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    Ciclismo, Mondiali: a Imola ci potranno essere 2246 spettatori

    IMOLA – Anche i Mondiali di ciclismo su strada, in programma dal 24 al 27 settembre a Imola, si svolgeranno alla presenza del pubblico sugli spalti dell’autodromo “Enzo e Dino Ferrari”, seppur in numero molto limitato rispetto alla capienza delle tribune del circuito. Potrà, infatti, esserci fino a un massimo di 2.246 spettatori, per rispetto delle norme sulla sicurezza. E’ quanto prevede un’ordinanza firmata dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini, che, accogliendo la richiesta presentata dagli organizzatori, concede una deroga al numero massimo di 1000 spettatori previsto negli impianti all’aperto per gli eventi sportivi di portata nazionale e internazionale.Deroga concessa dopo l’approvazione del piano di sicurezzaLa deroga è stata concessa dopo che l’assessorato regionale alla Politiche per la salute ha concluso l’istruttoria sul piano per la sicurezza presentato dagli organizzatori stessi, che garantisce il pieno rispetto delle misure anti Covid. “Il soggetto gestore – precisa l’ordinanza – si deve impegnare alla corretta applicazione del protocollo nonché alla vigilanza sulla sua attuazione e deve garantire tutte le misure organizzative per evitare assembramenti durante l’accesso e il deflusso del pubblico all’impianto, la permanenza nel posto assegnato e l’accesso ai punti ristoro e ai servizi igienici”.Vendita dei biglietti esclusivamente on-lineIl numero degli operatori di sicurezza impegnati nell’assistenza e monitoraggio delle misure è stabilito in un addetto ogni 150 spettatori. La vendita dei biglietti sarà esclusivamente on-line e/o in prevendita e il soggetto gestore dell’impianto dovrà conservare per almeno 14 giorni copia degli elenchi nominativi di coloro che hanno acquistato i biglietti, rendendoli disponibili su richiesta alle strutture sanitarie in caso di necessita’ di svolgere attività di contact-tracing. LEGGI TUTTO

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    Ciclismo, stampa francese: perquisita la stanza di Nairo Quintana al Tour

    Perquisizione doping a Nairo Quintana avvenuto in corso di Tour de France. Lo scrive ‘L’Equipe’. Secondo il quotidiano sportivo transalpino, nella serata di mercoledì i gendarmi dell’Oclaesp, Ufficio Centrale per la lotta agli attacchi all’ambiente e alla salute pubblica, si sono presentati dalla Arkéa-Samsic, la formazione del corridore colombiano, nella struttura di Les Allues, vicino a Méribel, al termine della 17/a tappa.La conferma arriva dal manager del team, Emmanuel Hubert, manager della Arkéa-Samsic, che però non ha voluto commentare. Sono state perquisite le stanze dei corridori colombiani (Nairo Quintana e suo fratello Dayer, oltre a Winner Anacona), così come quelle dei massaggiatori, oltre alle auto del team. Un’azione che non era concordata con l’Afld, l’Agenzia francese antidoping, ed è stata condotta nell’ambito di un’indagine preliminare.  LEGGI TUTTO

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    Ciclismo, incidente stradale a Parigi per l'ex iridato Zoetemelk

    PARIGI – Incidente a Parigi per l’ex campione del mondo di ciclismo su strada Joop Zoetemelk, 73 anni. L’olandese che conquistò la maglia iridata nel 1985, mentre cinque anni prima aveva vinto il Tour, è stato infatti investito da un’auto mentre andava in bicicletta nella regione metropolitana della capitale francese.Non è in pericolo di vitaA rendere noto l’episodio sono state fonti della famiglia, precisando che l’ex iridato, ora ricoverato in ospedale, non è in pericolo di vita. Ha comunque riportato fratture a entrambe le gambe, e a un braccio. “Ha perso molto sangue, ma non rischia la vita”, ha commentato l’amico, ed ex collega, Bernard Thevenet, anche lui vincitore del Tour. Zoetemelk è stato uno dei due soli olandesi che siano riusciti a portare la maglia gialla fino a Parigi: come lui solo Jan Janssen nel 1967. In carriera Zoetemelk ha vinto anche la Vuelta nel 1979. LEGGI TUTTO

