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    Milano e Bologna, l’Eurolega vi chiama

    È il sogno di ogni club europeo, che vorrebbe mettere il prestigioso trofeo in bacheca. Parte l’Eurolega e scalpitano le diciotto squadre partecipanti. Diciassette con l’ambizione di scalzare l’Efes di Ergin Ataman che da due stagioni è salita sul gradino più alto del podio e non ha nessunissima intenzione di abdicare. Sarà la prima edizione dell’era di Dejan Bodiroga. Il campione serbo ha sostituito nel ruolo di presidente Jordi Bertomeu che per 22 anni ha tenuto in mano le redini della manifestazione portandola ad altissimi livelli. Bodiroga rivestirà anche il ruolo di Direttore del torneo. «Gli ultimi 20 anni – ha dichiarato Dejan dopo essersi insediato – hanno visto l’Eurolega affermarsi come una potenza nello sport globale. Vorrei ringraziare Jordi Bertomeu e il suo team per la loro visione e il loro duro lavoro e sono ansioso di continuare a costruire ed espanderne l’impatto». 
    Le due italiane
    Ma questo riguarda la stanza dei bottoni mentre agli appassionati interessa il campo. Quello dove si presenteranno nuovamente due formazioni italiane. Accanto all’ormai consolidata Olimpia Milano tornerà infatti nella massima manifestazione continentale anche la Segafredo Bologna che domani esordirà ospitando l’ambizioso Monaco. 14 anni di assenza visto che l’ultima apparizione è datata 30 gennaio 2008 e di fronte c’era, ma guarda un po’, Ettore Messina alla guida del Cska Mosca. Di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia. Oggi Messina guida la scudettata Milano, che stasera affronta in trasferta Villeurbanne, e sulla panchina bianconera c’è quel Sergio Scariolo che dopo la zampata negli Europei alla guida della Spagna vuole sorprendere anche con il suo club. E a proposito di nazionale la Federazione iberica e il club felsineo hanno raggiunto un accordo che consentirà alle furie rosse di allenarsi a Bologna per preparare l’incontro di qualificazione al Mondiale 2023 consentendo così a Scariolo di tenere salde le redini su entrambe la formazioni. La Segafredo punta a onorare nel migliore dei modi questo ritorno in paradiso puntando, ma servirà una stagione sopra le righe, all’ingresso nei playoff. Più ambiziosa l’Olimpia Milano che stravolto il proprio roster puntando a migliorarsi nel tentativo di tornare nelle final four e cullando anche il poco nascosto desiderio di vittoria. Pangos, Davies, Billy Baron e il perticone tedesco Voigtmann vanno a impreziosire un roster dove splende la stella di Nik Melli mentre Shavon Shields è atteso dalla conferma e forse dalla consacrazione europea. Ricordando che Hines e Datome sanno, avendolo provato sulla propria pelle, come si vince l’Euroleague.
    Favorita
    Inutile nasconderlo – è il Real Madrid che ha cambiato la guida tecnica affidandosi, dopo Laso, a Chus Mateo già suo vice con i “Blancos. Il nuovo allenatore ha un quintetto dal talento smisurato: Chacho Rodriguez, Musa, Hezonja, Cornelie e Poirier. E si prende il lusso di far partire di rincorsa, se magari non guadagneranno il posto da titolare il pinnacolo Tavares e Yabusele. Fortissimo il Real che potrebbe diventare imbattibile se si concretizzassero le voci di un possibile ingaggio di Facundo Campazzo, uno che spedirebbe Rodriguez a fare il sesto uomo.
    Inseguitrici
    Chissà cosa ne pensa Ataman. Il suo Efes vorrebbe fare tripletta anche se si approccia all’avvio della stagione con il problema dell’infortunio di Larkin. I turchi hanno comunque puntellato la rosa inserendo giocatori di affidamento come Clybun, Zizic e l’azzurro Polonara strappato in extremis alla corte della Virtus Bologna. Un po’ più staccato il Barcellona soprattutto a causa dello stop di Mirtoic. In attesa del suo recupero Jasikveicius, che se non otterrà risultato potrebbe vedere esaurito il suo credito, si affida alle certezze Kuric, Abrines Martinez e Jokubaitis e alla voglia di Kalinic e Vesely, rodata coppia fin dai tempi del Fenerbahce. Pronto a stupire il Monaco.È vero ha lasciato, rispetto allo scorso anno, Dwayne Bacon ma punta forte su Mike James che nel Principato sembra aver trovato la propria giusta dimensione e in Obradovic l’allenatore in grado di tenerne le briglie ma di lasciarlo anche libero di galoppare. Vicino a lui Okobo e Loyd mentre ad allungare la rosa è arrivato quel John Brown III benconosciuto in Italia. Vuole dire la sua anche il Bayern Monaco di Andrea Trinchieri, così come l’Olympiakos Atene è in fascia medio alta. E l’Eurolega saluta anche il ritorno nel torneo, alla guida del Partizan Belgrado, del suo re: coach Zele Obradovic, che ne ha vinte, considerando anche la Coppa dei Campioni, nove. E se veramente alla fine fosse lui a convincere Campasso, strappandolo alla corte del Real Madrid, ci sarebbe da divertirsi. LEGGI TUTTO

