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    Booker da record! Il rinnovo con i Suns è il contratto più ricco della storia NBA

    Rinnovo record per Devin Booker. Come riporta ESPN, la superstar dei Phoenix Suns ha trovato l’accordo con la franchigia per un’estensione contrattuale di altre due stagioni, fino al 2029-30. Il 28enne sarà il giocatore più pagato della storia NBA su base annuale, andando a scavalcare, con i suoi 72,5 milioni di media, i 71,25 dell’ultimo MVP Shai Gilgeous-Alexander, fresco di firma con gli Oklahoma City Thunder. Per Booker, quattro volte All-Star NBA e due volte campione olimpico con gli Stati Uniti, si tratta del terzo rinnovo contrattuale con i Suns. LEGGI TUTTO

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    Luigi Abete esclusivo: “Il mio basket è dei giovani che studiano”

    ROMA – Due ore. Due ore in cui Luigi Abete, presidente della Luiss Business School e dell’Associazione sportiva Luiss, ha raccontato con l’entusiasmo del ragazzino – oltre a quanto sia orgoglioso di come lo sport viaggi di pari passo con lo studio alla Luiss – come la squadra di basket, nell’ultima stagione in B1, sia il cardine di tutto il progetto. L’Associazione sportiva Luiss nasce nel 1999 dalla volontà di favorire la pratica sportiva tra gli studenti dell’ateneo e veicolare, tramite lo sport, valori come la socializzazione, il rispetto delle regole e il fairplay. Sono 20 le squadre dell’AS che competono a livello agonistico e 13 gli sport praticati.  Il basket è l’oggetto dell’intervista. Circondato dalle immagini di una carriera straordinaria, sempre in prima fila, Abete ha messo insieme aneddoti, obiettivi, sogni e progetti.  Sorridendo ha ammesso di non portare da sempre la cravatta, ma vent’anni fa in Confindustria fu Scaroni, attuale presidente del Milan, a suggerirlo per «risparmiare energia e aria condizionata». Si è fatto tremendamente serio nell’affrontare il tema che gli sta più a cuore: i giovani, lo sport e lo studio. «So di non essere più giovanissimo, ma il presente e il futuro sono dei ragazzi, sempre, e noi siamo qui a dimostrarlo». 

    In che modo? 

    «Per prima cosa ci tengo a dire che negli anni, in particolare negli ultimi cinque, è cambiata la prospettiva. Prima si parlava di ragazzi che studiavano e poi si allenavano. Ora si parla di ragazzi che si allenano, giocano e studiano. Sport e laurea sono sullo stesso piano». 

    La squadra di basket è un esempio in Italia e in Europa. 

    «Confermo, ci sono tante richieste da parte di giovani anche europei per venire da noi. Il nostro target è 19-23 anni e vogliamo che sia il più elevato di tutti i campionati. Cosa significa? Più minuti e più partite possibili. Ovviamente nel roster ci sono anche dei senior che aiutano i ragazzi a crescere perché l’esperienza è importante. Siamo al momento la prima squadra di Roma, visto che quest’anno abbiamo fatto le semifinali playoff, e vorremmo continuare ad esserlo. Magari tornando in A2». 

    Avete cambiato allenatore. 

    «Sì. Dopo dieci splendidi anni di crescita con Paccariè, siamo passati a Alex Righetti, argento olimpico con l’Italia ad Atene 2004. Era con noi nello staff, adesso è il coach». 

    I vostri ragazzi giocano e studiano, le due carriere vanno di pari passo, non è scontato.  

    «E se permettete neppure immediato, c’è voluto tempo. Il discorso è semplice: qui giocano, poi dopo la laurea possono salire di livello ma hanno comunque un titolo di studio e un certo tipo di formazione. Faccio un esempio: un nostro giocatore si laurea e prende il master, poi ha magari 10 anni di basket davanti. E dopo? Che succede? Ecco noi pensiamo all’atleta di oggi e al professionista di domani». 

    Avete anche un discreto seguito. 

    «E sapete qual è la cosa bella? Che i più appassionati spesso sono i professori. Non è affatto scontato. E poi noi vorremmo che il tifo crescesse sempre di più, questi ragazzi lo meritano. Un tifo a favore, positivo, mai contro qualcun altro». 

