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    Sinner assente agli Internazionali di Roma, Binaghi commenta: “Dispiace, ma sono cose che succedono”

    La notizia dell’assenza di Jannik Sinner dagli Internazionali d’Italia, il prestigioso torneo ATP Masters 1000 di Roma, ha colto di sorpresa il mondo del tennis italiano. Il campione azzurro non sarà presente all’appuntamento romano per problemi all’anca.Angelo Binaghi, presidente della Federazione Italiana Tennis e Padel (FITP), ha commentato la situazione all’ANSA: “Sinner l’ho sentito, certamente, dispiace ma sono cose che succedono anche nelle migliori famiglie. È giusto rispettare fino in fondo Jannik che domani sarà a Roma e parlerà. Aspettiamo 24 ore. È giusto che sia lui a dirvi cosa è successo e come si sente”.
    Nonostante l’assenza di Sinner, Binaghi si mostra ottimista riguardo al successo degli Internazionali d’Italia: “Comunque gli Internazionali saranno da record e questo è dovuto a un momento pazzesco che stiamo vivendo. La passione per il tennis non cambia anche se Jannik disgraziatamente questo torneo non può farlo. Il trend e i numeri sono incredibili. Abbiamo tanti italiani in gara, faremo il tifo per gli altri”.L’assenza di Sinner rappresenta indubbiamente una delusione per i tifosi italiani, che speravano di vederlo brillare sulla terra rossa di Roma.Ora l’attenzione si sposta su Jannik Sinner, che domani sarà a Roma per chiarire i motivi della sua assenza e condividere le sue sensazioni. I tifosi e gli appassionati di tennis attendono con trepidazione le sue parole, sperando di avere presto notizie positive sul suo ritorno in campo.
    Nel frattempo, gli Internazionali d’Italia si preannunciano come un evento da record, grazie all’entusiasmo e alla passione che il tennis sta vivendo in questo momento straordinario. Gli italiani in gara saranno sostenuti dal caloroso tifo del pubblico di casa, pronti a dare il massimo e regalare grandi emozioni agli appassionati di questo meraviglioso sport.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    La presentazione degli Internazionali BNL d’Italia all’interno del Colosseo. Binaghi: “Supereremo ogni record di presenze. Wild card a Berrettini, Fognini, Gigante, Zeppieri e Vavassori”

    Il Presidente della FITP Binaghi nel corso della presentazione 2024 degli IBI

    Nell’iconica cornice del Colosseo, si è svolta la presentazione dell’edizione 2024 degli Internazionali BNL d’Italia. A prendere parola per primo il Presidente della FITP Angelo Binaghi: ha illustrato gli straordinari risultati economici e di presenza di pubblico al torneo, una crescita costante e consolidata, soffermandosi poi anche su progetti e prossime iniziative per sostenere il momento eccezionale del tennis in Italia.
    Binaghi ha approfittato dell’evento per annunciare le Wild Card: “Trevisan, Errani, Stefanini, Pedone, Brancaccio e la giovane Paoletti nel femminile, mentre nel maschile salutiamo con grande piacere il rientro di Berrettini, a cui daremo una Wild Card. Le altre sono per Fognini, due giovani come Gigante e Zeppieri, l’ultima la daremo a Vavassori. Se Berrettini entrerà in tabellone grazie alla classifica, la wild card sarà assegnata a Napolitano”. Per il tabellone di qualificazione, le wild card sono state assegnate a Maestrelli, Passaro e Vincent Ruggeri nel maschile, Ambrosio, Pigato, Rocchetti e Ruggeri nel femminile.

    Annunciate le wild card per gli #IBI24
    Tabellone principale maschile 🔵
    Matteo #BerrettiniFabio #FogniniGiulio #ZeppieriMatteo #GiganteAndrea #Vavassori#tennis | @InteBNLdItalia pic.twitter.com/dRP2wC3iY1
    — FITP (@federtennis) April 23, 2024

    Queste alcune frasi del Presidente Binaghi nel corso della presentazione.
    “È la presentazione che ho sempre sognato. Non so se sia merito del valore degli #IBI24, di Sinner e delle nostre squadre campioni e finaliste mondiali, o della popolarità del tennis. So che noi, Sport e Salute e BNL dobbiamo essere fieri”.
    “La prevendita è lo specchio più fedele del valore che creiamo. Il record di incasso non è più una notizia, a testimonianza di una crescita sana e continua degli #IBI24 e del tennis italiano. La notizia è la velocità di crescita, che è del 36% anno su anno. Domani raggiungiamo e superiamo il risultato di 22 milioni di euro di incasso e lo facciamo con molti giorni di anticipo rispetto alle finali del torneo, per le quali i biglietti sono già esauriti. Mai è stata così alta la prevendita. Cresciamo anche con gli stranieri, 29mila biglietti. La crescita dei biglietti è dovuta una crescita alla domanda interna, si vive un’atmosfera frizzante. Abbiamo vinto nel 2024 ben 4 tornei di livello uguale o superiore agli Internazionali”.
    “Il torneo sarà trasmesso in chiaro dalla Rai in tutti i giorni del torneo. Non ci sarà la sessione serale l’ultimo sabato del torneo”.
    “Supereremo agevolmente i 300 mila spettatori paganti e puntiamo a superare quota 350 mila; l’impatto economico sul territorio supererà il mezzo miliardo di euro dello scorso anno”
    “Faremo vedere a tutto il mondo le bellezze del nostro paese e la nostra capacità organizzativa, generando un importante impatto sociale, e speriamo anche la performance dei nostri atleti”.
    “Insieme a Sport e Salute non utilizziamo un euro di fondi pubblici, paghiamo l’affitto dell’impianto. Tutto questo venendo da un passato con milioni di debito. L’obiettivo è continuare con investimenti che possono far crescere il nostro sport. Siamo partiti con la televisione, Supertennis, quindi il rilancio del settore tecnico, all’epoca fu criticato ma oggi è studiato e copiato. Ci siamo dedicati anche alla scuola, dove il tennis non riusciva ad entrare. La nuova frontiera è l’impiantistica, i nostri campi – da tennis e padel – hanno un eccesso di domanda e quindi dobbiamo pensare all’offerta. Vogliamo realizzare qualche migliaia di campi da tennis, padel e pickleball”.
    “Se Sinner diventasse n.1 al mondo agli Internazionali faremo una festa. Lo sport insegna a cercare di vincere. Credo che la vittoria di Jannik Sinner possa trascinare il tennis italiano a raggiungere grandi obiettivi. Lavoriamo per cercare di vincere”.
    Ci sarà un evento di tennis a Piazza del Popolo, il sorteggio di tabelloni principali si svolgerà alla Fontana di Trevi, annuncia il sindaco di Roma Gualtieri.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Barazzutti sfida Binaghi per presidenza della FITP

