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    MotoGP, Marquez: “Mi fido della Honda, voglio tornare ai massimi livelli”

    ROMA – Marc Marquez ha parlato della situazione in Honda dopo un 2022 complicato sotto tutti i punti di vista in MotoGP. Senza il pilota di Cervera, ai box per gran parte dell’anno e a secco di vittorie, la casa giapponese ha raccolto solo risultati deludenti, ma il Cabroncito è convinto di poter invertire la rotta nel 2023. “Honda sta reagendo, mi fido di loro al cento per cento, mi sto preparando perché voglio vincere il Mondiale – ha detto ai microfoni di “Europa Press” -. Più avanti, quando proveremo la nuova moto, si vedrà dove siamo e dove ci mettono i rivali. Perché a volte migliori tu, ma il rivale migliora di più”. Guarda la galleryUna BMW M3 per Pecco Bagnaia
    Le parole di Marquez
    “In Honda la crisi è iniziata quando mi sono infortunato gravemente, prima vincevamo da quattro anni, nel 2019 praticamente stravinto – ha aggiunto Marquez -. Poi mi sono infortunato, il loro pilota di punta non era in pista ed è lì che sono iniziate le complicazioni. Ma mi fido molto della Honda, mi hanno rispettato molto. Si fidano di me e il mio obiettivo è tornare ai massimi livelli per ambire al massimo insieme alla Honda LEGGI TUTTO

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    F1, Leclerc fa mea culpa: “Ecco quale è l’errore che mi è costato caro”

    ROMA – Charles Leclerc sin dagli esordi in F1 non è mai sfuggito dalle proprie responsabilità. E anche in un’intervista rilasciata al sito The Race, il monegasco della Ferrari ha ricordato l’errore commesso nel GP di Francia, quando era al comando della corsa, in una gara vinta poi dal futuro campione iridato Max Verstappen. “I momenti più difficili sono sempre gli errori, perché sono sempre stato severo con me stesso. Ripensando all’ultima stagione, ne ho commesso uno che mi è costato caro in Francia”.
    La reazione all’errore
    Leclerc, secondo in classifica generale dietro a Verstappen, dopo una lotta fino all’ultimo giro con l’altro pilota Red Bull Sergio Perez, ha analizzato la sua reazione agli errori. “Ogni volta che sbaglio reagisco sempre in un modo peggiore rispetto quando è un collega a commettere un errore. Parlando dell’annata in generale – spiega il ferrarista – purtroppo succede sempre di commettere degli errori. Questo sicuramente mi è costato caro in termine di punti e classifica perché in quel momento ero in testa al GP, però so che può succedere”.
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    F1, Leclerc ricorda l’errore in Francia: “Mi è costato caro”

    ROMA – Uno dei tratti distintivi di Charles Leclerc sin dal suo arrivo in F1 è stata la sua forte dose di autocritica. E anche in un’intervista rilasciata al sito The Race, il pilota della Ferrari è tornato sull’errore commesso nel GP di Francia, quando era al comando della corsa, in una gara vinta poi dal futuro campione iridato Max Verstappen. “I momenti più difficili sono sempre gli errori, perché sono sempre stato severo con me stesso. Ripensando all’ultima stagione, ne ho commesso uno che mi è costato caro in Francia”.
    Leclerc e gli errori
    Un’annata comunque positiva per Leclerc, che ha chiuso il mondiale al secondo posto dietro Verstappen, ma per il monegasco l’errore è un momento duro da affrontare. “Ogni volta che sbaglio reagisco sempre in un modo peggiore rispetto quando è un collega a commettere un errore. Parlando dell’annata in generale – conclude il ferrarista – purtroppo succede sempre di commettere degli errori. Questo sicuramente mi è costato caro in termine di punti e classifica perché in quel momento ero in testa al GP, però so che può succedere”. LEGGI TUTTO

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    Petrucci: “Felice per Bagnaia che vince con la mia moto”

