Il sabato in Qatar ha mostrato la luce intensa dei protagonisti del Mondiale e il buio di chi, tra errori e difficoltà tecniche, ha vissuto una giornata da dimenticare. Una contrapposizione netta tra chi ha saputo brillare e chi invece è rimasto intrappolato nelle ombre della propria stagione. Partiamo dalle luci. Tutte sono puntate su Norris, Piastri e Verstappen. E proprio Piastri, che molti immaginavano in caduta libera dopo la squalifica di Las Vegas, ha sorpreso tutti. In Qatar il suo talento è tornato a brillare con forza, al punto da mettere la sua firma su ogni momento decisivo: prima la Sprint Qualifying, poi la Sprint Race – vinta davanti a Russell e al compagno Norris, con Verstappen quarto e alle prese con una RB21 nervosa e saltellante – e infine la qualifica, dove ha conquistato un’altra pole. L’immagine di un pilota improvvisamente rinato dopo settimane complicate, capace di rifilare un decimo a Norris, leader del mondiale, seguito da Max, Russell e un quinto Antonelli. Ora Oscar è a -22 da Lando, con Max terzo a -25. Una combinazione che offre a Norris un’opportunità unica: chiudere il campionato. Diventerebbe campione se: vince; se è secondo e Max non vince e Piastri non fa meglio di quarto; se è terzo e Verstappen non va a podio e Piastri non fa meglio di quinto e giù a scalare. Finito ogni calcolo, possiamo anche dire che per Max la rincorsa al quinto titolo è diventata un viaggio pieno di scossoni. Lo ha ammesso lui stesso con sincerità: la sua Red Bull non digerisce Lusail. E senza riuscire a stare davanti a Norris, le sue speranze si spegneranno definitivamente.
Dal giorno alla notte, quella profonda per la Ferrari
Leclerc chiude decimo a oltre un secondo dalle McLaren, alle prese con una SF-25 che nei curvoni veloci sembra perdere ogni stabilità. Il monegasco ha rischiato due volte il testacoda e al termine della qualifica nella quale ha rischiato l’osso del collo girandosi a velocità folle ha fotografato così le sue difficoltà: “C’è sottosterzo a metà curva, c’è il sovrasterzo in ingresso e in uscita. Abbiamo cambiato tanto rispetto alla Sprint, ma non sono riuscito a estrarre di più. Quanta voglia ho di finire il campionato… Eh, dichiamo che com,unque mi sveglio convinto a dare tutto, ma è frustrante. Qui un incubo, fin dalle libere. Semplicemente siamo molto lenti”. A Maranello il clima è pesante: la squadra appare in fase calante, priva di unità e fiducia. Dopo una Sprint chiusa al 17° posto, per Hamilton arriva un’altra eliminazione in Q1 (18°, penultima fila in giglia), la terza consecutiva. “A fine Sprint, Gasly mi ha detto che a vederla da dietro la mia macchina era terribile” ha raccontato, ammettendo di aver passato la notte quasi insonne nel tentativo di trovare soluzioni. “Non molliamo, restiamo positivi” dice Leiws, ma la faccia è altra. E restare positivi, oggi, è difficile. La notte ha inghiottito Ferrari e Hamilton. La domanda è inevitabile: dopo una stagione così, si può davvero ricominciare subito a rivedere la luce?
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