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    F1, maxi accordo per l’Asia: il Mondiale in tv per 10 paesi fino al 2025

    ROMA – La Formula 1 sempre più presente in Asia. Il Circus ha infatti raggiunto un accordo con l’emittente BeIN Sports, che prevede la trasmissione del Modiale in dieci paesi del continente orientale fino ale 2025: si tratta di Hong Kong, Singapore, Timor Est, Thailandia, Malesia, Brunei, Indonesia, Filippine, Laos e Cambogia. Grande soddisfazione da parte di Mike Kerr, amministratore delegato della divisione Asia-Pacific di BeIN: “Siamo estremamente entusiasti di aggiungere la Formula 1 mentre continuiamo a investire per rafforzare la nostra linea di contenuti sportivi in continua espansione per i nostri spettatori. Con la rapida crescita che la Formula 1 ha registrato negli ultimi anni, non vediamo l’ora di lavorare al fianco della Formula 1 per ampliare la sua base di fan nei nostri mercati, offrendo un’esperienza visiva senza precedenti su tutti gli schermi”. Guarda la galleryFerrari 812 Competizione di Carlos Sainz
    Le parole di Holmes
    Anche Ian Holmes, direttore della divisione diritti media e creazione contenuti della Formula 1, ha parlato dopo l’ufficialità: “Dopo diversi anni di crescente interesse in Asia, siamo lieti di annunciare questa partnership con BeIN Sports, poiché la Formula 1 continua ad attrarre nuovi fan in tutto il mondo, la trasmissione di livello mondiale è fondamentale, e questo accordo ci permetterà di trovare modi nuovi e innovativi per i nostri fan in Asia di seguire e impegnarsi con il nostro sport LEGGI TUTTO

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    Ana Carrasco: la cicatrice dopo l’incidente shock, le moto e il titolo in SuperSport 300

    ROMA – Ana Carrasco è in queste ore al centro del dibattito nel mondo delle due ruote, in seguito al duro confronto con Alvaro Bautista per l’episodio avvenuto in occasione dei test della Superbike a Jerez, con la caduta del campione della Ducati. Lo spagnolo non ha infatti usato giri di parole per suggerire alla connazionale di andare a correre con gli amatori, forse dimenticando che anche la classe ’97 può fregiarsi del titolo di campionessa del mondo. Sì perché Carrasco, nel 2018, si è imposta nella SuperSport 300, dopo che l’anno prima era stata la seconda donna nella storia dei campionati mondiali di velocità su circuito a vincere una gara. Una vita passata sulle due ruote, con i primi campionati di minimoto a otto anni. A 20 anni, dopo una breve parentesi nel CEV, debutta nel motomondiale, e con il 15esimo posto di Sepang (poi bissato dall’ottavo a Valencia) diventa la prima donna a conquistare punti nel motomondiale. Dopo una nuova parentesi al CEV, nel 2017 ecco l’approdo nella SuperSport 300.
    La caduta e la terribile cicatrice; poi il ritorno in Moto3
    È qui che nel 2020, dopo due secondi posti e la vittoria in gara-1 a Portimao, proprio in Portogallo, ma ad Estoril, arriva una caduta da lei poi definita “stupida” ma rovinosa, che avrebbe potuto avere conseguenze decisamente gravi. Infatti, Carrasco riporta la frattura di due vertebre ma ha rischiato di rimanere paralizzata. Avevano fatto scalpore le immagini della cicatrice dopo l’intervento alla schiena, dalla quale la nativa di Cehegin è però riuscita a riprendersi tornando alle corse in tempo per la stagione 2021, anno in cui centra un’altra vittoria, a Misano. Il 2022 è stato poi l’anno del ritorno nel motomondiale, sempre in Moto3, senza però andare mai a punti; è stata infine confermata per il 2023 con il team BOE Motorsports su KTM.  LEGGI TUTTO

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    Test Superbike, scintille Bautista-Ana Carrasco: cos’è successo