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    Brindisi, l'incasso del match di Europe Cup in beneficenza per l'Ucraina

    In occasione della prima giornata di Fiba Europe Cup che vedrà la Happy Casa Brindisi ospitare il team ucraino del BC Budivelnyk Kiev, la società biancoazzurra ha deciso di devolvere l’incasso della serata a favore della popolazione ucraina. Lo rende noto la stessa Happy Casa Brindisi, in vista della partita del 12 ottobre prossimo, nel palazzetto Elio Pentassuglia della città adriatica, con inizio alle 20,30. I biglietti sono in vendita da oggi. “Vogliamo dimostrare il nostro sostegno alla squadra di Kiev e a tutta la popolazione ucraina, al centro ormai da mesi di una grave emergenza sanitaria e umanitaria, utilizzando lo sport come strumento per sostenere l’inclusione e rafforzare la coesione sociale”, spiega la società brindisina. “La squadra della capitale Kiev, fondata nel 1945 e vincitrice di dieci titoli nazionali, per continuare l’attività agonistica e partecipare a una manifestazione europea è stata costretta a trasferirsi in Italia per l’intera stagione sportiva, ospite delle strutture messe a disposizione dalla Stella Azzurra Roma”, ricorda.Sullo stesso argomentoSerie ABasket, Olimpia di misura su Brescia. Rimonta Virtus a Napoli

    “Il ricavato della vendita dei biglietti sarà donato a Unhcr Agenzia Onu per i Rifugiati, che opera su più fronti per offrire assistenza in situazioni di crisi: fornendo assistenza economica diretta ma anche aiutando a reperire, acquistare e distribuire beni di prima necessità, comprese coperte, materassi e forniture di emergenza”, spiega la società di basket. “La società invita i propri tifosi, gli appassionati, gli sponsor e tutti i cittadini del nostro territorio a riempire il PalaPentassuglia per vivere una serata di basket, solidarietà e grandi emozioni dentro e fuori dal campo all’interno di un evento così atteso come l’esordio stagionale in Europa”, conclude.

