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    Vittoria Blasigh, la vita di una “freshman” ai piedi dell’Oceano

    Per lasciare la propria terra e affrontare un’avventura oltreoceano serve un cuore temerario e tanta forza di volontà. Vittoria Blasigh – playmaker classe 2004 – ha scelto di lasciare la sua Udine per la Florida, nella fattispecie Tampa, dove ha disputato il suo anno da freshman con i Bulls della University of South Florida.Come stai Vittoria e come ti senti dopo aver vissuto questa prima stagione in NCAA?“Io sto bene e qui mi sono trovata molto bene, a parte all’inizio della stagione dove ovviamente ho incontrato le prime difficoltà. È stato difficile dovermi abituare con la lingua e in generale qui è tutto un altro ambiente, un’esperienza mai provata prima. Devo ringraziare le mie compagne e i miei allenatori che mi hanno aiutata, così piano piano mi sono ambientata e adesso sto benissimo, non sono per niente pentita della scelta che ho fatto.”Da ragazza che ha vissuto l’esperienza in prima linea ti chiedo: chi vincerà il titolo NCAA e quale giocatrice ti ha impressionato di più?“Secondo me il titolo lo vincerà una tra Caitlin Clark [Iowa Hawkeyes, ndr] e Paige Bueckers [UConn Huskies, ndr]. Ci sono state alcune giocatrici che mi hanno impressionato particolarmente: una è la mia compagna di squadra Aerial Wilson, perché mi ha insegnato come essere costante e come lavorare duro ogni giorno; non è una giocatrice tecnicamente troppo forte, però ha la mentalità giusta e mi ha aiutato tantissimo soprattutto all’inizio quando facevamo il carico dei pesi. Qui i livelli di peso sono veramente assurdi e lei mi diceva sempre di non mollare mai, di continuare a lavorare; quindi mi ha aiutata sia a capire come funziona sia come compagna di squadra a tutto tondo. Una giocatrice contro cui ho giocato che mi ha impressionato tecnicamente è stata Danae McNeal [East Carolina University, ndr], altrimenti ti direi senza dubbio proprio Paige Bueckers.”A 19 anni hai già avuto esperienze in Italia, Spagna e adesso negli Stati Uniti. Quali fatti hanno avuto maggior impatto sulla tua crescita e quali differenze hai notato in particolare?“L’impatto più grande l’ho avuto con la sala pesi [ride, ndr]. Sì, la sala pesi è stata tanto difficile, mi veniva da piangere a pensare a tutto quel carico di lavoro, per questo non è stato semplice ambientarmi. Con l’inglese anche ho fatto un po’ fatica, perché sebbene lo abbia parlato durante la mia stagione in Spagna comunque qui è diverso, però poi dopo due settimane mi sono trovata davvero meglio anche con la lingua. Il carico di lavoro devo dire che è totalmente un’altra cosa. In Italia non avevo mai lavorato così tanto con i pesi, non avevo mai fatto così tante sessioni in palestra. Fuori dal campo qui è tutto più facile: tutti ti sorridono, non ti piovono addosso critiche per una partita sbagliata, le persone sono piacevoli; poi la vita all’interno del campus è tutta da vivere, perché conosci un sacco di nuove facce con cui magari ti incontri e ti saluti alla fine di una lezione, tutti estremamente positivi, ma questo lo avevo notato anche in Spagna mentre purtroppo non mi è capitato in Italia.”Come ti sei sentita a passare dal giocare nei palazzetti di provincia alle arene americane, quali sensazioni ti ha dato questo cambiamento?