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    Ciclismo, Tour de France; Parigi incorona il giovane re Pogacar. Sprint finale a Sam Bennett

    Il tramonto di Parigi, che accoglie Tadej Pogacar per incoronarlo giovane re, coincide con l’alba di un nuovo ciclismo. Per l’età dello sloveno, 22 anni lunedì, ma non solo. Si è parlato del suo ingresso sul podio dei più giovani vincitori di sempre: secondo dopo Henry Cornet, vincitore a neanche venti anni, ma dopo la squalifica dei primi quattro in classifica. Prima di François Faber, che quando vinse nel 1909 i 22 li aveva passati da 6 mesi. Il podio verde nella storia è però relativo: lo scorso anno ad esempio vi era salito Egan Bernal. Con pieno merito, intendiamoci, però il colombiano aveva uno squadrone come il Team Ineos, aveva Geraint Thomas pur con tutte le frizioni e rivalità del caso. Insomma, aveva più carte da giocare.Pogacar ha combattuto quasi sempre solo (il quasi non è certo per Aru, punto d’appoggio alla deriva senza attenuanti, quanto per De la Cruz, l’unico riuscito a dargli un qualche contributo). Solo, contro lo squadrone del Team Jumbo-Visma di Roglic, quello dalla casacca gialla, quasi una sorta di autoinvestitura per quello che doveva essere e che non è stato. Pogacar non si è sottomesso, ha risposto, ha osato, ha reagito caratterialmente quando in una tappa tormentata dal vento l’inesperienza gli aveva giocato un brutto tiro: lo ha fatto con la maglia bianca di miglior giovane, con quella a pois di miglior scalatore (entrambe conquistate), poi all’ultimo assalto si è preso la gialla. Gli manca solo quella verde a punti: la conquista l’irlandese Sam Bennett, che certifica il tutto vincendo uno sprint che vale una classica, quello dei Campi Elisi. Volata bella, prepotente, nella quale precede Mads Pedersen e Peter Sagan.  La volata vincente di Sam BennettCondividi   LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Bagnaia cade sul più bello. A Misano vince Viñales, Rossi si ritira. Dovizioso resta leader per un punto

    MISANO – Il sogno di ‘Pecco’ svanisce a 7 giri dal termine, curva 6 verso sinistra: Bagnaia perde il controllo della sua Ducati e l’emozionante fuga del torinese termina nella ghiaia, come la speranza di uno storico trionfo per il motociclismo italiano, dopo i successi in tutte le altre 3 categorie. Vince Viñales, che era partito dalla pole ma aveva dovuto arrendersi al prepotente talento del giovane pilota del team Pramac. E’ il primo successo spagnolo in questa stagione nella classe regina, e il podio è completato da altri 2 piloti iberici: il maiorchino Mir con la Suzuki, protagonista di una serie di straordinari sorpassi nel finale, e Pol Espargarò con la Ktm. In classifica, un anonimo Dovizioso (8°) mantiene però la leadership con una sola lunghezza di vantaggio sulla coppia Vinales-Quartararo. Dietro di loro, Mir. Ci sono 4 piloti in 4 punti, che equilibrio. Caduto dopo soli 2 giri, Rossi si è poi ritirato. Capitombolo anche per Morbidelli, vincitore l’altra domenica e 9° al traguardo. Lo sfortunato Bagnaia, a un passo dal paradiso, si può però consolare: con la prestazione odierna si è definitivamente conquistato la fiducia della Ducati, che tra qualche giorno dovrebbe annunciarne il passaggio nel team ufficiale per il 2021 (“Prenderemo una decisione dopo la prossima gara”, cerca di mettere le mani avanti l’ingegner Gigi Dall’Igna), proprio al posto di del DesmoDovi. >”Mi dispiace, che sfortuna””Mi dispiace, quest’anno vado a braccetto con la sfortuna”, si lamenta Bagnaia, reduce da una frattura alla tibia destra che gli ha fatto saltare 3 gp. “Mi dispiace, perché la moto va da paura e io ero tranquillo. Essere caduto in questa maniera inspiegabile mi fa un po’ paura. Abbiamo un grande motore, possiamo anche non forzare nelle curve. Però abbiamo dimostrato di essere i più forti, perché senza spingere stavo andando via. E così va molto più male”.Moto GP LEGGI TUTTO

