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    Tour of the Alps, Geoghegan Hart vince la tappa 1^ tappa: la classifica

    Tao Geoghegan Hart conquista la 1^tappa del Tour of Alps 2023, 127,5 km da Rattenberg ad Alpbach. Il ciclista della Ineos Grenadier, vincitore del Giro d’Italia 2020, è anche la prima maglia verde della corsa. Hart ha preceduto l’austriaco Felix Gall (Ag2r Citroen) e Hugh Carthy (EF). Per il 28enne britannico è il terzo successo di tappa nella corsa euro-regionale, dopo i due conquistati nell’edizione 2019. Martedì è in programma la 2^ tappa, da Reith im Alpbachtal a Renon, con ingresso in Alto Adige. 

    La cronaca della gara
    Geoghegan Hart ha preso l’iniziativa quando mancavano 500 metri alla conclusione sulle rampe dell’impegnativa salita verso Alpbach, precedendo sul traguardo il tirolese Felix Gall (Ag2r Citroen) e l’altro britannico Hugh Carthy (EF Education First-EasyPost), quest’ultimo ripreso nei pressi del traguardo. Come nel 2019, il britannico è il primo leader della Classifica Generale del Tour of the Alps con 6” di vantaggio su Gall e 10” su Carthy. Il primo degli italiani al traguardo è Lorenzo Fortunato, staccato di 10” dal vincitore.  LEGGI TUTTO

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    Amstel Gold Race, vince Pogacar: risultati e classifica

    Il trittico delle Ardenne inizia nel migliore dei modi per Tadej Pogacar. Il fuoriclasse sloveno ha vinto l’Amstel Gold Race, conquistando così la seconda classica della stagione dopo il Giro delle Fiande. “Ho ancora tanta fame” aveva detto Pogacar alla vigilia della corsa e la sua voglia l’ha dimostrata nei 253,6 km da Maastricht a Valkenburg, riuscendo a fare la differenza sui 33 muri con forza e intelligenza tattica. La gara è esplosa sull’Eyserbosweg, con un’accelerata dello sloveno: gli unici che riescono a restare a ruota sono Pidcock e Healy. L’equilibrio tra i tre dura fino ai -30 dal traguardo, quando Pogacar è riuscito a staccare i due rivali sul Keutenberg con una progressione incredibile senza mai alzarsi sui pedali. Secondo posto per l’irlandese Ben Healy, terzo l’inglese Thomas Pidcock. Il primo degli italiani è Andrea Bagioli, sesto.

    I numeri di Pogacar
    Per lui è l’undicesima vittoria stagionale (6 successi di tappa, le classifiche generali della Vuelta Andalucia e Parigi-Nizza oltre a Clasica Jaen Paraiso Interior e Giro delle Fiandre), il quarto nella storia a fare l’accoppiata Fiandre-Amstel e il quinto nella storia a vincere Tour de France e Amstel Gold Race dopo Bjarne Riis, Joop Zoetemelk, Bernard Hinault ed Eddy Merckx. E non è finita con le classiche di primavera perché il trittico delle Ardenne proseguirà mercoledì con la Freccia Vallone e, domenica prossima, la Liegi-Bastogne-Liegi. LEGGI TUTTO

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    Morto per un malore in bici Dario Acquaroli, ex campione di Mountain Bike

    Dramma nel giorno di Pasqua a Camerata Cornello (Bergamo): intorno alle 13, Dario Acquaroli, ex campione di mountain bike originario di San Giovanni Bianco e residente a San Pellegrino Terme sempre nella Bergamasca, è morto in una zona impervia mentre era in sella alla sua bicicletta.

    Acquaroli era atteso dalla sorella per il pranzo: il decesso potrebbe essere stato causato da un malore.  Sul posto è stato inviato dal 118 l’elicottero decollato da Como e il personale del Soccorso alpino. A chiamare i soccorsi sono stati alcuni ciclisti che hanno trovato Acquaroli a terra, accanto alla sua bicicletta, lungo una mulattiera che da Cespedosio porta in paese. Vani i soccorsi.

