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    Tour de France, Pogacar brucia Vingegaard nella 20ª tappa. L’Italia fa festa con Ciccone

    Davide Martini

    Pubblicato il

    Lug 22 2023

    La spettacolare edizione 2023 della Grande Boucle regala emozioni fino alla fine: a Le Markstein lo sloveno regola Vingegaard allo sprint nel giorno dell’ultima tappa di montagna. Pinot esalta i francesi, Giulio Ciccone festeggia a braccia alzate la storica conquista della maglia a pois

    Un italiano a braccia alzate al Tour de France. A quattro anni e cinque giorni dall’ultimo successo azzurro alla Grande Boucle, quello di Vincenzo Nibali a Val Thorens, il movimento tricolore torna a battere un colpo nella corsa più importante del mondo. Con una tappa d’anticipo sulla conclusione, Giulio Ciccone è il miglior scalatore dell’edizione 2023 e salirà domenica sul palco degli Champs-Élysées con la sua fiammante maglia a pois. Questo il verdetto che interessava di più agli appassionati italiani della 20ª tappa del Tour, quella che ha sigillato, se ce ne fosse stato bisogno, la classifica finale, con il successo di Jonas Vingegaard davanti a Tadej Pogacar. Lo stesso ordine d’arrivo, ma ribaltato, della penultima tappa, vinta con rabbia dallo sloveno allo sprint proprio sul danese, regolando il gruppetto dei cinque “top”, completato dai gemelli Yates e da Felix Gall.

    Tour de France, Ciccone conquista la maglia a pois: Gall e Vingegaard si inchinano

    Giulio Ciccone ha fatto quanto annunciato alla vigilia. Attaccare fin dalla prima salita, in modo da chiudere il discorso prima che si scatenasse la bagarre per il successo di tappa. Detto, fatto, così lo scalatore della Lidl-Trek, aiutato da un encomiabile Mattias Skjelmose, è transitato per primo sui primi tre Gpm della giornata, il Ballon d’Alsace, il Col de la Croix de Moinats e il Col de Grosse Pierre. Proprio sul traguardo di quest’ultima salita Ciccone, salito a quota 103 punti in classifica e diventato quindi irraggiungibile per Gall, si è tolto lo sfizio di alzare le braccia per celebrare il risultato più importante della propria carriera. Per l’Italia è la nona maglia a pois nella storia del Tour, a 31 anni dall’ultima, quella di Claudio Chiappucci.

    Thibaut Pinot esalta i francesi, ma senza lieto fine

    A questo punto è iniziata l’”altra” tappa. Ciccone ha provato a restare in scia degli altri fuggitivi della prima ora, ma le gambe sono venute meno piuttosto in fretta. Così è scattata l’ora di celebrità per Thibaut Pinot, uno dei ciclisti più amati dai francesi, all’ultimo Tour della carriera. Lo scalatore della Groupama è via via riuscito a liberarsi della compagnia dei compagni di fuga scattando ai -5 dal Petit Ballon, penultima ascesa di giornata e di questo Tour, in cima alla quale Pinot è transitato per primo tra due ali di folla scatenate. Dietro, però, non si sono impietositi. Al contrario, l’UAE Emirates ha tirato per permettere a Tadej Pogacar di giocarsi la vittoria di tappa, con Jonas Vingegaard a non mollare di un centimetro, pur essendo rimasto da solo per la caduta di Sepp Kuss a inizio tappa, insieme a Carlos Rodriguez, ferito al volto.

    Tour de France, a Le Markstein Pogacar beffa Vingegaard il “cannibale”

    I primi due della classifica insieme a Gall hanno raggiunto e staccato Pinot ai -12 dal traguardo, poco prima dello scollinamento del Col du Platzwrwasel, venendo raggiunti nel finale dai gemelli Adam e Simon Yates, il primo chiamato a tirare la volata a Pogacar, il secondo in lotta per il quarto posto sul filo dei secondi con Rodriguez. Il finale a cinque ha rappresentato la degna conclusione di questo spettacolare Tour: Vingegaard ha provato lo scatto a 200 metri dal traguardo, venendo però letteralmente “mangiato” da un Pogacar più rabbioso e motivato, che rosicchia così quattro, simbolici secondi d’abbuono e chiude il suo Tour con pochi rimpianti e due tappe vinte.