    ROMA – Si accendono i motori e subito in pista si creano le prime tensioni, nonostante ci sia ancora da attendere per l’inizio ufficiale delle competizioni. Protagonisti sono stati Alvaro Bautista e Ana Carrasco, in pista nei test congiunti con Superbike e Supersport sul circuito di Jerez, in un format già ampiamente criticato da più parti in quanto vede correre insieme due categorie con prestazioni assolutamente distanti. Il casus belli è stata la caduta del campione del mondo della Ducati, che ai microfoni di Speedweek ha così spiegato l’accaduto, puntando il dito contro la connazionale: “Ana mi precedeva di circa mezzo rettilineo, ma in staccata mi sono avvicinato troppo velocemente a lei. Ho dovuto raddrizzare la moto, sono finito sullo sporco e a quel punto la mia routa anteriore è scivolata. Non è successo niente. Ana dovrebbe correre con gli amatori, ora come ora è troppo lenta per correre con i ragazzi di Superbike e Supersport. Non è molto sicuro”. 
    Carrasco: “Non raccontare favole”
    La classe ’97, che di titoli mondiali se ne intende (ha vinto la SuperSport300 nel 2018), non è però stata a guardare, e tramite i propri social ha ribattuto: “Dici che devo andare con gli amatori solo perché sono donna? Ho visto la tua tabella sul rettilineo, sapevo che stavi arrivando. Tra curva 1 e 2 mi sono portata all’interno, mi sono girata per vedere quando passavi e ti ho visto cadere. Quindi non raccontare favole”.  LEGGI TUTTO

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    Ana Carrasco e Bautista, bufera Superbike: “Vai coi dilettanti” “Contafavole”

    ROMA – Mancano ancora diverse settimane al via ufficiale delle competizioni, ma in pista volano già gli stracci. Protagonisti sono stati Alvaro Bautista e Ana Carrasco, in pista nei test congiunti con Superbike e Supersport sul circuito di Jerez, in un format già ampiamente criticato da più parti in quanto vede correre insieme due categorie con prestazioni assolutamente distanti. Il casus belli è stata la caduta del campione del mondo della Ducati, che ai microfoni di Speedweek ha così spiegato l’accaduto, puntando il dito contro la connazionale: “Ana mi precedeva di circa mezzo rettilineo, ma in staccata mi sono avvicinato troppo velocemente a lei. Ho dovuto raddrizzare la moto, sono finito sullo sporco e a quel punto la mia routa anteriore è scivolata. Non è successo niente. Ana dovrebbe correre con gli amatori, ora come ora è troppo lenta per correre con i ragazzi di Superbike e Supersport. Non è molto sicuro”. 
    La risposta di Ana Carrasco
    La classe ’97, che di titoli mondiali se ne intende (ha vinto la SuperSport300 nel 2018), non è però stata a guardare, e tramite i propri social ha ribattuto: “Dici che devo andare con gli amatori solo perché sono donna? Ho visto la tua tabella sul rettilineo, sapevo che stavi arrivando. Tra curva 1 e 2 mi sono portata all’interno, mi sono girata per vedere quando passavi e ti ho visto cadere. Quindi non raccontare favole”.  LEGGI TUTTO

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    Ducati, ricetta Bagnaia: “Così rendiamo più spettacolare la MotoGP”

    ROMA – “La Sprint Race? È una mossa giusta. Dobbiamo rendere più spettacolare il Motomondiale”. Così, Pecco Bagnaia ha dato la sua benedizione alla Sprint Race, che sbarcherà in ogni Gran Premio a partire dal Mondiale 2023 di MotoGP. Intervistato da “GQ Italia”, il campione del mondo della Ducati si è detto favorevole all’introduzione delle mini-gare del sabato: “In fondo stiamo parlando di un tentativo di modernizzare il nostro sport. Non possiamo nasconderci: c’è un cambiamento generazionale in corso cui dobbiamo fare fronte con una mutazione del prodotto. Queste transizioni sono momenti che creano sempre un po’ di fastidi, di nervosismi, di arrabbiature. Ma ogni cosa è ciclica, e noi abbiamo il dovere di provare a coinvolgere un pubblico più giovane”.
    I dubbi iniziali
    “Pratico e vivo uno sport che è profondamente attaccato alla sua storia, alle sue tradizioni, e il pubblico si comporta di conseguenza, è legato al motociclismo di una volta – ha aggiunto Bagnaia, che ha ammesso l’iniziale scetticismo -. Quindi avevo paura che questo nuovo format potesse essere rigettato, o comunque contestato dai nostri appassionati. Solo che poi ci ho pensato su: noi piloti che andiamo in moto siamo sempre più giovani, il nostro pubblico è sempre più giovane, quindi è giusto provare ad accattivarcelo costruendo dei contenuti e offrendogli degli eventi adatti a questa nuova era. Ai tempi che stiamo vivendo”. LEGGI TUTTO

