di forma. Adesso il turco se la vedrà con Liam Broady, non prima di aver fatto il tifo per il suo Galatasaray nella partita di Europa League contro la Lokomotiv Mosca. Centra i quarti il numero 2 del tabellone Dennis Novak, emerso da un match denso di alti e bassi contro Evgeny Donskoy. A parte un secondo set in cui gli entrava quasi ogni palla, il russo ha giocato un match al di sotto delle aspettative e si è arreso col punteggio di 6-1 2-6 6-1. L’Italia si consola con il doppio: dopo le tante delusioni in singolare, abbiamo piazzato una coppia in semifinale. Federico Gaio e Francesco Forti hanno recuperato un set di svantaggio a Kotov-Ajdukovic e venerdì giocheranno la seconda semifinale su due tornei in coppia: lo scorso anno avevano fatto altrettanto a Ortisei. Il prossimo impegno sarà decisamente più complicato, poiché sono attesi dai numeri 1 del tabellone, la coppia anglo-finlandese composta da Lloyd Glasspoll e Harri Heliovaara.


Fonte: http://feed.livetennis.it/livetennis/


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