    Lug 22 2023 LEGGI TUTTO

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    Tour de France: Pogacar vince la 20^ tappa, Vingegaard re della Grande Boucle

    Ottavio Bottecchia è stato anche il primo italiano a vincere il Tour. Soprannominato il “Muratore del Friuli” perché prima di diventare professionista era stato carrettiere, nonché bersagliere nel 6º Battaglione ciclisti, medaglia di bronzo al valor militare. Botescià – come lo chiamavano maldestramente i ‘cugini’ – trionferà nel 1924 (in giallo dalla prima all’ultima tappa) e nel 1925. Dopo di lui, Gino Bartali (’38 e ’48), Fausto Coppi (’49 e ’52), Gastone Nencini (’60), Felice Gimondi (’65), Marco Pantani (’98) e Vincenzo Nibali (2014). LEGGI TUTTO

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    Ciclismo, il 17enne Jacopo Venzo è morto dopo una caduta in discesa in Austria

    Il ciclista junior vicentino Jacopo Venzo, 17enne di Cartigliano (Vicenza) è morto in Austria dopo una terribile caduta in discesa durante la prima tappa della Junioren Rundfahrt. L’annuncio è arrivato oggi, anche se la tragedia è accaduta ieri, della sua squadra, la Campana Imballaggi Geo&Tex Trentino con un post su Facebook. 
    Il messaggio del team
    “Jacopo era un ragazzo straordinario, con un futuro tutto da scrivere nello sport esoprattutto nella vita, e per questo fa ancora più male. Tutta la Campana Imballaggi Geo&Tex Trentino si stringe intorno alla famiglia, agli amici e a tutti quelli che volevano bene a Jacopo in questo momento di immane dolore. Chiediamo di rispettare la privacy della famiglia e ringraziamo tutti quelli che ci faranno sentire il loro appoggio. Adesso abbiamo un angelo in più a proteggerci lassù. Ciao Jacopo,grazie per i bei momenti passati assieme. Non puoi immaginare quanto ci mancherai”. LEGGI TUTTO

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    Tour de France, Ciccone verso l’impresa: quanti punti servono per la maglia a pois. Gli 8 predecessori italiani

    Davide Martini

    Pubblicato il

    Lug 22 2023

    Aggiornata in negativo la striscia di tappe senza vittorie al Tour de France, il ciclismo italiano è a un passo da un traguardo storico: Giulio Ciccone può conquistare la maglia a pois di miglior scalatore, che all’Italia manca dal 1992 con Claudio Chiappucci

    83, 88, ma anche 92. Il “terno” sintetizza al meglio il delicato momento che il ciclismo italiano sta vivendo al Tour de France. La Grande Boucle è la corsa più famosa e importante del mondo, ma da ormai troppo tempo gli atleti azzurri fanno solo le comparse. Qualcosa però potrebbe cambiare molto presto grazie alle imprese di Giulio Ciccone.

    Tour de France, Giulio Ciccone a un passo dalla maglia a pois: Gall e Vingegaard i rivali

    E allora spieghiamoli, quei numeri. L’83 (destinato a diventare 85…) riguarda il digiuno di successi di tappa per i corridori italiani al Tour. L’ultimo ad alzare le braccia ad un traguardo resta Vincenzo Nibali, il 27 luglio 2019 a Val Thorens. Gli altri due sono positivi e riguardano ciò che potrebbe prendere forma nella 20ª tappa del Tour 2023, la Belfort-Le Markstein: l’affermazione di Giulio Ciccone nella classifica degli scalatori. L’abruzzese detiene la maglia a pois dal 16 luglio, giorno della scalata al Monte Bianco. Alla vigilia dell’ultima frazione l’alfiere della Lidl-Trek ha, appunto, 88 punti. Sei in più di Felix Gall, il re del Col de la Loze e sette in più di sua maestà Jonas Vingegaard. Insomma, quando alla fine mancano otto Gpm, due dei quali di prima categoria e tre di seconda, l’Italia è vicina a portare un proprio rappresentante in maglia a pois agli Champs Elysees 31 anni dopo quel 1992, quando l’impresa riuscì a Claudio ‘El Diablo’ Chiappucci.

