Non può esistere una Jeep se prima non viene testata sul fuori strada. E’ per questo che il Marchio americano ha deciso di sfruttare l’Easter Jeep Safari per presentare al pubblico il nuovo Gladiator. La novità tra i Pick-up della Jeep si basa sul modello Wrangler, ma si differenzia da qualsiasi altro tipo di bolide da off-road. Non poteva che essere scelta per il primo test la città di Moab, nello Utah, considerata una meta leggendaria per gli appassionati del fuoristrada.
53 anni fa, proprio a Moab, prese vita il primo Easter Jeep Safari. Una manifestazione che da piccolo raduno di appassionati del marchio americano, è diventato un passaggio fondamentale per tutti i veri Jeepers. Come di consueto la scenografia americana offre una serie di spunti infiniti sul perché le elaborazioni dalle nostre parti non siano pressoché permesse. Qui vige la regola del “liberi tutti”, a patto di rispettare i limiti i strada e la natura in fuoristrada. Perché se preferisci alzare di un metro il tuo Wrangler e fare a meno delle portiere, è pienamente un tuo diretto.
Al di là dello scenario decisamente pittoresco, ma carico di passione, è il nuovo Gladiator il protagonista assoluto di questo singolare viaggio in Utah. Non una prima per il brand Jeep, che si era già adoperata nel mondo dei truck nel lontano 1947 con il modello denominato Pickup. Concludendo la propria avventura con le vetture dotate di cassone nel 1992 con l’uscente Comanche (costruita su base Cherokee).
Il nuovo Jeep Gladiator è realizzato a partire dal modello Wrangler. Ma per quanto possa sembrare una sua fotocopia “modificata”, il Gladiator vanta alcune specifiche che differiscono rispetto al fuoristrada più puro. Ad esempio la sospensione posteriore è ripresa dal Ram 1500. Una scelta tattica dettata dal fatto che, trattandosi di un truck – seppur di dimensioni compatte secondo il mercato americano – ha come scopo principale quello di postare carichi. Il piano posteriore è lungo 152 cm e ha una portata utile di 725 kg. Mentre la capacità di traino è pari a 3.470 kg. Queste le informazioni più rilevanti se in discussione ci sono le specifiche di pick-up. Perché in fin dei conti Gladiator è un vero veicolo da off-road a tutti gli effetti. La capacità di guado è di 76 centimetri, quanto all’attitudine di superare ostacoli, è direttamente Wrangler a entrare in gioco. Si perché Gladiator ne riprende i punti più importanti, assicurando passaggi che probabilmente nessun altro pick-up sarebbe in grado di replicare. Soprattutto se si tratta dell’allestimento Rubicon che, oltre ad avere un assetto specifico, vanta alcuni dispositivi che lo rendono ancora più completo in ambito fuoristrada e una trasmissione 4×4 modificata.
Come ad esempio lo sway-bar, che consente di disconnettere la barra antirollio anteriore, aumentando così l’escursione delle ruote. La prova sul campo ha confermato che un pick-up di oltre 5 metri e mezzo (80 cm in più rispetto alla Wrangler Unlimited) può davvero andare dappertutto. Grazie anche alla telecamera frontale che consente di scrutare la strada quando chi siede al volante non può certo immaginare cosa ci sia nella zona delle ruote. Assolutamente non una novità, ma un accessorio utile per chi pratica l’off-road, unitamente al fatto che si possa pulire grazie ad un ugello spara acqua dedicato. Prossimamente la vedremo pure su Wrangler.
In realtà gli allestimenti in prima linea sono altri (come Sport, Sport S e Overland), mentre il Rubicon conferma invece che si tratti di una Jeep al 100%. E, parlando più ingenerale, è l’unico pick-up in commercio che può diventare una cabrio – oltre ad essere un fuoristrada – essendo dotato anche di soft-top.
Quanto ai motori, sono due le unità destinate al mercato americano: il Pentastar benzina V6 3.6 da 286 cv e 352 Nm di coppia motrice, e il 3.0 V6 turbodiesel di origine VM da 260 cv e 600 Nm di coppia (disponibile solo a partire dal 2020). Di serie sul benzina il cambio manuale a 6 marce, altrimenti a listino anche l’automatico ZF a 8 rapporti (standard sul diesel).
Ciò detto non è da escludere che in Europa si vedranno nuovamente i 4 cilindri sovralimentati già presenti su Wrangler. Di fatto il lancio in Italia avverrà solo a metà del prossimo anno. Ma al momento non è certa la disponibilità della versione Rubicon. Mentre è quasi certo che sarà omologato solo come vettura autocarro.
Su strada è ovviamente il comfort a farla da padrone. L’assetto morbido, che però preserva da fastidiosi ondeggiamenti, non poteva che essere l’unica soluzione plausibile. Particolarmente impreciso lo sterzo. Per questo può capitare che su strada asfaltata vi ritroviate a remare. Perfetto invece da manovrare in off-road, perché consente dei recuperi facili, ma soprattutto agevola nei passaggi più impegnativi. Questo è il terreno di caccia di Gladiator, particolarmente in versione Rubicon. Non vanta certo l’agilità del Wrangler 3 porte, ma se non vi formalizzate su eventuali toccate al sottoscocca (sufficientemente protetto) andrete ovunque vorrete.
A presenziare all’Easter Jeep Safari c’erano pure sei concept su base Gladiator, realizzate in collaborazione con il reparto Mopar di FCA: Scrambler, Flatbill, Gravity, Wayout,J6 e Fivequarter.