“Qui la vivi diversamente, perché entri in campo e c’è già la banda che suona dai quaranta minuti del riscaldamento fino alla fine della partita. Anche dalla panchina senti un’energia completamente diversa rispetto a quella per esempio che ho percepito in Italia, cioè non ho mai giocato in A1 quindi non l’ho provato direttamente sulla pelle, però l’energia anche a prima vista è sicuramente diversa.”Rimaniamo in tema basket, ma passiamo alle tue origini: ti sei tenuta aggiornata sulla stagione di Udine?“Sì ho seguito e sto seguendo tutt’ora le bellissima stagione che stanno facendo. Nonostante l’infortunio di Sara [Ronchi, ndr] hanno mantenuto il loro equilibrio – soprattutto senza una giocatrice che conta veramente tanto nell’economia della squadra – e quindi devo fare tantissimi complimenti a Massimo [Riga, ndr] anche per la conquista della Coppa Italia. Io gli sarò sempre grata, perché l’ho avuto come allenatore e mi ha cresciuto tantissimo. Lui è uno che lavora tanto e bene, è un allenatore che fa crescere le giovani giocatrici, prendo di nuovo l’esempio di Sara: lei in due anni è cresciuta tantissimo e ha fatto vedere tante buone cose. È una società che consiglio per chi avrà la fortuna di giocarci, perché Massimo è super ed è uno dei migliori allenatori che ho avuto. A me è dispiaciuto tanto doverlo salutare un anno prima di andare al college, però ho dovuto farlo per me stessa, perché non ero pronta per fare un salto così netto dall’Italia agli Stati Uniti. Avevo bisogno di un anno per capire se effettivamente potessi fare questa esperienza dall’altra parte del mondo oppure no.”Non solo le divise di Udine, Las Palmas e University of South Florida, ma anche quella della Nazionale italiana dove per ora hai fatto tutta la trafila delle giovanili. Quali sono le sensazioni che si provano ad indossare una canotta del genere, cantare l’inno e arrivare a conquistare un bronzo europeo?“La cosa bella della medaglia di bronzo è quella di finire un torneo vincendo [ride, ndr]. La maglia della Nazionale è sempre un’emozione, soprattutto quando lavori tutta l’estate e ti ritrovi con le tue compagne forti con cui hai legato e insieme avete un obiettivo preciso. Purtroppo come sempre vince la Spagna [ride, ndr], però davvero una grandissima emozione. Ogni volta che indosso quella maglia lì mi dico che devo dare tutto, perché bisogna vincere e bisogna fare bene.”Alla fine della settimana, proprio nel giorno in cui ci saranno le Finali NCAA, festeggerai il tuo ventesimo compleanno. Quali sono i tre aggettivi che descrivono Vittoria Blasigh e quali aspetti senti di dover migliorare?“I tre aggettivi per descrivermi sono sicuramente competitiva, molto umile e riservata. Gli aspetti su cui sento di dover migliorare sono la costanza, perché durante la stagione vorrei evitare di avere partite da 35 punti e poi magari quella successiva dove ne segno appena 6, quindi devo migliorare anche nella mentalità; so di dover lavorare negli altri aspetti del gioco che non siano segnare, perciò quando non vado a canestro mi devo concentrare sulla difesa, andare a prendere i rimbalzi o fare assist alle compagne; mentre nell’aspetto fisico del gioco devo migliorare dal punto di vista della velocità e nella velocità di rilascio, quest’ultimo è proprio un aspetto in cui voglio lavorare in estate con i miei coach.” LEGGI TUTTO

