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    Ciclismo, Mondiali: Nibali sogna di imitare Adorni. Senza favoriti, occhio a van Aert ed agli sloveni

    IMOLA – Imola si prepara a vivere la sua domenica mondiale, la seconda della storia dopo quella, davvero straordinaria, vissuta 52 anni fa. Quel lontano primo settembre 1968 trionfò l’enfant du pays Vittorio Adorni, che coronò con la maglia iridata una fuga di 90 km. Domenica, nella prova in linea Elite, sarà difficile riproporre una situazione analoga, perché il ciclismo del terzo millennio è assai più equilibrato e meno impavido. Tutti si conoscono, si temono e si marcano a uomo. Il gioco di squadra prevale in uno sport individualista per eccellenza.Un percorso lunghissimo, con quasi 5 km di dislivelloResta il fatto che i corridori (partenza alle 9,30) dovranno affrontare una gara lunghissima, su un percorso che misura 258,2 km e propone circa 5 mila metri di dislivello. Un’enormità. Il circuito, lungo 28,8 km, è caratterizzato da due salite impegnative (Mazzolano: lunga 2,7 km, al 6,1% e punte massime al 13%; Gallisterna: lunga 2,7 km, al 6,4% e punte massime del 15%). La partenza e l’arrivo sono stati fissati sull’asfalto della pista dell’autodromo Enzo e Dino Ferrari, che verrà affrontato per 4,2 km in ogni giro (l’anello misura 5.900 metri).Gara impegnativa, poco adatta agli scalatori puriLa prova che chiuderà questo strano Mondiale al tempo della pandemia, che l’Uci ha assegnato in extremis all’Italia, dovrà scegliere il successore del danese Mads Pedersen, che un anno fa trionfò nello Yorkshire. La lista partenti è ampia e variegata, lo è anche il lotto dei favoriti. Ma questa non è una novità. Il percorso è duro e impegnativo, ma probabilmente poco adatto agli scalatori puri, che avrebbero preferito salite più lunghe. La doppia ascesa in ogni giro del circuito iridato è adatta ad atleti esplosivi, di quelli che si fanno valere nelle classiche del nord.Non c’è un vero favorito: fari su Pogacar, Roglic e Van AertI primi nomi che saltano all’occhio sono quelli degli sloveni Tadej Pogacar e Primoz Roglic, rispettivamente primo e secondo al recente Tour, che arrivano dalle strade francesi con una condizione di forma invidiabile. Attesissimo anche il belga Wout Van Aert, che avrà al proprio fianco l’olimpionico su strada Greg Van Avermaet. Occhio al polacco Michal Kwiatkowski, già campione del mondo, e a Michael Matthews, ma solo se la gara non sarà subito dura. Il francese Julian Alaphilippe ha preparato l’assalto alla maglia iridata al Tour de France e spera in un exploit. Lo stesso vale per Alejandro Valverde, che a 40 anni è ancora fra i più combattivi. Anche il danese Jakob Fuglsang, che quest’anno ha vinto il Giro di Lombardia, si candida. Altri nomi caldi sono quelli di Maximilian Schachmann (Germania), Richie Porte (Australia), Tom Dumoulin (Olanda), George Bennett (Nuova Zelanda), Ilnur Zakarin (Russia), Sepp Kuss (Usa).L’Italia spera in Nibali e UlissiL’Italia, invece, si affida all’esperienza di Vincenzo Nibali, che negli ultimi anni ha perso esplosività, ma soprattutto a Diego Ulissi, recente vincitore del Giro del Lussemburgo. Scalpitano Gianluca Brambilla, Andrea Bagioli e Fausto Masnada. La speranza per gli azzurri è di vivere un mondiale da protagonisti. E, perché no, sognare di rinverdire un successo che manca da ormai 12 anni, dal trionfo di Ballan a Varese. Si era in Italia, come oggi. Chissà… Sognare, dopotutto, non costa nulla. LEGGI TUTTO