    Tour, le salite della penultima tappa: Petit Ballon e Col du Platzerwasel

    Ma cosa deve fare Giulio Ciccone per mettere al sicuro il risultato e godersi domenica l’ultima tappa parigina? Nessuno dei big di classifica ha portato a casa punti nei due Gpm di venerdì (terza e quarta categoria) e i giochi dovrebbero essere fatti prima di domenica, quando si “scalerà” il Cote du Pavé des Gardes (quarta categoria). Le ascese in programma sabato saranno ben sei. Nell’ordine Ballon d’Alsace, Col de la Croix de Moinats e Col de Grosse Pierre, tutte di seconda categoria, il Col de la Schlucht (terza) e poi le più impegnative, il Petit Ballon e il Col du Platzerwasel, entrambe di prima categoria. I punti in palio sono quindi ancora tantissimi. Ricordiamo infatti che le salite di prima categoria danno punti ai primi sei, rispettivamente 10, 8, 6, 4, 2 e 1, mentre quelle di seconda ai primi quattro (5, 3, 2 e 1). Due punti e uno vengono invece assegnati a chi transita primo e secondo nelle ascese di terza categoria.

    Caccia alla maglia a pois: Gall e l'”ostacolo” classifica generale

    Tutto lascia pensare che sabato Vingegaard, dopo la “delusione” per la mancata vittoria a Courchevel, indosserà i panni del cannibale e cercherà di vincere la tappa. Un pericolo per Ciccone, che dovrà però guardarsi in primo luogo da Gall al quale, al contrario, interesseranno solo i traguardi parziali per provare a ribaltare la classifica. Va però detto che l’austriaco è 8° in generale e che per questo ogni suo movimento sarà controllato dagli altri componenti della top ten, in particolare Jai Hindley, 7° con meno di 2’30” di vantaggio sullo scalatore dell’Ag2 Citroen. Ciccone comunque non dovrà fare calcoli e correre nell’unico modo che gli ha permesso di guardare tutti dall’alto tra gli scalatori. Ovvero all’attacco, fin dalle prime salite. Obiettivo, fare bottino di punti e scoraggiare Gall, che sembra avere qualcosa di più a livello di condizione generale.

    Quanti punti deve fare Giulio Ciccone per la maglia a pois?

    Il piano della Lidl potrebbe quindi vedere Giulio in fuga fin dalla prima ora per guadagnare i 17 punti in palio nei Gpm più “semplici”. A quel punto sul Petit Ballon e sul Col du Platzerwasel, potrebbe anche bastare giocare in difesa. Del resto l’obiettivo è molto prestigioso, sotto tutti i punti di vista. Sul piano economico, infatti, vincere la classifica degli scalatori garantisce ben 25.000 euro, ai quali aggiungere i 300 per ogni giorno in cui la maglia viene indossata. Dal punto di vista storico e statistico, poi, Ciccone entrerebbe in un circolo molto ristretto per il ciclismo italiano.

    Tour de France, gli 8 italiani che hanno conquistato la maglia a pois

    Sono infatti finora solo otto i corridori azzurri che sono stati capaci di portare la maglia a pois a Parigi. Detto che l’ultimo è stato Chiappucci, riuscito nell’impresa nel 1991 e nel ’92, appena altri tre miti erano riusciti a fare doppietta, ma solo uno in due anni consecutivi, Ottavio Bottecchia nel 1924 e nel ’25. A quota due successi ci sono anche Gino Bartali nel 1938 e nel ’48 e Fausto Coppi nel 1949 e nel ’52. Come dire, bastano i nomi per far venire i brividi a Giulio Ciccone, a un passo dall’eguagliare Michele Gordini, miglior scalatore del Tour nel 1927 e Gastone Nencini (1957). Prima di Chiappucci l’impresa era riuscita anche a Giancarlo Bellini nel 1976 e a Giovanni Battaglin nel 1979. Il primo era stato capace di staccare di un solo punto Lucien Van Impe, quell’anno vincitore del Tour, il secondo, due anni prima della storica accoppiata Giro-Vuelta, chiuse il Tour al 6° posto.

