Il feretro è arrivato nella notte, un lungo viaggio da Taormina a Paladina, alle porte di Bergamo. E’ qui che oggi, fino alle 20 di questa sera, è aperta la camera ardente di Felice Gimondi, il campione del ciclismo morto venerdì a Giardini Naxos per un malore mentre nuotava. A lui il Comune di Bergamo, adesso, vuole dedicare un monumento. Tre i paesi che hanno proclamato il lutto cittadino con bandiere a mezz’asta: Sedrina, Almè e Paladina.Con le bici per salutarlo: la camera ardente di Felice Gimondi
La camera ardente è stata allestita in una chiesetta attigua alla chiesa parrocchiale di Paladina – il paese dove il campione viveva con la moglie, anche se era nato a Sedrina, sempre nella Bergamasca, il 29 settembre del 1942 -: è qui che domani alle 11 saranno celebrati i funerali dal parroco di Paladina, don Vittorio Rossi, e da monsignor Mansueto Callioni, parroco di Almè e guida spirituale della famiglia Gimondi. La piazza antistante alla chiesa sarà chiusa dalle 8 di domani: sono attese circa duemila persone.
Ma già oggi sono tantissimi i tifosi e gli appassionati di ciclismo giunti stamattina alla spicciolata a rendere omaggio alla salma di Gimondi. Alcuni indossavano le maglie commemorative, altri sono arrivati in sella alla loro bicicletta, altri hanno mostrato ai presenti sul cellulare foto in bianco e nero scattate tempo addietro con l’amato idolo della due ruote. I primi giunti per una preghiera alle 7 sono stati monsignor Mansueto Callioni e Giovanni Bettineschi, presidente di ‘Promo Eventi’ e organizzatore delle tappe lombarde del Giro, ma anche Luigi Corelli e Gianluigi Sanga. Tra gli ex professionisti che hanno voluto far sentire la loro vicinanza alla moglie Tiziana e alla figlia Norma ci sono Claudio Corti, Mirco Gualdi, Gianluca Valoti, Rossella Di Leo e Beppe Manenti.
“Un monumento per ricordare Felice Gimondi, m’impegnerò per realizzarlo”. Il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, ha annunciato così l’intenzione di onorare il grande campione orobico. “Sono convinto – ha detto Gori – che onorare Gimondi, per Bergamo, voglia dire di più che celebrarne la grandezza sportiva. Felice Gimondi ha rappresentato la migliore sintesi dei valori della nostra terra, quelli nei quali vogliamo ancora oggi ritrovarci e che desideriamo che i nostri figli facciano loro e tramandino”. L’amministrazione di Bergamo ha già iniziato a pensare alle modalità di realizzazione del monumento: “Mi piacerebbe – ha spiegato Gori con un post su Facebook – lanciare un concorso per scegliere l’artista e il soggetto più adatti a rappresentarlo. Penso a un’opera semplice, che parli a tutti, e fors’anche una sottoscrizione popolare per finanziarla. Abbiamo tempo per pensarci, oltre che ragionare su dove collocarla. Mi piace però anticipare questa volontà dell’amministrazione comunale di Bergamo alla vigilia del suo ultimo saluto. Che Felice sappia, mentre si allontana in bicicletta, che Bergamo lo ricorderà per sempre”.
Sua figlia Norma ha dedicato a Felice Gimondi un post su Facebook: una foto in bianco e nero, di tanti anni fa, con tutta la sua famiglia.