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    Vittoria Blasigh, la vita di una “freshman” ai piedi dell’Oceano

    Per lasciare la propria terra e affrontare un’avventura oltreoceano serve un cuore temerario e tanta forza di volontà. Vittoria Blasigh – playmaker classe 2004 – ha scelto di lasciare la sua Udine per la Florida, nella fattispecie Tampa, dove ha disputato il suo anno da freshman con i Bulls della University of South Florida.Come stai Vittoria e come ti senti dopo aver vissuto questa prima stagione in NCAA?“Io sto bene e qui mi sono trovata molto bene, a parte all’inizio della stagione dove ovviamente ho incontrato le prime difficoltà. È stato difficile dovermi abituare con la lingua e in generale qui è tutto un altro ambiente, un’esperienza mai provata prima. Devo ringraziare le mie compagne e i miei allenatori che mi hanno aiutata, così piano piano mi sono ambientata e adesso sto benissimo, non sono per niente pentita della scelta che ho fatto.”Da ragazza che ha vissuto l’esperienza in prima linea ti chiedo: chi vincerà il titolo NCAA e quale giocatrice ti ha impressionato di più?“Secondo me il titolo lo vincerà una tra Caitlin Clark [Iowa Hawkeyes, ndr] e Paige Bueckers [UConn Huskies, ndr]. Ci sono state alcune giocatrici che mi hanno impressionato particolarmente: una è la mia compagna di squadra Aerial Wilson, perché mi ha insegnato come essere costante e come lavorare duro ogni giorno; non è una giocatrice tecnicamente troppo forte, però ha la mentalità giusta e mi ha aiutato tantissimo soprattutto all’inizio quando facevamo il carico dei pesi. Qui i livelli di peso sono veramente assurdi e lei mi diceva sempre di non mollare mai, di continuare a lavorare; quindi mi ha aiutata sia a capire come funziona sia come compagna di squadra a tutto tondo. Una giocatrice contro cui ho giocato che mi ha impressionato tecnicamente è stata Danae McNeal [East Carolina University, ndr], altrimenti ti direi senza dubbio proprio Paige Bueckers.”A 19 anni hai già avuto esperienze in Italia, Spagna e adesso negli Stati Uniti. Quali fatti hanno avuto maggior impatto sulla tua crescita e quali differenze hai notato in particolare?“L’impatto più grande l’ho avuto con la sala pesi [ride, ndr]. Sì, la sala pesi è stata tanto difficile, mi veniva da piangere a pensare a tutto quel carico di lavoro, per questo non è stato semplice ambientarmi. Con l’inglese anche ho fatto un po’ fatica, perché sebbene lo abbia parlato durante la mia stagione in Spagna comunque qui è diverso, però poi dopo due settimane mi sono trovata davvero meglio anche con la lingua. Il carico di lavoro devo dire che è totalmente un’altra cosa. In Italia non avevo mai lavorato così tanto con i pesi, non avevo mai fatto così tante sessioni in palestra. Fuori dal campo qui è tutto più facile: tutti ti sorridono, non ti piovono addosso critiche per una partita sbagliata, le persone sono piacevoli; poi la vita all’interno del campus è tutta da vivere, perché conosci un sacco di nuove facce con cui magari ti incontri e ti saluti alla fine di una lezione, tutti estremamente positivi, ma questo lo avevo notato anche in Spagna mentre purtroppo non mi è capitato in Italia.”Come ti sei sentita a passare dal giocare nei palazzetti di provincia alle arene americane, quali sensazioni ti ha dato questo cambiamento?