    Lug 22 2023 LEGGI TUTTO

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    Tour de France, la 20^ tappa da Belfort a Le Markstein: percorso e altimetria

    Ballo finale al Tour de France. Cinque GPM e 133 chilometri da Belfort a Le Markstein Fellering per decidere chi sarà il vincitore di questa edizione della Grande Boucle, chi arriverà sul podio e quali saranno i migliori delle classifiche speciali, maglia Verde, Pois e Bianca. Ecco qui il percorso e l’altimetria della 20^tappa, l’ultima prima del consueto arrivo sugli Champs Elysees nel giorno conclusivo. 

    Il percorso e l’altimetria
    Subito dopo la partenza da Belfort, già al chilometro 24 i ciclisti sono chiamati allo sforzo di scalare il Ballon d’Alsace, 11,5 chilometri con pendenze medie del 5,3% che condurranno allo scollinamento a 1173 metri di altezza. Discesa molto tecnica e tra i chilometri 56 e 61 ci sono in rapida sequenza i GPM del Col de la Croix des Moinats e il Col de Grosse Pierre. Altri saliscendi insidiosi e nuova discesa che causerà un dislivello notevole, fino ai 390 metri di altezza a Munster. Lo sconfinamento in Germania produrrà poi un’altra difficile ascesa fino al Petit Ballon, lunga 9,3 chilometri con pendenze medie dell’8,1%.Discesa e fatica conclusiva dell’intero Tour per arrivare all’ultimo GPM, il Col du Platzerwasel (7,1 km con l’8,4%). Da qui un tratto pianeggiante di pochi chilometri fino al traguardo di Le Markstein Fellereing.  LEGGI TUTTO

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    Tour de France, la 19^ tappa in diretta live

    Solo due GPM costellano il tragitto. Il primo, il Cote du Bois de Lionge, è un quarta categoria di 1,9 chilometri con pendenza media del 5,7%. Arriverà verso il chilometro 24 del percorso. L’ultimo, il Cote d’Ivory, si trova a meno di 30 chilometri dal traguardo: è un terza categoria di 2,3 km con pendenza media del 5,9%. In mezzo una serie di saliscendi con il traguardo volante di Ney. Il GPM finale, seguito da una lunga e impegnativa discesa, potrebbe fare selezione ed essere decisivo per l’esito della tappa LEGGI TUTTO

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    Tour de France, il percorso e l’altimetria della 19^ tappa con arrivo a Poligny

    Da Moirans en montagne a Poligny, 172, 8 chilometri adatti a possibili attacchi e fughe da lontano e che non dovrebbero mettere in discussione la classifica generale, così come accaduto nella tappa di giovedì 20 luglio. Ecco il percorso e l’altimetria della terzultima frazione di questa edizione della Grande Boucle, sempre più saldamente tra le mani di Jonas Vingegaard. 

    Il percorso e l’altimetria
    Solo due GPM costellano il tragitto. Il primo, il Cote du Bois de Lionge, è un quarta categoria di 1,9 chilometri con pendenza media del 5,7%. Arriverà verso il chilometro 24 del percorso. L’ultimo, il Cote d’Ivory, si trova a meno di 30 chilometri dal traguardo: è un terza categoria di 2,3 km con pendenza media del 5,9%. In mezzo una serie di saliscendi con il traguardo volante di Ney. Tappa adatta alle fughe da lontano e poco avvezza ai velocisti, che potrebberò però avere voglia di rivalsa dopo il beffardo arrivo a Bourg-en-Bresse. Il GPM finale, seguito da una lunga e impegnativa discesa, potrebbe fare selezione ed essere decisivo per l’esito della tappa.  LEGGI TUTTO