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    Ciclismo, Mondiale donne: assolo di Van der Breggen. Dominio Olanda, bronzo per Elisa Longo Borghini

    IMOLA – Ormai è quasi una consuetudine. Il mondiale di ciclismo femminile si risolve con una cavalcata delle olandesi. Lo scorso anno Annemiek Van Vleuten aveva dato alla sua azione solitaria connotati da ciclismo d’altri tempi. Passa un anno e Anna Van Der Breggen si adegua, recitando alla perfezione il copione da dominatrice. Nel penultimo dei cinque giri del circuito di Imola, quando mancano 41 km all’arrivo, sul punto più duro della seconda salita (Gallisterna, punte del 15%), strazia il plotone con una accelerazione micidiale. Fa subito il vuoto, poche centinaia di metri ed appare immediatamente evidente che il gradino più alto del podio è già assegnato. Un trionfo, che bissa quello già ottenuto a cronometro ed arricchisce una bacheca ricca in questa stagione anche del titolo europeo. Statisticamente, imprtesa nell’impresa: è la seconda donna a vincere il titolo nella prova in linea dopo aver vinto la cronometro. Prima di lei ci era riuscita un monumento del ciclismo femminile, la francese Jeannie Longo. “E’ stata una gara molta dura, difficile fare la differenza, non pensavo di fare il bis il tracciato era differente rispetto a Quello di Innsbruck. Non me l’aspettavo. Sono molto felice, è incredibile. Un’ottima stagione”, commenta l’olandese. Domina l’Olanda, squadra di straordinario talento. Tante dive che, contrariamente a previsioni maliziose ma non prive di fondamento, non si sono fatte guerra. L’Italia, non così forte comunque, era l’avversaria più accreditata per contrastare le olandesi. E a conti fatti le azzurre hanno fatto bene. Si puntava su Elisa Longo Borghini, che ha risposto con una medaglia di bronzo. Poteva andar meglio, ma le sono mancati due dettagli. Il primo, il più importante: non essere riuscita a tenere sull l’attacco di van der Breggen. Il secondo, il guizzo nella volata a due per il posto d’onore: partiva nettamente battuta con van Vleuten, se la è giocata oltre le previsioni perdendo di un soffio. Onore comunque alla sua avversaria, in gara nonostante la frattura del polso al recentissimo Giro d’Italia. Il quarto posto di Mariane Vos completa il quadro a tinte orange sul circuito di Imola. LEGGI TUTTO

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    Ciclismo, Mondiale: storico Ganna, per la prima volta l'Italia è oro nella cronometro

    IMOLA – Le basi, almeno nell’immaginario collettivo, per una impresa storica, Filippo Ganna le aveva poste nella cronometro che aveva chiuso la Tirreno-Adriatico, dominata a quasi 57 di media. Una decina di km, ma si era capito che la condizione -una cosa che non si inventa- era nettamente superiore a quella dei rivali più accredidati. Delle basi, consolidate lungo i 31,5 km non facili del percorso di Imola. L’Italia del ciclismo per la prima volta si aggiudica una cronometro mondiale grazie al piemontese: si tratta di una competizione abbastanza giovane, che ha visto l’alba solo nel 1994, ma il risultato è comunque da fissare nella memoria. Medaglia d’oro: ci erano andati vicino Andrea Chiurato proprio nella prima edizione e Adriano Malori nel (2015), ma si erano fermati solo all’argento. Ad essere pignoli ci fu un altro italiano che vinse una cronometro mondiale, il leggendario Learco Guerra nel 1931 al Copenaghen: solo che la prova fu comunque classificata come prova in linea.”Era un sogno per me, sono molto contento. Ho avuto un grande supporto dalla macchina, ringrazio il mio team e la Nazionale azzurra, la Federazione. Negli ultimi tempi ho cercato di tenere lontana da me la pressione: sono abituato a vincere titoli mondiali su pista, questo voglio festeggiarlo con la mia famiglia”, sono le prima parole di Ganna da campione del mondo.. LEGGI TUTTO

