Luciano Darderi, il tennista che oggi festeggia 22 anni, continua a suscitare curiosità circa la sua doppia identità italo-argentina. Nato a Villa Gesell in Argentina, Darderi ha conquistato la scorsa settimana il suo primo titolo ATP a Cordoba e ha fatto il suo ingresso tra i primi 100 giocatori del mondo, posizionandosi al numero 76 del ranking ATP. La sua performance nel torneo ha impressionato, con un gioco solido e costante che gli ha permesso di avanzare dalle qualificazioni fino al trionfo finale.
A Buenos Aires, nel torneo ATP 250, ha ottenuto una vittoria convincente su Mariano Navone e ora si prepara ad affrontare Sebastian Baez negli ottavi di finale, un incontro che si preannuncia carico di aspettative dopo la semifinale a Cordoba.
Darderi ha mosso i primi passi nel tennis tra Gesell e il club Harrods, per poi trasferirsi in Italia a undici anni, seguito dall’allenamento paterno. La scelta di rappresentare l’Italia è stata influenzata dalle migliori opportunità economiche e dal possesso del passaporto italiano, ereditato dal nonno toscano.
Nonostante l’affetto per l’Argentina, come evidenziato dalle sue parole a La Nación, Darderi vive e si allena in Italia, dove ha trovato condizioni favorevoli per il suo sviluppo sportivo. La federazione italiana gli ha offerto un contratto, che però non ha ancora firmato, lasciando aperta la questione della sua rappresentanza sportiva futura.
Il tennista gode della cittadinanza italiana da circa dieci anni, ma la sua identità culturale rimane profondamente legata all’Argentina, come rivelato dal quotidiano argentino. Tuttavia, le wild card ricevute in Italia sono state limitate e non ha beneficiato di particolari inviti o supporti da parte della federazione negli ultimi tre anni, nonostante i suoi miglioramenti nel circuito.
Darderi, in un’intervista al Messaggero, ha chiarito la sua posizione: è argentino di nascita ma si sente italiano. La sua carriera professionale è stata orientata verso l’Italia grazie alla decisione di suo padre, ma resta aperto alle opportunità e al rispetto per entrambe le nazioni. L’eventuale convocazione per la Coppa Davis o le Olimpiadi sarà un momento chiave nella sua carriera, e Darderi ha espresso la sua disponibilità e il suo impegno nel rappresentare la nazione per la quale gioca.
“Se sarò chiamato in Coppa Davis o alle Olimpiadi, risponderò subito alla convocazione e rappresenterò la nazionale con la quale gioco“.
Francesco Paolo Villarico