    Corrado Barazzutti

    Il 2024 sarà non solo l’anno Olimpico ma anche quello del rinnovo della Presidenza della FITP. Scontata la ricandidatura dell’attuale Presidente Angelo Binaghi, forte del momento d’oro del tennis italiano, della crescita dei tesserati e degli Internazionali d’Italia, con la super ciliegina delle Atp Finals a Torino. A sorpresa spunta uno sfidante “di peso”: Corrado Barazzutti. L’ex Davisman italiano e oggi super-coach di Lorenzo Musetti, dopo anni passati da Capitano di Davis e poi coach di Fognini, ha sciolto la sua riserva e comunicato ufficialmente sia a Binaghi che a tutti i circoli italiani la sua candidatura attraverso una lettera, come riporta il collega Lorenzo Vendemiale su Il Fatto Quotidiano e conferma anche l’agenzia ANSA.
    L’elezione avverrà dopo i Giochi Olimpici. Teoricamente il mandato in corso doveva essere l’ultimo per Binaghi (è in carica ininterrottamente dal 2001), ma un emendamento del Governo ha cancellato la norma sul limite dei mandati che avrebbe impedito la sua candidatura (è ancora in vigore solo per il Coni). La nuova norma rende più complicata la rielezione di un presidente di vecchio corso, visto che per chi è alla quarta rielezione è necessario un quorum maggiorato del 66%, ossia due terzi dei voti.
    Sembra che nell’ambiente si parlasse da tempo della ipotesi di Barazzutti come possibile alternativa a Binaghi. Nella lettera inviata ai circoli, l’ex top 10 azzurro motiva quel che lo spinge a presentarsi come nuovo presidente della FITP, tra cui la voglia di dare voce a realtà più periferiche, e segna come punti centrali del suo possibile governo del tennis nazionale l’eliminazione del contestato meccanismo delle armonizzazioni e l’abbattimento delle quote federali.
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO

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    Sinner: “Il nostro obiettivo era di giocare meglio gli Slam. Adesso ogni torneo in cui partecipo si va a caccia”

    Jannik Sinner nella conferenza a Roma

    Jannik Sinner ha tenuto una conferenza stampa a Roma presso la nuova sede della Federazione, insieme al Presidente Angelo Binaghi che ha accolto il nuovo campione Slam. Queste le parole del Presidente, in apertura dell’evento (riportiamo dai siti FITP e Supertennis).
    “Intervengo come padrone di casa per darvi il benvenuto nella nostra nuova sede che ci permetterà, dopo tanti anni, di lavorare finalmente tutti insieme e meglio. L’abbiamo acquistata con i proventi della attività commerciale e la ristruttureremo, in particolare in questo grande giardino dove intendiamo coltivare vaste piantagioni di carote. A parte gli scherzi, finalmente oggi non risponderò ad alcuna delle vostre domande, so che mi perdonerete, qua c’è un unico grande protagonista, one man show, ed è la festa di Jannik Sinner”.
    “Voglio però dirvi due cose. Inanzitutto voglio ringraziare Jannik a nome di tutto il movimento, i dirigenti, i maestri, gli atleti e i praticanti, dal più piccolo al più grande, quello che lui ha fatto e soprattutto quello che lui dice ci rende orgogliosi. A me personalmente poi Jannik mi fa impazzire; quella ricerca quotidiana del lavoro come dottrina, la voglia continua di migliorarsi, anche dopo un risultato del genere, la ricerca di risultati sempre migliori è quello che nel nostro piccolo abbiamo sempre cercato di fare noi anche dopo le nostre vittorie, come l’upgrade degli Internazionali BNL d’Italia o la conquista delle Nitto ATP Finals avremo potuto fare passerella, starcene in tribuna a goderci il meritato successo e invece li abbiamo considerati come uno stimolo per lavorare di più e crescere ancora, nutrendoci di dati così come Jannik fa di risultati in campo”.

    Queste invece le parole più significative di Sinner nel corso della conferenza di oggi pomeriggio a Roma.
    “Sono contento di condividere queste emozioni con voi, però nell’altro senso non c’è solo questo torneo. Ci sono tanti tornei durante l’anno, ci sono tante possibilità di far bene ma anche di far male. Dobbiamo essere pronti, contenti di questa situazione, per me ma anche per il mio team.Si sente il calore della gente, che mi piace. Ma nell’altro senso sono un ragazzo semplice, normale”.
    “Mi piace la pressione, quindi ho scritto ieri al mio team ‘Ragazzi ci dobbiamo preparare perché dobbiamo lavorare!’ Questo è stato il mio messaggio, e quindi faremo ancora più lavoro di prima, ancora più concentrati e speriamo di far bene”.