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    Mondiali ciclismo, Top Ganna all'assalto della crono: “Parto per vincere”

    IMOLA – La cronometro maschile è la migliore occasione che ha l’Italia per entrare nel medagliere dei suoi Mondiali. Filippo Ganna parte con i favori del pronostico nella gara di 31.7 km dall’Autodromo Ferrari a Borgo Tossignano e ritorno. Piatta, per corridori potenti, con alcuni passaggi tecnici. La crono femminile, vinta a 47 orari dall’olandese Anna Van der Breggen, e passata attraverso il terribile incidente occorso all’americana Chloe Dygert, conferma le aspettative della vigilia. Ganna partirà alle 15.52, un minuto e mezzo dopo Tom Dumoulin e uno e mezzo prima del campione uscente, l’australiano Rohan Dennis, suo compagno di squadra alla Ineos. Un anno fa, ad Harrogate, il quattro volte campione del mondo dell’inseguimento individuale su pista chiuse terzo dietro Dennis ed Evenepoel. Ma l’ultima crono corsa da Ganna sui 10 km del lungomare di San Benedetto del Tronto alla Tirreno-Adriatico, autorizza grandi aspettative: lì il 24enne di Verbania, dieci giorni fa, ha dato 18″ a Campenaerts e 26″ a Dennis, volando a oltre 56 orari.Ciclismo LEGGI TUTTO

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    Ciclismo, Mondiali: paura per Chloe Dyger, sbanda in curva e finisce in un fossato

    IMOLA – Paura per Chloe Dygert ai Mondiali di ciclismo scattati a Imola. La 23enne statunitense è stata protagonista di una terribile caduta nel corso della crono femminile, prova in cui era campionessa uscente. Dygert ha perso il controllo della sua bici e al termine di una curva ha sbandato contro il guard rail cadendo in un fossato. Ancora non si conoscono le sue condizioni.La gara è stata vinta dall’olandese Anna Van der Breggen. Sul percorso di 31,7 chilometri con partenza e arrivo situato presso l’Autodromo Enzo e Dino Ferrari, la 30enne di Zwolle – quattro argenti iridati in carriera e un oro nella corsa in linea nel 2018 – ha coperto la prova in 40’20″14 precedendo di 15″ la svizzera Marlen Reusser e di 31″ la connazionale Ellen van Dijk.Decimo posto per Vittoria Bussi, più attardata Vittoria Guazzini.Mondiali di ciclismo, terribile caduta per Chloe Dygert LEGGI TUTTO

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    Moto, caduta e operazione non fermano Ana Carrasco: “Ecco le mie ferite, ma tornerò più forte di prima”

    “Dicono che quel che non ti ammazza ti rende più forte…e allora eccoci, con la voglia di tornare migliori che mai!”. Ana Carrasco, 23 anni, la prima donna pilota a vincere una gara mondiale di motociclismo – nel 2018 il titolo in Supersport 300 -, per 3 stagioni protagonista in Moto3 battendosi alla pari con campioni come Maverick Viñales (e battendo pure il nostro “Pecco” Bagnaia), è stata davvero sul punto di perdere la vita.repApprofondimento LEGGI TUTTO

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    Mondiali di ciclismo: record dell'ora e laurea in matematica, la sfida alla velocità di Vittoria Bussi