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    Ciclismo, fantastico Pogacar: ribalta il Tour nella crono e strappa la maglia gialla a Roglic

    Il 23 luglio 1989 è una data cerchiata di rosso nella storia del ciclismo. Quel giorno il Tour chiudeva i battenti: nella crono Versailles-Parigi Greg Lemond ribaltò tutto, fregando per 8’’ a Laurent Fignon una maglia gialla che sembrava acquisita. Sono passati trentuno anni, trentuno strati di polvere che Tadej Pogacar ha spazzato via soffiandoci con violenza inaudita.  Nessun calcolo, nessun appagamento per un secondo posto che alla soglia dei 22 anni sarebbe stato comunque un risultato eccezionale. Lo sloveno si prende la gialla con una crono finale irresistibile: 36,2 km, gli ultimi 6 ad arrampicarsi verso La Planche des Belles Filles. La strappa al connazionale Roglic: aveva 57’’, alla vigilia era opinione generale che potessero bastargli. Invece è stato ribaltone. LEGGI TUTTO

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    Ciclismo, Cassani sceglie i 10 per i Mondiali. A van der Breggen il Giro rosa

    ROMA – Ora l’operazione Imola può definirsi ufficialmente iniziata. Il ct Davide Cassani ha comunicato i 10 azzurri che andranno ai Mondiali di Imola (8 titolari + 2 riserve). Escono dalla lista Davide Formolo, reduce dall’infortunio al Tour, Sonny Colbrelli e Gianni Moscon. “Come sempre è difficile – ha commentato il tecnico azzurro – e dispiace lasciare a casa atleti che hanno sempre dimostrato un grande attaccamento alla Maglia Azzurra, ma ci sono momenti in cui bisogna fare delle scelte e queste non possono che prescindere da fattori contingenti. Ringrazio, comunque, Sonny, Davide e Gianni per l’impegno dimostrato e per la sincerità con la quale ci siamo confrontati in questi giorni”.Ecco la lista degli azzurri per la prova in linea: Andrea Bagioli (Deceuninck-Quick Step), Alberto Bettiol (EF Pro Cycling), Gianluca Brambilla (Trek-Segafredo), Damiano Caruso (Bahrain-McLaren), Nicola Conci (Trek-Segafredo), Matteo Fabbro (Bora-Hansgrohe), Fausto Masnada (Deceuninck-Quick Step), Vincenzo Nibali (Trek-Segafredo), Diego Ulissi (UAE Team Emirates) e Giovanni Visconti (Vini Zabù KTM). Nella prova a cronometro, invece, gareggeranno Edoardo Affini (Mitchelton-Scott) e Filippo Ganna (Team Ineos).Cassani prima di diramare la lista ha atteso la conclusione del Giro dell’Appennino. La vittoria è andata al britannico della Ineos, Ethan Hayter, 22 anni compiuti venerdì. L’arrivo a Genova nella centralissima via XX Settembre con arrivo in leggera salita: Hayter ha regolato in volata un gruppo ristretto precedendo, dopo 191 km, Alessandro Covi e Robert Stannard.Chiudiamo con il Giro d’Italia donne, vinto dall’olandese Anna Van der Breggen. L’ultima frazione, 109,5 km, disputata con partenza e arrivo a Motta Montecorvino (Foggia), non ha cambiato nella classifica generale. A imporsi sulle rampe di Motta Montecorvino è stata la francese Evita Muzic, all’attacco da diversi chilometri, che ha preceduto la neozelandese Niamh Fisher-Black e l’altra francese Juliette Labous. LEGGI TUTTO

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    Ciclismo, Tour de France: nuovo assolo di Andersen. Roglic resta in maglia gialla

    Soren Kragh Andersen è danese ed è giovane: ha 26 anni. Il suo Tour lo aveva già mandato ampiamente in attivo a Lione. Un giorno in cui quelli del Team Sunweb avevano offerto una immagine di simbiosi tattica impressionante. Tre cartucce: Benoot, Hirschi (che non manca mai), la terza l’aveva sparata da Andersen, centro. Il Tour va avanti, destinazione Champagnole, è la terz’ultima fatica. Ancora il Team Sunweb, ancora quella simbiosi, ancora Andersen. Nel momento in cui la soluzione in volata resta favorita sulle altre, va via una fuga di dodici uomini. Azione atipica, perché c’è una alta concentrazione di velocisti: c’è la maglia verde Sam Bennett, c’è Mezgec, ci sono Trentin e Sagan. E c’è anche il velocista del Team Sunweb, Niklas Arndt. Vasto gioco delle coppie: la CCC ad esempio ha Trentin e Van Avermaet: proprio su una azione dell’azzurro si decide la tappa. Andersen non fa da scudiero ad Arndt – ci poteva stare – e parte in contropiede. Scelta di tempo, energia, entusiasmo. Tre ingredienti perfetti: non lo prendono più.  Un epilogo non del tutto prevedibile. E pensare che fino agli ultimi km, per cercare qualcosa di veramente alternativo alla noia, lo sguardo era stato a lungo rivolto agli alberi. Questione di vento, di interpretazione delle insidie. Solo quello del resto poteva creare un minimo – sottolineamo, un minimo – di scompiglio nella classifica generale. Non succede niente comunque come ampiamente pronosticabile. La maglia gialla di Roglic è una corazza d’acciaio spessa 57 centimetri, tanti quanti sono i secondi tra lui e Pogacar. Per godersi la sfilata di Parigi, resta solamente da passare senza la cronometro con tanta salita di sabato a La Planche des Belles Filles.Tappa abbastanza corta. Si parte da Bourg-en-Bresse, sede che ha sorriso tradizionalmente a gente veloce, tipo Boonen a Kristoff. Vi è nato Daniel Morelon, vera e propria leggenda della pista francese. Arrivo a Champagnole, località battezzata nel 1937 da una crono che vide sul podio anche Gino Bartali. In tanti provano la fuga: non ci riesce Guillaume Martin, troppo messo bene in classifica (al Tour vale tanto anche una posizione) per non essere notato. Va via alla chetichella Remy Cavagna. Lo chiamano il diretto di Clermont Ferrand, indubbiamente resiste in testa a medie alte senza che il gruppo faccia troppi sconti: soprattutto quando quelli che contano di accorgono che Caleb Ewan fa parecchia fatica a tenere. E’ quando Cavagna viene ripreso che saltano gli schemi. Nessun controlla, alla fine ha partita vinta quella dozzina: Van Avermaet, Kragh Andersen, Naesen, Bauer, Sagan, Rowe e Bennett, Trentin, Stuyven, Mezgec, Devenys e Arndt. Difficile arrivino insieme, vince chi sa osare. Trionfa Andersen, lo sprint dei battuti è di Luka Mezgec. E’ sloveno, e di questi tempi uno di quelle latitudini che non arriva primo fa quasi notizia. “E’ un sogno per me, nessuno avrebbe mai pensato che potessi ottenere due vittorie nello stesso Tour de France”, commenta il vincitore. “Ho attaccato proprio come successo a Lione, anche se questa volta mancava un po’ di più alla fine”.  ORDINE D’ARRIVO1. Soren Kragh Andersen     (Den, Sunweb)           in 3h36’33″2. Luka Mezgec              (Slo, Mitchelton-Scott)  a    0’53″3. Jasper Stuyven           (Bel, Trek-Segafredo)          s.t.4. Greg Van Avermaet        (Bel)                          s.t.5. Oliver Naesen            (Bel)                          s.t.6. Nikias Arndt             (Ger)                          s.t.7. Luke Rowe                (Gbr)                    a    0’59″8. Sam Bennett              (Irl)                    a    1’02″9. Peter Sagan              (Svk)                          s.t.10. Matteo Trentin           (Ita)                          s.t.CLASSIFICA GENERALE1. Primoz Roglic         (Slo, Jumbo-Visma)       in 83h29’41″2. Tadej Pogacar         (Slo, Uae Emirates)       a     0’57″3. Miguel Angel Lopez    (Col, Astana)             a     1’27″4. Richie Porte          (Aus)                     a     3’06″5. Mikel Landa           (Esp)                     a     3’28″6. Enric Mas             (Esp)                     a     4’19″7. Adam Yates            (Gbr)                     a     5’55″8. Rigoberto Uran        (Col)                     a     6’05″9. Tom Dumoulin          (Ned)                     a     7’24″10. Alejandro Valverde    (Esp)                     a    12’12” LEGGI TUTTO