    Dario Acquaroli era nato il 10 marzo 1975 a San Giovanni Bianco ed è stato uno dei più forti specialisti italiani di sempre nella mountain bike: ha corso 19 mondiali con la Nazionale italiana tra cross country e marathon, vincendo due titoli europei (1992, 1993) e due titoli mondiali (1993, 1996) oltre a cinque titoli italiani (1992, 1993, 1996, 2000, 2005). Nella sua carriera ha difeso i colori di Team Bianchi, Full-Dynamix e Sintesi Larm. LEGGI TUTTO

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    Parigi-Roubaix, le foto più belle dell’edizione 2023

    Tra mille emozioni è andata in archivio l’edizione numero 120 della Parigi-Roubaix, vinta da Mathieu Van Der Poel, quarto corridore nella storia a riuscire a vincere Sanremo e Roubaix lo stesso anno. Ecco gli scatti più belli tra la polvere del pavé, l’incessante tifo a bordo strada e la fatica dei corridori
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    Ciclismo, la Parigi-Roubaix 2023: la corsa LIVE

    Al via l’edizione 120 della “Regina delle classiche”, 257 chilometri da Compiègne fino al mitico velodromo di Roubaix. La diretta su Eurosport, canale 210 della piattaforma Sky. Si attende il duello tra Van Aert e Van der Poel, con Ganna pronto a inserirsi nella battaglia. Benvenuti all’Enfer du nord (L’Inferno del nord): qui il LIVE della corsa
    PARIGI-ROUBAIX, LE CURIOSITA’ E I FAVORITI LEGGI TUTTO

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    Ciclismo, Parigi-Roubaix donne: vince canadese Jackson. Katia Ragusa seconda

    La 34enne canadese Alison Jackson, del team EF, ha vinto la terza edizione della Parigi-Roubauix donne (ottavo successo in carriera, decisamente il più importante), imponendosi nello sprint che un gruppetto di fuggitive ha disputato sulla pista del velodromo della città francese dopo una fuga di 130 km. Al secondo posto si è piazzata Katia Ragusa. Per la la 25enne vicentina di Schio un risultato comunque prestigioso. Terza la belga Marthe Truyen. Nona Chiara Consonni, con due azzurre quindi in top 10. Elisa Longo Borghini è invece giunta al velodromo di Roubaix al ventesimo posto, dopo una caduta che ha segnato la sua corsa e che ha coinvolto molte atlete di testa.  LEGGI TUTTO

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    Ganna: “La Parigi-Roubaix è come una roulette russa”

     “La gente dice che la Parigi-Roubaix è una gara fantastica, ma non è così. E’ divertente per le persone che la guardano in televisione o dal ciglio della strada, seduti in un camper. Ma i corridori non possono dire che gli piaccia. Devi essere un po’ matto per amare la Roubaix. E’ una corsa dolorosa, mette a dura prova il fisico”. A 26 anni Filippo Ganna è nel pieno della carriera agonistica e ha già dato prova della sua capacità di resistere alla fatica. Eppure il gigante di Verbania – già vincitore nel 2016 della prova under 23 – guarda con un misto di odio-amore alla classica che domenica cercherà di vincere: “L’anno scorso (quando arrivò 35/o ndr) sono stato male poche settimane prima. Non ero al massimo della forma. Questa volta è molto diverso. Ho buone ragioni per crederci”.

    “La Roubaix è fatta di sforzi intensi”
    “Guidare su una pista liscia non è paragonabile allo sforzo da produrre su strade sconnesse – premette Ganna, due volte campione del mondo a cronometro (2020, 2021) e cinque volte dell’inseguimento individuale (2016, 2018, 2019, 2020 e 2022), nonché detentore del record mondiale dell’ora – La Roubaix è fatta di sforzi intensi intervallati da periodi di, relativo, recupero sull’asfalto. Questi cambi di ritmo non mi piacciono molto, ma è così”. Per prepararsi al meglio ha saltato il Giro delle Fiandre lo scorso fine settimana (“sono troppo pesante per superare bene quei muri”) e dedicarsi ad allenamento e ricognizione. “L’esperienza mi ha insegnato che devi essere molto fresco quando ti avvicini a questa gara”. E durante “il principio sarà lo stesso: economizzare quanto più possibile, arrivare il più freschi possibile alla Trouée d’Arenberg (a circa 100 chilometri dal traguardo, ndr). Poi non sarà più possibile, poi sarà una cosa infernale”. Ganna ha aggiunto: “L’elemento più difficile nella Parigi-Roubaix è il fattore fortuna. Se non fori, se non cadi, puoi ritrovarti facilmente nelle prime posizioni. E’ come avere una pistola puntata alla testa, come la roulette russa. Ogni volta che premi il grilletto speri che il proiettile non esca”.  LEGGI TUTTO