“Qui la vivi diversamente, perché entri in campo e c’è già la banda che suona dai quaranta minuti del riscaldamento fino alla fine della partita. Anche dalla panchina senti un’energia completamente diversa rispetto a quella per esempio che ho percepito in Italia, cioè non ho mai giocato in A1 quindi non l’ho provato direttamente sulla pelle, però l’energia anche a prima vista è sicuramente diversa.”Rimaniamo in tema basket, ma passiamo alle tue origini: ti sei tenuta aggiornata sulla stagione di Udine?“Sì ho seguito e sto seguendo tutt’ora le bellissima stagione che stanno facendo. Nonostante l’infortunio di Sara [Ronchi, ndr] hanno mantenuto il loro equilibrio – soprattutto senza una giocatrice che conta veramente tanto nell’economia della squadra – e quindi devo fare tantissimi complimenti a Massimo [Riga, ndr] anche per la conquista della Coppa Italia. Io gli sarò sempre grata, perché l’ho avuto come allenatore e mi ha cresciuto tantissimo. Lui è uno che lavora tanto e bene, è un allenatore che fa crescere le giovani giocatrici, prendo di nuovo l’esempio di Sara: lei in due anni è cresciuta tantissimo e ha fatto vedere tante buone cose. È una società che consiglio per chi avrà la fortuna di giocarci, perché Massimo è super ed è uno dei migliori allenatori che ho avuto. A me è dispiaciuto tanto doverlo salutare un anno prima di andare al college, però ho dovuto farlo per me stessa, perché non ero pronta per fare un salto così netto dall’Italia agli Stati Uniti. Avevo bisogno di un anno per capire se effettivamente potessi fare questa esperienza dall’altra parte del mondo oppure no.”Non solo le divise di Udine, Las Palmas e University of South Florida, ma anche quella della Nazionale italiana dove per ora hai fatto tutta la trafila delle giovanili. Quali sono le sensazioni che si provano ad indossare una canotta del genere, cantare l’inno e arrivare a conquistare un bronzo europeo?“La cosa bella della medaglia di bronzo è quella di finire un torneo vincendo [ride, ndr]. La maglia della Nazionale è sempre un’emozione, soprattutto quando lavori tutta l’estate e ti ritrovi con le tue compagne forti con cui hai legato e insieme avete un obiettivo preciso. Purtroppo come sempre vince la Spagna [ride, ndr], però davvero una grandissima emozione. Ogni volta che indosso quella maglia lì mi dico che devo dare tutto, perché bisogna vincere e bisogna fare bene.”Alla fine della settimana, proprio nel giorno in cui ci saranno le Finali NCAA, festeggerai il tuo ventesimo compleanno. Quali sono i tre aggettivi che descrivono Vittoria Blasigh e quali aspetti senti di dover migliorare?“I tre aggettivi per descrivermi sono sicuramente competitiva, molto umile e riservata. Gli aspetti su cui sento di dover migliorare sono la costanza, perché durante la stagione vorrei evitare di avere partite da 35 punti e poi magari quella successiva dove ne segno appena 6, quindi devo migliorare anche nella mentalità; so di dover lavorare negli altri aspetti del gioco che non siano segnare, perciò quando non vado a canestro mi devo concentrare sulla difesa, andare a prendere i rimbalzi o fare assist alle compagne; mentre nell’aspetto fisico del gioco devo migliorare dal punto di vista della velocità e nella velocità di rilascio, quest’ultimo è proprio un aspetto in cui voglio lavorare in estate con i miei coach.” LEGGI TUTTO