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    Tour de France, Asgreen beffa il gruppo a Bourg-en-Bresse. E Van Aert corre dalla moglie

    Davide Martini

    Pubblicato il

    Lug 20 2023

    Dopo le spettacolari tappe di montagna alla Grande Boucle ci si aspettava la volata e il pokerissimo di Philipsen, ma la 18ª tappa regala un’altra sorpresa: il danese della Soudal-Quick Step regola il quartetto di fuggitivi e beffa il gruppo arrivato a tre secondi

    Al Tour de France le sorprese non finiscono proprio mai. Dopo lo show di Jonas Vingegaard nella crono di Combloux e il successivo crollo di Tadej Pogacar sul Col de la Loze, anche la 18ª tappa, la Moûtiers- Bourg en Bresse, di 185 km, regala un finale del tutto inaspettato, con successo di Kasper Asgreen (Soudal Quick-Step).

    Tour de France, niente pokerissimo per Philipsen: a Bourg en Presse va in porto la fuga

    Quando era tutto pronto per consumare il penultimo sprint prima di quello degli Champs Élysées, infatti, di mezzo si è messo un quartetto di indiavolati ed indomiti fuggitivi, capaci di resistere alla rimonta e di negare il volatone finale. Il successo di Asgreen è una beffa per la Alpecin-Deceuninck e Jasper Philipsen, già pronto a festeggiare il quinto trionfo di quest’edizione. Per il vincitore del Giro delle Fiandre 2021 si tratta del primo successo in carriera al Tour de France, ma un sentito ringraziamento il danese dovrà mandarlo a Victor Campenaerts. Il belga è stato l’autentico mattatore del quartetto di fuggitivi composto anche da un altro corridore della Lotto Dsnty, Pascal Eenkhoorn, oltre che dal norvegese Jonas Abrahamsen della Uno-X Pro Cycling Team.

    Campenaerts inesauribile, il gruppo è beffato sul traguardo

    I quattro sono scattati a oltre 80 km dalla fine e non si sono mai arresi. Il gruppo ha sottovalutato la situazione, pagando le fatiche dei giorni di montagna e il fatto di essere arrivati a fine Tour, con le energie al lumicino e tante squadre decimate. Il vantaggio dei quattro si è sempre mantenuto sui 18-20” fino agli ultimi chilometri e il disperato forcing finale del gruppo non è bastato di fronte ai ritmi forsennati tenuti in particolare da Campenaerts. Asgreen ha così avuto la meglio su Eenkhoorn nello sprint ristretto, con Philipsen a vincere la volata del gruppo che aveva riassorbito lo stesso Campenaerts. Delusione per tante squadre. La Alpecin Deceuninck, ma anche la Bora-Hansgrohe, che ha provato a ricompattare le fila per Jordi Meeus e la l’Intermarché-Circus-Wanty, decisa a lanciare Biniam Girmay.

    Wout Van Aert si ritira e corre dalla moglie per il parto

    Nulla da fare e a questo punto Philipsen dovrà aspettare i Campi Elisi per cercare il pokerissimo, dal momento che la tappa di venerdì, da Moirans-en-Montagne a Poligny, sembra prestarsi a colpi di mano da lontano. Il pensiero che va al compagno di squadra del belga Mathieu Van der Poel, a caccia di un acuto in vista dei Mondiali di Glasgow. Quanto al suo rivale storico, Wout Van Aert, il suo Tour è finito prima della partenza della 18ª tappa. Il belga, di concerto con la Jumbo-Visma, è infatti tornato a casa in tutta fretta per stare accanto alla moglie Sarah, incinta e prossima al parto. Avrà apprezzato e capito anche Vingegaard, grato per i grandi e decisivi sforzi compiuti da WVA per portarlo in giallo a Parigi…

    Lug 20 2023 LEGGI TUTTO