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    Andrea Iannone, spunta una Porsche da quasi 150mila euro nel suo garage

    Spesso a girare per le vie della città con delle supercar sono i calciatori che, nei loro momenti di pausa da allenamenti e partite, si dilettano a scorrazzare con le loro compagne d’avventura tutte scintillanti. In realtà però, anche se magari noi li vediamo di meno, anche i piloti del motomondiale amano godersi le auto di lusso, e la loro passione non è limitata solo alle due ruote.
    Lo sa bene Andrea Iannone, uno dei centauri più chiacchierati, prima per la sua precedente relazione con Belen Rodriguez, poi per la brutta vicenda del doping e adesso per essere il nuovo compagno di Elodie. Insomma, l’ex pilota Aprilia e Suzuki ha deciso di farsi un regalo e nel suo garage, spicca una Porsche 911 Carrera 4s.
    Iannone resta chiuso fuori dalla Porsche e rompe il finestrino a martellate
    L’auto di Andrea
    E’ stato Iannone stesso a svelare la sua Porsche ai suoi follower con una storia Instagram in cui l’auto si vede però parzialmente. Cattura subito la sua livrea total black luccicante, che conferisce alla Carrera un look accattivante e affascinante al tempo stesso. Il suo motore è un sei cilindri ed eroga ben 450 CV di potenza, con una lunghezza di 4.519 mm e una larghezza di 1.852 mm. Ha un prezzo di listino che parte da 141.916,00 Euro IVA inclusa. Non c’è altro da aggiungere: Andrea Iannone si è regalato proprio un bel gioiellino. LEGGI TUTTO

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    Vasseur: «La mia Ferrari? Vogliamo vincere, non ci sono alternative»