    La cronometro élite femminile apre il Mondiale di Imola, quattro gare in tutto, le più importanti, le più televisive, quelle che si ricordano: le due gare contro il tempo e le due corse in linea. La prima atleta al via, l’atleta delle Barbados Amber Joseph, partirà alle 14.40. Si scatta dalla pit lane dell’Autodromo Enzo e Dino Ferrari, si scende in direzione sud-ovest, intermedio a Borgo Tossignano e veloce risalita verso Codrignano e Imola: il traguardo, dopo 31.7 km è nel rettilineo tra la curva della Piratella e quella della Tosa. Suggestivo, fantastico. Due le azzurre al via, la giovanissima Vittoria Guazzini (ore 14.56) e la romana Vittoria Bussi (15.47). Dura per una medaglia contro le specialiste Van der Breggen (Ola), Brennauer (Ger) e soprattutto Dygert (Usa). Ma soprattutto Vittoria Bussi potrebbe sorprendere. 33 anni, detentrice attuale del record dell’ora (48.007 km fatto segnare nel 2018 ad Aguascalientes), Bussi è una specialista delle cronometro, nel vero senso della parola: su strada corre solo gare contro il tempo. In questa stagione è arrivata seconda al campionato italiano, quinta all’Europeo, terza nella staffetta mista ancora all’Europeo di Plouay. Al suo esordio mondiale, un anno fa ad Harrogate, chiuse 35ª a 6 minuti da Chloe Dygert. Una storia da raccontare, la sua: laureata in matematica pura alla Sapienza, si è poi specializzata ad Oxford e nel 2014 ha ottenuto una borsa di studio post-dottorato presso il prestigiosissimo Centro internazionale di fisica teorica di Trieste. La morte del padre nel 2012 però ha cambiato le sue prospettive: “Lui amava la vita e la malattia non gli ha dato la possibilità di vivere. Io da quel giorno è come se vivessi per due, anche per lui. Ho abbandonato le scelte a lungo termine, ho scelto di fare ciò che avrei voluto fare da sempre, senza rimpianti o rimorsi. Io voglio godermi la vita. Ho un’energia diversa, come se avessi due persone dentro di me” ha spiegato in una bella intervista per Suiveur. Lo sport, che sempre le era appartenuto, ha ripreso a viaggiare veloce dentro di lei: atletica, triathlon e poi il ciclismo. Fino al record dell’ora. Fino ad Harrogate. Fino a Imola. Bussi è molto attiva sul fronte della sicurezza stradale, anche dopo un grave incidente che le è capitato nel novembre scorso, a Torino, quando una signora alla guida di un’auto le tagliò la strada e la fece cadere, procurandole lunghe giornate di dolori. Ad un incontro con il premier Conte ai Collari d’oro del Coni, prima di Natale, Vittoria prese il microfono e chiese con molta decisione maggiore impegno al Governo. Conte le disse: “Ci lavoreremo”. Corre in un team privato, il Bj Bike Club, Bussi-Japicca come il cognome del suo compagno Rocco. Un'”isolata”, si sarebbe detto nei primi anni del ciclismo. Sarebbe la prima “isolata” a vincere una medaglia mondiale. E il percorso di Imola, velocissimo, le si addice moltissimo.  LEGGI TUTTO

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    Ciclismo, Quintana: “Ma quale doping? Ho preso solo vitamine”

    ROMA – “Erano solo vitamine”. Così Nairo Quintana, con un comunicato, si difende dalle accuse di doping mosse a suo carico dalla Procura di Marsiglia. “Vitamine non usuali e non familiari in Francia che hanno generato confusione negli agenti intervenuti nella mia camera a Mèribel”. “Io”, prosegue il comunicato, “ho la coscienza tranquilla e non mi sono mai dopato in tutta la mia carriera”. E poi: “Non ho mai contattato medici o personale esterno alla squadra”. Questo, almeno, non è vero: le due persone fermate, un medico colombiano e un kinesiterapeuta spagnolo, erano esterne ai quadri dell’Arkea-Samsic. Nei prossimi giorni Quintana, suo fratello Dayer e Winner Anacona verranno ascoltati ancora dagli inquirenti. Il giallo delle vitamine “inusuali” è appena iniziato. LEGGI TUTTO