    Un anno fa di questi tempi si preparava per un’avventura completamente nuova, con la sabbia al posto dell’asfalto come terreno di gara, dando il via a un 2022 dove Danilo Petrucci ha essenzialmente sperimentato tutto: prima la Dakar, diventando il primo pilota capace di vincere sia una tappa del raid più famoso del mondo che una gara di MotoGP, poi l’esperienza di vita nel Motoamerica con Ducati e infine un ultimo tango – in Thailandia – proprio in MotoGP, in sella ad una Suzuki che di lì a poco avrebbe salutato la top class. Oggi Petrucci si trova nuovamente a sfidare l’ignoto, ma con qualche certezza in più. Il debutto nel mondiale Superbike infatti lo riporta nel paddock che lo ha lanciato, tra l’altro con lo stesso team – Barni – che gli permise nel 2011 di mettersi in luce, spiccando poi il volo verso la MotoGP. Nel presente del ternano c’è l’obiettivo di incrociare le traiettorie con Alvaro Bautista, fresco campione Superbike in sella alla Ducati, dopo aver conosciuto molto bene l’altro ducatista campione nel 2022 ossia Pecco Bagnaia, al quale in due occasioni – Pramac prima e Ducati ufficiale poi – ha lasciato la propria moto.
    Petrucci, il suo 2022 è stato un anno da ricordare. «Il 31 dicembre ho dormito in una tenda a 40 metri dal bivacco, causa Covid. Il primo gennaio è partita la mia prima Dakar, dalla quale sembra passato un secolo (ride ndr): è stata una esperienza fantastica, che mi ha regalato tanto. Dare gas per ore e ore in mezzo al nulla è un qualcosa di incredibile. Ho iniziato l’anno nel deserto e l’ho terminato con una gara di enduro, dopo il MotoAmerica e la MotoGP: è stato un lungo viaggio. L’unico cruccio è non aver vinto il titolo negli Stati Uniti, ma essenzialmente non c’è mai stata una vera lotta tra me e Gagne».
    Quali momenti dell’anno porta nel cuore? «Certamente la Dakar, anche grazie al fatto di essere diventato il primo pilota in grado di vincere una tappa oltre alla MotoGP. Mi porto nel cuore anche le due vittorie di Austin, dopo le quali ho trovato quasi tutto il paddock ad aspettarmi al parco chiuso, cosa che mi ha davvero riempito di gioia. Anche la gara con la Suzuki è da ricordare: fare tutto così in fretta, lavorare con i giapponesi e provare la moto, tutto bellissimo».
    Le manca più la MotoGP o la Dakar? «Tutte e due (ride ndr). Sono due esperienze veramente toste: la Dakar è un campionato in due settimane. Quando ho iniziato a pensarci mi sono detto “sono lunghe due settimane, io mi rompo le scatole anche in vacanza dopo 10 giorni”, quindi il pensiero di guidare la moto per tutto quel tempo è stato impegnativo. D’altro canto anche nell’ultimo quarto d’ora delle gare in MotoGP sei esausto, e non è facile. Sono due manifestazioni al top del panorama motociclistico: mi mancano entrambe, ma la differenza è che nella Dakar potrei ancora essere competitivo, in MotoGP non credo».
    Nel corso dell’anno si è dimostrato un vero catalizzatore di attenzione. Se lo sarebbe mai aspettato? «Assolutamente no, e sono estremamente grato di questo. La MotoGP mi ha dato tanto, ma la Dakar mi ha fatto conoscere da tante persone diverse. Nel motomondiale i piloti diventano spesso personaggi, mentre alle persone piace più vedere il lato vero delle persone: io alla Dakar sono stato senza padroni, dicendo e facendo tutto quello che volevo, cosa che è piaciuta molto al pubblico. Sono contento di aver trasmesso qualcosa alle persone».
    La MotoGP ora celebra il suo nuovo campione Bagnaia. Come giudica la sua vittoria? «Con Pecco ho sempre avuto un bel rapporto: ha preso il mio posto per due volte, meritatamente, quasi scusandosi entrambe le volte anche se non c’ era bisogno. L’ho sempre seguito, sin dai tempi della Moto3, e dall’anno in Mahindra ha spiccato il volo, senza più fermarsi. Ha faticato solo un po’ al debutto: quest’anno ha avuto la miglior moto, è vero, ma lui l’ha sfruttata al massimo vincendo. Sono contento che abbia vinto la Ducati».
    Torniamo a lei. Come è maturata la scelta della Superbike? «Non è stata semplice. Negli Usa è stato bello, anche grazie alle persone che ho conosciuto, e mi dispiace non poco non poter ritentare di vincere il titolo. Ho deciso però di accettare l’offerta del team Barni, che conosco dal 2011, per diversi motivi: ho 32 anni, di conseguenza ho pensato che un’occasione così forse non mi sarebbe ricapitata in futuro. Non potevo rischiare di non disputare nemmeno un anno in Superbike, era qualcosa che mi mancava e che sono curioso di fare, anche perché è il campionato da cui provengo, pur senza aver mai fatto una gara nella top class». LEGGI TUTTO

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    F1, Ferrari: a Sainz in regalo una 812 Competizione per Natale

    ROMA – La Ferrari accompagnerà Carlos Sainz anche lontano dai circuiti di Formula 1. La casa di Maranello ha infatti preparato uno speciale regalo di Natale per il pilota spagnolo, che ha appena concluso la sua seconda stagione in rosso. Si tratta della Ferrari 812 Competizione, personalizzata proprio per l’ex McLaren, che nel 2022 ha ottenuto il suo primo successo nel Circus. Le immagini della consegna del veicolo sono state pubblicate sui canali social, dove si vede Sainz vestito con un cappello natalizio mentre ammira il suo nuovo bolide.Guarda la galleryLa Ferrari 365 GT4 2+2 di Niki Lauda
    Il 2022 di Sainz
    Il 2022 è stato un anno di alti e bassi per Sainz, vincitore a Silverstone della sua prima gara in Formula 1 e quinto in classifica piloti, ben tre posizioni indietro rispetto al compagno in Ferrari Charles Leclerc. Nel 2023 l’obiettivo sarà quello di puntare con più frequenza alle posizioni di vertice, oltre che per il titolo mondiale. LEGGI TUTTO

