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    Belinelli e Virtus, via la rabbia ma Milano è carica: gara 2 è già decisiva

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    Nba, Porzingis show: Boston travolge Dallas in gara 1 delle Finals

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    La Ref Cam degli arbitri torna nella finale scudetto di basket

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    Finale scudetto Bologna-Milano: “in campo” la Dazn Ref Cam

    TORINO – La Lega Basket Serie A si prepara a vivere il suo emozionante epilogo, le Finali Scudetto, che vedranno per il quarto anno di fila sfidarsi Virtus Segafredo Bologna ed EA7 Emporio Armani Milano. Uno spettacolo da non perdere per tutti gli appassionati della palla a spicchi, al via da oggi su DAZN, e reso ancora più coinvolgente e adrenalinico con il ritorno “in campo” della Dazn Ref Cam, in collaborazione con Lba e il supporto della Fip. Dopo il grande successo ottenuto nella finale di Frecciarossa Final Eight 2024, grazie al mix di innovazione e intrattenimento realizzato dal leader nel live streaming e nell’intrattenimento sportivo, tutti i tifosi avranno accesso in diretta alle azioni più salienti di tutte le gare della finale scudetto, da una prospettiva unica e innovativa, quella dell’arbitro in campo. L’adozione di soluzioni tecnologiche innovative per amplificare l’esperienza di visione gioca un ruolo sempre più chiave per Dazn che porta ancora una volta il tifoso dentro l’evento sportivo e al centro dell’azione. Un percorso di innovazione e coinvolgimento dei fan che ha l’obiettivo di offrire un’esperienza immersiva e un ulteriore momento di spettacolarizzazione dell’evento, appassionando sempre più persone al grande basket. LEGGI TUTTO

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    Tonut l’anti Belinelli: Milano contro Bologna, si accende la sfida Scudetto

    Le finali scudetto si avvicinano e da domani si comincerà a fare sul serio con la prima gara tra Milano e Bologna che anche quest’anno, per la quarta volta consecutiva, sarà la sfida che assegnerà il tricolore. Alle finali si riaffaccerà anche Stefano Tonut, con l’esterno dell’Olimpia che giocò poco durante le 7 gare della scorsa stagione, chiuse con lo scudetto Armani, ma che arriva a questo atto conclusivo forte di grandi prestazioni, di un posto stabile in quintetto e dei recenti elogi di coach Ettore Messina. LEGGI TUTTO

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    Italbasket, i convocati di Pozzecco per gli impegni estivi: c’è Gallinari

    ROMA – Il commissario tecnico dell’Italbasket, Gianmarco Pozzecco, ha convocato 30 giocatori che prenderanno parte alle attività della Nazionale maschile per l’estate 2024, che parte con il torneo Pre Olimpico in programma in Portorico dal 2 al 7 luglio. Da questa lista, il Ct sceglierà giovedì 6 giugno i 18 azzurri che si ritroveranno a Trento dal 9 al 13. Cinque giorni di allenamenti che avranno lo scopo di inserire i giocatori italiani più interessanti, in attesa dei big di Milano e Bologna impegnati nella finale scudetto. Una scelta strategica ben precisa, come si legge sul sito della Federazione, “che mira ad ottimizzare il più possibile i tempi che separano l’Italbasket dall’esordio al Pre Olimpico dando continuità al progetto “Green Team” varato lo scorso anno con le due partite in Spagna della squadra guidata da coach Edoardo Casalone”.
    Italbasket, i 30 convocati di Pozzecco
    Tra i giocatori chiamati da Pozzecco, c’è anche Danilo Gallinari. Ecco la lista completa:
    Marco Spissu – Umana Reyer Venezia
    Nico Mannion – Openjobmetis Varese
    Awudu Abass – Virtus Segafredo Bologna
    Stefano Tonut – EA7 Emporio Armani Milano
    Danilo Gallinari – Milwaukee Bucks
    Nicolò Melli – EA7 Emporio Armani Milano
    Diego Flaccadori – EA7 Emporio Armani Milano
    Francesco Ferrari – Crt Group College Basketball Borgomanero
    Leonardo Marangon – UEB Gesteco Cividale
    Giampaolo Ricci – EA7 Emporio Armani Milano
    Amedeo Tessitori – Umana Reyer Venezia
    Federico Miaschi – Gruppo Mascio Treviglio
    Saliou Niang – Dolomiti Energia Trentino
    Grant Basile – Agribertocchi Orzinuovi
    Giordano Bortolani – EA7 Emporio Armani Milano
    Leonardo Faggian – Nutribullet Treviso
    Davide Casarin – Umana Reyer Venezia
    Guglielmo Caruso – EA7 Emporio Armani Milano
    Michele Vitali – Unahotels Reggiana
    Achille Polonara – Virtus Segafredo Bologna
    Leonardo Toté – Carpegna Prosciutto Pesaro
    Momo Diouf – Rio Breogan
    Federico Poser – Reale Mutua Torino
    Luca Severini – Bertram Derthona Tortona
    Sasha Grant – Unahotels Reggio Emilia
    Mattia Palumbo – Benedetto XIV Cento
    Tomas Woldetensae – Openjobmetis Varese
    Alessandro Pajola – Virtus Segafredo Bologna
    Dame Sarr – Barcelona
    John Petrucelli – Germani Brescia LEGGI TUTTO

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    Bologna-Milano, leader Belinelli: “La mia Virtus porta in campo un cuore grande”

    Non fosse per la barba un po’ imbiancata, sarebbe difficile (impossibile?) credere a ciò che racconta la sua carta d’identità: «È vero, non ho 38 anni, ho ingannato tutti: sono 28…». Oltretutto gli anni con il “4” finale sono sempre speciali per Marco Belinelli, a livello sportivo e non soltanto: vent’anni fa la prima finale-scudetto, con la Fortitudo, dieci anni dopo le NBA Finals e lo storico trionfo con i San Antonio Spurs, il 2024 ha regalato a Beli prima la 2ª figlia – Deva Vittoria – e poi la finale-scudetto con la Virtus, da affrontare da MVP del campionato. Uno status a cui l’eterno ragazzo di San Giovanni in Persiceto cerca di tenere fede ogni giorno: «Marco è circondato da un’aura – la definizione di coach Luca Banchi – è un’eccellenza e come tale si fa riconoscere in campo e fuori, e lo fa in modo naturale, senza doversi mettere in evidenza. Caratterialmente non è necessariamente loquace, ma nei suoi comportamenti riconosco il carisma e la capacità di essere un riferimento per gli altri. La sua è una leadership carismatica: una qualità difficile da trasmettere, ma che va assecondata». Un leader che parla da trascinatore, come quando – in stile Kobe Bryant – per indicare i compagni dice “i miei giocatori”.
    L’intervista a Belinelli
    Marco, cosa significa la 4ª finale consecutiva contro Milano? «È la grande rivalità da quando sono tornato dagli Stati Uniti, abbiamo vinto nel 2021, abbiamo perso le ultime due finali, e quel pensiero è ben presente. Quando, venerdì sera, abbiamo chiuso la semifinale contro Venezia, la mente è andata subito alla finale dell’anno passato. Chi era qui già 12 mesi fa, credo abbia una voglia particolare».
    In cosa è cambiata la Virtus, con Luca Banchi al timone? «Siamo una squadra che combatte e che ha grande cuore. Vogliamo dare il 110%, come spesso riusciamo a fare, perché conosciamo l’importanza di questa serie. Abbiamo il vantaggio del fattore campo, abbiamo dato tanto per guadagnarci la possibilità di giocare davanti ai nostri tifosi, mi auguro sia determinante».
    Chi toglierebbe a Milano? «È la squadra da battere, con almeno un grande giocatore in ogni ruolo, inoltre vengono da sei successi di fila e stanno giocando ora il miglior basket della loro stagione. E c’è sempre Ettore Messina, che è una garanzia. Se dovessi fare un nome, forse direi Shavon Shields, perché è l’elemento contro cui abbiamo sofferto di più. Ma sappiamo di poter compiere un buon lavoro contro di lui, il nostro reparto esterni non ha niente da invidiare a nessuno. Ho tanta fiducia nei miei giocatori».
    “I miei giocatori”, come diceva Kobe Bryant: è il segno della sua padronanza della situazione. «Mi è venuto naturale… La realtà è che voglio bene ai miei compagni, siamo una grande famiglia, so quello che succede nell’arco di una stagione, nei momenti difficili, quando perdi, o vivi un quarto in cui giochi male e avverti le critiche attorno. È il nostro mondo, un giorno sei un eroe, un altro sei una pecora. Ma sono legato ai miei compagni, perché so quanto lavorano sodo per portare i trofei a Bologna».
    Nella sua lunga carriera NBA, da chi ha imparato di più sotto l’aspetto della leadership? «Ho cercato di prendere qualcosa da tutti coloro che univano voglia di vincere, intelligenza e umiltà, ma restando sempre me stesso. Potrei citare Manu Ginobili, ma poi come farei a dimenticare Tim Duncan? Certo, non parlava tanto, ma gli bastava un’occhiata… ».
    Vent’anni fa disputava la prima finale-scudetto, dieci anni fa conquistava il titolo NBA, oggi gioca una finale da MVP: come racconterebbe la sua evoluzione? «Penso che l’aspetto fondamentale sia un comune denominatore: la voglia di andare in campo, vincere ed esprimere il mio talento è sempre stata la stessa. A ciò si aggiunge la voglia di essere un buon esempio per tanti ragazzini. Questo è alla base di un’annata che per me è iniziata presto, perché ho anticipato la preparazione, ed è stato determinante. E di fianco ho trovato una squadra con tanto, tanto cuore». LEGGI TUTTO