    “I like the pressure. I wrote to my team yesterday, ‘guys we have to prepare because we have to work’.
    That was my message and so we will do even more work than before and be more focused.
    pic.twitter.com/lrk4mJ7qKh
    — Janniksin_Updates (@JannikSinner_Up) January 31, 2024

    Importante il passaggio dedicato al suo team, fulcro della sua crescita e straordinari risultati: “Sapevo che dovevo migliorare la parte fisica, ora sono soddisfatto ma ancora non abbiamo finito. Faremo tanto lavoro in palestra. posso fare tutto meglio: è stato molto importante lo step mentale, capire come affrontare certe partite. Nel team nessuno è invasivo. Simone è molto bravo tecnicamente e tatticamente, anche lui è stato giocatore, sa quali colpi funzionano e quali no. Lui e Darren sono bravi a capire cosa sia meglio per me. Darren si occupa più della gestione di certi momenti, ha vinto tanti Slam da coach.
    Si torna alla svolta del febbraio nel 2022, la separazione dal “papà sportivo” Riccardo Piatti e la costruzione di un nuovo team tutto suo. “Nella vita ci sono situazioni che vanno bene, altre che vanno male, altre che vanno bene però… Ho avuto questo però nella mia testa. Ho fatto una scelta che sembrava folle, ma mi butto nel fuoco. mi son detto che volevo conoscere un altro metodo di lavoro, non era detto che fosse giusta o sbagliata. Nelle scelte devo essere bravo a capire le persone del mio team, ma devo capire anche me stesso e quello che voglio. Quello che ho capito è che il mio team non deve essere il migliore di tutti ma devono essere persone che si capiscono, in cui ognuno fa il suo lavoro, e sono tutte persone brave, normali”.
    Jannik scioglie il “nodo Sanremo”, argomento sulla bocca di tutti in questi giorni: “Farò il tifo da casa! Dopo questi due giorni qui a Roma riprendo ad allenarmi, guardo già avanti. Quando dovrei andare lì sarò già a lavorare, quindi non andrò a Sanremo”.

    Sta per iniziare la conferenza stampa di Jannik #Sinner!
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    — SuperTennis TV (@SuperTennisTv) January 31, 2024

    Questi i suoi prossimi programmi: “Non abbiamo ancora parlato di questo. Il nostro obiettivo era di giocare meglio gli Slam. L’anno scorso ho fatto la semifinale a Wimbledon, però ce ne sono altri 3. Il primo quest’anno, meglio di così non poteva andare. Ma come ho detto prima, non finisce qui la stagione. Nella preparazione abbiamo lavorato tanto, però mancava la competizione. Quando sono arrivato a Melbourne ho iniziato subito con l’Australian Open, ero felice di essere lì e mi sentivo bene. Adesso ogni torneo in cui partecipo si va a caccia, poi vediamo cosa si può prendere. Ci saranno settimane buone, altre meno buone. Adesso ho maggior confidenza”.
    Altra risposta importante sulla residenza a Monaco, che cancella una volta per tutte le sterile polemiche che circolano sul questo tema: “Quando avevo 18 anni mi allenavo a Bordighera con il mio ex allenatore che aveva la residenza a Monaco, quindi ci sono andato anche io. La cosa bella di Monaco è che ci sono tanti giocatori con cui allenarsi, le strutture sono perfette. Lì mi sento a casa, sto bene lì, ho una vita normale. Posso andare al supermercato con zeri problemi, quindi sto bene lì”.
    Bella e toccante la risposta sul suo non essere andato immediatamente a casa a Sesto Pusteria. Poche parole che confermano la profondità di Jannik, la sua sensibilità: “Non voglio tornare a Sesto adesso perché è successo un brutto incidente con 3 morti, c’erano dei bambini, giovani. Il terzo figlio è in ospedale. Il papà è rimasto da solo e sta sostenendo suo figlio in ospedale. Quindi non mi sembra corretto tornare a Sesto, è un momento difficile. Non è assolutamente il caso di fare una festa lì, abbiamo fatto tutto qui dato che domani c’è anche l’evento al Quirinale”.
    È un momento molto positivo nella sua vita, ma Sinner resta sempre con i piedi per terra: “Non è che sta andando tutto dritto, comunque non ho paura di niente. Nella mia testa c’è sempre una partita di tennis, se un giorno un avversario gioca meglio di me e mi batte, gli do la mano e si riparte come prima. Ci saranno dei momenti difficili da gestire, ma non ho paura”.
    Olimpiadi 2024, per Sinner sarà l’esordio, e non vede l’ora: “Ho già detto alla fine della scorsa stagione che le Olimpiadi per me saranno un momento chiave, anche per la mia crescita. Sarà la prima volta che le giocherò pertanto sono contento. Ci saranno tutti gli atleti migliori al mondo, non vedo l’ora di conoscerli e prendere spunti da loro, possono aiutarmi. Sarà uno dei tornei più importanti dell’anno, perché non si gioca tutti gli anni. Speriamo che l’Italia possa portare a casa più medaglie possibili”.
    Due parole su Alex Vittur, il suo manager e uomo di fiducia: “È molto importante per me. Quando ho un problema vado da lui. Ora mi sta aiutando a fare anche altre cose. L’ho conosciuto quando avevo 13 anni, è la persona che mi capisce di più. Sa come sono, sa com’ero, tutti e due ci capiamo al volo quando ci sono da prendere certe decisioni. Lui conosceva Vagnozzi perché ci si allenava insieme ed era spesso in contatto con lui, per lui Simone era un ottimo allenatore. Devo ringraziare Alex per tante cose, mi sta aiutando moltissimo. Si parla poco di lui perché anche lui vuole che sia così”.
    Un pensiero anche per il primissimo maestro nella sua montagna, Heribert Mayr: “È una grande persona, Alex mi ha fatto vedere il suo messaggio, mi sono emozionato. Devo ringraziarlo perché è stato l’unico allenatore in Alto Adige oltre ad Andreas Schönegger”.
    L’importanza della sua vittoria per il movimento in Italia: “Il passo di portare più gente possibile a giocare a tennis è la cosa più importante che stiamo facendo. È sano come sport, c’è competizione ma non c’è contatto. Ti servono solo una racchetta e una pallina. Non ci dimentichiamo di Fognini che ha vinto Montecarlo, poi è arrivato Berrettini, ora ci sono io. Ma tutti stiamo contribuendo al futuro del tennis italiano, sperando che arrivino tanti giovani”.
    Belle parole anche per Matteo Berrettini, che ha dato il via insieme a Fognini alla rinascita ad altissimo livello del tennis italiano: “Ci siamo sentiti dopo la finale, mi ha scritto un bellissimo messaggio. Lui è un giocatore veramente forte, io spero di vederlo il prima possibile. Speriamo di rivederlo in forma, manca un po’ nel circuito. Mi ha fatto dei bellissimi complimenti, come me li ha fatti tutta la squadra della Davis. Abbiamo un ottimo doppio ormai con Bolelli e Vavassori. Matteo mi ha anche sempre aiutato, io gli sono grato. Se lui mi dovesse chiedere qualcosa, come è già successo qualche volta, io sarei disposto ad aiutarlo perché ci tengo molto a lui”.
    Torna anche sulla bella frase sui ragazzi e famiglie, e sulla sua famiglia, pronunciata dopo la vittoria a Melbourne: “Ci sono stati aspetti positivi e aspetti negativi. La cosa negativa è che ora ci sono tante persone fuori casa dei miei genitori, ed è un po’ casino! In questo ho fatto un casino, nell’altro senso ci sono sempre dei genitori che mettono pressione ai ragazzi. Delle volte funziona, delle volte no. Io ho fatto un discorso in generale, di lasciare libertà. A una certa età comunque non si ha la libertà di fare certe cose, io conosco solo la mia storia, che mi ha insegnato valori buoni. Ogni genitore è diverso, quindi non voglio infilarmi in certe situazioni”.
    Una giornata importante, istituzionale, per Sinner, che resterà a Roma anche per essere ricevuto dal Presidente Mattarella, dopo aver salutato la Presidente del Consiglio Meloni. Passaggi obbligati per Jannik, diventato anche nuovo “Ambasciatore della Diplomazia dello Sport”, onorificenza ricevuta da Antonio Tajani. Il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Affari e della Cooperazione internazionale ha incontrato il 22enne altoatesino di Sesto Pusteria presso la Farnesina.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Jannik Sinner oggi è stato a Palazzo Chigi invitato dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Binaghi su Sanremo “Se Sinner andasse a Sanremo sarebbe una grande delusione”

