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Rublev: “Devo imparare a gestire le emozioni in partita”

Andrey Rublev è uno dei tennisti più “caldi” dall’avvio della stagione. Si è presentato agli Australian Open imbattuto, dopo aver vinto i primi due tornei ATP del 2020 a Doha e Adelaide, dimostrando una grandissima condizione fisica e tecnica. La sua corsa si è arrestata negli ottavi a Melbourne per mano di un ottimo Sasha Zverev, capace di reggere il pressing del russo e ribaltare gli scambi con palle lavorate e senza peso. Questa settimana Rublev è tornato in campo a Rotterdam, vincendo agilmente il primo turno vs. Basilashvili. Ora lo aspetta il talento di Bublik, tennista davvero imprevedibile, ma scenderà in campo da favorito. Ai microfoni dell’ATP ha parlato del suo momento e del suo gioco. Andrey si è detto molto contento della sua crescita e del suo team, ma ha sottolineato la necessità di migliorare molto sul piano mentale.

“Devo assolutamente imparare ad essere più paziente in campo. Diventare un grande tennista è un processo lungo, richiede molta calma, la forza di accettare che le cose possono anche non andare bene e che si debba ripartire da zero, se necessario. Il periodo in cui ho sofferto i postumi di un lungo infortunio mi è servito per imparare molte cose, sono tornato in campo molto diverso da prima, consapevole che per arrivare in alto serve tempo e lavoro. Credo di essere migliorato sotto tutti i punti di vista, ma devo diventare più forte mentalmente ed essere positivo, qualsiasi cosa succeda. Mi arrabbio ancora troppo in campo e questo non mi aiuta affatto. È strano, nella vita sono molto più tranquillo, ma nel momento della competizione mostro il lato peggiore di me stesso… è necessario aver molta forza di volontà e intelligenza per stare calmi durante la partita, devo lavorare assolutamente su questo aspetto. Se riuscirò a gestirmi meglio credo di poter ottenere grandi risultati quest’anno e nella mia carriera, sarà un passo decisivo”.

Rublev si è detto molto soddisfatto del suo team e del lavoro portato avanti con il suo coach Fernando Vicente, al suo angolo da molto tempo: “Ci intendiamo al volo, vediamo le cose in modo simile e abbiamo un progetto comune in cui crediamo totalmente. Mi sento molto bene insieme a Fernando, potrei passare tutto il tempo del mondo con lui, non mi stanco della sua presenza e non abbiamo mai discusso in modo acceso. Non è facile passare 24 ore al giorno con la stessa persona senza aver problemi, ma con lui tutto è molto semplice, è il miglior allenatore possibile per me”.

Rublev è cresciuto molto nell’intensità del suo gioco, riuscendo da aumentare notevolmente il minutaggio in cui riesce a tenere al massimo il picco della prestazione, quella spinta in progressione micidiale che finisce per stroncare la resistenza dei rivali. Tuttavia il suo tennis continua ad essere monodimensionale, ha il limite ben preciso di non possedere un piano “b” quando il forcing con i fondamentali non porta l’avversario all’errore, o riesce ad aprire il campo per un affondo. Per evolvere ulteriormente, oltre all’aspetto mentale che citava nell’intervista, dovrà migliorare nei colpi di inizio gioco, per ottenere qualche punto diretto in più col servizio e per aprirsi immediatamente il campo fin dalla risposta; e riuscire a migliorare nella gestione delle palle lavorate, per non cadere nella rete del rivale, proprio come è accaduto nella sconfitta vs. Zverev agli Australian Open.

Marco Mazzoni


Fonte: http://feed.livetennis.it/livetennis/


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