    Obiettivi per il prossimo anno? 

    «Vogliamo essere competitivi e fare un passo in avanti strutturale rispetto alla stagione precedente. Il nostro progetto è in crescita, anche se per realizzare tutto quello che vorremmo avremmo bisogno di una seconda squadra nazionale: un A2 e una B1, solo così potremo essere permanentemente attrattivi. Perché ci sarebbe la possibilità di avere non 10 giocatori giovani a disposizione, ma 25. Faccio un esempio: dei 150 giocatori che disputano le finali U.19, la maggioranza potrebbe essere parte attiva delle nostre rose. Avere quindi un’altra squadra sarebbe fondamentale». 

    Ci sono tanti giovani italiani forti? 

    «Sì, solo che non li fanno giocare. Nei top club si preferiscono americani, europei o giocatori senior. E sapete perché? Perché i coach rischiano di meno. Se perdi con uno esperto in campo puoi sempre dire: “Io l’ho schierato, è lui che ha giocato male”. Se butti dentro un ragazzo, a cui devi anche dare la possibilità di sbagliare, ti assumi più responsabilità in prima persona. E non tutti vogliono farlo. Ecco: noi non dobbiamo avere paura di assumerci responsabilità. Per noi è un passaggio strategico». 

    Abete, lei ha un sogno tutto suo? 

    «Un obiettivo: che un giorno ci siano in campo 10 Under 22 in A per 20’ sempre, ogni partita. Nel nostro caso obiettivo e sogno coincidono: vogliamo un gruppo sempre più forte, giovane, che vuole vincere e restare possibilmente la prima squadra di Roma. In cinque anni vorremmo un secondo roster e in altri cinque successivamente vorremmo dimostrare il resto». 

    Non perde una partita dei suoi ragazzi. 

    «O dal vivo o collegato, ci sono sempre. Quando siamo andati in A2 un dirigente della Lega mi ha detto: “Siete arrivati qui come una favola, uscite che siete una leggenda”. Vogliamo rendere questa leggenda strutturale e poi sarà il campo a dare le risposte. A volte saremo stati più bravi, altre meno». 

    Anche gli sponsor vi seguono. 

    «La Luiss Business School è partner della Luiss perché è necessario che si abbia la stessa mentalità. Ma sì, ogni disciplina ha il suo partner». 

    E poi si possono “adottare” gli atleti.

    «Sì, quelli che dopo la laurea vogliono continuare a giocare sono indirizzati da noi verso aziende che possano consentire loro di lavorare e giocare insieme». 

    Lei da sempre è fautore della combinazione sport e studio. 

    «In Luiss oltre mille persone fanno sport attivo, vorremmo arrivare a 2500».  

    C’è qualcosa che ancora non la soddisfa? 

    «La nostra mentalità prevede che si possa migliorare sempre. E lo faremo. Ma una cosa vorrei dirla: noi siamo diventati competitivi e professionali, ma gli arbitri ci vedono ancora come amatoriali. Lo eravamo, forse, ma ora siamo professionali, anche se abbiamo giocatori che preferiscono prendere un titolo di laurea invece che essere pagati cash. Ci sottovalutano oppure pensano che ci prendiamo un fischio in più senza fiatare. Noi siamo corretti, ma non meritiamo arbitraggi amatoriali. Dobbiamo farlo comprendere bene questo». 

    Il prossimo campionato partirà nel weekend del 21-22 settembre, già pronti? 

    «Lo saremo. Intanto stiamo costruendo un “settore giovanile allargato” cioè stiamo collaborando con le squadre giovanili top che operano nell’area metropolitana ed anche con un club in Piemonte, e presto in altre regioni. I giovani in base a questo accordo possono avere il doppio tesseramento. Come ho detto prima: tanto abbiamo fatto, ma tanto c’è ancora da fare. Non intendiamo fermarci». LEGGI TUTTO

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    La nuova casa del Pistoia Basket è la LumoSquare