    L’Italia sportiva è ancora inebriata dai recenti trionfi di Jannik Sinner, il cui ritorno in patria è stato accolto come quello di un eroe nazionale. Tuttavia, l’Istituto per il Credito Sportivo (ICS) e Sport e Salute hanno presentato il “Rapporto Sport 2023”, il primo del suo genere, invitando a una riflessione più profonda sullo stato di salute del sistema sportivo italiano e sull’attività motoria nel Paese.Il rapporto, che comprende un’ampia analisi di dati, è stato presentato al Foro Italico di Roma. Nonostante l’attenzione fosse rivolta alle questioni strutturali e organizzative dello sport italiano, il discorso si è velocemente spostato sul fenomeno Sinner. Andrea Abodi, Ministro per lo Sport e i Giovani, ha sottolineato l’importanza della vittoria di Sinner non solo in termini sportivi ma anche come simbolo di eccellenza e orgoglio nazionale.
    Accanto a lui, Angelo Binaghi, presidente della Federtennis, ha espresso un pensiero sorprendente riguardo alla possibile partecipazione di Sinner al Festival di Sanremo: “Se Sinner andasse a Sanremo sarebbe una grande delusione. Perché tutti ci andrebbero, ma lui è diverso”, ha detto Binaghi, enfatizzando l’etica lavorativa e la singolarità del tennista, che lo rendono “un italiano atipico”, “un po’ migliore degli altri”. “Sarebbe certamente una grande promozione, ma io sarei deluso e meravigliato”, ha aggiunto Binaghi.
    Queste dichiarazioni hanno acceso un dibattito sul ruolo degli atleti nell’ambito della cultura popolare e sulle aspettative che la società ha nei loro confronti. Il successo di Sinner non solo ha elevato il livello del tennis italiano ma ha anche posto l’accento su come gli atleti possano influenzare, volontariamente o meno, altri settori al di fuori dello sport.
    Jannik Sinner e il presidente della Federazione Italiana Tennis e Padel Angelo Binaghi sono stati ricevuti a Palazzo Chigi per una visita blindatissima. Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha portato all’azzurro i complimenti a nome del Governo per il trionfo all’Australian Open, il primo Slam per un italiano in singolare maschile dal 1976. “Un’impresa degna di un vero campione” aveva scritto Meloni sul suo profilo Twitter dopo la finale vinta in rimonta, da sotto di due set, contro il moscovita Daniil Medvedev.Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Angelo Binaghi: La visione Italiana per il futuro del tennis mondiale

