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F1, “Mondiale 2008 falsato”: Massa porta a processo la Fia per il Crashgate e chiede un risarcimento monstre


TORINO – Ognuno canta vittoria. Felipe Massa perché l’Alta Corte di Londra ha dato credito al fatto che il Mondiale 2008, quello che il calimero brasiliano della Ferrari perse per 1 punto sotto la pioggia all’ultima dell’ultimo GP nella sua Interlagos, sia stato falsato dal Crashgate, aprendo quindi un vero e proprio processo con Fia e Fom (l’allora detentrice dei diritti della F1) sul banco degli imputati e una richiesta di risarcimento da 71 milioni di euro. La federazione invece canta vittoria perché lo stesso giudice (Robert Jay) che ha preso la decisione, ha confermato la distanza e l’autonomia tra giustizia amministrativa e giustizia sportiva, negando a Massa la possibilità che la Fia sia obbligata a dichiarare nullo l’esito del GP di Singapore e quindi ribaltare quello del campionato, togliendo il titolo (il suo primo di sette) a Lewis Hamilton (allora in McLaren) e assegnandolo a Felipe, accorciando anche di un anno l’astinenza dall’iride piloti della Casa di Maranello. La quale per altro si è sempre tirata fuori dalla vicenda.

Cosa accadde 17 anni fa

Parliamo di 17 anni fa, quando la gara di Singapore fu condizionata da una safety car uscita perché Nelson Piquet jr era andato a muro con la sua Renault. Un evento che favorì clamorosamente il suo compagno di squadra Fernando Alonso, tornato all’ovile dopo la bruciante esperienza in McLaren (il 2007 col titolo perso di un punto alla pari del compagno rookie Hamilton contro la rimonta di Kimi Raikkonen con la Ferrari in una stagione di liti e della Spy Story con le due scuderie). Massa fu quello che più ci rimise (13°), con Hamilton sul podio (3°). Una differenza di punti che condizionò il campionato. E a distanza un anno venne fuori che si trattava di un piano organizzato in Casa Renault. Il team principal Flavio Briatore (poi riabilitato e ora a capo dell’Alpine) e il dt Pat Symonds squalificati e Alonso salvato in quanto ritenuto all’oscuro del piano. Ma il risultato del GP venne omologato. E con esso quello del Mondiale. Allora a capo della Fia c’era Max Mosley, mentre il giocattolo F1 era ancora nelle mani di Bernie Ecclestone, che però due anni fa, con il Circus americano (Liberty Media e Stefano Domenicali presidente), in un’intervista a F1-Insider dichiarò: “Felipe è stato derubato del titolo 2008. Avremmo dovuto cancellare la gara di Singapore. Io e Mosley avevamo informazioni per indagare, ma decidemmo di non farlo per proteggere lo sport da un grande scandalo”. Ecco l’arma degli avvocati di Massa, che ieri è stata accolta dall’Alta Corte britannica. In 54 pagine di sentenza il giudice Jay parla di “un deliberato occultamento di una cospirazione”, sostenendo che il brasiliano “ha una reale possibilità di provare in tribunale tutti gli elementi della sua accusa di associazione a delinquere con mezzi illeciti”. Il processo inizierà il prossimo anno.

La soddisfazione di Felipe Massa

“Questa è una vittoria straordinaria, un giorno importante per me, per la giustizia e per tutti gli appassionati di Formula 1 – afferma Massa –. Quell’incidente deliberato mi è costato un titolo mondiale, e le autorità dell’epoca hanno preferito insabbiare i fatti anziché difendere l’integrità dello sport. La nostra battaglia è per la giustizia e oggi abbiamo compiuto un passo decisivo. La verità emergerà al processo. Indagheremo ogni dettaglio: documenti, comunicazioni, prove che dimostrino la cospirazione tra gli imputati saranno portati alla luce. Sono più determinato e fiducioso che mai. Quando tutta la verità verrà alla luce, la giustizia sarà fatta: per me, per i brasiliani, per i tifosi, per tutti gli appassionati di motorsport che meritano uno sport leale, e per il futuro stesso della Formula 1. Andremo fino in fondo”. Al punto da cambiare la storia e l’albo d’oro della F1?

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Fonte: http://www.tuttosport.com/rss/formula-1

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