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    F1: il super regalo della Ferrari a Carlos Sainz

    ROMA – Carlos Sainz sarà al volante della Ferrari anche fuori dalle piste di Formula 1. La casa di Maranello ha infatti preparato uno speciale regalo di Natale per il pilota spagnolo, che ha appena concluso la sua seconda stagione in rosso. Si tratta della Ferrari 812 Competizione, personalizzata proprio per l’ex McLaren, che nel 2022 ha ottenuto il suo primo successo nel Circus. Le immagini della consegna del veicolo sono state pubblicate sui canali social, dove si vede Sainz vestito con un cappello natalizio mentre ammira il suo nuovo bolide.Guarda la galleryF1, le più veloci al pit stop: la posizione della Ferrari
    La stagione di Sainz
    Il 2022 è stato un anno di alti e bassi per Sainz, vincitore a Silverstone della sua prima gara in Formula 1 e quinto in classifica piloti, ben tre posizioni indietro rispetto al compagno in Ferrari Charles Leclerc. Nel 2023 l’obiettivo sarà quello di puntare con più frequenza alle posizioni di vertice, oltre che per il titolo mondiale.
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    Alonso e l’elisir della giovinezza. Tutti lo vogliono

    TORINO – Incredibile Alonso, l’highlander della Formula 1. Non tanto e non solo perché è ancora in attività a dispetto dell’età non verdisissima (nel corso del’ormai prossimo 2023 compirà 42 anni) ma anche perché – vuoi per le sue dichiarazioni vuoi per il consenso che ancora riscuote – è sempre sulla bocca di tutti. Ne ha parlato con un vena maliziosamente polemica il suo ex compagno Esteban Ocon («Aver ottenuto più punti di Fernando è una grande soddisfazione per me») dimenticando che la monoposto dello spagnolo si è rotta troppo spesso (mentre la sua no). Ma sono interessanti le parole dello stesso Fernando, di qualche giorno fa, con le quali ha ammesso che non riuscirebbe a fare a meno della Formula 1. «Credo di essere diventato bravo perché nella mia vita non ho mai fatto altro che guidare – ha detto – non ho alcun piano per quando smetterò, il pensiero di stare seduto a casa mi spaventa. Se non ci sarà più la Formula 1, ci saranno altre categorie». Che, a dirla tutta, già ci sono state (Alonso si è ritirato una volta, prima di rientrare): ha corso in America (nella Indy), nel Wec (vincendo con la Toyota), nella Dakar.
    Lo spartito del fuoriclasse
    In un certo senso ha già scritto una sorta di “spartito” sul quale continuare a suonare. L’ambiziosa Aston Martin, che sta ampliando la sede di Silverstone ed è fortemente motivata a compiere un passo in avanti significativo, punta forte sul talento e sulle motivazioni di Alonso, che restano fortissime. «Continuo a imparare – ha detto di recente – e penso che l’Alonso di oggi batterebbe l’Alonso di ieri». È sempre così “gettonato” che Michael Andretti, tuttora deciso a entrare in Formula 1 con un team tutto suo (nonostante le resistenze), ha detto che Alonso farebbe parte di una sua ipotetica squadra ideale, insieme al giovane californiano Colton Herta. Resta da vedere se, come e quando, il campione asturiano riuscirà a tenere sotto controllo il braccio di ferro con la carta di identità. Merita comunque un sentito plauso.
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    F1 Ferrari, Vettel elogia l’ex compagno Leclerc: “Talento indescrivibile”

    ROMA – Charles Leclerc e Sebastian Vettel hanno avuto un rapporto privilegiato da compagni di squadra in Ferrari. Il monegasco ha dichiarato più volte di aver preso l’esperto tedesco come punto di riferimento nei primi anni nel Circus e seppur non sono mancati i momenti duri – come l’incidente di Interlagos nel 2019 – tra i due il rapporto di stima è rimasto immutato. Già in passato Vettel aveva definito Leclerc come “la stella più luminosa della F1” rincarando la dose nel podcast “Beyond the Grid”.
    L’elogio di Vettel
    “Charles dispone di una quantità indescrivibile di talento e il modo in cui riesce a trasmetterlo durante il giro di qualifica, il modo in cui spreme se stesso e la macchina, posso definirlo assolutamente fantastico”, questo l’attestato di stima di Vettel che ha lasciato il mondo della F1 proprio alla fine della stagione 2022.
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