    Il sogno americano e la fantasia napoletana. C’è un mix di concretezza, investimenti solidi e una nuova idea di arena sportiva, nel progetto di “Estra Pistoia Basket 200 Ssdarl“. La società toscana, che punta a ritrovare serenità e porre basi solide in A2 con progetti comunque ambiziosi per il futuro, può contare su una nuova compagine societaria presieduta dallo statunitense Joseph David, entrato nel club con la giusta determinazione. Ha affinato la sua struttura puntando su un manager dalle grandi qualità, Andrea Di Nino, con un passato recente a Napoli, affidandogli il ruolo di Direttore Generale. E, infine, ha chiuso il cerchio grazie al consistente investimento della web company USB Spa (nata all’ombra del Vesuvio ma con interessi in Europa), che ha deciso di legare le sorti del suo nuovo portale commerciale Lumos, a quelle del quintetto pistoiese. In particolare, la novità, è rappresentata dal fatto che il “PalaCarrara”, in occasione di ogni tipo di attività del Pistoia Basket e del settore giovanile, diventerà “LumoSquare”.

    La presentazione del progetto, e dell’ingresso nella famiglia dei partner del Club, in qualità di First Sponsor, del marchio Lumos è avvenuta ieri. E’ il “meteorite” che si è posto l’obiettivo di rivoluzionare il web e lo sport. Grazie allo sviluppo delle attività della web company digitale USB Spa e che porterà a Pistoia una grandissima novità: in ogni attività che il Club farà all’interno dell’Arena di via Fermi, così come per tutta la parte della comunicazione riguardante sia la prima squadra che Pistoia Basket Junior, si utilizzerà un nuovo concept: LumoSquare. I dettagli dell’accordo sono stati presentati in una conferenza stampa, alla presenza del Direttore Generale di Estra Pistoia Basket, Andrea Di Nino, del Direttore Commerciale Giulio Pacini e del Ceo di USB Spa, proprietario del marchio Lumos, Mario Parrella. Presente, in collegamento dagli Stati Uniti, il presidente David che ha voluto certificare con la propria voce l’importanza dell’accordo sottoscritto che avrà durata biennale. Fra gli ospiti della conferenza stampa anche la vicesindaco nonché Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Pistoia Anna Maria Celesti, visto che Lumos avrà un ruolo centrale nel futuro programma di iniziative sociali del Club biancorosso, ed il membro del CDA del Pistoia Basket Dario Baldassarri.

    DAVID: “BENVENUTO LUMOS”

    “Voglio dare il benvenuto a questa prima azienda che si unisce al Pistoia Basket per la stagione 2025/26 e in particolare alla persona di Mario Parrella che ho già avuto modo di conoscere personalmente nelle scorse settimane – afferma il presidente di Estra Pistoia Basket – mi auguro che questa partnership sia di lunga durata. Voglio anche ringraziare tutte le aree del Club che hanno dato un apporto fondamentale per raggiungere l’accordo”.

    DI NINO: “NUOVO CONCETTO DI AGGREGAZIONE”

    “Nasce un nuovo concept ed è importante per tutti noi che USB, con Lumos, abbia deciso di investire nello sport e che nel basket abbia scelto Pistoia – dichiara il DG Andrea Di Nino – da qui parte una nuova sinergia e un luogo di aggregazione pubblica che chiameremo LumoSquare per far si che l’Arena diventi ancora più bella tutti i giorni della settimana. Ci saranno migliorie che speriamo davvero possano essere gradite a tutti e che andremo a presentare nelle prossime settimane. “LumoSquare” è un concetto che vale per la comunicazione del club, in tutte le sue sfaccettature, e da oggi il Club denominerà in questo modo gli spazi a disposizione del Pistoia Basket. Una opportunità del genere non si poteva rifiutare, è una soluzione rispettosa per tutti e ci permette di aggiungere un player importante e strategico ai nostri storici Sponsor. Inoltre Lumos sarà un partner fondamentale per il progetto sociale del Club, con tante aziende che ne verranno coinvolte”.