    Angelo Binaghi è il Presidente della FIT-Padel – Foto Archivio-FITP

    Angelo Binaghi, Presidente della Federazione Italiana Tennis e Padel, ha recentemente rilasciato un’intervista esclusiva a La Gazzetta dello Sport, dove ha esposto i suoi piani ambiziosi per il tennis italiano e internazionale.
    Obiettivo: Ospitare le Finali della Coppa Davis e le ATP FinalsBinaghi ha confermato l’intenzione dell’Italia di estendere il contratto per ospitare le ATP Finals per altri cinque anni, dal 2025, e ha rivelato i piani di partecipare alla gara per le finali della Coppa Davis a partire dal 2025. “Il Masters 1000 di Roma sarà il nostro punto di riferimento”, ha dichiarato Binaghi, sottolineando l’importanza di portare grandi eventi anche nel nord Italia, cuore produttivo del paese e zona di grande passione tennistica. La visione è chiara: Milano potrebbe essere la prossima città a ospitare un grande evento tennistico.
    Il Nuovo Stadio di Santa Giulia: Una Potenziale Sede per la DavisRiguardo al nuovo Stadio di Santa Giulia, attualmente in costruzione per le Olimpiadi Invernali del 2026, Binaghi ha espresso la speranza di un dialogo aperto con gli organizzatori. La Federtennis ha già dimostrato la capacità di organizzare eventi indoor di grande successo, e l’idea è quella di sfruttare al meglio le nuove strutture per eventi di prestigio come la Davis.
    La Crescita del Team Italiano: Un Successo ContinuoBinaghi ha lodato il lavoro svolto con il team italiano di Davis, evidenziando la necessità di una struttura tecnica forte e di un’organizzazione capace di stimolare le nuove generazioni. Ha elogiato giocatori come Sinner, descrivendolo come un “fenomeno”, e ha riconosciuto la fortuna nel superare ostacoli come la sconfitta contro il Canada a Bologna.
    Potenziale Inespresso e il Ruolo di VolandriSecondo Binaghi, il tennis italiano ha ancora molto potenziale da esprimere, come dimostrato dalla vittoria della Coppa Davis senza Berrettini e dalle performance al di sotto delle aspettative di Musetti e Sonego. Ha inoltre espresso fiducia nel capitano Filippo Volandri, lodandone la capacità di creare un team coeso e unito.
    Un “Supercircuito” e il Futuro dei Grand SlamInfine, Binaghi ha commentato le voci sulla creazione di un “supercircuito”, sostenendo che non vede un pericolo purché i calendari e le risorse siano gestiti con cura. Ha anche espresso il desiderio di vedere i Grand Slam adottare un approccio più dinamico, in linea con l’evoluzione del tennis moderno, favorendo così la crescita di chi ha risorse, idee e progetti innovativi.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Davis Cup, un sogno diventato realtà. Una vittoria azzurra che viene da lontano…

