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    Il passato che torna e Jefferson, l’equilibratore

    Ai meno giovani (eufemismo) la notizia del ritorno della Simmenthal a Milano, avrà spalancato la porta dei ricordi. Era il 1956 quando il famoso marchio fece il suo esordio come sponsor dell’Olimpia aprendo un’era che portò nella città lombarda la prima Coppa del Campioni e dieci scudetti, e regalando 17 anni di sfide epiche con la grande Varese. Quel marchio fece le fortune delle Scarpette Rosse, ma indicò anche e soprattutto ad altri prestigiosi marchi la strada della sponsorizzazione nel mondo del basket. Chissà che oggi il suo ritorno, seppure come uno degli sponsor sulle maglie dell’Armani, non convinca altri a dar vita ad un’operazione nostalgia rientrando nella pallacanestro italiana. Una mera utopia? Forse. LEGGI TUTTO

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    Carlotta Zanardi, il basket nel sangue: “Brescia, Schio, l’Italia e… Call of Duty”

    «Ho vissuto questa prima fase della mia carriera insieme con la famiglia e questo ha condizionato in positivo il mio sviluppo. Andando avanti con gli anni le responsabilità e le aspettative sono cresciute ma non ho mai sentito troppa pressione, ho sempre giocato con l’idea di divertirmi. Mi sono sempre sentita sicura di me, anche nei momenti negativi e in questo gli insegnamenti dei miei genitori sono stati molto utili».

    Lei peraltro ha esordito tra le grandi proprio con sua mamma: che emozione è stata?

    «Strana sicuramente, non è una cosa che si vede tutti i giorni. Ero molto emozionata ma andò bene, ne ho un ottimo ricordo».

    Ed essere allenata da papà?

    «Non ho avuto, nazionali giovanili a parte, altri allenatori con cui poter fare confronti. Penso che essere sua figlia mi permetta di capire meglio rispetto alle mie compagne i suoi stati d’animo. Lui non ha mai avuto preferenze nei miei riguardi, siamo sempre stati bravi a separare i ruoli in campo».  Il futuro è già scritto, ha firmato contratto con Schio dove andrà nel 2024/25. Cosa si aspetta?

    «Per ora cerco di pensarci il meno possibile, vivo il presente e mi concentrerò su Schio quando sarà il momento. So bene che è una grandissima opportunità, un’occasione di crescita in campo e fuori, specie considerando che sarà la prima volta che vivrò lontano da casa».  Dal punto di vista tecnico, quale aspetto del suo gioco ritiene già convincente e quale ancora da migliorare?

    «Beh, sicuramente vado meglio in attacco!. Mi rendo conto di avere l’abilità di capire i momenti, quando tocca a me e quando devo servire le mie compagne. Anche a rimbalzo mi sento molto sicura, provo a sfruttare la stazza (è alta 1,80, ndr) che spesso è superiore alle mie pari ruolo. In difesa invece devo fare meglio».

    Ha già vestito la maglia azzurra nelle giovanili e ovviamente il suo obiettivo è giocare per la Nazionale maggiore, magari insieme a Matilde Villa che è l’altro astro nascente.

    «Non c’è dubbio che tra i miei sogni ci sia l’azzurro con Matilde. Voglio meritarmi la convocazione nella senior ma allo stesso tempo mi preme finire il percorso con le giovanili, magari vincendo qualche medaglia».

    Com’è vivere l’adolescenza impegnata con lo sport ad alto livello e quindi con la routine allenamenti-partite-allenamenti?

    «Quando ho iniziato a giocare non pensavo ai sacrifici, alle rinunce che sono obbligata a fare. Poi con il tempo ho sentito di più il peso ma di base resta la soddisfazione di ciò che faccio. Tornassi indietro non cambierei nulla».Lo sa che a Schio Jasmine Keys, sua futura compagna, la vorrà sfidare subito a Call of Duty?

    «Non vedo l’ora! Ho giocato tanto con mio fratello quindi sono già allenata». LEGGI TUTTO

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    Beatrice Zanardi, il basket nel sangue: “Brescia, Schio, l’Italia e… Call of Duty”

    «Ho vissuto questa prima fase della mia carriera insieme con la famiglia e questo ha condizionato in positivo il mio sviluppo. Andando avanti con gli anni le responsabilità e le aspettative sono cresciute ma non ho mai sentito troppa pressione, ho sempre giocato con l’idea di divertirmi. Mi sono sempre sentita sicura di me, anche nei momenti negativi e in questo gli insegnamenti dei miei genitori sono stati molto utili».

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    «Strana sicuramente, non è una cosa che si vede tutti i giorni. Ero molto emozionata ma andò bene, ne ho un ottimo ricordo».

    Ed essere allenata da papà?

    «Non ho avuto, nazionali giovanili a parte, altri allenatori con cui poter fare confronti. Penso che essere sua figlia mi permetta di capire meglio rispetto alle mie compagne i suoi stati d’animo. Lui non ha mai avuto preferenze nei miei riguardi, siamo sempre stati bravi a separare i ruoli in campo».  Il futuro è già scritto, ha firmato contratto con Schio dove andrà nel 2024/25. Cosa si aspetta?

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    «Beh, sicuramente vado meglio in attacco!. Mi rendo conto di avere l’abilità di capire i momenti, quando tocca a me e quando devo servire le mie compagne. Anche a rimbalzo mi sento molto sicura, provo a sfruttare la stazza (è alta 1,80, ndr) che spesso è superiore alle mie pari ruolo. In difesa invece devo fare meglio».

    Ha già vestito la maglia azzurra nelle giovanili e ovviamente il suo obiettivo è giocare per la Nazionale maggiore, magari insieme a Matilde Villa che è l’altro astro nascente.

    «Non c’è dubbio che tra i miei sogni ci sia l’azzurro con Matilde. Voglio meritarmi la convocazione nella senior ma allo stesso tempo mi preme finire il percorso con le giovanili, magari vincendo qualche medaglia».

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    Nba, i Jazz di Fontecchio sconfiggono i Lakers: Celtics imbattibili in casa

    Continua il grande momento dei Jazz, che raggiungono la quinta vittoria consecutiva (undicesima nelle ultime tredici gare) battendo i Lakers (senza LeBron James) 132-125. Fontecchio non riesce ad andare a segno, ma colleziona 4 assist e e 4 rimbalzi. Decisivi i 29 punti di Markkanen, i 27 di Sexton e i 21 di Clarkson. Per Los Angeles inutili i 39 punti di D’Angelo Russel e la tripla doppia di Anthony Davis. LEGGI TUTTO

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    Eurolega, Thompson trascina l’Efes: Virtus Bologna travolta

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