La partenza dall’Ungheria, il grande ritorno al Sud dopo qualche polemica sulla scorsa edizione per l’eccessiva ‘nordizzazione’ del tracciato, lo Stelvio Cima Coppi. Sono solo alcuni dei motivi del Giro d’Italia 2020, edizione n.103, il cui percorso è stato svelato oggi a Milano. L’attrazione principale, dal punto di vista del carisma, sarà paradossalmente un corridore che per caratteristiche il Giro non lo potrà vincere. Per la prima volta in carriera ci sarà infatti Peter Sagan, che pur con qualche esitazione, ha confermato il suo sì dal palco (dove era affiancato dal vincitore uscente, Richard Carapaz): “Proverò a esserci, manca ancora mezzo anno, ma se non succede niente…”, spiega lo slovacco. Si rimette alla sua nuova squadra, l’Ineos, Richard Carapaz: “Spero veramente di essere al via, ne parlerò sicuramente con la squadra poi prenderemo una decisione. È un percorso molto interessante con tappe che possono riservare tante sorprese. Nell’ultima settimana c’è molta montagna, lo Stelvio potrebbe essere decisivo, spero veramente di esserci”.
Dunque per la 14a volta si partirà dall’estero. La prima fu nel 1965 a San Marino, l’ultima due anni da a Gerusalemme. La prima maglia rosa sarà uno forte a cronometro: sabato 9 maggio prova contro il tempo per le vie di Budapest di 8,6 km. Poi due tappe per velocisti e, senza giorno di riposo, trasferimento in Sicilia dove si svolgeranno 3 tappe. Qui il primo arrivo significativo in quota nella Enna-Etna (Piano Provenzana 1.775 m) di 150 chilometri. Salita anche in Calabria: tappa da Mileto a Camigliatello Silano (lunga ascesa finale di 22 km con pendenze che comunque non fanno la differenza). Arrivi in Puglia, a Brindisi e Vieste, prima del giorno di riposo.
La seconda settimana parte dall’ Abruzzo, San Salvo-Tortoreto Lido (212 km), per poi proseguire tra Marche e Romagna: da Porto Sant’Elpidio a Rimini. Il giorno successivo partenza e arrivo a Cesenatico con un percorso non facile che ricalca quello della Gran Fondo Nove Colli. In Veneto forse il primo snodo chiave: la cronometro da Conegliano a Valdobbiadene, 33,7 km che comprendono lo strappo di Ca’ del Poggio. Quindi, e per la prima volta, una tappa partirà da una base aerea delle Frecce tricolori: domenica 24 via da Rivolto, percorso molto difficile (appesantito dalla fresche fatiche della crono) con arrivo a Piancavallo (la Montagna Pantani) dopo aver scalato Sella Chianzutan, Forcella di Monte Rest e Forcella di Pala Barzana.
Ultima settimana molto tosta. Martedì 26, l’arrivo a San Daniele del Friuli sarà caratterizzato dalla presenza nel finale del Monte Ragogna, un inedito del Giro da scalare per 3 volte. Mercoledì 27 maggio 5000 metri di dislivello nella Bassano del Grappa-Madonna di Campiglio: in giornata l’inedita Forcella Valbona, il Monte Bondone dal versante di Aldeno e il Passo Durone prima del traguardo. Spettacolare la tappa 18, da Pinzolo ai Laghi di Cancano (arrivo inedito): partenza in salita – nel vero senso del termine con il Campo Carlo Magno, quindi Passo Castrin e il Passo dello Stelvio (Cima Coppi con i suoi 2758 metri) dal versante di Prato allo Stelvio. Dopo la discesa si attacca subito la salita per i Laghi di Cancano. Venerdì 29 la tappa più lunga del Giro da Morbegno ad Asti, 251 km, ultima chance per i velocisti. E se la maglia rosa fosse ancora incerta, la parola fine sarà scritta nella ventesima tappa: da Alba a Sestriere (Tappa Bartali). Subito i 2.744 metri del Colle dell’Agnello, quindi sconfinamento in Francia per affrontare il Col d’Izoard. Rientro in Italia dal Monginevro e salita finale di Sestriere. Più di una vota sopra i 2000, quindi saranno molto importanti anche le condizioni climatiche che ci saranno nel prossimo mese di maggio. Sabato 31 maggio chiusura con la cronometro individuale da Cernusco sul Naviglio, Città Europea dello Sport 2020, a Milano (per la 78esima volta) in Piazza Duomo, proprio sotto la Madonnina. In tutto 16,5 km senza problematiche altimetriche.