    26 novembre 2023, l’Italia vince la Coppa Davis

    4 dicembre 1998. Io c’ero. Sembra impossibile, sembra ieri, invece sono passati quasi 25 anni… In quel freddo venerdì pomeriggio, nel grigiore di una Milano che più grigia non si può, nella pancia del Forum di Assago c’è tutta l’Italia tennistica e non solo, a supportare Andrea Gaudenzi, Davide Sanguinetti, Diego Nargiso e Gianluca Pozzi, la nostra squadra di Coppa Davis capitanata da Paolo Bertolucci. In palio la Coppa Davis 1998, col sogno di riportarla in Italia dopo l’unico successo targato ’76, quando il “braccio d’oro” di Paolo, il talento di Adriano, la sostanza di Corrado e il tocco di Tonino prevalsero a Santiago, l’unica insalatiera della nostra storia. Di fronte una Svezia non così stellare come ai tempi d’oro di Wilander & Edberg, ma c’è tanta sostanza nel tennis di Norman e nel diritto assassino di Gustafsson. Impossibile dimenticare le ore passate a sostenere lo sforzo di Gaudenzi in quel primo infinito e maledetto singolare. Andrea è tosto, Magnus ancor più. Il tendine della spalla dell’attuale Presidente dell’ATP fa crack dopo ore e ore di battaglia, sul 6 pari del quinto set, non c’era il tiebreak allora, era una Davis d’antan. Cala il silenzio, disperazione. Di fatto la nostra finale termina lì, in quel dolore di Andrea e di tutti i presenti, nel Forum o in tv. Sanguinetti vince solo 5 games contro un Gustafsson troppo forte sul rosso, anche se indoor, e poi al sabato il forte doppio vichingo fa calare il sipario. È solo l’anticipo del dramma sportivo che avrebbe vissuto la squadra italiana di Davis.
    Da lì a poco quella buona generazione di giocatori cala e vive un weekend a dir poco disastroso il 23 luglio 2000, a Mestre. L’Italia cade malamente nello spareggio salvezza per mano del Belgio dei fratelli Rochus, è la prima retrocessione nella “serie B” della Davis, eravamo l’unica nazionale ad esser stati sempre del World Group. Io c’ero, insieme al mio sconforto e alla netta sensazione che la discesa fosse appena iniziata… Nessuna risalita, anzi nel 2003 tocchiamo il fondo, crollando nel Gruppo II con una terribile sconfitta in Zimbabwe. L’inferno dura solo un anno, nel 2005 torniamo sul Gruppo I, ma bisogna aspettare fino al 2011, di nuovo a Santiago del Cile (già, proprio Santiago…) affinché la nazionale trascinata da Fognini torni nel World Group. Non molte soddisfazioni per diversi anni, solo la semifinale in Svizzera nel 2014, ma in realtà, sotto sotto, già da tempo qualcosa si muove.
    Lo spettatore che guarda il tennis in tv non se ne accorge, ma in realtà, in molti club di periferia e non, si sta costruendo pian piano un nuovo movimento. E i tempi per ottenere risultati al vertice sono lunghi. Serve lavoro, tanto, capacità e visione. Il tutto guidato dal Presidente Binaghi che è uomo di sport e manager, conosce il mondo ed è determinato ad arrivare in vetta, convinto che seminando bene, lavorando coi circoli piccoli e grandi, stimolando l’eccellenza, si possa costruire e risalire. È stato criticato, osteggiato, deriso pure, ma alla fine aveva ragione lui. Con lavoro e capacità di tanti ottimi maestri e club, con un’importante sinergia d’intenti, risolvendo problemi ed errori – tanti ne sono stati commessi, ma chi non fa niente mai sbaglia… – si è creata una base, un movimento, una mentalità di lavoro per esaltare il talento dei ragazzi. Si è costruito una serie di team vincenti, di giocatori che sono cresciuti e che, stimolandosi l’un l’altro, hanno alzato il livello generale. Molti tornei in Italia a fare da veicolo per la crescita. È sbocciato quel circolo virtuoso necessario a sostenere il talento e chi lavora bene.
    Se poi ti nasce un Jannik Sinner, e hai la bravura e fortuna di farlo crescere in un ambiente sano e dove si conosce l’alto livello come da Riccardo Piatti, si finisce per vincere. Ma sarebbe sbagliato e semplicistico relegare il trionfo di ieri a Malaga in Davis in un solo “effetto Sinner”. Non è così. Jannik è la nostra punta di diamante, è il fuoriclasse che eleva tutto il gruppo, è colui che ha talento e forza per battere il più forte dell’epoca moderna, Mr. Djokovic, nel match sul quale Nole aveva puntato tutta la parte finale del suo stellare e irripetibile 2023. E così trionfare. Sinner è decisivo, ma senza la grinta di tutta la squadra, capace di rialzarsi dal “disastro” col Canada a Bologna nei gironi a settembre, senza la pazienza di Capitan Volandri nel compattare il gruppo e far esplodere di nuovo la vivacità di Sonego, il talento di Musetti e la qualità di Arnaldi, a Malaga a giocarci la coppa non ci saremmo mai andati. Ed è ancor più corretto tornare all’inizio della gestione Volandri, con le esperienze del 2021 e del 2022, necessarie e formative per vincere oggi, e anzi, ancor più indietro…