    PARRELLA: “INCANTATO DALLA CURVA DI PISTOIA”

    Per il Ceo di USB Spa, Mario Parrella, l’amore col Pistoia Basket è sbocciato in occasione dell’ultima trasferta di LBA dell’Estra sul campo del Napolibasket, fra l’altro culminata con una vittoria biancorossa: in quella circostanza il colpo d’occhio fornito dalla tifoseria al seguito è stato qualcosa che ha colpito nel segno. “Esprimo un grande ringraziamento per l’accoglienza avuta qui a Pistoia – aggiunge Mario Parrella – io sono il Ceo di USB Spa, un’azienda che si occupa di digitalizzazione con 30mila clienti fra Italia e Spagna fornendo loro servizi web. Lumos è una start-up, un marketplace che fornirà a breve agli utenti, visto che il lancio ci sarà a settembre, un’esperienza positiva e affidabile su quattro servizi: lavoro, noleggio auto, market (duemila aziende già aderenti in tutta Italia), e le box con esperienze in varie location su territorio nazionale. Per noi è un progetto ambizioso, per i prossimi due anni abbiamo destinato budget importante da investire nella pallacanestro, visto che si parla di oltre 600.000 euro per la durata dell’accordo col Pistoia Basket”.

    “Ho conosciuto Andrea Di Nino a Napoli – aggiunge Parrella – perché è stato fatto tanto dal punto di vista sociale nel corso dell’ultimo anno e Lumos è stata direttamente coinvolta: questo per noi è un aspetto fondamentale insieme alla sostenibilità essendo già partner di WWF. Il progetto migliore era quello di Pistoia ed eccoci qua. Vogliamo contribuire allo sviluppo di progetti sociali insieme al Club e sono sicuro che qui ci sarà la sponda migliore. La scintilla con Pistoia è scoccata in occasione della partita di marzo a Napoli: non è facile riuscire ad ammutolire il palasport partenopeo, ma loro ce l’hanno fatta e sono rimasto folgorato. Per questo verrò e mi andrò a vedere una partita in curva: non faccio promesse in questo frangente, l’augurio è di trascorrere una stagione tranquilla, con serietà e sono sicuro che alla lunga poi arriveranno anche i risultati sportivi”.

    PACINI: “ACCORDO BIENNALE”

    E’ toccato, poi, al direttore commerciale Giulio Pacini affrontare i dettagli specifici dell’accordo con Lumos in termini di visibilità: “Si tratta di una novità incredibile per tutti noi e l’alchimia nata con Lumos in queste settimane è stata notevole – conferma Pacini – proprio per l’investimento che l’azienda ha deciso di fare nei confronti del Pistoia Basket abbiamo deciso di creare una nuova categoria di sponsorizzazione, ovvero il First Sponsor, che va ad inserirsi fra il Title ed il Main. Ci sarà una forte caratterizzazione visiva e grafica del marchio Lumos, in particolar modo nella zona esterna che guarda via Fermi in chiave LumoSquare, così come altri spazi all’interno. Lumos, che avrà un accordo biennale, sarà sul retro della maglia da gioco nella posizione più alta per dare ulteriore visibilità a questo importante partner. Quella che andiamo a presentare è anche una opportunità di crescita del loro marketplace sul mercato locale e noi stessi potremo trovare opzioni di vantaggio con questa sinergia. Inoltre Lumos sarà anche il nostro fornitore di servizi digitali per le prossime due stagioni e questo ci permette già di annunciare che, prima dell’inizio del campionato, presenteremo il nuovo sito web del club”. LEGGI TUTTO

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    Bargnani esclusivo, la pazza idea: “Io, Belinelli e Gallinari ai Giochi…”

    Bargnani, cosa l’ha convinta?

    «Il fatto di poter soddisfare il bisogno di tanti, tantissimi direi, di trovare un campo di 3 contro 3 in qualche parte del pianeta. È una app pazzesca che sta crescendo giorno dopo giorno. Si sta trasformando anche in un playground digitale dove giocatori di ogni nazionalità di realtà differenti si incontrano e confrontano. Per non rimanere però dietro al pc o allo smartphone, ma per andare poi alla ricerca di un campetto e sfogare la propria voglia di basket».

    Quanto è legato lei al concetto di playground?

    «Io sono un vero e proprio figlio dei campetti di 3 contro 3 all’aperto. Da quando ero ragazzino a Bergamo e ci passavo ore ed ore. Nei playground si respira un’aria incredibile e irripetibile. Poi per diventare ciò che sono diventato ho dovuto allenarmi tantissimo, sacrificarmi. Non si arriva alla Nba per caso».

    In Italia com’è lo stato dei playground?