    Sullo stesso argomentoSerie ABasket, una Serie A rivoluzionata in campo e in Tv LEGGI TUTTO

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    Baraldi: “Virtus, l’obiettivo è entrare tra le prime otto”

    BOLOGNA – Luca Baraldi, lei è a.d della Virtus: che inizio di stagione è quello della sua squadra? «Siamo molto soddisfatti. In sofferenza all’inizio contro Milano, e ancora di più contro Napoli, abbiamo recuperato situazioni complicate. Al di là di indiscutibili qualità tecniche, e nonostante assenze pesanti, questa squadra ha mostrato il carattere che ha». Il vostro mercato è stato sottovalutato? «Se sei una big e non prendi grandissimi nomi, sembra che non ti sia mosso. Invece devo dire grazie sia al dg Ronci che al coach Scariolo. Volevamo giocatori compatibili con un progetto tecnico di alto livello. Questo è il quinto roster di Virtus che vivo: tra carattere e gestione, competenza e coesione, un gruppo così non l’abbiamo mai avuto. Lavorando, arriveranno soddisfazioni». Intende essere nelle prime otto di Eurolega? «E’ l’obiettivo principale, per continuare a giocarla».
    Una licenza pluriennale è impossivile da ottenere? «Cerchiamo di meritare sul campo, l’Eurolega è in trasformazione e adesso non si riesce a vedere tanto oltre. Poi abbiamo un altro grande obiettivo, lo scudetto femminile. Non vuol dire che non penseremo al campionato degli uomini o alla Coppa Italia. Squadra e staff sono costruite per vincere». Qualcuno dice che Zanetti sia deluso dal basket e a breve potrebbe uscire. E’ così? «Il finale della stagione scorsa, e alcune cose inopportune che non commentiamo di questo inizio stagione, non hanno fatto bene. Ma gli investimenti per migliorare la squadra dimostrano quanto il presidente Zanetti creda nel futuro del club. Però questo sistema senza ricavi deve evolversi e cambiare. Sponsor e biglietti restano le uniche fonti, gli azionisti sono costretti a sforzi non ripagati da visibilità televisiva o penetrazione nei mercati internazionali». E l’Eurolega? «Vedremo come andrà. Per partecipare in modo competitivo bisogna aumentare gli investimenti di quattro volte rispetto a quelli che saranno i maggiori ricavi. Al prestigio non corrisponde quindi un equilibrio economico. Bisogna evolversi sia in Italia che in Europa, sarà questo a determinare quanto un imprenditore come Zanetti continui o meno a investire. Peraltro arriviamo al massimo livello sportivo quando la situazione di famiglie e aziende è più complicata. Servono fatti nuovi. In Lega lo diciamo da due anni, con scarsi risultati. Noi staremo vicini a chi ci ha dato fiducia. Come? Agevoleremo gli abbonati, per esempio regaleremo loro la prima partita di playoff in campionato». In Eurolega la Virtus torna dopo 15 anni: cosa significa? «Una soddisfazione enorme. Zanetti nel 2017 l’aveva promesso entro cinque anni insieme alla vittoria dello scudetto. Impegni mantenuti, dando una spina dorsale al club, che oggi è esempio per molti e non solo nel basket. Poi siamo contenti per i nostri tifosi, sono di altisismo livello e meritano questo palcoscenico. Come gli oltre cento sponsor che ringraziamo e a cui diamo maggiore visibilità. Il loro ruolo è fondamentale: più ce ne sono e più si possono gestire meglio i costi per i tifosi, è una partnership anche sociale». Cosa significa aver vinto già sette trofei? «In cinque anni è un record, merito di un gruppo di lavoro molto quadrato. Abbiamo un tecnico campione d’Europa e del mondo, big tra gli uomini e le donne». Il palazzo è la prossima sfida? «Costruire un impianto costa il doppio rispetto a due anni e mezzo fa. Pandemia e crisi hanno cambiato i modelli di fruizione e stiamo rivedendo la progettualità. Non si possono fare date, ma non ci sono rallentamenti nella volontà». LEGGI TUTTO

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    Joseph Naklé: “Io gay e libanese, vi racconto come lotto per un mondo più inclusivo” 

    Joseph, prima di tutto raccontaci qualcosa di te. Sei arrivato tanti anni fa in Italia dal Libano, la tua città d’origine e qui hai partorito questa idea rivoluzionaria per il nostro paese.