    “Forza del gruppo, capacità di passare attraverso le difficoltà, disponibilità. Su questi punti fermi Filippo Volandri ha costruito un capolavoro in tre anni da capitano di Coppa Davis. Fin dalla sua nomina, a gennaio del 2021, i pilastri del Volandri-pensiero non sono cambiati”, così scrive l’amico e bravissimo collega Alessandro Mastroluca su Supertennis, e condivido ogni sillaba del suo pensiero. Forza del gruppo, resilienza, capacità di reazione, disponibilità. Queste sono le chiavi della vittoria di questa meravigliosa e indimenticabile Final 8 di Malaga, che non potremo mai dimenticare. Nel 2021 a Torino abbiamo perso contro la Croazia nel doppio decisivo, Fognini e Sinner hanno ceduto al fortissimo duo Nikola Mektic-Mate Pavic, i migliori. Ci fu tanta delusione, Fabio è un doppista “doc” e campione Slam col “Bole”, ma non ci fu troppa intesa con Jannik, un Sinner ancora acerbo. Però fu un’esperienza importante, anche se negativa. Formativa. Nel 2022 rischiammo di uscire a Bratislava, con Sonego e di nuovo il doppio k.o., ma quella volta fu il talento di Musetti a salvarci, e fu un’altra esperienza che ha rafforzato il gruppo. Un gruppo che poi l’anno scorso nei gironi a Bologna ha battuto una dopo l’altra Croazia, Argentina e Svezia, ed è volato a Malaga superando nei quarti il forte team USA, col capolavoro di Bolelli–Fognini su Paul-Sock. Il Canada ci superò in semifinale, col tanto discusso doppio Berrettini–Fognini, sconfitto da Auger Aliassime–Pospisil. Altro boccone amaro, e polemiche non finire, ma situazione negativa dalla quale abbiamo imparato. Solo perdendo s’impara, è la dura ma giusta legge dello sport.
    Solo vivendo esperienze, come singoli e poi come squadra, si matura, si impara, si cresce. È cresciuto Volandri nella gestione di un gruppo che ci ha portato in finale a Malaga, facendo da parafulmine mille volte, motivando tutti, dando grinta e serenità, maturando scelte difficili, con coraggio e visione. È cresciuto a dismisura Sinner, tennista che oggi, 27 novembre 2023, possiamo considerare serenamente come il miglior tennista al mondo visto che negli ultimi mesi ha battuto tutti i migliori e l’ha fatto più volte, alzando la Davis ed arrivando ad un passo dal vincere le Finals a Torino. La vittoria di Jannik su Novak in semifinale sabato è entrata nei libri d’oro come una delle imprese sportive più alte della storia dello sport italiano. Sinner è diventato leader, forte e silenzioso. Non ha risposto con classe immensa alla marmaglia che ha cercato – invano – di infangarlo, e ha fatto parlare il campo, la sua racchetta, i suoi colpi meravigliosi, che hanno fatto esplodere il tennis nelle case di tutti gli italiani come mai prima. Classe infinita. Jannik ha trascinato Sonego nei doppi, esaltandone le qualità e dandogli quella sicurezza di cui aveva bisogno per tirare fuori il suo meglio. Ha dato serenità a tutto il gruppo, capace di superare difficoltà e diventare vincente. Un gruppo che ha accolto anche Berrettini, non ci dimentichiamo del Matteo-nazionale, che vogliamo fortissimamente rivedere sparare missili sportivi dal 2024 e tornare una delle punte di diamante del nostro team di Davis. Mancava Fognini, e bene ha fatto il Presidente Binaghi ai microfoni di Sky a ricordarlo a caldo, perché Fabio ha dato tanto negli anni e si è sempre speso per la maglia azzurra.
    Io c’ero a Malaga, almeno col cuore e la penna. Abbiamo tutti insieme vissuto un’avventura straordinaria, indimenticabile, che ci ha arricchito come poche altre cose. E pazienza se questa insalatiera è un filo meno scintillante del passato… La nuova formula in fondo piace poco, ma ha reso la competizione ancor più difficile, non hai alcun margine di errore con soli tre match, uno dopo l’altro. Si può discutere quanto vogliamo, e a ragione, sul cambiarla, sul tornare almeno in parte ai match casa – trasferta che erano l’essenza della competizione, ma alla fine quando giochi con la maglia azzurra addosso, è qualcosa di unico, qualcosa che ti tocca dentro e provoca emozioni indescrivibili.
    Emozioni che i nostri giocatori hanno vissuto sulla propria pelle, in campo e panchina, e che li renderà ancor più forti e sicuri l’anno prossimo, quando in Davis saremo la squadra da battere e nei tornei del tour saremo sicuramente protagonisti. Emozioni che avremmo voluto vivere quel 4 dicembre 1998, quando la spalla di Gaudenzi fece crack e furono solo lacrime. “Nella mia vita ho sbagliato più di novemila tiri, ho perso quasi trecento partite, ventisei volte i miei compagni mi hanno affidato il tiro decisivo e l’ho sbagliato. Ho fallito molte volte. Ed è per questo che alla fine ho vinto tutto.” Parole e musica di Michael Jordan, uno dei più grandi sportivi di sempre. Beh, allora questa fantastica Davis 2023 di Malaga abbiamo iniziata a vincerla ad Assago, a Mestre, in Zimbabwe, a Santiago, a Bologna. È una vittoria che viene da lontano.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Le 10 cose che resteranno delle ATP Finals 2023