    Ci racconta come è avvenuta la chiamata da parte della Ferrari?
    «Le voci che circolano in Formula 1 le colgo anche io, avevo sentito che il mio nome circolava, ma non sapevo nulla. Però un po’ mi ero abituato all’idea… Poi, mentre ero a casa e stavo bevendo un caffè, è squillato il cellulare. Ma voglio chiarire che per me l’obiettivo non è lavorare alla Ferrari, ma vincere con la Ferrari. Siamo solo all’inizio».
    Cosa hanno detto i suoi figli (Vasseur ne ha quattro, ndr)?
    «Il più piccolo mi ha chiesto di trovare una scuola vicino a casa. Il più grande vive già da solo. Ora sono in hotel, sceglierò la casa insieme con mia moglie nelle prossime settimane».
    Sono figli ferraristi?
    «In genere, quando hai dodici o tredici anni guardi più ai piloti che alle squadre. Piace Hamilton« e piace Leclerc».
    Quali sono le sue prime impressioni in Ferrari?
    «Sono qui da due settimane, ho parlato direttamente solo con una cinquantina di persone, mentre in Ferrari siamo oltre 1200… Per ora ho raccolto impressioni positive, c’è una grande atmosfera. Vedo che tutti vogliono vincere, sento l’entusiasmo, ho constatato che tutti cominciano a lavorare presto e finiscono tardi, altro che “italian way of life”. Colgo che tutti hanno lo stesso obiettivo».
    Com’è stato il passaggio di consegne con Mattia Binotto?
    «Ottimo, il suo congedo è stato un buon congedo».
    L’anno scorso la Ferrari ha avuto alti e bassi, momenti esaltanti e altri meno. Ha capito che cosa non ha funzionato?
    «Cercare di capire che cosa non abbia funzionato l’anno scorso è il mio primo compito e anche il più difficile, almeno adesso. Passo dopo passo posso farcela. La Ferrari è andata molto bene nella prima parte della stagione, meno nella seconda».
    Allora parliamo del 2023. Cosa si aspetta, Vasseur?
    «Per adesso vedo che tutti lavorano nella stessa direzione. Ho sempre sentito dire che “alla Ferrari nulla è impossibile”, anche da chi ci aveva lavorato e magari si era trasferito in una squadra diretta da me. Credo che qui si sappiano spostare le montagne. Sono rimasto molto impressionato dal vedere strumenti, sistemi e attrezzature».
    Qual è stata la sua prima decisione da Team Principal della Ferrrari?
    «In squadra si parla inglese, ma io vivrò in Italia, con la mia famiglia (Vasseur ha quattro figli). La mia prima decisione è stata imparare l’italiano, prendo lezioni ogni mattina alle 7. Se ce l’ho fatta con il tedesco che si parla a Zurigo, posso farcela anche con l’italiano. In fondo francese e italiano hanno molto analogie».
    Oltre a questo, ha una lista di cosa da fare?
    «Certo, ma non la condivido».
    Come intende interpretare il suo ruolo?
    «Il mio compito è mettere tutti nelle condizioni di lavorare al meglio. L’ho fatto tante volte in anni di esperienza “al muretto”. Ho imparato e spesso ho avuto successo».
    Lei “riporta” a John Elkann o a Benedetto Vigna, il ceo?
    «Su questo, la situazione è molto chiara. Io sono qui per aiutare tutti a dare il massimo e puntare a vincere il Mondiale. Il resto crea inutile confusione. Detto questo, la parte sportiva della Ferrari non è un’azienda autonoma, dunque io riporto completamente al ceo Vigna. Però mi fa piacere che il presidente Elkann sia molto vicino alla squadra. Perché sono stato scelto? Beh, questo non chiedetelo a me…».
    Parliamo dei piloti? Armonizzare le ambizioni di Leclerc e Sainz non sarà facile…
    «Anche su questo deve esserci chiarezza. La Ferrari ha i mezzi per sostenere i due piloti alla pari, chiederò a entrambi di spingere al massimo. Altri discorsi si potranno fare più avanti nella stagione. Prima guida? Noi siamo la Ferrari e la Ferrari è la vera “punta”. Vale per tutti. Ma ho potuto verificare che i rapporti tra loro due sono ottimi, migliori di quanto tutti non credano all’esterno».
    Lei conosce Leclerc da tanti anni…
    «Certo, me lo ricordo a dodici anni, scoprii il suo talento vedendolo correre sui kart. Dite che sarà un vantaggio? Non lo so. Dite che lui abbia sostenuto la mia candidatura? Non so nemmeno questo. Conosco anche Sainz, l’avrei voluto in Renault e anche in Sauber. Ho avuto una cena prima con uno, poi con l’altro, poi con tutti e due. Infine una lunga chiacchierata con i rispettivi manager. Tutto è chiaro. Qui conta il gruppo».
    Dicono che lei gestisca la collezione di auto sportive di Carlos Tavares, il ceo Stellantis. È vero?