    Il fatto di girare molto per lavoro e conoscere altre culture e lingue ha rappresentato un dono per me. E’ un qualcosa che ti apre la mente e ti regala un bagaglio impressionante di esperienze e di vita in generale. Mi sono spostato a vivere a Barcellona e a Parigi e lì l’idea è venuta fuori in modo piuttosto naturale. In Spagna cercavo un campo per giocare perché il basket è la mia passione e un giorno ne ho trovato uno con tanti ragazzi e ragazze di etnie e orientamenti sessuali che giocavano tutti insieme: un qualcosa di incredibilmente bello. Ho deciso subito di affiliarmi con loro e ho cominciato a giocare con quella squadra il torneo nazionale inclusivo, un torneo locale della Catalogna e anche alcuni tornei internazionali. Poi sono andato a Parigi e ho fatto la stessa cosa arrivando ai gay games (una sorta di mondiali che si svolgono ogni 4 anni). Una volta tornato a Milano ho voluto subito replicare quell’esperienza, è stato un processo naturale.

    La Peacox è una associazione sportiva dilettantesca a tutti gli effetti. Qual è l’aspetto più difficile di gestire una cosa del genere? Anche perché se ho letto bene tu hai avviato il tutto durante la pandemia nel 2020. Questo sicuramente ha aumentato le difficoltà, no?

    Di difficoltà ne ho avute tantissime. La Peacox è una associazione da aprile ma prima era solo un progetto embrionale. Per farti capire, al primo allenamento c’ero solo io a causa della pandemia. Lasciai un messaggio sui social al quale non rispose nessuno. Il problema principale era quello di trovare gente disposta a tornare e ad affrontare un impegno a lungo termine. Gestire una squadra richiede impegno. Un’altra difficoltà era la visibilità: è una squadra con etichetta LGBT che però ha il 30% degli atleti che sono etero. E’ una squadra inclusiva che non vuole assolutamente marginalizzare gli etero, tutti sono i benvenuti. Tanti avevano paura della visibilità perché magari sono ragazzi gay non dichiarati che non volevano esternare il loro orientamento sessuale. Trovare uno sponsor anche è stato complicato.

    Tu hai detto che questa squadra è aperta a tutti, ovviamente anche agli eterosessuali. Come fai a trovare nuovi giocatori non essendoci un mercato? Come reperisci le divise, i palloni o semplicemente i campi dove giocare?

    Adesso tutto è più semplice visto che abbiamo 25 persone affiliate, un record. La squadra sta diventando un punto di riferimento con dei valori precisi dei quali vado fiero. Ad esempio abbiamo delle persone di colore che hanno subito vergognosi episodi di razzismo e nella nostra squadra si sentono felici perché si sentono accolti per quello che sono, senza essere discriminati perché di etnia diversa. Proprio due settimane fa abbiamo giocato con una ragazza transgender che mi ha lasciato un messaggio commovente: “Volevo ringraziarvi di cuore a tutti, anche se a voi sembra poca roba mi avete dato la possibilità di tornare in campo quando avevo perso tutte le speranze. Grazie di cuore”. Mi sono commosso e ho capito che questa squadra rappresenta la speranza per chi si sente messo ai margini. In tanti mi chiedono perché c’è bisogno di una squadra come questa. La mia risposta è che in un mondo utopico, quando le squadre tradizionali saranno completamente inclusive, allora non ci sarà più bisogno della mia squadra.

    Ormai è passato qualche anno da quando la squadra è stata fondata. Se ti guardi indietro è più la soddisfazione o è più la fatica per ciò che hai creato?

    Tutte e due, la fatica rimane anche perché noi viviamo un mondo in cui c’è un pregiudizio e dobbiamo sempre combattere e lottare per questi diritti. Però in Italia si stanno facendo grandi passi in avanti in questo senso, questa cosa mi fa piacere.

    Arriveremo al giorno in cui si potrà dichiarare apertamente la propria omosessualità nello sport?

