Il nuovo opposto biancorosso Matheus Motzo è carico e non vede l’ora di cominciare la sua nuova avventura alla Cucine Lube Civitanova. L’esperienza accumulata in A2, il lavoro di anni e la crescita esponenziale nelle ultime stagioni hanno forgiato un atleta con tanta voglia di mettersi in gioco nei palcoscenici più importanti. L’annata 2023/24 rappresenterà un nuovo inizio per l’attaccante sardo. Ecco il primo botta e risposta da giocatore della Lube.
Originario del Brasile, ma italiano…e sardo doc.
Motzo: “Eh sì! La mia città natale è Sao Caetano do Sul, ma alla soglia degli 8 anni sono stato adottato insieme alle mie due sorelle da una famiglia sarda e siamo venuti a Oristano. Mi sembra quasi di esserci nato perché mi sono sentito a casa fin dal primo momento e mi considero sardo a tutti gli effetti”.
A nascere in Sardegna è stata la tua passione per la pallavolo.
“Vero, ma da ragazzino il mio cuore era diviso tra calcio e volley. Da difensore con le scarpe chiodate nei campi di terra, mi trasformavo in attaccante sotto la rete di un palazzetto. Per un biennio ho portato avanti le due discipline, poi inevitabilmente ho dovuto prendere una scelta, stavo facendo impazzire i miei genitori che dovevano portarmi a scuola e a tutti gli allenamenti in luoghi distanti”.
Una decisione felice. Come hai vissuto la gavetta in Serie A2?
“Sono cresciuto nell’ambiente un po’ ovattato del Club Italia. Dovevo pensare solo a giocare e imparare, ho sfruttato l’opportunità per migliorarmi. La vera pressione è arrivata nelle esperienze successive, a Cantù e a Santa Croce. Non ho patito il salto perché sono un tipo molto competitivo grazie a una mentalità innata che ho rafforzato con l’aiuto del mio primo allenatore, Marco Gagliardi, a cui sono ancora legato. Per me è stato importante anche salire più volte sul podio con le nazionali giovanili, vincendo l’argento al Mondiale e all’Europeo e l’oro all’EYOF. Alla vigilia di ogni capitolo agonistico resetto tutto, scendo in campo per cercare di diventare più forte e vincere il più possibile”.
Scrivere questo nuovo capitolo come sarà?
“L’asticella si alza! Mi misurerò con compagni e avversari che hanno esperienze importanti nella massima serie e in campo internazionale. Sarà fondamentale per me dare sempre tutto, la fame non mi manca! Ho seguito molte partite della Lube, per me guardare un match non è solo divertimento ma autentico studio. Mi ha colpito molto la personalità dimostrata in SuperLega da un giovane come Alex Nikolov, capace a tratti di prendere sulle spalle la squadra. Tanta roba!”.
La Lube quest’anno ha spiazzato gli avversari con mosse tattiche azzeccate. Ti rispecchi nello spirito di sacrificio del team cuciniero?
“Assolutamente sì! A Cantù, per esempio, mi sono adattato a giocare anche fuori ruolo in caso di esigenza: nel primo anno ho dato il mio contributo in banda, nei successivi come opposto, sostituendo però un compagno da laterale per due partite. Nell’ultima annata a Santa Croce ho solo attaccato”.
Hai qualche passatempo fuori dal campo?
“Mio zio mi portava spesso a pescare. Ora mi piace farlo insieme agli amici, anche se sono più bravi ed esperti. Mi stimola la sensazione di poter imparare e progredire, ma vado decisamente meglio sotto rete…ci vediamo in campo!”.