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    Jokic e la battuta su Wembanyama: “Gli ho detto che se mi schiacciava un’altra volta in faccia, io…”

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    Anello di campione NBA regalato da Bryant al padre venduto all’asta: cifra è da record!

    L’anello di campione Nba del 2000 regalato da Kobe Bryant a suo padre Joe, ex giocatore di Rieti, Reggio Calabria, Pistoia e Reggio Emilia tra il 1984 e il 1991, è stato venduto all’asta per 760mila dollari, cifra che aggiungendo i diritti che spettano al venditore (la casa d’aste Goldin) arriva a 927.200 dollari (circa 860.000 euro). Quello del 2000 fu il primo dei 5 titoli vinti da Kobe con i Lakers, ai tempi in cui il suo numero di maglia LEGGI TUTTO

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    Nba, Celtics e Bucks ko. Murray e Williamson in grande spolvero

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    Serie B, Caserta continua a sperare: Piombino ko 68-66

    Caserta-Piombino, il primo tempo
    Il match è vietato ai deboli di cuore ed è un continuo botta e risposta tra Paci che trascina i bianconeri e Piccone, stella del quintetto toscano che porta avanti i suoi al termine del primo quarto (17-20). Gli ospiti dilagano con Almansi, autore di due triple, e si portano avanti 17-28 al 12’. La Juve non si arrende: i bianconeri accorciano fino al 25-28 trascinati da Lucas, Mastroianni e Alibegovic, per poi firmare il sorpasso a fine secondo quarto sul 35-34 grazie a uno scatenato Paci.
    Caserta-Piombino, il secondo tempo
    Nella ripresa Piombino riesce ad allungare sul 38-46 ma sono le triple di Mastroianni e Alibegovic e il canestro di Lucas in un minuto e mezzo a ristabilire la parità. Il mtach è tiratissimo, vietato ai deboli di cuore: Turel porta Piombino sul +3 con tre liberi ma i canestri di Paci e Lucas riportano avanti i bianconeri. La partita si decide negli ultimi 90″: Paci segna il 68-66 mentre Turel fallisce la tripla del successo sulla sirena. Apoteosi Juve al PalaPiccolo, la salvezza non è più una chimera.
    Caserta-Piombino, il tabellino
    Paperdi Caserta – Solbat Piombino 68-66 (17-20, 35-34, 47-55)
    CASERTA: Paci 25 (10/12, 0/0), Alibegovic 11 (1/8, 2/5), Mastroianni 10 (2/3, 2/3), Cavallero 9 (1/5, 2/4), Lucas 9 (3/4, 1/3), Vitale 2 (1/2, 0/3), Mehmedoviq 2 (0/1, 0/0), Sergio (0/0, 0/4), Pagano (0/0, 0/0), Pisapia NE, Pani NE, Ferraro Ne. Coach: Dell’Imperio.
    PIOMBINO: Piccone 15 (5/10, 1/5), Turel 11 (1/1, 2/6), Almansi 11 (1/2, 2/2), De Zardo 8 (1/1, 2/5), Venucci 6 (0/1, 2/7), Azzaro 5 (1/3, 1/3), Cappelletti 3 (1/2, 0/3), Okiljevic 2 (1/2, 0/3), Longo (0/1, 0/1), D’Antonio (0/0, 0/0). Coach: Cagnazzo.
    Arbitri: Fiore di Napoli e Rubera di Bagheria (Palermo)
    Caserta: tiri liberi 11/14, rimbalzi 39 7+32 (Paci 14), assist 13 (Paci, Lucas e Mastroianni 3).
    Piombino: tiri liberi 10/16, rimbalzi 33 8+25 (Venucci 7), assist 11 (Venucci 4). LEGGI TUTTO

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    Al via la IX Caroli Basketball Cup U13

    E’ tutto pronto per la IX Caroli Hotels Basketball Cup U13, torneo internazionale di basket giovanile maschile e femminile riservato alla categoria Under 13 (nati/e nel 2011 e nel 2012) in programma nel Salento dal 28 marzo al 1 aprile.Per il tabellone maschile partecipano: SMG Basket School Latina, Tam Tam Basketball Castel Volturno, Nuova Matteotti Corato, Nuova Pallacanestro Monteroni B, Happy Casa Brindisi, Teramo a Spicchi, Marino Lions Bianco, Pallacanestro Ugento, Happy Drake Giulianova, Pallacanestro Giarre, Marino Lions Rosso, Fortitudo Trani, Aurora Brindisi, Siracusa Basket, Basket Salzano, Nuova Pallacanestro Monteroni A.Per il tabellone femminile partecipano: Basket Giarre, FIP Puglia Sud, Eteila Basket Aosta, Diablos Basket S.Agata, Team 79 Piazza Armerina, FIP Lazio, FIP Puglia Nord, Marino Lions.Il torneo ha visto nelle precedenti edizioni la partecipazione delle rappresentative giovanili, tra le altre, di: Arvydas Sabonis Basketball School (Lituania), Promitheas Patrasso (Grecia), Helios Domzale (Croazia), Mens Sana Siena, Olimpia Milano, Benetton/De Longhi Treviso, Reyer Venezia, Auxilium Torino, Petrarca Padova, Scandone Avellino, Casale Monferrato, Porto San Giorgio, New Basket Brindisi. Il torneo, riservato alle società regolarmente tesserate con la Federazione Italiana Pallacanestro per la stagione sportiva 2023/24, prevede partite 5vs5 su campi di dimensioni regolamentari, con gironi eliminatori di sola andata, partite di piazzamento tra le squadre eliminate, semifinali e finale. LEGGI TUTTO

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    Armani cancellata in Europa: Milano, resta solo lo Scudetto

    L’atavica mancanza di continuità unita per una sera anche a quella di mira al tiro condannano Milano a subire l’ennesima lezione europea. L’Olimpia crolla malamente sul campo del Baskonia Vitoria. I baschi dominano ben più dell’88-73 finale e infliggono all’Armani una delle sconfitte più dure e pesanti della stagione di Eurolega. Ai padroni di casa, guidati dallo stellare Howard, riesce davvero tutto in attacco mentre l’Olimpia, nonostante il rientro di Shields e Tonut, è modesta davanti e peggiore in difesa. LEGGI TUTTO