    Ti spiego la mia teoria: quello dell’omosessualità rimane un tema tabù per un discorso economico. Metti caso che un fuoriclasse famosissimo fosse un gay dichiarato e non etero e alla finale della Champions scendesse in campo non con sua moglie ma con suo marito. Si scatenerebbe uno scandalo, non in Europa, forse nemmeno da noi ma in altri paesi del mondo come Africa e altre zone molto indietro su certi temi. La Uefa e la Fifa non accetterebbero l’idea di perdere contratti con questi paesi. Il problema della mancata inclusività per me è solo questo.

    Tu sarai protagonista della Wired Next Fest, il più grande evento a partecipazione gratuita in Italia dedicato all’innovazione e alle tecnologie digitali, che sarà il prossimo 7-8 ottobre a Milano alla Fabbrica del Vapore. Cosa accadrà durante quell’evento? Di cosa parlerai? Cosa ci puoi anticipare?

    Io parlerò di ciò he conosco, di come il digitale ci ha aiutato come squadra. Noi siamo cresciuti grazie al passaparola, a Instagram e all’aiuto della stampa come voi. Io ho usato la mia popolarità su Instagram e l’ho usata per far crescere la fama della squadra. Le squadre come le nostre possono usare a creare un futuro migliore per l’Italia. Di questo ne sono convinto. LEGGI TUTTO

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    Mickey è già diventato il numero 1

    BOLOGNA – La solidità del professionista, abituato a qualunque sfida, gli si legge in faccia. Jordan Mickey è un totem imperturbabile. Nemmeno un sopracciglio fuori posto mentre trascinava la Virtus a una rimonta straordinaria su Napoli, prendendosi l’area ma anche portando a spasso con la sua agilità Jacorey Williams. Tra campionato e Supercoppa, dove è stato il migliore anche nella finale contro Napoli, l’ex Zenith San Pietroburgo viaggia a 16,3 punti di media, il 66,7% da due e 2/3 dall’arco, avendo tiro da media/lunga distanza per aprire le difese avversarie. L’impressione di questo avvio di stagione è che ingaggi come il suo, e come quello di Semi Ojeleye, duo in grado di spostare fisicamente e atleticamente il livello della squadra di Sergio Scariolo sotto canestro, non ce ne siano stati tanti nell’estate del basket italiano. I due non si sono incrociati a Boston, uno arrivava ai Celtics quando l’altro andava via.l’ala-pivot di Dallas era stata scelta a fine 2015, al numero 33 del draft, dopo essere stato il miglior stoppatore del college nel suo ultimo anno NCAA con Louisiana State: 15,4 punti 9,9 rimbalzi di media in uscita da scuola. Al primo anno di college invece faceva contare oltre 100 stoppate, come era riuscito a Shaquille o’Neal. «Se stoppi un avversario, la volta dopo non vorrà più tornare in area. È quello che provo sempre a fare» spiegò. Il suo mancato utilizzo ai Celtics è stato più volte materia di discussione tra addetti ai lavori e tifosi, che avevano coniato l’hastag #freemickey, chiedendo giocasse di più.
    Dalla Nba all’Europa
    Ceduto a Miami, e free agent dopo poco (9 punti contro i Clippers il suo high) scelse la strada europea, lasciando il segno a Mosca, sponda Chimki. Dove fu richiamato dopo la mancata esplosione al Real, dove comunque con poco spazio e 16’ di impiego, in Eurolega aveva 9 punti e 4,2 rimbalzi di media. In totale nelle sue stagioni al massimo livello europeo 12,5 punti e 4,8 rimbalzi. Nell’ultima stagione a San Pietroburgo, con lo Zenith è stato eletto miglior difensore della Vtb League e anche Mvp delle finali. Chris Bosh e Taj Gibson, il loro gioco dentro-fuori, e il modo di prendere i rimbalzi di Dennis Rodman, «l’ho studiato attentamente», come modelli prediletti. Ha dato ragione a Doncic sul fatto che segnare in NBA sia più facile che in Europa e nella prima intervista bolognese, ha appena mutato espressione in un sorrisetto quando gli hanno fatto notare il pedigree difensivo: «Ma io voglio essere un giocatore importante anche in attacco quando serve». Come a Napoli: 23 punti, oltre a 5 rimbalzi e 3 assist.
    Marchio
    La difesa resta comunque un marchio di fabbrica. Papà James, pivot ed MVP negli anni 80 della Lone Star Conference, lega affiliata alla NCAA, gli ha insegnato che «se vuoi restare in campo devi curare tre aspetti: difesa, energia e rimbalzi». Domenica, dopo avere dominato a Napoli, ha sottolineato che «le partite si vincono in difesa, non in attacco».
    Fondazione
    Fuori dal campo invece lo hanno abituato ad aiutare gli altri. Ha fondato la WrightWay Builds A Future Foundation, dedicata a bambini in difficoltà e donato fondi per un progetto nelle scuole di prevenzione del crimine a Dallas, dove vivono ancora i genitori, mentre moglie e figlia l’hanno seguito a Bologna. «Le persone ci guardano e cercano una guida, in particolare i bambini. Ci vedono fare sport, quell’esempio può portarli lontano dai guai. Mostriamo ai piccoli che il crimine non è il modo di vivere». LEGGI TUTTO