    Il Pala Alpitour di Torino (foto Marco Mazzoni)

    Le ATP Finals 2023 sono andate in archivio con il successo dell’immenso Novak Djokovic, in un’edizione che resterà legata per sempre al nome e alle imprese di Jannik Sinner. Di seguito le 10 cose che non potremo dimenticare di quest’avventura incredibile.
    1 – Non è più un sogno, è realtà. Per troppo tempo ipotizzare che un tennista italiano potesse entrare nel Gotha del tennis internazionale a giocarsi i titoli più ambiti o addirittura il vertice del ranking è stato solo un sogno, troppo ardito per rischiare di diventare realtà, quasi peccato anche il solo sussurrarlo… Il 2023 di Jannik Sinner e la chiusura della sua straordinaria stagione spazzano via ogni indugio. Sinner merita il suo posto tra i migliori, ha tutto quel che serve per restarci e migliorare ancora, andando a vincere i più grandi appuntamenti della disciplina. Non è riuscito nell’impresa di trionfare nella terza edizione delle Finals a Torino, ma ha battuto 4 top10 nel torneo, 8 di fila dallo scorso settembre. Ha battuto tutti gli attuali top 10, andando a stanarli con un tennis di altissima qualità, adattandolo anche alle esigenze. Troppo bravo. Jannik Sinner dal 2024 scenderà in campo in ogni appuntamento con l’obiettivo di arrivare fino in fondo. Non gli manca niente. Quando hai un talento come il suo puntare al massimo non è arroganza, è la normalità.
    2 – Djokovic infinito. Mai commettere l’errore di dare per morto il più grande vincente e lottatore dello sport. Jannik l’ha battuto nel girone. Quella sconfitta è stata un detonatore, ha fatto esplodere dentro di lui ancor più voglia di vincere, di rivincita. La correttezza di Sinner l’ha portato in semifinale – poteva esser eliminato se l’azzurro avesse mollato nel terzo set vs. Rune… – e negli ultimi due incontri Novak ha alzato il livello in modo fantastico, battendo il futuro della disciplina, prima Carlos, poi Jannik. Gli anni passano, per suo stesso dire saranno Alcaraz e Sinner portare avanti lo sport nei prossimi anni, ma al momento questo fantastico tiranno non ancora alcuna voglia di abdicare. Enorme.
    3 – Un torneo di qualità totale, destinato a proseguire. Le ATP Finals, giunte al terzo anno a Torino, sono una scommessa ampiamente vinta ma il Presidente Binaghi ha dichiarato che nel 2025 quest’avventura non finirà. Gaudenzi è stato più cauto sull’argomento “futuro”, pur riconoscendo che mai come a Torino le Finals sono state “abbracciate” dalla città, dal paese, da quell’amore italico che travolge e sorprende. Spalti pieni, atmosfera incredibile, una città bella come Torino che si è tirata a lucido e ha accolto tutto e tutti con una precisione e qualità assolute. Chi ha vissuto almeno una giornata delle Finals torna a casa arricchito. Speriamo che Binaghi vinca anche quest’ennesima scommessa, perché a noi il masters in Italia piace da matti…
    4 – Alcaraz col fiato “corto”. Carlos ha Torino ha esordito alle Finals e come era “classico” per il suo più noto connazionale Nadal è arrivato a fine stagione piuttosto scarico, fisicamente e mentalmente. Le similitudini tra i due grandi spagnoli non sono poi così tante, giocando un tennis completamente diverso, ma entrambi chiedono il massimo a corpo e testa, tanto che dopo US Open le loro prestazioni sono calate. Ferrero, coach di Alcaraz, ha affermato un concetto molto chiaro: “Se vuoi essere il migliore devi comportarti come il migliore ed essere professionale tutto l’anno. È quello che è e dobbiamo accettarlo. Questo è il calendario che abbiamo”. Carlos aveva parlato di una certa stanchezza dopo mesi intensi di grandi battaglie. Probabilmente nel team dell’iberico ci saranno alcuni ripensamenti e aggiustamenti, per migliorare la gestione delle energie di Alcaraz.
    5 – Occhio a Rune in salute. Ha penato per mesi con una schiena mal messa Holger Rune, ma appena è tornato a posto si è rivisto subito quell’acerrimo lottatore che può diventare una vera spina nel fianco. È servito il miglior Sinner per scrollarselo di dosso, in una partita che non valeva più niente per Jannik e che, col senno di poi, forse sarebbe stato “meglio” aver lasciato correr via. E non solo per eliminare Djokovic, ma soprattutto per risparmiare energie che in finale sono mancate. Col senno di poi non si scrivono le pagine di storia, quindi inutile continuare con altre congetture. Quel che è certo è che Rune ha dato segnali importanti di ripresa. Vedremo se il lavoro con Boris Becker porterà benefici al suo tennis, ancora un po’ grezzo in varie situazioni. Nel 2024 il danese potrebbe essere l’outsider di lusso in ogni grande torneo.
    6 – Tsitsipas, così non va. Non è uscito “benissimo” dalle ATP Finals Stefanos Tsitsipas. Che sia una persona complessa è risaputo, ma affermare nel giro di due giorni “Sto benissimo, sono pronto a competere, chi mette in giro certe voci?” e poi “Ho fatto molte visite, ho malissimo alla schiena, è un dolore che non potevo gestire” è alquanto singolare. Ma c’è qualcosa di assai ben più grave della sua brutta uscita dal torneo… Visto dal vivo, la sua palla “non va”. Non va più come nel recente passato. Diamogli il beneficio del dubbio per condizioni fisiche non al meglio, ma sono mesi e mesi che il suo tennis langue, ormai messo in crisi da moltissimi avversari, non solo dai big. Confrontato alla velocità di palla e intensità di Sinner, il gioco del greco pareva non una ma due categorie indietro. Urge ritrovare la miglior forma fisica, ma anche qualcosa di nuovo, altrimenti la carriera di Tsitsipas rischia di entrare in un crepuscolo anticipato, e sarebbe un vero peccato.
    7 – Campo veloce, spettacolo assicurato. Tutti i giocatori sono stati concordi: il campo di Torino è stato il più rapido dell’anno, anche più dell’erba. Che qualità media c’è stata nei match delle Finals? Altissima. Ci sono state partite disumane dominate solo da Ace? Nessuna. È l’ennesima conferma che le condizioni medie sul tour sono troppo, troppo lente. Velocizzare di nuovo il gioco deve essere il primo obiettivo dal 2024. Basta pantani.
    8 – Ascolti tv, il tennis “tira”. 6 milioni e 686mila spettatori per Sinner in finale. Numeri altissimi anche per gli altri match trasmessi dalla Rai nel torneo. Abbiamo il personaggio, certo, ma è forse il momento di capitalizzare tutto ciò riportando un po’ più di tennis sulla tv pubblica. Abbiamo Supertennis, che è stato uno strumento indispensabile a costruire il nuovo “boom” della disciplina in Italia, ma averlo sulla tv di stato è oggettivamente un’altra cosa. Oltretutto pare che dal 2024 quasi tutto il tennis sarà su Sky Sport, vedremo che accordi verrano trovati per la distribuzione dei tornei. Ma forse avere almeno parte degli Slam in chiaro su “mamma Rai” potrebbe essere un ritorno terribilmente gradito e importante.
    9 – Via il doppio, dentro le ragazze? È stato uno degli argomenti di discussione a Torino nelle pause tra i vari match delle Finals. Viste le disastrose condizioni affrontate dalle migliori al mondo a Cancun per le WTA Finals, e la scintillante organizzazione del Masters maschile, beh, ipotizzare una pronta fusione dei due tornei potrebbe essere un’ancora di salvataggio per il tour femminile. I doppisti potrebbero farsene una ragione, ma c’è un rischio concreto: sarebbe brutto se l’evento femminile, una volta integrato a quello maschile, passasse parimenti in secondo piano. Il pubblico probabilmente apprezzerebbe, e anche i cari biglietti per sedersi nel Pala Alpitour avrebbero un valore maggiore. Pro e Contro, ce ne sono tanti. Gaudenzi continua a parlare di maggior integrazione tra i due circuiti. Vedremo.
    10 – Voto 10 al pubblico. Sinner è stato portato per mano, con un calore indescrivibile, sino alla finale. Ma rispetto alle “medie” e tristezze a cui abbiamo assistito in passato, pochi sono stati i momenti di scorrettezza a danno degli altri giocatori con l’italiano in campo. Lo stesso Rune ha ringraziato gli spettatori a Torino, e detto da uno che praticamente ha sempre da ridire col pubblico… La speranza è che l’esempio di Sinner, la correttezza fatta persona, possa essere un veicolo per gli stessi tifosi, per vivere la disciplina con vero spirito sportivo. Calore sì, cattiveria no. Sarebbe un’altra super vittoria targata Jannik.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO