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    La Spagna di Scariolo vola in semifinale ad Eurobasket: sfiderà la Germania

    BERLINO (Germania) – La Spagna è la prima semifinalista di Eurobasket 2022: la nazionale di Sergio Scariolo batte la Finlandia 100-90, ma mette le mani sulla partita solo alla fine del terzo quarto, dopo che la squadra di Tuovi era stata in vantaggio anche di 15 nel corso del primo tempo. A trascinare al successo gli iberici sono i due Hernangomez in campo, Willy con 27 punti e Juan con 15: decisivo anche l’ingresso in campo di Rudy Fernandez che con la sua esperienza guida gli spagnoli all’allungo decisivo con 11 punti. Non basta alla Finlandia il solito, immarcabile, Lauri Markkanen che chiude con 28 punti e 11 rimbalzi. A contendere un posto in finale agli iberici ci saranno i padroni di casa della Germania, che in un match giocato al limite della perfezione batte la stra-favorita Grecia 107-96. Decisivo il parziale tedesco di 20-1 ad inizio del terzo quarto, che sposta l’inerzia del match verso la squadra di coach Herbert. Sugli scudi per i tedeschi, che segnano 17 triple nel match, Schroder e Wagner con 26 e 19 punti, oltre che un solido Theis con 13 punti e 16 rimbalzi. Agli ellenici non basta il solito Giannis Antetokounmpo (espulso però a 5′ dalla fine per doppio antisportivo), autore di 31 punti, e i 18 punti di Larentzakis.  LEGGI TUTTO

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    La Spagna di Scariolo vola in semifinale ad Eurobasket: Finlandia ko

    BERLINO (Germania) – La Spagna è la prima semifinalista di Eurobasket 2022: la nazionale di Sergio Scariolo batte la Finlandia 100-90, ma mette le mani sulla partita solo alla fine del terzo quarto, dopo che la squadra di Tuovi era stata in vantaggio anche di 15 nel corso del primo tempo. A trascinare al successo gli iberici sono i due Hernangomez in campo, Willy con 27 punti e Juan con 15: decisivo anche l’ingresso in campo di Rudy Fernandez che con la sua esperienza guida gli spagnoli all’allungo decisivo con 11 punti. Non basta alla Finlandia il solito, immarcabile, Lauri Markkanen che chiude con 28 punti e 11 rimbalzi. LEGGI TUTTO

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    Eurobasket, Spagna prima semifinalista: battuta la Finlandia 100-90

    BERLINO (Germania) – Una vittoria più sofferta di quanto dica il risultato finale, quella della Spagna contro la Finlandia nel primo quarto di finale di Eurobasket 2022: la nazionale di Scariolo doma quella di Tuovi 100-90, ma mette le mani sulla partita solo al termine del terzo quarto, dopo che i finlandesi erano stati in vantaggio anche di 15 nel corso del primo tempo. Un successo firmato dai due Hernangomez in campo, Willy con 27 punti e Juan con 15: decisivo anche l’ingresso in campo di Rudy Fernandez che con la sua esperienza guida gli spagnoli all’allungo decisivo con 11 punti. Non basta alla Finlandia il solito, immarcabile, Lauri Markkanen che chiude con 28 punti e 11 rimbalzi: la Spagna è la prima semifinalista dell’Europeo.  LEGGI TUTTO

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    Spissu: “Io, calciatore mancato, adesso sogno con l’Italia”

    Dopo aver una prima fase a gironi in cui non aveva convinto, Marco Spissu è letteralmente esploso contro la Serbia, trasformandosi nell’eroe del match (22 punti, tutti pesantissimi ai fini del risultato finale). Il ct Pozzecco non ha mai dubitato delle sue qualità e, alla fine, il play azzurro ha risposto con una prestazione epica che resterà negli annali del basket italiano per sempre. A poche ore dalla sfida con la Francia, con in palio il pass per le semifinali dell’Europeo, il 27enne nativo di Sassari si gode il momento e guarda con ottimismo alla sfida con i francesi. Dopo una lunga gavetta, Marco Spissu è arrivato dove sognava di essere. L’azzurro è il colore che lo sta consacrando definitivamente e, lui per primo, non vuole che il sogno si interrompa proprio sul più bello.

    Spissu, si dice che lei avrebbe potuto diventare un calciatore professionista. E’ vero?

    «Da piccolo ho cominciato con il calcio, poi ci ho aggiunto il basket. Li ho coltivati entrambi e devo dire che anche a calcio me la cavavo bene».

    Chi sono stati i giocatori che l’hanno ispirato quando era piccolo?

    «Essendo di Sassari e giocando play, guardavo i grandi giocatori di quell’epoca in quel ruolo. Ricordo che, a quei tempi, c’era Travis Diener a Sassari. Lo studiavo, cercavo di capire come si muoveva…».

    Quando ha fatto il passo avanti che l’ha portata sino all’azzurro?

    «Non so quale sia stato il momento che mi ha fatto fare il salto definitivo. Ovunque ho giocato, è stato uno step importante per me: Bari, Casalpusterlengo, Reggio Calabria… Direi che è andata bene se sono qui a Berlino, a giocarmi un quarto di finale con la Francia (ride, ndr)».

    Come è andata l’esperienza in Russia all’Unics Kazan?

    «Mi sono trovato benissimo. Alla fine, sono andato lì per giocare a pallacanestro, quello mi interessava e quello era il mio obiettivo. Facevo la spola palazzetto-casa, casa-palazzetto. E’ stato molto formativo. Lo rifarei, anche se all’inizio ero un po’ scettico sull’andare a giocare lì. Alla fine si è rivelata una decisione azzeccata».

    Ma lei sarebbe dovuto andare a giocare a Malaga, giusto?

    «Come si dice: si chiude una porta e si apre un portone. Kazan significava giocare l’Eurolega da subito e, onestamente, era un mio obiettivo. Non potevo rifiutare un’opportunità del genere».

    Quindi l’esperienza all’estero la considera positiva per un giocatore italiano?

    «La volevo fare e l’ho fatta. Non è facile. Capisco che gli italiani si sentono più rilassati a restare in Italia, ma io ho fatto la borsa e sono andato. Ci ho provato e ci riproverò».

    E’ stato quattro anni a Sassari. All’inizio non deve essere stato semplice: sassarese, piccolino, magro… Conferma?

    «Vero, non è stato facile fare il profeta in patria. I difetti, in particolare, si amplificano se sei di casa. Quando però le cose vanno bene, come nel mio caso, non c’è emozione più bella che giocare davanti al tuo pubblico. Ci siamo tolti anche delle soddisfazioni. Ho dato tutto per quella maglia, come ho fatto ovunque sono stato ma, in quel caso, la senti di più tua».

    Ora, dopo aver firmato per Venezia, lei è protagonista all’Europeo. Come è andata la notte post Serbia?

    «Abbiamo fatto una cenetta tra di noi, in un ristorante. Personalmente, in camera, non riuscivo a prendere sonno. Troppa adrenalina in corpo. Credo che sia accaduto anche a tanti altri».

    E adesso, contro la Francia?

    «Ci vogliamo provare, sicuro. Nell’amichevole a Montpellier eravamo in fase di preparazione. Ora è tutta un’altra storia. C’è anche una rivincita in gioco, quella delle Olimpiadi, quando ci battè nei quarti…». LEGGI TUTTO

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    Eurobasket, la carica di Pozzecco: “Stiamo vivendo un sogno”

    “Futuro nella competizione? Abbiamo due opzioni, pensare o non pensare. La prima vuol dire che abbiamo la Francia, probabilmente la Slovenia ed eventualmente la Grecia”. Sono le parole del ct Gianmarco Pozzecco dopo il trionfo con la Serbia agli ottavi di Eurobasket ai microfoni di Sky. Il tecnico azzurro prosegue: “Quindi vuol dire affrontare Gobert, Doncic e Antetokounmpo. Dopo aver giocato con Jokic…dici poi mi sveglio tutto sudato. Quindi è meglio non pensare, fare in modo che questi ragazzi vivano l’entusiasmo e scendano in campo pensando di vivere un sogno e continuano a viverlo. Il sogno non è razionalità. Quindi non dobbiamo esserlo”. Poi sulla sua esplusione e sul suo carattere: “Cambiarlo? Mi auguro di sì, ma non perché necessito di un cambiamento ma perché mi piacerebbe vedere un arbitraggio un po’ più equilibrato. Gli arbitri sono capaci, possono sbagliare, secondo me hanno commesso qualche errore, come posso commetterlo io, come possono commetterlo i giocatori in campo”. “Mi auguro che con la partita con la Francia – prosegue – sia più equilibrata da questo punto di vista ma sono sicuro che sarà così”.  LEGGI TUTTO

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    Eurobasket, Pozzecco: “Dobbiamo continuare a vivere il sogno”

    “Cambiare il mio carattere? Mi auguro di sì, ma non perché necessito di un cambiamento ma perché mi piacerebbe vedere un arbitraggio un po’ più equilibrato. Gli arbitri sono capaci, possono sbagliare, secondo me hanno commesso qualche errore, come posso commetterlo io, come possono commetterlo i giocatori in campo”. Sono le parole del ct Gianmarco Pozzecco dopo il trionfo con la Serbia agli ottavi di Eurobasket ai microfoni di Sky. “Mi auguro che con la partita con la Francia – prosegue – sia più equilibrata da questo punto di vista ma sono sicuro che sarà così”. 
    “Dobbiamo vivere un sogno”
    Sul possibile percorso futuro nel torneo: “Abbiamo due opzioni, pensare o non pensare. La prima vuol dire che abbiamo la Francia, probabilmente la Slovenia ed eventualmente la Grecia. Quindi Gobert, Doncic e Antetokounmpo. Dopo aver giocato con Jokic…dici poi mi sveglio tutto sudato. Quindi è meglio non pensare, fare in modo che questi ragazzi vivano l’entusiasmo e scendano in campo pensando di vivere un sogno e continuano a viverlo. Il sogno non è razionalità. Quindi non dobbiamo esserlo”. LEGGI TUTTO

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    Fanno la festa a Rocchi

    Più che l’incipit di un fondo, questo è il più banale dei sommari, riassume emozioni domenicali di straordinario e ordinario livello. Siamo un Paese complicato, diviso e fragile, un non-sistema con uno sport che non si merita e per i successi dobbiamo ringraziare chi ogni giorno, settimana, mese e anno riesce a risultare più forte dei blocchi strutturali, mentali e politici.La Juve, ora, l’ordinario. Azzerata la festa, è scattata la rissa e si sono moltiplicate le espulsioni. Elettroshock a parte, anche contro la Salernitana, la migliore del lato destro (potenziale) della classifica, la squadra di Allegri ha mostrato il “bellino” (la ribellione alla sconfitta che stava maturando, la voglia di fare risultato) e il “bruttino” (la mollezza in alcune fasi, le amnesie non solo difensive) di questo inizio di stagione.Mi sto sempre più convincendo che senza quei tre (Di Maria, Pogba e Chiesa) sia una Juve normale, ovvero distante dagli standard naturali, attesi e pretesi. Dopo Parigi lo stesso Allegri ha sottolineato per la prima volta la notevole incidenza su gioco e risultati delle assenze eccellenti: “Provate a togliere l’equivalente di Pogba, Di Maria e Chiesa alle altre squadre” ha detto, “noi dobbiamo essere contenti di quello che stiamo facendo, sapendo che le prospettive sono rosee”. Lo vogliamo interpretare come un segno di insicurezza? O, piuttosto, come il modo più chiaro, quasi didascalico, con cui l’allenatore dei livelli, delle categorie che fanno la differenza, ha voluto ricordare che il miglioramento di questo gruppo doveva derivare e ancora deriva dal ritorno del francese e dell’argentino, oltre che dal rientro in pianta stabile di Chiesa?

    Propendo per la seconda opzione. La voglia di antipatia manifestata da Max sabato, poi, altro non è che la reazione all’atteggiamento tenuto dalla stampa dopo il 2-1 in Champions. Nei giorni scorsi una figura di spicco del mondo bianconero si lamentava proprio del fatto che i commenti più benevoli e le manifestazioni di simpatia nei confronti della Juve accompagnino esclusivamente le sconfitte.Ieri ne ha trovata una a metà (il punto non risolve) e adesso i punti sono 10 nelle prime sei partite, 10 su 18, un bilancio preoccupante che, al di là del torto arbitrale, non frena l’ondata critica nei confronti di tecnica e società.

    Di critiche sta facendo la raccolta anche il mondo arbitrale. Marco Giampaolo ha confessato di aver dato del “coglione e arrogante” all’arbitro Fabbri e non soltanto perché sabato sera, dopo l’espulsione di Leao, “ha arbitrato a senso unico” (sono sempre parole sue). Marco è una delle persone più corrette e misurate del nostro calcio: la sua sbroccata mi ha sorpreso, non del tutto però.

    Ieri Daniele Pradè, dirigente pompiere della Fiorentina, dichiarandosi incazzato ha chiesto che in settimana il designatore Rocchi ammetta l’errore commesso da Orsato e collaboratori al Dall’Ara. L’episodio, il gol del 2-1. “Il tocco di Kasius su Dodo (era Quarta, nda) è netto” ha spiegato. “Hanno fatto tre minuti di Var solo per il fuorigioco di Arnautovic. Non va bene”.

    Con gli arbitri se l’è presa anche il presidente del Lecce Sticchi Damiani: “Il Var ci ha già retrocessi, danno grave”. Naturalmente l’avversario, il Monza, ha fatto subito sapere che al 78’ un contrasto Ciurria-Hjulmand avrebbe meritato il rigore.

    È finita l’estate di Gianluca Rocchi che nei giorni scorsi aveva già avvertito i primi effetti del cambiamento climatico quando i suoi Piccinini e Sozza erano stati attaccati da Sarri. Soltanto la sosta per le nazionali e i 50 giorni del Mondiale potranno restituire un minimo di serenità al designatore che in questa fase hot – non potendo pretendere che gli arbitri non sbaglino più e allenatori e dirigenti non protestino – avrebbe bisogno del sostegno pubblico dei presidenti di Figc, Lega e Aia. Non nell’ordine.PS. C’è una dignità meravigliosa, nascosta nella forza che serve a non scendere a compromessi, una dignità costosa e a volte irrinunciabile (cit.). LEGGI TUTTO