La prima volta di Aleksandar Djordjevic. Un ritorno al PalaDozza nuovo e diverso, guidando la Virtus Segafredo nell’allenamento della vigilia (nella foto è con il capitano Aradori) di una sfida importantissima in Basketball Champions League, un appuntamento da “dentro o fuori” nel Round of 16, contro il Le Mans. Accanto al Club Manager Paolo Ronci, il nuovo coach bianconero ha parlato del futuro prossimo ma anche del diegno che ha in testa per portare in alto la Virtus.
“Il mio primo pensiero va ad Alberto Bucci, un grandissimo: il mondo della pallacanestro e l’Italia intera hanno perso una grande persona. Io ho conosciuto una persona splendida, quando siamo stati avversari. Un pensiero anche a Pino Sacripanti. Questa è la parte più brutta del nostro lavoro, ma sono certo che lo ritroverò di fronte e mi farà ancora il “mazzo”, come ha fatto spesso”.
“Sono orgoglioso di iniziare questa avventura, so quanto pesa questa maglia, quanto conta questa V. Rispetto questa società, onoro la sua storia ma voglio anche sfidarla, per provare a far meglio. Credo sia legittimo. Io non guardo mai un albero senza guardare la foresta: dobbiamo portare questa società in una direzione che ho ben chiara in testa.”
“Domani, contro il Le Mans, cercherò di non fare danni. I ragazzi li ho visti impegnati, e non c’è tempo per cambiare radicalmente le cose. So che questa partita è importantissima, per il futuro della stagione. Ho passato un’ora e mezza con la squadra, sento che i giocatori capiscono la situazione e hanno aspettative.
“Il Le Mans? Mi aspetta una lunga notte da passare col mio staff, so che il tempo davanti è poco ma un poco ci sono abituato, allenando la Nazionale nelle cosiddette “finestre”. Qui cercherò di portare quello che vorrei vedere nelle squadre che alleno: vado per vincere, per cercare i titoli, e la società lo ha capito. Possiamo davvero crescere in questa direzione”.
“Dovrò dare coraggio ad alcuni giocatori che non hanno mai avuto in carriera pressioni come quelle che sentono qui. Devo farli sentire semplicemente i migliori. Ho cercato in tanti modi di trasmettere positività ai miei giocatori: sono molto analitico quando si tratta di entrare nella personalità della gente con cui lavoro. Ed è anche per questo che mi sono innamorato dell’Italia, che è speciale per quanto riguarda le relazioni interpersonali”.
“Mario Chalmers? Deve entrare in condizione, non ha ancora la necessaria forma per fare la differenza a questi livelli. Non è mai passato dall’Europa, deve capire come inserirsi, rivivere certe sensazioni. Ma sicuramente ci darà una mano finché, tra qualche settimana, arriverà la forma vera”.
“Mihajlovic? Può stare a casa, l’ultima volta che è venuto a vedermi a Torino abbiamo perso… Scherzi a parte, è un grandissimo amico, una persona a cui tengo tantissimo. Un uomo vero. Danilovic? Lui mi ha fatto un semplice in bocca al lupo, come un fratello.”
Infine, le parole importanti di Paolo Ronci, al termine della presentazione di Sasha Djordjevic.
“Djordjevic ha fatto dichiarazioni forti, dicendo che vuole vincere. Significa mettersi pressione. Ma a noi piace lavorare mettendoci pressione, la squadra deve andare in campo sapendo cosa fare, con la testa leggera, e le pressioni ce le teniamo addosso noi”.
“L’esonero di Sacripanti? Non è stata una decisione legata a un episodio, ma un ragionamento ampio, rispetto al nostro piano di impresa. Orgoglio e ambizione sono le nostre parole d’ordine, Sasha ha esperienza, capacità e spalle larghe per centrare gli obiettivi”.
in Basket
Lega A – Virtus Bologna, Djordjevic: 'Onoro la storia, sono qui per vincere'
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