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    Nba, Banchero ko all'esordio in pre-season: 8 punti con Orlando

    MEMPHIS (Stati Uniti) – Dopo gli assaggi in Summer League, è la pre-season Nba a chiamare Paolo Banchero a fare sul serio. Per l’azzurro esordio con sconfitta contro Memphis e primi 8 punti a referto conditi anche da 2 rimbalzi ed 1 assist in quasi 24 minuti di impiego. La 19enne ala grande-centro nata a Seattle ma con cittadinanza italiana fa il suo, nonostante qualche difficoltà contro i Grizzlies che escono vittoriosi per 109-97 trascinati dai 22 punti di Morant e dai 21 di Aldama. Una notte che non ha visto solo sventolare il tricolore tra le buone notizie di questa nuova stagione Nba. Successo anche per Philadelphia 76ers su Brooklyn per 127-108 con 20 punti di Maxey e 15 di Champagnie e Korkmaz; osservato speciale Simmons al suo ritorno sul parquet ma con la casacca dei Nets. Vittorie anche di Oklahoma City Thunder sui Denver Nuggets (112-101) nonostante i 17 punti di Mann e il ritorno di Murray a 539 giorni dall’infortunio, dei Los Angeles Clippers sui Portland Trail Blazers (102-97, Lillard top-scorer con 16 punti) che ritrovano Kawhi Leonard dopo un lungo stop e dei Sacramento Kings sui Los Angeles Lakers (105-75, Murray arriva a quota 16).Guarda la galleryDraft Nba 2022: Banchero prima scelta, e che look! LEGGI TUTTO

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    Nba, Fontecchio battuto all'esordio con gli Utah Jazz

    Simone Fontecchio comincia con una sconfitta la sua avventura con la maglia di Utah Jazz, che in una gara della pre-season di Nba perde per 114-82 contro i Toronto Raptors. Sul parquet della Rogers Place di Edmonton, non bastano i 20 punti del finlandese Markkanen, top-scorer dell’incontro, mentre l’ala piccola azzurra, ex Virtus e Olimpia, mette a segno 5 punti e 2 assist in nove minuti di impiego. Netta affermazione di Houston Rockets, che travolge i San Antonio Spurs per 134-96 con 21 punti a testa di Eason e Smith Jr. Nel frattempo, Tyler Herro, miglior sesto uomo della passata stagione, ha rinnovato con Miami Heat per quattro anni per 130 milioni di dollari. LEGGI TUTTO