prima quello di Fabio Di Giannantonio era un paradosso, oggi assume le fattezze di un vero e proprio caso. Perché se al romano mancava solo la vittoria per ribadire a gran voce quanto meritasse di restare in MotoGP, dopo la domenica di Lusail anche quest’ultima tessera è stata inserita. In una giornata che ha scritto una pagina importante della lotta per il titolo, infatti, Fabio ne ha scritta una altrettanto pesante della sua storia personale, centrando un successo che rappresenta il giusto premio dopo mesi complicati. Parla con il cuore in mano del resto il romano quando – sul futuro – conferma che «la situazione è abbastanza surreale, dato che sono un pilota che al secondo anno in MotoGP ha colto una vittoria, un altro podio, una top five e tante top ten», ma perlomeno per una notte Fabio ha potuto – meritatamente – festeggiare. Lo ha fatto dopo aver domato il campione del mondo in carica Pecco Bagnaia, risultando prima l’unico in grado di reggere il suo passo, poi riuscendo a superarlo sino ad involarsi verso il successo. Il tutto anche con un pizzico di fortuna, visti i millimetri che hanno separato la gomma anteriore di Bagnaia da quella posteriore di Di Giannantonio sull’errore – “ma che sei matto?” il commento con il sorriso di Fabio nel retropodio nei confronti del rivale – di Pecco, ma si sa che la sorte è una componente fondamentale del successo.
Di Giannanatonio: “È il giorno più bello della mia vita”
«È la giornata più bella della mia vita», ha confessato Fabio, che ha visto la luce dopo una prima parte di stagione – risultata poco costruttiva in ottica mercato – dove «lavoravamo e non arrivava nulla. È stata dura ma ho avuto un ottimo gruppo intorno a me, e oggi (ieri per chi legge, ndc) siamo sul tetto del mondo». Ora la palla passa più che mai al suo entourage e al team VR46, l’unica – pare – reale opzione rimasta al romano, che potrebbe scalare le preferenze della squadra di Valentino Rossi anche grazie ad un weekend favoloso come quello di Lusail. Mooney VR46 dal canto suo ha potuto per il momento godersi – una volta di più – il talento di Luca Marini, che come Di Giannantonio ha saputo tramutare la pressione del momento in energia positiva, conquistando un terzo posto dal peso specifico notevole. Luca ha usato sia il carattere – vedi i duelli con Alex Marquez e Brad Binder – che la velocità pura, nonostante il suo piano gara fosse andato pressoché in fumo pochi metri dopo il via. Grazie a Di Giannantonio e Marini l’Italia ha dominato, relegando al ruolo di comprimario piloti capaci comunque di mostrare segnali di ripresa come Maverick Viñales e Fabio Quartararo, bravi a difendere l’onore di Aprilia e Yamaha. Aprilia che ha dovuto fare i conti con le difficoltà di Aleix Espargaro, stoico nel provare a correre nonostante la frattura della testa del perone sinistro ma costretto ad arrendersi al dolore dopo pochi giri.
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