    «Conosco Tavares dagli Anni ‘90, collaboravamo insieme nelle corse Renault. Da allora siamo sempre rimasti in contatto, uniti dalla passione per le corse. E, no, non ho niente a che fare con le sue auto da corsa».
    Le rimproverano di essere troppo amico di Toto Wolff.
    «Lo sono, ma lui è una persona troppo intelligente per non sapere che saremo strenui avversari».
    Toto dice spesso che un pilota come Leclerc lo vorrebbe in Mercedes?
    «Beh, provi a prendercelo allora».
    Cosa si aspetta dalla nuova auto? Può anticipare qualcosa?
    «Per adesso ho visto i dati e ho sentito le relazioni degli ingegneri. Se dicessi qualcosa, sarebbero solo pettegolezzi. Più veloce dell’anno scorso? Le prestazioni sono sempre un dato relativo. Comunque sembra essere tutto a posto, ma conosco abbastanza le corse per sapere che un conto è quel che dice il simulatore, un conto quel che dice la pista. Per fortuna si comincia presto, in Bahrain. Allora avremo un’idea chiara. Vale per noi e per i nostri avversari. Siamo qui per vincere, non ci sono alternative».
    La Ferrari non ha un direttore tecnico, che le altre squadre hanno. Ne prenderete uno?
    «Ho parlato con tanti ingegneri, vedo che tutti vogliamo la stessa cosa, l’organizzazione è buona, ci sono competenze trasversali. Enrico Cardile sta svolgendo un buon lavoro in questo senso, si prosegue così».
    Tra i punti deboli dell’anno scorso possiamo elencare affidabilità e strategie.
    «L’affidabilità è un problema che sembra risolto, ho studiato i dati. Non è un tema che riguarda solo le rotture in gara, ma anche le “rotazioni” dei motori, e al banco prova ci sono state le risposte giuste. Per quanto riguarda le strategie, voglio capire bene come si lavora, non è solo una questione di persone. Ma c’è ancora un po’ di tempo prima di dover prendere delle decisioni».
    Ultimamente la Ferrari sembra avere avuto qualche incomprensione con le altre squadre e la Fia.
    «Una larga parte del mio lavoro è garantire che ci siano buoni rapporti con tutti gli altri team, con la Fia, con gli organizzatori. So che dovrò dedicare molto tempo a questo. Dobbiamo avere relazioni positive con tutti e io lavorerò anche per quello».
    Incombono già le scelte per il 2026.
    «Da un lato dobbiamo pensare a quello, dall’altro a vincere nel 2023, 2024 e 2025. Lavorerò su due fronti. La pressione psicologica? Se non la si sa gestire, meglio cercarsi un altro lavoro. Non è che valga solo per me, vale per tutti in Formula 1 e in Ferrari».
    I contratti dei piloti, di Leclerc in particolare, sono una priorità?
    «No, non adesso. Bisogna concentrarsi su un buon inizio di Mondiale. Di contratti si parlerà a tempo debito».
    Lei è il francese, prima di lei come Team Principal solo Jean Todt. Avverte una pressione extra? Vi siete sentiti?
    «La Formula 1 è cambiata troppo, non vi farò vedere il mio whatsapp per dirvi chi mi ha fatto per primo le congratulazioni. Comunque gli ho parlato, ma sono troppo concentrato sul presente per andare a rivedere cosa è successo negli Anni ‘90. Né lui ha potuto darmi dei consigli, anche se mi ha confermato quanto siano importanti l’entusiasmo e la passione».
    Un’ultima domanda: dorme bene la notte?
    «Abbastanza bene, grazie. Ma le mie notti sono corte… Del resto, se giochi a tennis vuoi essere a Wimbledon. Se ti occupi di corse, vuoi essere in Ferrari. Funziona così, no?». LEGGI TUTTO

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    F1 Ferrari, Leclerc e i test a Fiorano: c’è Vasseur

    ROMA – Terza e ultima giornata di test per la Ferrari sul circuito di Fiorano. Dopo Robert Shwartzman e Carlos Sainz, nel day-3 è toccato a Charles Leclerc scendere in pista al volante della SF21, la monoposto utilizzata dal Cavallino nel Mondiale 2021 di Formula 1. Una giornata decisamente migliore per quanto riguarda le condizioni meteorologiche rispetto al mercoledì, quando Sainz aveva guidato la vettura in condizioni di bagnato.Guarda la galleryFerrari 812 Competizione di Carlos Sainz
    Vasseur a guardare
    Non solo il sole ad accogliere la prima uscita in pista di Leclerc. A Fiorano presente infatti anche il nuovo team principal Frederic Vasseur, come testimoniato dall’account social della scuderia di Maranello, che ha immortalato l’ex Alfa Romeo ai box durante la giornata di test. LEGGI TUTTO