    «Pessimo. Non abbiamo la cultura sportiva del rispetto delle strutture. Lo scemo che spacca un ferro per divertimento lo si trova sempre».

    Il suo mentore Maurizio Gherardini è il nuovo presidente della LBA.

    «Ci sentiamo spesso, è un legame dai tempi di Treviso che non si è mai interrotto. Gli ho fatto i complimenti, non solo per la nomina ma anche per la stagione del Fenerbahce, che ha vinto Eurolega e titolo turco. Maurizio è un re Mida della pallacanestro, quello che tocca diventa oro. I proprietari dei club italiani avranno al loro fianco uno che ha lavorato nella Nba accanto a David Stern. Insomma una garanzia per fare sempre meglio».

    L’idea di formare una squadra di 3 contro 3 con altre stelle italiane resta viva?

    «Sarebbe l’unico modo per poter pensare di arricchire la mia carriera partecipando a un’Olimpiade con i colori dell’Italia. Marco Belinelli, Danilo Gallinari, Stefano Mancinelli ed io. Non siamo più giovincelli ma saremmo un gran bel gruppo. Non so se vinceremmo, ma ci divertiremmo e faremmo divertire di sicuro».

    Conferma che Belinelli smetterà di giocare?

    «Non posso dirlo io. Ci sentiamo spesso, ci vediamo, visto che anche io vivo a Bologna. Ma è una sua decisione e della sua famiglia. Ha vinto tantissimo in Italia, compreso l’ultimo scudetto, in Europa e nella Nba. Cosa gli si può chiedere di più?».

    Dove può arrivare la Nazionale di Pozzecco?

    «Aspetterei le convocazioni per dare un giudizio. La grande forza del Poz è anche il modo in cui riesce a fare gruppo».

    Avrebbe giocato volentieri per lui?

    «Siamo tropo amici, troppo legati. Quando giocavo nella Nba passavo le estati con lui a Formentera e le serate (e giù una risata ndc). Meglio tenere separate le due cose».

    A proposito di Nba, è stata la finale che in pochi si aspettavano.

    «Chi ha puntato un dollaro su Oklahoma vincente sarà passato felice all’incasso. È stata una stagione dove è regnato tanto equilibrio. La serie tra Thunder e Indiana è stata bella, incerta. Non ho visto tutte le partite, alle due di notte ogni tanto dormo, ma quelle che ho guardato sono state incerte, emozionanti, con spunti interessanti».

    Peccato per l’infortunio di Haliburton.

    « Terribile. A me lui non sta simpaticissimo, soprattutto per alcuni atteggiamenti. Ma vederlo andare in terra in quel modo è stato drammatico».

    È da poco passato l’ultimo draft, che ricordi ha?

    «È l’evento che ti fa decidere, che cambia il corso della tua vita sportiva. Quando ti dichiari durante la stagione e i giorni della chiamata s’avvicinano senti crescere la tensione».

    Da quando giocava sono cambiate tante cose. Ora per giocare a livello universitario nella Ncaa i giovani possono essere pagati.

    «Credo sia giusto così. Io ho respirato l’aria di tanti college perché in prestagione andavo spesso ad allenarmi singolarmente per preparami. Sono gioielli, piccole aziende dove ritengo sia giusto vengano pagati anche i giocatori che contribuiscono al successo o meno degli stessi. Era ingiusto che all’interno di una economia sana gli unici non gratificati fossero, seppur giovani, gli atleti. Ora è diverso e credo che sarà una cosa positiva per tutti gli attori della Ncaa». LEGGI TUTTO

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    L’annuncio di Scariolo: “Lascio la Spagna dopo gli Europei. Futuro? Vedremo…”

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    Olimpia Milano, ufficiale il colpo Guduric: arriva dal Fenerbahce

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    LeBron James non ha alcuna intenzione di fermarsi, e, anzi, rilancia. Nelle scorse ore, “King James” ha esercitato una clausola del suo accordo con i Los Angeles Lakers che gli permette di prolungare il contratto per un altro anno. A cifre incredibili, da 52,6 milioni di dollari. A 40 anni suonati, James ha ancora dentro di sé il sacro fuoco della competizione e dell’ambizione. L’intenzione, infatti, non è continuare solo per il gusto di LEGGI TUTTO