In una lunga intervista rilasciata al collega Alessio Kaisermann sulle colonne de Il T Quotidiano, il numero uno dell’Itas Trentino, Bruno Da Re, non ha nascosto una certa amarezza riguardo all’ultima stagione della squadra femminile, neopromossa in A1 e subito retrocessa in A2. Ha rischiato grosso anche la maschile, scudettata l’anno prima, brava a evitare una stagione da zero titoli risollevandosi ad Antalya con il colpo di coda che le è valso la conquista della Champions League.
“Ho 70 anni, 40 di pallavolo ma solo 6 mesi di conoscenza della pallavolo femminile. Non conoscevo quel mondo e non l’ho capito in tempo. Me ne assumo ogni responsabilità, non ho saputo intervenire a dovere, ma la cosa non si ripeterà più. Garantito. Tra gli obiettivi della prossima stagione c’è sicuramente quello di tornare in A1, ma non lo vivremo come un’ossessione e soprattutto lo faremo come ho capito che dovrà essere fatto”.
Passando alla squadra maschile di Trento, Da Re pone l’accento sul mercato appena concluso, fatto di pochi nuovi innesti ma mirati perché la squadra disponeva già di “un’ossatura eccezionale. Abbiamo aggiunto dei mattoncini interessanti per aiutare l’aumento di qualità di gente come Sbertoli, Laurenzano, Michieletto, Lavia etc. Questi ragazzi stanno partendo per un’Olimpiade e sono certo che, comunque vada, torneranno migliorati e gente come Flavio e gli altri non faranno che incrementare questa crescita”.
Infine una considerazione relativo proprio all’impegno di Bruno Da re in società: “Sono stanco, non lo nego, ma è anche vero che continuo ad avere una passione smodata per questo sport. Una cosa però è certa: oggi questa società è ancora un po’ troppo di Bruno Da Re, bisogna intraprendere un percorso che la porti a reggersi su spalle e su gambe trentine”.