La notte fonda della Ferrari in Qatar è una fotografia impietosa di una squadra che non riconosce più sé stessa. Solo un ottavo posto con Charles Leclerc e una dodicesima posizione per Lewis Hamilton: un doppio risultato decisamente negativo che racconta meglio di qualsiasi analisi l’epilogo di un ennesimo fine settimana frustrante e la crisi profonda in cui la Scuderia è sprofondata. E pensare che, appena un anno fa, proprio in questo periodo si narrava tutt’altra storia: una Ferrari in lotta per il titolo mondiale Costruttori, sfumato per soli 14 punti contro la McLaren. La Rossa, in Qatar, ha offerto la versione peggiore di sé. A rendere il quadro ancora più amaro il secondo podio stagionale di Carlos Sainz con una Williams non certo da vertice. Una monoposto però compatta, solida, in crescita. Insomma, l’opposto di una Ferrari che scivola come l’asfalto di Lusail, sempre più opaca, sempre meno consistente. E un team che quando ha «le poche occasioni giuste le sfrutta facendo tutto alla perfezione», come ha sottolineato lo spagnolo mandato via per far posto ad Hamilton con un impietoso confronto.
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Il messaggio di Vasseur
In un contesto così complicato, il team principal Fred Vasseur ha provato a mettere ordine nel caos, indicando almeno un orizzonte di normalità in arrivo. «Per noi la chiave delle difficoltà in Qatar è stata la pressione delle gomme. Ad Abu Dhabi torneremo alle condizioni standard e possiamo pensare a un risultato migliore. Dobbiamo lavorare e reagire come team, capisco la frustrazione di tutta la squadra e dei piloti, ma torneremo a lavorare per Abu Dhabi, senza dimenticare che stiamo anche lavorando al potenziale della macchina del 2026. La crisi di Lewis? È tutta dovuta alle nostre difficoltà delle ultime due gare. Dobbiamo reagire: è questa anche la parola chiave per l’inverno». Un messaggio che cerca di rassicurare un ambiente teso, soprattutto dopo le parole durissime di Leclerc, reduce da una gara che definire tormentata è riduttivo. «Non avevo fiducia nella macchina, non avevo passo con la macchina, non avevo nulla nella macchina… sono piuttosto contento che il weekend sia finito – ha dichiarato – non c’è stato un solo giro in cui siamo stati competitivi. In qualifica è stato incredibilmente difficile. Non vedo l’ora che arrivi Abu Dhabi per finire la stagione su una nota più positiva. Sarebbe deprimente andare in vacanza con due fine settimana come questi. Spero davvero che il lavoro fatto per il 2026 ripaghi, sento che arriveremo».
E Hamilton?
E Hamilton? Nonostante un tentativo generoso, dopo essere scattato dalla diciottesima casella, non è andato oltre la dodicesima posizione. Vasseur difende il sette volte campione del mondo, attribuendo il momento “buio” alle difficoltà tecniche delle ultime due settimane. Ma la sensazione è che ci sia dell’altro: forse la voglia di chiudere il prima possibile un campionato vissuto in apnea, forse un feeling mai davvero sbocciato con una vettura che lo ha tradito nei momenti decisivi. Per Maranello, però, il calvario sta per finire. Ancora sette giorni di pazienza, poi si potrà voltare pagina. Abu Dhabi offrirà forse un ultimo barlume di dignità sportiva, ma soprattutto l’opportunità di archiviare una stagione che ha lasciato più interrogativi che risposte. La Ferrari è chiamata a reagire: non solo per cancellare il Qatar, ma per riconquistare la sua identità perduta.
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